ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 24 settembre 2016

Il dovere di non tacere

CHE FARE SE UN PAPA TRADISCE ?

Cosa devono fare i semplici credenti se un papa tradisce il suo mandato? tacere ulteriormente sarebbe come assentire all’opera di auto-demolizione della Chiesa. Roma non è più la fedele custode della Verità rivelata? 
di Francesco Lamendola  



È impossibile seguitare a girarci attorno: per quanto sia doloroso, e perfino traumatico, sollevare tale questione, è arrivato il momento in cui un cattolico non può fare a meno d’interrogarsi su quale contegno sia giusto e  doveroso adottare, davanti ad un Romano Pontefice che sembra aver tradito il suo mandato; che sta conducendo la Chiesa verso il baratro; che sta modificando arbitrariamente il secolare Magistero e la stessa divina Rivelazione, seminando scandalo, confusione e turbamento fra le anime dei credenti.
Avremmo voluto che questo momento non arrivasse mai; che una simile eventualità – la più nefasta, la più angosciosa, la più drammatica che sia dato immaginare per un credente – non si sarebbe mai presentata. Ma, purtroppo, la misura è colma: papa Francesco non solo non pare intenzionato a moderare le sue incontinenze pastorali e teologiche; non solo non pare minimamente disposto ad ascoltare i suoi critici e a mostrare un poca di quella umiltà che, accettando il pontificato, aveva a parole sbandierato, fino al punto di non chiamare se stesso “papa”, ma solo “vescovo di Roma”; ma si direbbe più che mai lanciato nella sua “crociata” contro quanti dubitano della giustezza della sua linea, ai quali riserva ormai quasi quotidianamente bordate di disprezzo ed ironia, e, quel che è peggio, pare più che mai dimentico che una “linea” papale non può e non deve esistere, essendo il compito del papa esclusivamente quello di farsi custode e diffusore della Verità divina, senza nulla aggiungere o togliere ad essa.

Si salvi chi vuole..!

AMORIS LAETITIA SURVIVAL KIT

di Don Alfredo M. Morselli

AMORIS LAETITIA SURVIVAL KIT
 Catechismo dei farisei lanciatori di pietre,
unici esclusi dalla misericordia,
per sopravvivere alla tempesta ereticale
scatenatasi dopo Amoris laetitia




Ai fedeli cattolici così confusi circa la dottrina della fede riguardo al matrimonio dico semplicemente: “leggete e meditate il Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 1601-1666. E quando sentite qualche discorso sul matrimonio, anche se fatto da sacerdoti, vescovi, cardinali, e verificate che non è conforme al Catechismo, non ascoltateli. Sono ciechi che conducono altri ciechi”



Card. Carlo Caffarra[1]


 DICHIARAZIONE PRELIMINARE
Sottopongo quanto ho scritto al giudizio della Chiesa Cattolica Romana e intendo fin d'ora per ritrattato tutto quello che dovesse risultare, per suo insindacabile giudizio, non in perfetta conformità con la sana dottrina.

Jorgeide, spalla a spalla!

L’odio di Martin Lutero verso gli ebrei

da: storiaechiesa.it

ciaoda: storiaechiesa.it
Una pagina di storia poco conosciuta è quella del rapporto di Lutero con gli ebrei. La polemica dell’ex monaco agostiniano verso gli ebrei raggiunge vette di una violenza inaudita (che verranno richiamate anche al processo di Norimberga, in quanto il nazista Julius Streicher dirà che il dottor Martin Lutero “oggi, sarebbe sicuramente al mio posto sul banco degli accusati”) soprattutto, ma non solo, in uno scritto del 1543 intitolato Degli ebrei e delle loro menzogne.
In esse Lutero afferma che “In primo luogo bisogna dare fuoco alle loro sinagoghe o scuole; e ciò che non vuole bruciare deve essere ricoperto di terra e sepolto, in modo che nessuno possa mai più vederne un sasso o un resto“; poi che “bisogna allo stesso modo distruggere e smantellare anche le loro case, perché essi vi praticano le stesse cose che fanno nelle loro sinagoghe. Perciò li si metta sotto una tettoia o una stalla, come gli zingari“; poi che “bisogna portare via a loro tutti i libri di preghiere e i testi talmudici nei quali vengono insegnate siffatte idolatrie, menzogne, maledizioni e bestemmie“….
Di seguito due pagine dal IV capitolo.
catturacatturaAnche in questa visione, Lutero si distacca dal “suo” Agostino, spesso chiamato a proprio sostegno, ma ingiustamente. Agostino, infatti, quanto al rapporto con gli ebrei “aveva ripreso l’interpretazione paolina del Salmo 58, 15: convertentur ad vesperam: gli ebrei erano destinati a convertirsi per ultimi, alla fine dei tempi, in fine mundi. In tal modo «dall’attesa apocalittica della conversione finale e dal significato provvidenziale attribuito alla presenza ebraica era derivata per gli ebrei la garanzia di un libero esercizio della loro religione» (vedi:http://www.30giorni.it/articoli_id_2656_l1.htm )

