ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 26 luglio 2017

Cadono le braccia ?

Spiacenti, ma siamo in totale disaccordo con la visione della realtà di Sua Eccellenza Mons.Schneider.


Sul blog chiesaepostconcilio viene riportato lo scritto – definito esemplare - di S.E.Mons.Schneider. 
Premettiamo che il sincero sentimento di affetto per Mons.Schneider (i cui molti interventi sono stati postati su corsiadeiservi.it) rimane immutato poiché siamo convinti della buona fede del Vescovo nella lettura di certi aspetti assai controversi della realtà, precisamente della crisi della Chiesa ormai manifesta. Lo stesso nostro atteggiamento vale nei confronti del Card. Caffarra, o del Card.Burke (tanto per citare degli esempi)...
Tuttavia, tornando ad alcuni passi contenuti nello scritto di Mons.Schneider, non possiamo che manifestare pubblicamente la delusione profonda: purtroppo i timori che si nutrivano nei confronti di alcuni alti prelati (come quelli citati) nella concezione della Chiesa e della Fede si sono manifestati confermando sostanzialmente una questione (o meglio dire: LA questione): il Concilio Vaticano II è stato e rimane il problema dei problemi.
Vale a dire: come approcciarsi al Vaticano II? Una volta per tutte, quel concilio è da considerarsi un bene o un male per la Chiesa cattolica? 


Ogni albero si riconosce dal suo frutto (Lc 6, 44). Ebbene, ancora oggi, si registrano diverse modalità di veduta nei confronti del Concilio, anche in ambienti cosiddetti tradizionali, e, ciò che più sbalordisce, nonostante i frutti marci che ne sono seguiti (di cui papa Bergoglio non rappresenta un danno collaterale ma la logica conseguenza di una crisi di Fede ufficializzata nel 1962 con il programma di Papa Giovanni XXIII e proseguito puntualmente e sciaguratamente dai suoi successori sulla stessa linea d'onda fino a giungere alla realizzazione sempre più sfrontata e scandalosa di tutto ciò che quel concilio ha incarnato: la Rivoluzione nella Chiesa, checché se ne dica). 

