ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 6 giugno 2017

"Come andò a finire, lo sappiamo".

La fine di Benedetto. I mandanti alla luce del sole

Successivamente all'articolo di qualche giorno fa riguardante la questione delle dimissioni di Benedetto XVI, che non da noi, ma dall'autorevole Limes, viene ormai fatta risalire a pressioni fortissime contro la Curia romana, più di qualcuno ha tirato fuori, privatamente, lo spettro del complottismo. Purtroppo per gli accusatori però questa volta la fonte era talmente autorevole che non si poteva liquidare in modo semplicistico e quindi non abbiamo avuto ulteriori riscontri pubblici. 
La ricerca della verità è uno dei principali compiti del buon cattolico e, per rispondere indirettamente ad alcuni detrattori, non possiamo soprassedere sulla questione delle dimissioni di Benedetto, soprattutto in questi giorni. E' infatti scattato un attacco alla figura del "papa emerito", volto a demolirne gli insegnamenti e, soprattutto, è imminente un'azione prima mediatica e poi presumibilmente canonica, contro il Motu Proprio Summorum Pontificum, una delle pietre di scandalo del pontificato precedente, che ha smosso qualcosa che non doveva smuovere e fatto andare su tutte le furie il Nemico e i suoi emissari. 
Si badi, qui non si tratta di sindacare sulla validità delle dimissioni o sull'elezione di Bergoglio, perché non abbiamo prove al riguardo, ma le prove sul complotto contro Benedetto ci sono e non da poco.
Il ruolo di Bergoglio 
Prima di proseguire, ci poniamo delle domande. In tutto ciò che è accaduto, sta accadendo e accadrà il ruolo di Francesco qual è? E' consapevole di tutto ciò che è accaduto prima della sua elezione? Crede in buona fede che ciò che si sta portando avanti sia il bene della Chiesa? Solo la storia ce lo dirà. Noi possiamo solo esporre dei fatti. Anche se gradiremmo che prima o poi i fedeli della Chiesa avessero delle risposte concrete.  

Un salto indietro al 2010. Introvigne e Tornielli parlano dell'alleanza fra massoni e cattolici progressisti.


Nell'anno del Signore 2010 infuriava la guerra contro la Chiesa e il bersaglio principale era ovviamente il Papa. Era un individuo scomodo, che metteva in discussione la nuova religione gnostico-massonica che oggi sembra vincente. Inoltre aveva messo in discussione apertamente la vulgata post conciliare, facendo presagire una ridiscussione di alcune conclusioni, a partire da quelle liturgiche, che discendevano dal Vaticano II. 
L'attacco è lampante, furioso, coordinato. In questo scenario, un vaticanista che ai tempi era annoverato fra i buoni cattolici, Andrea Tornielli, assieme a Paolo Rodari,scrisse un libro dal titolo " Attacco a Ratzinger. Accuse, scandali, profezie e complotti contro Benedetto XVI (Piemme, Milano 2010)". Una disamina interessante e, letta con gli occhi di oggi, illuminante, riguardo ciò che è passato dietro le sacre mura. All'epoca un altro personaggio, un sociologo, che era annoverato fra i buoni cattolici, Massimo Introvigne, recensì diffusamente il volume sul sito del Cesnur (link a fine articolo), delineando un quadro pesantissimo. 
Leggiamo cosa scrisse Introvigne (come vedete facciamo parlare gli altri, noi non inventiamo): 
"In conclusione Rodari e Tornielli si chiedono se si possa parlare di un complotto contro il Papa, citando varie opinioni tra cui la mia in un'intervista che ho loro rilasciato specificatamente per questo volume. 
La loro conclusione è che ci siano in atto tre diversi attacchi a Benedetto XVI da parte di tre diversi nemici. Il primo è costituito dalla galassia di lobby laiciste, omosessuali, massoniche, femministe, delle case farmaceutiche che vendono prodotti abortivi, degli avvocati che chiedono risarcimenti miliardari per i casi di pedofilia. [...] 
Queste lobby hanno successo perché hanno arruolato un secondo nemico del Papa costituito dal progressismo cattolico e da quei cattolici e teologi - tra cui non pochi vescovi - i quali vedono la loro autorità e il loro potere nella Chiesa minacciato dallo smantellamento da parte di Benedetto XVI di quella interpretazione del Concilio in termini di discontinuità e di rottura con la Tradizione su cui hanno costruito per decenni carriere e fortune". 
Nel 2010 Tornielli e Introvigne scrivevano dunque, il primo in un libro e il secondo in un commento al libro, che c'era un'alleanza fra lobby massoniche, lobby lgbt e cattolici progressisti per fare fuori Benedetto XVI. Però oggi i due sembrano non ricordarsene. Addirittura ci sarebbe stato un interessamento delle case farmaceutiche. L'articolo è molto lungo e ancora presente sul sito del Cesnur (e archiviato come PDF da noi). Vi invitiamo a leggerlo tutto.