Libertà e Persona22 settembre 2016

L'Anticristianesimo Talmudico – Il disprezzo
manifestato nel Talmud per Gesù e i Cristiani
Alcuni dei passi più gravi e blasfemi del Talmud ebraico contro
Gesù Cristo Nostro Signore, la Madonna e i Cristiani
Video in allegato: oltraggio a Gesù
di Elizabeth Dilling (1)
iniziativa di Libero Confronto / Pensa e Scrivi di "Qui Europa"
(1) Traduzione a cura di Paolo Baroni di un estratto (pagg. 12-15) 
dell'originale inglese The Jewish Religion: Its Influence Today (1954)
Il disprezzo manifestato nel Talmud per Gesù e i Cristiani













 Il disprezzo talmudico per Gesù e i cristiani       
Gerusalemme - L'oggetto supremo dell'odio nel giudaismo talmudico è Cristo, e gli obiettivi di tale odio sono unicamente i gentili (i non-ebrei)i, «le persone che sono come un asino, gli schiavi che sono considerati proprietà del padrone» 2. Di questi non-ebrei, i cristiani sono quelli più follemente detestati e aborriti perché le loro dottrine sono l'opposto di ogni dottrina talmudica. I talmudisti classificano i cristiani non solo come animali – come il resto dell'umanità non talmudica – ma quasi come insetti nocivi che devono essere sradicatiIl linguaggio nel Talmud si è virtualmente esaurito nello scovare i nomi più odiosi e disgustosi da affibbiare ai cristiani. Min (al plurale minim) viene usato in tutto il Talmud come vocabolo per designare i cristiani. Nello Shemoneh Esrei, o nelle Diciotto Benedizioni, la parola è stata cambiata poiché col passare del tempo i non-ebrei più accorti avevano compreso il vero significato di questo termine. Nella colonna di sinistra della Jewish Encyclopedia 3, alla voce «Shemoneh Esrei», il termine «zaddukim» («samaritani», ossia eretici) è stato sostituito con «apikoresim» («epicurei», ossia miscredenti). Nella colonna destra della stessa pagina, vediamo che «epicurei» è stato sostituito da Maimonide (1135-1204), un'autorità talmudica. Il riferimento è rimasto nelle edizioni non censurate del Talmud 4Il  trattato Berachoth afferma: «La benedizione relativa ai minim fu istituita in Jabneh» (la Palestina). L'arringa continua con il decreto di vendetta contro chiunque omette la benedizione contro i minim, «perché sospettiamo che possa essere un min anche lui». Afferma la Jewish Encyclopedia: anziché minim, «(le edizioni) censurate usano la parola "mumuar"». Nel Talmud 5, il termine mumuar viene utilizzato per denunciare una persona completamente squalificata che mangia carne che non è macellata in maniera kosher, mostrando così il «suo disprezzo per la legge» (del Talmud). Il Talmud 6 afferma – in un puro distillato di odio 7 - quanto segue giù (n.b.: in un altro passo, il Talmud 8 fa un'altra tirata contro coloro che classificano i minim come «persone comuni»)
              «un rotolo di carta della Legge che è stato scritto da un min
                                         dovrebbe essere bruciato»
(2) Kethuboth 111a. Tutte le citazioni dal Talmud che seguono sono state estratte dalla edizione della Soncino Press del 1936;  (3) Cfr. The Jewish Encyclopedia, 1905, pag. 281; (4) Berechoth 28b, Sanhedrin 27a, Horayoth 11a e Gittin 45a; (5) Sanhedrin 27a; (6) Gittin 45b; (7) Vedi Shabbat 116a; (8) Horayoth 11a;
 Il Talmud sulla Santa Comunione                          
Riferendosi alla Santa Comunione, esso cita quelli che bevono vino consacrato ad un idolo. Cristo è l'«idolo» denunciato senza sosta dal Talmud, mentre la vera idolatria a riguardo degli spiriti, dei pianeti e dei bambini bruciati in onore di Moloch (Baal) è permessa dall'ebraismo talmudico. Ai nostri giorni, gli ebrei continuano a diffondere la loro propaganda anti-cristiana nei loro libri immorali e sovversivi, che raggiungono le profondità del fanatismo, del pregiudizio e dell'intolleranza. Ma l'insegnamento del Talmud 9 viene citato anche nella Jewish Encyclopedia (alla voce «gentili») 10, dove si dice che i libri cristiani dovrebbero essere bruciati «senza riguardo al nome di Dio che appare all'interno di essi». Una delle caratteristiche del Talmud è di accusare gli avversari di un crimine che i talmudisti compiono abitualmente.
 (9) Shabbat 116a; (10) Cfr. The Jewish Encyclopedia, pag. 617;
 Talmudismo e "Gesù il mago"                                 
Un classico esempio è costituito da un passo 11 in cui si accusa Cristo di essere un mago. In questo passo si dice che Cristo compiva i Suoi miracoli ricorrendo alla stregoneria e facendo un uso magico del Tetragrammaton (il Sacro Nome di Dio composto in ebraico da quattro lettere) che, in uno dei passi del Talmud, si racconta che avrebbe rubato e nascosto nella Sua carne! Cristo aveva ragione nel designare i farisei come i figli del padre della menzogna (Gv 8, 44).
 (11) Sanhedrin 67a.
 Il Cristianesimo urla dall'Inferno                            
Nel Talmud, il cristianesimo viene paragonato ad una delle due figlie di una sanguisuga del cavallo che grida dall'inferno: «Portami, portami»! Una è lo Stato, «che impone continuamente nuove tasse e nuovi diritti doganali», mentre l'altra è «Minuth» (il cristianesimo), «che adesca continuamente lo sprovveduto con il suo insegnamento erroneo». Segue un versetto biblico (mal utilizzato) come maledizione 