Arrampicarsi sui vetri, perchè di questo si tratta, indicando la continuità con la Tradizione nell'interpretazione di un Concilio che nulla o quasi nulla ha a che fare con l'insegnamento perenne del Magistero della Chiesa e i cui intenti sono proprio quelli di sovvertire l'insegnamento tradizionale, non è fare un servizio alla verità. 
Francamente cadono le braccia nel costatare l'ingenuità (definiamola così...) di alcuni sacerdoti e pastori che sono sempre stati visti come una sorta di punto di riferimento per il fedele che intende rimanere tale, se non altro per il coraggio di alcune loro denunce in merito al fatto che la Chiesa versa in uno stato di crisi dottrinale (e, soprattutto, liturgica) come mai prima nella storia. Ma sconcertanti sono le soluzioni addotte per il superamento di tale crisi. E questo perché il cuore del problema è ancora ben lontano dall'essere individuato. Ma ci chiediamo a questo punto: esiste mai la volontà di risolverlo? 
Per capire: ecco alcuni passaggi dell' intervento di Mons.Schneider (con nostro commento a seguire): 
1 - Mons.Schneider: "Per ciò che concerne l'atteggiamento verso il Concilio Vaticano II, dobbiamo evitare due estremi: un rifiuto completo (come i sedevacantisti e una parte della Fraternità di San Pio X - FSSPX) o una "infallibilizzazione" di tutto ciò che il Concilio ha detto".
Affermazione assolutamente non veritiera nel senso di non conforme alla realtà: ci sono sacerdoti, i pochi rimasti, che rifiutano il Vaticano II e perciò celebrano solo in Vetus Ordo: non appartengono né alla FSSPX né sono sedevacantisti. Semplicemente non sono schizofrenici (alternando un rito con un altro rito) e hanno compreso il cuore del problema legato al Vaticano II: la Santa Messa. Si legga al proposito l'editoriale - questo sì, esemplare - di ⇒Radicati nella Fede.
È dolorosamente sorprendente che un Vescovo considerato come “tradizionalista” non conosca o ignori questa realtà, ossia l'esistenza di sacerdoti che pur di rimanere fedeli all'autentico insegnamento di Gesù Cristo resistono a soprusi e persecuzioni di ogni genere che avvengono nella chiesa stessa per opera delle autorità vaticane, delle curie vescovili e del clero corrotto intriso del modernismo più pernicioso. Non considerare questo è una mancanza di rispetto verso quei coraggiosi sacerdoti.
Ridurre “il rifiuto completo del Concilio” (che per inciso, è cosa buona e giusta) ad una questione legata ai sedevacantisti o alla FSSPX è, con tutta franchezza, inaccettabile e delegittima chi, manifestando tale pensiero, intenda presentarsi come un punto di riferimento ai fedeli in cerca di Nostro Signore. 
2 - Mons.Schneider: "Alcune delle nuove dichiarazioni del Vaticano II (ad es. Collegialità; libertà religiosa; dialogo ecumenico e interreligioso; atteggiamento verso il mondo), che non hanno un carattere definitivo e sono apparentemente o realmente non concordanti con le dichiarazioni tradizionali e costanti del Magistero, devono essere completate da spiegazioni più esatte e da integrazioni più precise di carattere dottrinale".
Dinanzi a tali parole ci chiediamo che tipo di realtà stia vedendo Sua Eccellenza. Collegialità; libertà religiosa; ecumenismo; e soprattutto nuova messa... sono proprio il marchio di fabbrica del Concilio Vaticano II che cozzano in tutto e per tutto con l'insegnamento custodito nella Tradizione. Come si può pensare di trovare il punto di congiunzione tra due concezioni che viaggiano in direzioni diametralmente opposte? Come si può “completare” o “integrare” una concezione errata ab origine? O la si accetta o la si rigetta, non ci sono altre possibilità. 
3 - Mons.Schneider: "Occorre creare nella Chiesa un clima sereno per una discussione dottrinale su quelle affermazioni del Vaticano II che risultano ambigue o che hanno causato interpretazioni erronee. In una simile discussione dottrinale non c'è nulla di scandaloso, ma al contrario, sarebbe un contributo per custodire e spiegare in modo più sicuro e completo il deposito della fede immutabile della Chiesa".
Rimaniamo basiti! Il clima sereno non è certo minato da chi intende rimanere fedele al Magistero perenne della Chiesa ma dall'ambiguità del clero conciliare, di cui mons.Schneider se ne guarda bene dal prendere le distanze. Per Sua Eccellenza, vien da pensare leggendo le sue parole, sarebbero dunque anche i tradizionalisti responsabili o corresponsabili di alcune tensioni all'interno della Chiesa. È la solita scelta torbida di chi, per non urtare la suscettibilità di chicchessia, non intende scontentare nessuno finendo alla fine per scontentare tutti. In realtà è ben nota a chi appartiene la responsabilità di un clima poco sereno: è del clero conciliare, ambiguo e spesso vendicativo, che ha portato la chiesa dove è adesso: nel buio fitto di una vita vissuta senza la Legge di Dio sia nel campo privato che pubblico/sociale. 
4 - Mons.Schneider: "Il Vaticano II era un'assemblea legittima presieduta dai Papi e dobbiamo mantenere verso questo Concilio un atteggiamento rispettoso. Tuttavia, ciò non significa che ci sia proibito esprimere fondati dubbi o rispettosi suggerimenti di miglioramento su alcuni elementi specifici, non senza fondarli sulla intera tradizione della Chiesa e sul Magistero costante".
Ora, che il Vaticano II sia stato un'assemblea legittimamente indetta possiamo anche non aver nulla da ridire. Ma cosa intende Sua Eccellenza con le parole “atteggiamento rispettoso”? Certo il rispetto quale forma di educazione è sempre doveroso, ma se si considera quale sinonimo di adesione o riconoscimento allora le cose cambiano. Parliamo della questione delle questioni: la Santa Messa. Il breve esame critico del Novus Ordo da parte dei cardinali Bacci e Ottaviani è di una chiarezza cristallina: la Nuova Messa è un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica. Basterebbe questo per definire il Vaticano II un Concilio demoniaco. Perché o ci si mette in cammino per incontrare Cristo o si percorre la strada inversa che porta esattamente verso l'anticristo. Dire ciò è irrispettoso? Non crediamo. Di certo non è fare ricorso all'ambiguità di linguaggio, così tanto di moda in questa chiesa conciliare. Piuttosto, molto più importanti sono le parole che non lasciano dubbi o scappatoie di sorta: "Chi non è con me è contro di me". (Mt, 12, 30) 
Concludendo, la crisi della Chiesa è ancora lontana dal trovarne la soluzione perché il Vaticano II è ancora lì, inamovibile, Qual masso che dal vertice, Di lunga erta montana, Abbandonato all'impeto, Di rumorosa frana, Per lo scheggiato calle, Precipitando a valle, Batte sul fondo e sta. (Il Natale, Alessandro Manzoni) 
Se la Chiesa versa nella crisi di fede più spaventosa della sua storia è perché non solo si è manifestato un clero corrotto e completamente apostata, ma anche per l'assenza di sacerdoti, vescovi, cardinali di eroica Fede, carattere, lucidità, coraggio.
Basterebbe anche un solo vescovo per ridare vigore alla Chiesa e sconfiggere l'eresia occupante. Ma in questo momento non se ne hanno tracce. E questo, forse, è il grande castigo di Dio inflitto al suo gregge che incapace o incurante di leggere i segni dei tempi, vive come un pugile stordito. Accusa i colpi, e nulla più. 
Bisogna invece reagire e urlare: è un diritto dei fedeli chiedere ai loro pastori la Salvezza eterna, dunque la Vera Santa Messa, la Vera dottrina. Un diritto!
E che si sappia: questa chiesa, questa chiesa conciliare, non è più cattolica. Mai lo è stata. Non si tratta di essere sedevacantisti nel dire ciò. Si tratta piuttosto di interpellare il proprio dovere di discepoli di Cristo e rammentare le Sue parole: "quando il Figlio dell'Uomo ritornerà, troverà ancora la Fede sulla terra?" (Lc18, 8). 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.