Le cause del complotto


Passiamo quindi ad analizzare quali sono le cause. Sarà un caso, ad esempio, che solo dopo la rimozione dello scomodo Ratzinger, in Italia è iniziata la diffusione di farmaci come la RU486? Se ci fosse un'opposizione forte a questi veleni, con un'informazione adeguata soprattutto sui rischi derivanti dal loro utilizzo, è chiaro che qualcuno rischierebbe un giro d'affari enorme. Solo la RU486 muove decine di milioni di euro. Forse "prima" la Chiesa si sarebbe opposta, cosa che oggi con il nuovo corso non sta facendo. E' chiaro che le lobby mondialiste non potevano avere una spina nel fianco come Benedetto. Lo stesso discorso vale per le lobby omosessuali, che maneggiano centinaia di milioni di euro. Senza contare tutto l'indotto di natura culturale. Si parla di carriere basate solo sulle fandonie derivanti dall'ideologia gender e omosessualista. 
Come spesso ricordiamo, è chiaro che i soldi sono solo l'ultima istanza di un progetto di sovversione della natura umana. Il denaro e l'anello del potere sono gli strumenti del Demonio per mantenere la fedeltà dei suoi servi. Il buon Benedetto XVI stava di fatto mettendo a repentaglio i piani del maligno. 
Chi avrebbe dovuto difenderlo, ovviamente non lo ha fatto. In primo luogo, come spiega Introvigne, ma come è ormai sotto gli occhi di tutti, teologi di fama e prelati sono stati i maggiori soldati delle truppe anti ratzingeriane. Anche in questo caso la motivazione in parte la forniscono Introvigne e Tornielli già nel 2010. Potere, carriere e ovviamente la grana. Eppure il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Ormai è tutto alla luce del sole.

E' notizia di questi giorni che la demolizione, successiva alle dimissioni, dei Francescani dell'Immacolata ordine approdato al miglior tradizionalismo e gravido di vocazioni, è stata dovuta soprattutto a questioni di soldi. 
Ci sono vescovi, che stanno facendo fulgide carriere, che però hanno in corso pesanti inchieste giudiziarie per i buchi economici lasciati in eredità nelle diocesi. Ma fra le sacre mura tutto ciò è cancellato (i buchi d'altronde sono stati prodotti da regalie ad amici del giro progressista) e i media sono estremamente indulgenti con questi personaggi, perché portano avanti l'agenda gnostico-massonica di riforma deformante della Chiesa. Insomma, se aderisci al patto di sangue anticristico, ti lasciano stare. Puoi fare quello che vuoi. Anche le inchieste pesano poco, prima di arrivare a sentenza di acqua sotto i ponti ne deve passare. 
Un altro esempio è il business dell'immigrazione. Una Chiesa ancorata al valore tradizionale della missionarietà, avrebbe potuto vendere sé stessa per 30 denari al giorno? Ovviamente no. Mentre i cattolici progressisti sono in prima fila a spartirsi il bottino. Anche in questo caso fra un'indagine penale e l'altra.

Il Summorum Pontificum


Nella grande ammucchiata massonico progressista, c'è un problema. La liturgia.Fino a quando si continuerà a consacrare il pane e il vino, il male avrà un freno potente. Per questo negli ultimi 50 anni si è fatto di tutto per rendere la Messa una faccenda da operetta. Certo, i maggiori fautori della deriva liturgica lo hanno fatto a fin di bene, "perché Gesuègioia e bisognaattrarrelepersone", ma chi li ha manovrati no. Il movimento di restaurazione della Messa è quindi avversato ferocemente,principalmente da gente che non capisce un tubo, che se solo sapesse di cosa si sta facendo strumento probabilmente si vergognerebbe. Solo a sentire parlare di celebrazione ad Orientem o di parti della messa pronunciate in latino, pur rimanendo nell'ambito del messale del 1970, scoppia il finimondo. 