              «scagliata contro coloro che si sono convertiti all'idolatria»
                                                      (il cristianesimo).
Poi si dice che un'altra voce dell'inferno chiama dicendo di riportare nell'abisso queste due «figlie» «che piangono e gridano in questo mondo» 12.
(12) Abodah Zarah 17a.
 Incesto e prostituzione meglio del Cristianesimo 
Il Talmud parla di una donna che confessa che il suo figlio più giovane è il discendente del suo figlio più vecchio, che quell'incesto è stato il suo peccato meno grave, e che vuole morire in pace, ma che non può perché se l'incesto è il suo peccato più leggero «si può presumere che essa si sia anche convertita al Minuth (al cristianesimo) [...], che è la ragione per cui la donna non muore [...]. Se essa ha detto che la sua colpa è una delle più leggere, si può supporre che sia colpevole anche di idolatria» (il cristianesimo). Segue una storiella che parla di un rabbino che ha avuto rapporti con tutte le prostitute del mondo, il quale attraversa sette fiumi per giungere fino all'ultimo. Gli è permesso di morire in pace perché non ha commesso l'imperdonabile Minuth (la conversione al cristianesimo) 13.
(13) Ibid.
 Morso di serpente, meglio del Cristianesimo    
Il Talmud afferma che rabbi Ishmael (il saggio) ha un nipote che è stato morso da un serpente e vuole permette a Jacob, un discepolo di Gesù, di guarirlo, ma il nipote muore a metà di questa sentenza. Il rabbino quindi esclama: «Sii felice tu Ben Dama perché sei stato puro nel corpo e anche la tua anima è rimasta nella purezza». Chiaramente, la sua gioia è dovuta al fatto che è preferibile morire a causa del morso di un serpente che essere guarito da un cristiano 14.
(14) Abodah Zarah 27b.
 Gesù e la latrina del Sommo Sacerdote              
Un racconto del Talmud narra che, per aver parlato con un discepolo di Gesù, un rabbino viene sospettato di essere favorevole ai cristiani, una cosa che lo fa vergognare profondamente. Egli allora mente dicendo che Gesù avrebbe insegnato che si può fare ricorso ad una prostituta per costruire una latrina per il Sommo Sacerdote 15. Quest'ultima parte, si dice, allieta moltissimo il rabbino. Questa storia disgustosa e falsa per diffamare Cristo, tipica dei farisei, è stata ripresa da rabbi Louis Finkelstein (1895-1991) nella sua opera The Pharisees 16Finkelstein (foto grande di copertina a sinistra) attribuisce alcuni epiteti diretti al fariseismo dai cristiani nei primi secoli al contrasto tra i cristiani e i «loro ex correligionari che rimasero fedeli al fariseismo inalterato. Ciononostante, il fariseo e il cristiano rimasero sufficientemente vicini per guardarsi l'un l'altro con rispetto». Poi riporta la succitatabugia del rabbino Eliezer, che viene utilizzata come un complimento: «Rabbi Eliezer ben Hyrcanus, uno dei più ortodossi tra i saggi, elogia altamente un'interpretazione della Sacra Scrittura fornita da un cristiano dei primi tempi». Eccoci di nuovo di fronte alla diffamazione di Cristo!
(15) Abodah Zarah 16b-17a. (16) Cfr. L. Finkelstein, The Pharisees («I farisei»), The Jewish Publication Society of America, Philadelphia 1946.
  Altre menzogne per ingannare                            
All'epoca in cui la Jewish Encyclopedia venne pubblicata (nel 1905), non era ancora disponibile una traduzione inglese del Talmud con l'identificazione dei numeri di foglio. La prima, ad opera di Rodkinson nel 1903, non solo era un riassunto, ma era anche priva dei numeri di foglio. Solamente a partire dalla traduzione inglese relativamente recente del Talmud, a cura della Soncino Press, abbiamo il numero di foglio e riferimenti chiari che non richiedono ragionamenti o interpretazioni da parte dei non-ebrei. Tuttavia, nel 1905, diverse menzogne contenute nel Talmud erano ancora tenute all'oscuro agli sguardi indiscreti dei non-ebreiLa Jewish Encyclopedia del 1905 afferma: «Durante il I secolo del cristianesimo, i rabbini vissero in rapporti amichevoli con i minim» (i cristiani). Chiunque abbia una certa familiarità con la veemente polemica sul fariseismo innescata da Cristo nel Nuovo Testamento non si lascerà certo ingannare da questa asserzione. Ciononostante, per rafforzare questa bugia (quella della latrina attribuita a Gesù) viene presentata come se essa indicasse benevolenza. Riguardo alla storia anti-cristiana del morso di serpente presente nel Talmud, la Jewish Encyclopedia afferma: 
  «Ben Dama, il nipote di rabbi Ishmael, essendo stato morso da un serpente,
  permise di essere guarito per mezzo di un esorcismo praticato dal min Jacob,
                                             un giudeo-cristiano» 17.
Questa serie di circostanze ci mostra ancora una volta come Cristo era straordinariamente nel giusto quando disse che i farisei erano figli del padre della menzogna.
(17) Cfr. The Jewish Encyclopedia, pag. 595.
Il disprezzo manifestato nel Talmud per Gesù e i Cristiani












