ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 7 gennaio 2017

“Ci chiediamo cosa stia succedendo ”?


Sul Vaticano II i cattolici si sveglieranno mai?
Sicuramente a svegliarsi è meglio tardi che mai!

“Guerra” vaticanaNell’attuale crisi della Chiesa, di una gravità senza precedenti in tutta la storia della Chiesa, è molto importante che i cattolici diano la dovuta importanza sia al movimento tradizionale sia alla Chiesa cattolica fuori dal movimento tradizionale. La tradizione nel senso più ampio, vale a dire tutto ciò che Nostro Signore ha affidato alla Sua Chiesa per essere trasmesso (tradendum in latino) fino alla fine del mondo, è indispensabile per la Chiesa, e il movimento tradizionale ha svolto un ruolo indispensabile nel preservare la dottrina tradizionale e i sacramenti dalla distruzione ad opera della Rivoluzione conciliare nel corso dell’ultimo mezzo secolo. Ma per sopravvivere, il movimento tradizionale ha dovuto porsi al di fuori della normale struttura gerarchica della Chiesa, e tale struttura è parte integrante della Tradizione – “Pietro, pasci le mie pecorelle” (Gv XXI, 17). Quindi, per quanto profonda sia la corruzione conciliare a Roma, i cattolici devono sempre guardare a Roma.

Da qui l’interesse del seguente rapporto proveniente dall’interno di Roma ad opera del fondatore e direttore di una pubblicazione americana del Novus Ordo, LifeSiteNews. Steve Jalsevac visita normalmente Roma due volte l’anno con i colleghi per parlare con diverse persone con cui è in contatto a Roma, il modo migliore per essere in grado di valutare come si sviluppa la situazione nella Chiesa. Della sua ultima visita di novembre, egli ha pubblicato il 16 dicembre un rapporto “molto preoccupante” delle sue impressioni sull’attuale situazione a Roma. Eccone degli estratti: -

Il fine e i mezzi..?



Don Pierpaolo e la fronda. Considerazioni di inizio d'anno sulla situazione della FSSPX in Italia


Come noto, il primo di gennaio, con comunicato letto dai pulpiti delle Cappelle e subito pubblicato nel sito istituzionale della Fraternità Sacerdotale San Pio X (vedi qui) don Marco Nély dava notizia di essere stato nominato dal superiore della stessa Fraternità Monsignor Fellay responsabile ad tempus del governo del Distretto italiano. Contestualmente don Nély annunciava che con la medesima decisione il Superiore generale della FSSPX aveva "deciso di sollevare don Petrucci dall'incarico di superiore, secondo le norme di Diritto canonico".
La decisione non è priva motivazione giacché si legge che essa è stata imposta dalla constatazione, anche in seguito a "una visita canonica effettuata nel 2015", delle "difficoltà della gestione del distretto, difficoltà che si protraevano da tempo creando tensioni tra la maggior parte dei confratelli". Nè è priva dell'indicazione del fine che essa persegue ossia del "bene comune del Distretto".


Il sesto Dubia…

CARD. NAPIER: CON L’AMORIS LAETITIA ANCHE I NOSTRI POLIGAMI IN AFRICA POSSONO RICEVERE L’EUCARESTIA? IL SESTO DUBIA…



Durante uno dei due Sinodi sulla famiglia, mentre era vivo – come adesso – il dibattito all’interno della Chiesa sul problema dell’eucarestia ai divorziati risposati, un cardinale africano si lasciò andare a un battuta tagliente con un amico. “Voi in occidente avete la poligamia successiva, mentre in Africa c’è quella contemporanea”. A significare che il costume diffuso di non considerare il matrimonio un legame a vita porta a una successione di rapporti che l’ironia del porporato rendeva simili alla poligamia.

Tocca solo a noi

La devozione dei primi cinque sabati del mese domandata dalla S. Vergine a Fatima

coracaoDa questo sabato fino al centenario delle apparizioni, 13 maggio 2017, è possibile praticare per l’ultima volta la devozione dei primi cinque sabati del mese domandata dalla Madonna a Fatima per riparare alle offese arrecatele dagli uomini. Come ben sappiamo non è stata eseguita la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato, ma soddisfare quest’ultima richiesta tocca solo a noi. E se già l’abbiamo eseguita, visto che è un atto di riparazione, non può nuocere rifarla.




Alla scuola di Gesù e di Maria.


La terza via

La crisi nella Chiesa è talmente grave che i sani dovrebbero far quadrato. È vero, senza ombra di dubbio. Tuttavia, se mi soffermo a osservare i difetti di certi ambienti tradizionalisti, non è per il gusto di “fare le pulci” agli altri, ma per segnalare gravi pericoli che nascono da un’impostazione tendenzialmente settaria e dall’isolamento in cui si sono deliberatamente rinchiusi. Non si tratta di piccole magagne o di dettagli di secondaria importanza, bensì dell’essenza stessa della vita cristiana; la posta in gioco è l’essere realmente sani dal punto di vista soprannaturale.