Ebbene, Benedetto XVI non si è limitato a ipotizzare una "riforma della riforma", ma ha compiuto un'azione agli occhi del Nemico e dei suoi emissari ben più grave. Ha promulgato il Motu Proprio Summorum Pontificum, cioè ha reso merce comune il Messale di San Pio V, che i progressisti pensavano di essersi levati dalle scatole definitivamente. Ha anche detto che il messale di Paolo VI può essere irrorato da quello precedente. 
La lotta contro "la messa in latino" iniziò subito feroce e sistematica, ma l'energia dell'antica liturgia non si poteva arrestare ed essa si è diffusa sempre di più. 
Paradossalmente, quando Ratzinger si è dimesso, il movimento liturgico tradizionale non ha per nulla accusato il colpo, anzi si è diffuso ancora e ancora si diffonde, perché negli ultimi quattro anni molti hanno aperto gli occhi sul pericolo portato dalla liturgia cretinizzata che ci viene propinata da ormai troppo tempo. Va infatti sottolineato che anche il messale di Paolo VI è ormai quasi lettera morta e i preti che osano seguirlo ordinatamente vengono vilipesi settimanalmente. 
Era ovvio quindi che a un certo punto il cardinale Sarah, che ha parlato di riforma della riforma sperando di ricreare qualcosa di più tridentino, divenisse una vittima sacrificale e ovviamente che iniziasse una certa insofferenza nei confronti di un papa emerito che ha fatto uno scherzo "da prete" piuttosto antipatico ai suoi detrattori. Non è morto. Anzi. 
Perché odiano la messa in latino? La risposta è semplice. Una Chiesa che si nutre di liturgia tradizionale, sarà sempre una Chiesa forte, irrorata dallo spirito, teologicamente salda e poco conciliabile con il mondo. Dunque poco redditizia.

Alcuni esempi 
Sul Summorum Pontificum è molto illuminante il libro di Tornielli. In esso si riporta che i discepoli di Bugnini (i rinomati liturgisti odierni) vedano il Motu Proprio come una "vanifica" del lavoro di Bugnini e della riforma liturgica e soprattutto un vulnus al completamento della stessa. Dunque vi fu una levata di scudi "in nome del concilio" intoccabile. La messa antica è per Enzo Bianchi "relativa ad una situazione che non esiste più"; per i vescovi francesi l'ecclesiologia della messa antica "non è in linea con quella del vaticano secondo". Evidentemente per i modernisti la Chiesa è nata nel 1962. Addirittura i francesi sono arrivati a dire che il motu proprio minava l'unità sotto Pietro. Ma attaccavano il Papa frontalmente.

Altre frasi interessanti, pronunciate da illustri personaggi, sono anch'esse illuminanti. "La Curia non è governata dal Papa". Dunque c'è un deep state?

Sui tranelli tesi a Ratzinger, vale la pena ricordare quello riguardante il discorso di Ratisbona. Il passaggio "incriminato" era stato segnalato da alcuni giornalisti come foriero di problemi. Qualcuno avvisò il Papa? Ovviamente no. Perché? Era già pronta la macchina mediatica per tirare in piedi un macello? Eppure ai tempi di Navarro Valls, i passaggi potenzialmente pericolosi venivano segnalati e rimodulati.

Altro tranellone. Nomina a vescovo di Stanislaw Wielgus. E' un prete conservatore, ma ci sono in internet voci di coinvolgimento con i servizi sovietici. Qualcuno avvisò il Papa? Ovviamente no. Esplose la macchina del fango. E così via, in un crescendo di sgambetti. "Come andò a finire, lo sappiamo".
di Francesco Filipazzi e Riccardo Zenobi

Articolo che spiega tutto sin dal 2010

Francescani dell'Immacolata. Questione di soldi

Attacco a Benedetto?
http://www.campariedemaistre.com/2017/06/la-fine-di-benedetto-i-mandanti-alla.html

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