 Gesù conosceva la tradizione orale (Talmud)     
Michael Levi Rodkinson (alias Frumkin; 1845-1904), che realizzò la prima traduzione in inglese del Talmud Babilonese, si chiede, nella sezione dedicata alla «Storia del Talmud»: «Gesù conosceva già la letteratura con cui avrebbe familiarizzato fin dai suoi primi anni di esistenza terrena? É possibile saperne di più? [...]. A tali domande la classe dotta di rabbini ebrei risponde poggiando sul Talmud [...]. Il Talmud è la forma scritta di ciò che, ai tempi di Gesù, era chiamata la "Tradizione degli Anziani", ed è ad essa che Cristo fa frequenti allusioni» 18.
(18) Ai tempi di Cristo, la cosiddetta «Tradizione degli Anziani» era conservata dai farisei unicamente in forma orale. Solo dopo la caduta di Gerusalemme e la distruzione del Tempio di Salomone (anno 70 d.C.) iniziò la complessa stesura per iscritto di tale tradizione che terminò solo nel Medioevo e prese il nome di Talmud (N.d.T.).
 Il Talmud e Maria, Madre di Gesù                        
Essa viene chiamata «Miriam, un'acconciatrice femminile di capelli». Ella «commise adulterio» 19.
                    Maria «faceva la prostituta con i falegnami» 20.
Tutte le fonti rabbiniche attribuiscono a Gesù una «nascita illegittima [...]. Il seduttore era un soldato di nome di Panthera (chiamato anche Pandira e Stada). Pappus (marito di Maria) non ha nulla a che vedere con la storia di Gesù, ed è collegato a lui solamente per il fatto che a sua moglie accadde di essere chiamata "Miriam" (Maria), che era notoriamente un'adultera». Tutta le edizioni della Toledot Yeshu («Vita di Gesù» o «Vangelo del ghetto») «contengono la storia di una disputa che Gesù ebbe con gli scribi, e che alla fine di quella disputa gli scribi dichiararono che egli era un bastardo» 21.
(19) Sanhedrin 67a. (2o) Sanhedrin 106a-106b. (21) Cfr. Jewish Encyclopedia, voce «Gesù», pag. 170.
 Cristo viene chiamato "Balaam"                             
Il nome di «Balaam» appare nei passi del Talmud più osceni riguardanti Gesù. Una prova che Gesù viene chiamato «Balaam» si trova nella Jewish Encyclopedia (voce «Balaam») la quale, dopo aver enumerato le Sue presunte qualità più disgustose, dichiara: «Perciò [...] lo pseudonimo "Balaam" viene dato a Gesù in Sanhedrin 106b e in Gittin 57a». Nello stesso articolo, ci viene detto che il Talmud paragona i cristiani e Cristo ai seguaci del culto sessuale di Baal, a causa delle cui abominazioni 24.000 israeliti morirono di epidemia ai tempi di Balaam (Nm 25, 1-9). Il fatto che a Balaam era stato chiesto di maledire gli israeliti, cosa che non fece predicendo invece la venuta del Messia (Nm 24, 17), costituisce un fragile pretesto per fare di Gesù una maledizione come Balaam
  Cristo «viene descritto come cieco di un occhio e con un piede azzoppato, 
      e i suoi discepoli distinguibili per tre qualità moralmente corrotte». 
Egli viene inoltre definito «uno che ha rovinato delle persone», e le Sue chiese vengono paragonate al culto nudista di Baal. E «questa ostilità contro la sua memoria (di Cristo) raggiunge il suo culmine nell'affermazione che ogni qualvolta qualcuno scopre una nota di cattiveria o il disonore nella sua vita, dovrebbe predicare ciò che ha scoperto» 22Tornando al summenzionato passo del Talmud (Sanhedrin 106a-106b), vediamo paragonare Gesù all'atto di Balaam che provocò la morte di 24.000 israeliti a causa di un'epidemia (questo fatto accadde 1.450 anni prima che Cristo nascesse). 
                            Ecco la «ricompensa» per la sua infamia. 
     Sua Madre, Maria, è colei che«faceva la prostituta con i falegnami [...]. 
                                 Essi lo sottoposero a quattro morti, 
           lapidandolo, bruciandolo, decapitandolo e soffocandolo [...]. 
                         Egli aveva trentatre o trentaquattro anni». 
(22) Sanhedrin 106b.
 "Le cronache di Balaam" (i Vangeli)                     
Un altro dice: «Ho letto le Cronache di Balaam in cui si afferma: "Balaam lo zoppo aveva trent'anni quando Phinehas il Ladro lo uccise"». La nota in calce spiega: «Nel Talmud, Balaam viene spesso usato  come modello di Gesù. La Madre di Gesù viene identificata, le quattro morti enumerate, "e [...] tutti i passi riguardanti Balaam sono di tendenza anti-cristiana. Il nome Balaam viene utilizzato come uno pseudonimo di Gesù, Phinehas il Ladro è stato scelto per rappresentare Ponzio Pilato, e le Cronache di Balaam si riferiscono probabilmente ai Vangeli"». Verificando nella Jewish Encyclopedia il racconto ebraico su Balaam – che sarebbe Gesù – leggiamo: 
                                     «Nel caso del malvagio Balaam,
   qualunque cosa troverete scritto su di lui leggetelo a suo svantaggio» 23
 (23) Ibid. 
 Le chiese per il Talmud (tende per prostitute)    
Le chiese cristiane vengono paragonate a tende per la prostituzione di Baal, con donne anziane che stanno all'esterno, mentre le giovani sono all'interno e fanno ubriacare i clienti, si svestono e adorano l'«idolo» (Gesù), nello stile di Baal, mediante la prostituzione 24Inserendo una calunnia nella breve menzione nella Bibbia secondo cui Balaam sarebbe stato ucciso (Nm 32, 8), il passo nel trattato Sanhedrin è così citato nella Jewish Encyclopedia: 
                    «Nel processo per uccidere Balaam (Nm 31, 8),
                         tutti i quattro metodi legali di esecuzione
       - la lapidazione, il rogo, la decapitazione e lo strangolamento –
                                          vennero impiegati» 25
                  «Egli incontrò la morte all'età di trentatre anni,
       e si dice che che non c'era posto per lui nel mondo che verrà»26.
 (24) Sanhedrin 106a. (25) Sanhedrin 106b; The Jewish Encyclopedia, pag. 657. (26) Sanhedrin cap. X, 2, 90a. 

