Caro Direttore,
non le scrivo per parlarle di una novità, ma è una faccenda per cui ho il magone da tanti giorni. Le chiedo soltanto se vuole e se ha il tempo di sentire lo sfogo di un vecchio milanese. Sono vecchio proprio nel senso degli anni, ottantotto a maggio, sono nato a Milano e ho sempre abitato a Milano. Ho fatto in tempo per tanti anni ad avere il gusto della passeggiata in centro, quando il centro di Milano era bello, la sera o la domenica. Via dell’Arcivescovado era una delle vie centrali di Milano, ma se non sbaglio anche lei è milanese e queste cose le sa bene. Si andava a passeggio da piazza Fontana e poi si girava in via Arcivescovado e si arrivava al Duomo, al nostro bel Duomo, un monumento alla fede che vengono a vedere da tutto il mondo.
Che bisogno aveva Pisapia di cambiare il nome di via Arcivescovado in via Carlo Maria Martini? Una via così centrale, in una posizione così importante era bello che restasse intitolata all’Arcivescovado e basta, perché i milanesi da secoli la conoscevano così, lì c’è il palazzo sede dell’arcivescovo e quindi è giusto che la via sia intitolata all’istituzione, che non passa, mentre invece gli uomini passano.
Ma se si dedica una via nel pieno centro di Milano si dà una grande importanza alla persona a cui si è dedicata. E qui inizia il magone. Sono un vecchio milanese, cattolico e spero di esserlo abbastanza bene, perché alla mia età ogni giorno è un regalo in più e presto dovrò rendere i conti. Ho fatto in tempo da bambino a frequentare il catechismo come si faceva una volta e anche i miei due figli sono stati ancora in tempo. Allora lo chiamavamo semplicemente “la dottrina”, perché a catechismo si andava per imparare la dottrina.
Sono cambiate tante cose nella Chiesa, non devo certo raccontarlo a lei che lo sa bene, e diciamoci la verità. Il cardinale Martini, pace all’anima sua, è stato uno di quelli che di più hanno fatto per cambiare le cose, ma per cambiarle in peggio, con quelle sue insistenze sul dialogo, sulla cattedra dei non credenti, su quella che ho sentito chiamare la “teologia del dubbio”. Questa davvero mi pare una grande sciocchezza, perché la teologia dovrebbe proprio togliere i dubbi. E poi il dialogo. Ma cosa vuol dire dialogare? Mi hanno sempre insegnato che i maomettani hanno una falsa religione, che Maometto era un ingannatore, mia mamma mi insegnava le preghiere, da dire alla mattina e alla sera, e da quando ero bambino non ho mai smesso. I miei genitori mi portavano a messa la domenica, non c’era nessuna discussione su questo, si faceva perché si sapeva che dobbiamo essere fedeli cattolici se vogliamo andare in Paradiso. Io poi queste cose le ho insegnate ai miei figli, che hanno fatto molta fatica con i loro figli, i miei nipoti, perché si iniziava troppo a parlare in modi ambigui e anche il catechismo è diventato una cosa che non capisco più.
Quando Martini è morto ho sofferto molto a sentire le gran lodi che gli hanno fatto in molti. Mi sarebbe sembrato più giusto, per carità cristiana, invitare a pregare per lui, si fa per chiunque muore, e poi non dire altro. E invece no, grandi lodi come se fosse morto un santo e anche da parte del nostro arcivescovo Scola che dava tante speranze e poi anche lui sembra più preoccupato di dare spazio alle moschee che di seguire i fedeli cattolici.
Milano ha avuto un grandissimo arcivescovo , il cardinale Schuster. A lui è stato intitolato un angoletto in centro, che si fa fatica a trovarlo, dietro Palazzo Reale. Schuster è stato un gigante della fede. Ora a Martini per il quale, mi ripeto, sarebbe stato opportuno un bel silenzio e tante preghiere, viene intitolata una via centralissima di Milano, cancellando il nome che i milanesi conoscevano da sempre di via dell’Arcivescovado. Naturalmente Scola era contento, ma di lui ho già detto. Così tra tanti anni la gente dirà che Martini deve essere stato proprio un grand’uomo per avere una via importante in pieno centro e forse qualcuno se riuscirà a trovare la piazzetta Schuster, si chiederà chi era.
La ringrazio se ha avuto la pazienza di leggere questo sfogo di un vecchio milanese cattolico e le auguro buon lavoro a lei e a tutta la redazione di Riscossa Cristiana.
Giuseppe C.