 La maledizione contro i Cristiani                           
Il passo in Sanhedrin 90a del Talmud, nega a «Balaam» un posto nel mondo futuro 27. In questo passo si afferma che il negare la risurrezione come facevano i sadducei e i samaritani, «era opposto a ciò che la dottrina asserisce enfaticamente nella seconda delle Diciotto Benedizioni». Il «peccato» di pronunciare il sacro Tetragrammaton (Yahwéh) viene citato contro Cristo e i cristiani 28La maledizione dei cristiani, coloro che pronunciano il «Nome» come «si scrive» (il Tetragrammaton) e leggono i «libri non canonici», comincia con una Mishnàh. Vaghe digressioni per sviare un possibile lettore cristiano appaiono nelle note in calce che suggeriscono che per «libri non canonici» si possono intendere questo o quest'altro libro, ma che «ci sono, comunque, indicazioni che vogliono dire qualcosa di più». Ma la nota in calce riguardante i «libri non canonici» rivela apertamente che si tratta dei libri del Nuovo Testamento, e che la parola «sadducei» viene usata per indicare i «gentili».
(27) Sanhedrin cap. XI. (28) Sanhedrin 36a.
 Le 18 Benedizioni (Maledizioni sui Cristiani)      
L'ebreo ortodosso «religioso» recita a memoria le «Diciotto Benedizioni«, o «Shemoneh Esrei», tre volte nei giorni feriali della settimana, quattro volte nelle feste e di sabato. La settima e la dodicesima benedizione contengono una maledizione contro i cristiani e i non-ebrei augurando che vadano all'inferno e in perdizione
                                      Così, il «buon ebreo ortodosso» 
               scaglia contro i cristiani sei maledizioni nei giorni feriali 
                                           e otto in quelli «speciali». 
Notate tutte le varietà di discorsi doppi che sono state utilizzate attraverso i secoli per far sì che i non-ebrei scoprissero la verità sul «Shemoneh Esreh», che non è affatto amichevole per quelli che recitano religiosamente a memoria questa litania della «fratellanza» da sei a otto volte ogni giorno! Da notare: «Per ovviare all'interpretazione ostile il testo fu cambiato», e tutti i cambiamenti per imbrogliare i non-ebrei sono stati enumerati 29. La dodicesima benedizione, la Birkat ha-Minim (la «maledizione contro i cristiani»), «fornisce ai diffamatori del giudaismo e degli ebrei un'arma pronta per l'attacco».
(29) Cfr. Jewish Encyclopedia, pag. 281.
 "Appello imprecativo"  e "recita quotidiana"       
Questa «petizione contro i nemici» (i non-ebrei) viene chiamata un «appello imprecativo». Chiaramente, si tratta di un'«invocazione malvagia, di una maledizione». Più avanti, la Jewish Encyclopedia afferma cautamente che la «settima benedizione [...] sembra un doppione ed è superflua». La Jewish Encyclopedia cita anche una raccomandazione dei «Saggi» per la recitazione quotidiana della «benedizione»
       «Tu sii benedetto per non avermi fatto un goy» (un non-ebreo) 30
Nel Talmud, il cristiano che si oppone all'ebraismo viene relegato all'inferno per tutta l'eternità sotto un diluvio di «escrementi bollenti»:
                 «Chiunque si prende gioco delle parole dei Saggi
                verrà punito bollendo negli escrementi caldi» 31.
In questa stessa pagina, dove il cristiano comune viene condannato a questo destino eterno, si afferma che Cristo viene punito per sempre nell'inferno con «sperma bollente».
 (30) Ibid., pag. 617. (31) Gittin 57a.
 Il Talmud e le cinque morti inferte a Gesù            
Come affermato nel Talmud e nella Jewish Encyclopedia, Gesù viene condannato a subire «quattro metodi legali di esecuzione», e viene inoltre crocifisso per aver bestemmiato contro il giudaismo dei farisei. Gesù viene prima lapidato, poi «appeso» o crocifisso 32. In un altro passo del Talmud, Gesù, chiamato con un altro nome fasullo (Ben Stada), e viene identificato come «Gesù di Nazareth» 33. A riguardo di Giuda, ci viene detto 34
       «Quando Giuda trovò Gesù non lo poté toccare in alcun modo, 
                 e nel corso di una battaglia aerea egli lo contaminò» 
(ancora una volta ritorna nel Talmud il «concetto di latrina»). Tutti gli Apostoli di Gesù sono stati uccisi 35. I loro nomi vengono decodificati nella Jewish Encyclopedia 36Gesù è stato crocifisso come un «bestemmiatore» 37Viene detto che Gesù brucia 38il modo in cui brucia 39, confermato sulla Jewish Encyclopedia alla voice «Balaam» 40. Gesù è, 
                                       «immerso nello sterco fino alle ascelle, 
         e una stoffa dura – all'interno di una più soffice – è attorcigliata attorno al suo collo 
                          e le due estremità sciolte tirano in direzioni opposte
                                       in modo da costringerlo ad aprire la bocca. 
                             Uno stoppino acceso è stato gettato nella sua bocca 
                   in modo da scendere nel suo corpo e bruciare i suoi intestini [...].
    La sua bocca è costretta a rimanere aperta con delle tenaglie contro la sua volontà» 41. 
                                            «La pena di morte per "bruciatura" 
                  viene eseguita versando del piombo fuso nella bocca del condannato, 
                                            scottando i suoi organi interni» 42.
(32) Sanhedrin 43a-45b. (33) Sanhedrin 67a. (34) Cfr. Jewish Encyclopedia, pag. 172. (35) Sanhedrin 43a. (36) Cfr. Jewish Encyclopedia, pag. 171. (37) Sanhedrin 46a; The Jewish Encyclopedia, pag. 166. (38) Sanhedrin 52a. (39) Yebamoth 6b. (40) Cfr. Jewish Encyclopedia, pag. 657. (41) Sanhedrin 51a. (42) Yebamoth 12b.
 Altre offese contro Gesù Cristo                                
Come abbiamo visto, Gesù viene strangolato mentre è immerso nello sterco fino alle ascelle. Ciò viene ripetuto anche altrove 43, e notificato nella Jewish Encyclopedia 44Gesù è all'inferno dove la sua punizione consiste nel «bollire nello sperma» 45. Il soggetto viene identificato come Gesù in una nota in calce anche nella Jewish Encyclopedia alla voce «Balaam» 46I cristiani all'inferno vengono puniti «bollendo negli escrementi caldi», che è la punizione per tutti coloro che si fanno beffe «delle parole dei saggi» (ossia del Talmud). «Gesù si è macchiato di bestialità» (ha avuto rapporti con animali; N.d.T.), «ha corrotto le persone», si è «trasformato nell'inferno» 47. «Gesù zoppicava da un piede» ed «era cieco in un occhio» (come Balaam), «praticava gli incantesimi per mezzo del suo pene», «si è macchiato di bestialità con il suo asino», era uno sciocco che «non sapeva di possedere un cervello da bestia» 48Il ridicolo e cattivo uso di un versetto del Libro dei Giudici (Gdc 5, 27), che parla delle convulsioni di Sisera morente e che viene inteso come un rapporto sessuale, viene qui applicato a Gesù, con un «chiarimento» in una nota in calce di Gdc 5, 27 che afferma: «Si vuole intendere un rapporto sessuale…». 
                            Gesù ha tentato di sedurre le donne, 
        è stato scomunicato da un rabbino ed ha adorato un mattone, 
               era un seduttore d'Israele e praticava la magia 49
(43) Sanhedrin 106b. (44) Cfr. Jewish Encyclopedia, pag. 657. (45) Gittin 57a. (46) Cfr. Jewish Encyclopedia, pag. 469. (47) Sanhedrin 105a. (48) Sanhedrin 105a-105b. (49) Sanhedrin 107b; Jewish Encyclopedia, pag. 170.
  Maledizione della Risurrezione di Gesù                
Gesù viene citato nell'indice del trattato talmudico Sanhedrin, «la raccolta principale del diritto penale del Talmud», che mostra il numero di pagina in cui Egli viene denunciato. La risurrezione di Gesù viene maledetta
                «Guai a colui che torna vivo in nome di Dio» 50.
Il processo di Gesù: «Fu grazie all'azione dei sacerdoti che Gesù fu portato di fronte a Ponzio Pilato». I sacerdoti del Sinedrio «avevano ragione nel sentirsi offesi dall'azione di Gesù che voleva purificare il Tempio», il luogo, secondo il Talmud, in cui probabilmente ebbe luogo il suo processo. Il suo grido «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato» fu in tutte le sue implicazioni una smentita delle sue esagerate pretese. La forma della sua punizione ha confutato queste pretese agli occhi degli ebrei. Nessun Messia che gli ebrei potrebbero riconoscere come tale avrebbe sofferto una simile morte; perché, come afferma il Libro del Deuteronomio, «l'appeso è una maledizione di Dio» (Dt 21, 23). Questo passo si riferisce ad un «figlio malvagio», e il talmudista Rashi ben Eliezer (1040-1105) aggiunge che è «un insulto a Dio». Questa affermazione la si trova anche nella Jewish Encyclopedia alla voce «Gesù» 51. Altri insulti e accuse contro Gesù e Sua madre – Gesù è un «bastardo» e via di seguito – vengono riferiti nella stessa Jewish Encyclopedia 52.
 (50) Sanhedrin 106a. (51) Cfr. Jewish Encyclopedia, pag. 166. (52) Ibid., pag. 170.
Elizabeth Dilling 
Traduzione a cura di Paolo Baroni / Centro Culturale San Giorgio
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 Video allegato                                                           

L’Anticristianesimo Talmudico – Il disprezzo manifestato nel Talmud per Gesù e i Cristiani

Sabato, 24 Settembre/ 2016   
di Elizabeth Dillin / Traduzione Paolo Baroni Centro San Giorgio
iniziativa di Libero Confronto / Pensa e Scrivi di "Qui Europa"

http://www.quieuropa.it/lanticristianesimo-talmudico-il-disprezzo-manifestato-nel-talmud-per-gesu-e-i-cristiani/

Il concilio e gli ebrei a mezzo secolo dalla «Nostra aetate». Prefazione di Papa Francesco al libro "ElConcilio Vaticano II y los judios" 
L'Osservatore Romano 
Il libro. Con il titolo El Concilio Vaticano ii y los judios è uscito in Argentina nello scorso febbraio a cura dei rabbini Abraham Skorka e Ariel Stofenmacher un libro edito dal Seminario rabínico latinoamericano Marshall T. Meyer che fa il punto sui rapporti tra cattolici ed ebrei a mezzo secolo dalla dichiarazione conciliare Nostra aetate. A dodici contributi di autori cattolici ed ebrei (tra loro, il cardinale Jorge María Mejía, il pastore José Míguez Bonino, il rabbino Daniel Goldman) seguono dieci testimonianze (tra gli altri, dell’arcivescovo Víctor Manuel Fernández e del rabbino Marcelo Polakoff) e un’appendice di documenti. Dal libro pubblichiamo la prefazione scritta dal Papa, i testi introduttivi dei rabbini Stofenmacher e Joel H. Meyers e il contributo del cardinale Bergoglio.

Impegno e affetto. La prefazione del Papa
Il concilio Vaticano ii è stato una pietra miliare nella storia della Chiesa, i cui frutti cominciarono già allora a essere raccolti e inseriti pienamente al suo interno. Perciò accolgo con grande gioia questo contributo di ebrei e cristiani alla riflessione su questo avvenimento, in occasione della ricorrenza del suo primo giubileo. Da quel concilio emerse la dichiarazione Nostra aetate, che segnò una svolta definitiva nella storia dei rapporti tra i fratelli maggiori e minori nella fede.
Io stesso ho contribuito con le mie umili riflessioni a quel testo quando ero arcivescovo di Buenos Aires. Oggi, come vescovo di Roma, aggiungo queste poche righe per testimoniare nuovamente il mio impegno e affetto per i miei amati e fedeli fratelli ebrei in Argentina e per l’approfondimento del nostro dialogo per onorare con esso il nostro creatore, come dice il profeta: «allora parlarono i timorati di Dio ognuno al suo compagno. E l’Eterno ascoltò e udì» (Malachia 3, 16).
Spalla a spalla 
di JORGE MARIO BERGOGLIO
«La Chiesa ha sempre davanti agli occhi le parole dell’apostolo Paolo riguardo agli uomini della sua stirpe “ai quali appartiene l’adozione a figli e la gloria e i patti di alleanza e la legge e il culto e le promesse, ai quali appartengono i padri e dai quali è nato Cristo secondo la carne” (Romani 9, 4-5), figlio di Maria Vergine. Essa ricorda anche che dal popolo ebraico sono nati gli apostoli, fondamenta e colonne della Chiesa, e così quei moltissimi primi discepoli che hanno annunciato al mondo il Vangelo di Cristo (…) Gli ebrei, in grazia dei padri, rimangono ancora carissimi a Dio, i cui doni e la cui vocazione sono senza pentimento (…) Essendo perciò tanto grande il patrimonio spirituale comune a cristiani e ad ebrei, questo sacro concilio vuole promuovere e raccomandare tra loro la mutua conoscenza e stima, che si ottengono soprattutto con gli studi biblici e teologici e con un fraterno dialogo» (Nostra aetate).
Il 28 ottobre 1965 fu promulgata la dichiarazione Nostra aetate, nel quadro del concilio Vaticano ii. Sebbene tutti i suoi documenti siano di somma importanza per la Chiesa, la Nostra aetate — affrontando in modo tanto radicale il rapporto con il popolo di Nostro Signore Gesù Cristo — possiede un valore speciale.
Con questa dichiarazione viene esplicitato e promulgato che non c’è posto nella Chiesa per espressioni come «popolo deicida» o «perfidi giudei». Le manifestazioni e le concezioni che avevano eretto barriere — molte volte di zizzania e di odio tra cattolici ed ebrei — dovevano essere sradicate per sempre. Al loro posto si dovevano erigere ponti di mutua comprensione e di dialogo che portassero a un sentimento fraterno. Nacque poi un nuovo appellativo per indicare il popolo ebraico: «fratelli maggiori». A partire dal clamore generato da questo documento, intuito da Giovanni xxiii e firmato da Paolo vi, l’affermazione che «antisemitismo è anticristianesimo e anticristianesimo è antisemitismo» è divenuta una norma e una base per la catechesi della Chiesa.
Il movimento generato da questa dichiarazione ha propiziato le famose visite di Giovanni Paolo ii e Benedetto xvi a diverse sinagoghe e, sul piano politico, l’instaurazione di relazioni diplomatiche tra il Vaticano e Israele. Il dialogo che permette di approfondire la conoscenza reciproca, lo studio condiviso e la realizzazione di progetti per il bene comune hanno ricreato in numerosi ambiti il primigenio sentimento di fratellanza che non si sarebbe mai dovuto perdere.
La costituzione apostolica con la quale Giovanni xxiii convocò il concilio Vaticano ii dice: «In questo nostro tempo la Chiesa vede la comunità umana gravemente turbata aspirare ad un totale rinnovamento. E mentre l’umanità si avvia verso un nuovo ordine di cose, compiti vastissimi sovrastano la Chiesa, come sappiamo avvenuto in ogni più tragica situazione». Pur essendo trascorso più di mezzo secolo da quando questi concetti furono espressi, essi continuano a essere validi, e in modo ancora più drammatico oggi. I progressi tecnologici e scientifici in tutti i campi dell’esistenza, i rapidi cambiamenti suscitati dalla modernità e dalla postmodernità richiedono risposte agli studiosi e a quanti si sono impegnati con la fede, interrogandosi sul senso dell’esistenza stessa.
Il cristianesimo è stato uno degli assi culturali su cui si è costruita la cultura dell’occidente. Le sue radici primigenie sono le sacre Scritture ebraiche, le quali, a loro volta, sono base e fondamento dello sviluppo religioso e culturale ebraico. Nei momenti di crisi tutti dobbiamo rivolgere uno sguardo retrospettivo all’essenza del nostro essere, alle radici della nostra esistenza. L’essere cristiani è intimamente legato all’essere ebrei. I tempi presenti richiedono un approfondimento nel dialogo che permetta, agli uni e agli altri, di trovare risposte sempre più significative alla crescente complessità che caratterizza la vita presente.
I profeti intuirono un tempo in cui si sarebbe servito Dio «spalla a spalla» (Sofonia 3, 9), in cui «Dio sarà uno e uno il suo nome» (Zaccaria 14, 9), perché sicuramente «un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra» (Isaia 2, 4; Michea 4, 3). Il dialogo al quale la Nostra aetateallude possiede queste visioni come sfida ultima a cui devono tendere d’ora in poi gli sforzi congiunti dei cattolici che sanno trovare la dimensione che li unisce ai loro fratelli maggiori. Per lo stesso motivo le dichiarazioni come Nostra aetate sono feconde solo nella misura in cui generano azioni, perché lo spirito della lettera che si trasforma in fatti cessa di essere una mera intenzione per divenire azione viva ed efficace.
Buenos Aires, 2 gennaio 2013

L'Osservatore Romano, 24-25 settembre 2016

Estratto da 



HOLLANDE PROCLAMATO UOMO DI STATO MONDIALE. DA QUESTI DUE.


Quello di sinistra è Henry Kissinger. Quello di destra con la kippah è  il rabbino americano Arthur   Schneider,  inventore di una  entità chiamataThe Appeal of Conscience, che lui dichiara ‘fondazione interconfessionale’ e che appunto è l’entità che dà il premio di Uomo  di Stato Mondiale  dell’Anno.
Il premio è  dato per “laleadership dimostrata nella salvaguardia della democrazia”. Onora “i dirigenti che sostengono la pace e la libertà attraverso la promozione della tolleranza, la dignità umana e i diritti dell’uomo”. A Hollande il rabbino ha riconosciuto la suddetta “leadership  per la salvezza della democrazia e della libertà in un momento  di attacchi terroristici e per il suo contributo alla stabilità e sicurezza mondiale”(vedi Libia e Siria, per esempio).
La cosa più comica è forse che Hollande sia andato a ritirare  davvero il premio, il 19, al Waldorf Astoria di NewYork.   Nei sondaggi, il 16%  dei francesi lo ritiene un buon presidente.  Persino nel suo partito gli consigliano di non presentarsi per un secondo mandato. Quei due evidentemente hanno un giudizio diverso dal 94% dei francesi.  La kippah fa’ la differenza.
Altri che stimano Hollande. E anche Sarko.
Altri che stimano Hollande. E anche Sarko.



http://www.maurizioblondet.it/hollande-proclamato-uomo-mondiale-due/