L’adesione alla verità oggettiva non può prescindere completamente dalle condizioni del soggetto che deve conoscerla e praticarla. Una tendenza eccessivamente spiccata all’astrazione finisce col perdere di vista la realtà concreta delle persone, che è evidente al semplice buon senso. Un sistema di pensiero apparentemente perfetto (perché ogni cosa è incasellata in un posto preciso e ogni problema ha una soluzione prestabilita) rischia di passar sopra le situazioni effettive degli individui e della loro epoca storica, inquadrandole in una bella cornice ma lasciandole sostanzialmente come sono. Tali considerazioni non sono un cedimento allo storicismo, al relativismo o al soggettivismo, ma una semplice professione di sano realismo.

venerdì 6 gennaio 2017

Alle frontiere dell'ecumenismo

L'ultima resa all'invasione: in chiesa si prega Maometto

All'aeroporto di Malpensa la cappella della Madonna di Loreto diventa per metà moschea. E sale la rabbia
Alle frontiere dell'ecumenismo. I tappeti per pregare Allah a pochi passi dall'altare. Sul pavimento che guarda il Crocifisso.


Accade a Malpensa, aeroporto che mette in contatto mondi lontani e frulla uomini e tradizioni. Ma forse fin qui non si era mai arrivati: i fedeli invocano il proprio Dio gomito a gomito, il tutto nello spazio sacro dedicato alla Madonna di Loreto, da sempre protettrice di chi vola. La chiesa che si fa moschea. Almeno un po'.

Devi cambiare ‘teologia’

DON PUSCEDDU, IL CALVARIO CONTINUA. MONS. MIGLIO VUOLE “RIEDUCARLO”. IN UNA COMUNITÀ. IN CASO CONTRARIO…


Vi ricordate di don Massimiliano Pusceddu, il sacerdote cagliaritano sottoposto a un linciaggio mediatico – basato su una bufala – e ridotto al silenzio e alla vita privata dal suo arcivescovo, Arrigo Miglio?
Vi rinfreschiamo la memoria. E’ il giugno dello scorso anno, infuria la battaglia sulle cosiddette Unioni Civili, e don Pusceddu in un’omelia cita un brano della lettera di San Paolo a Romani, in cui l’apostolo delle Genti, dopo aver lanciato strali contro i comportamenti omosessuali, conclude: “E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa”. Immediatamente un giornale ha scritto che don Pusceddu avrebbe detto che gli omosessuali meritano la morte. 

A maggior gloria di io

Coriandoli velenosi volano nel “cabaret” vaticano


                                                                        Un ecclesiastico ironico sostiene che                                                                                         Bergoglio non lavora a maggior gloria di                                                                                   Dio ma a maggior gloria di io.

 Antonio Socci



Non possiamo, non è consentito arrenderci alla dolce, quasi avvolgente futilità, che squilla nei paralogismi, in corsa precipitosa e incontrollata, nei discorsi (pistolotti) “ecumenici” del buonista (a corrente alternata) José Bergoglio.
 Dal Vaticano scendono discorsi curiosi e avventurosi, nei quale si esprime, ad alta ed ecumenica (o sincretistica?) voce, la temeraria, quasi eretica ed ogni modo grottesca affermazione dell'inesistenza di (un) Dio cattolico.
 Sulla cupola della basilica di San Pietro incombe la figura perdente e sgangherata del sincretismo, un guazzabuglio aperto a tutte le suggestioni emanate dalla disfatta e dallo sfacelo delle moderne scuole di pensiero e delle loro rivoluzioni. (Di tutte le rivoluzioni, da quella americana alla francese, dalla nazista alla maoista).

Siamo sicuri che sia proprio così?


Il dolore innocente e la risposta cristiana. Che c’è

Nell’udienza generale di mercoledì 4 gennaio, la prima del 2017, papa Francesco è tornato sulla questione del dolore innocente. Ne aveva già parlato nel dicembre scorso, durante il discorso rivolto alla comunità dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù, e di nuovo, come in quella occasione, rispetto al testo scritto ha voluto fare un’integrazione a braccio.
Il 15 dicembre 2015, improvvisando, Francesco disse: «Perché i bambini soffrono? Non c’è risposta. Soltanto guardare il Crocifisso, lasciare che sia Lui a darci la risposta».
E continuò con un  dialogo immaginario: «Tu potrai dirmi: “Ma lei, Padre, non ha studiato teologia?”». «Sì!». «E  ha letto libri su questo?». « Sì! E la risposta non c’è! Guarda il Crocifisso: soffre e piange, e questa è la nostra vita. Io non voglio vendere ricette che non servono, questa è la realtà: il pianto, il dolore come Gesù in croce. Piangere con lui, con lei, soltanto questo. Perché soffrono i bambini? Una delle domande aperte della nostra esistenza: non sappiamo. Dio è ingiusto? Eh sì! È stato ingiusto con  suo Figlio, lo ha mandato in croce! Eh, se seguiamo questa logica, dobbiamo dire questo? Ma è la nostra esistenza umana, è la nostra carne che soffre in quel bambino. E quando si soffre non si parla: si piange e si prega, in silenzio».

La strana sensazione

Mons. Athanasius Schneider e
la regolarizzazione canonica della Fraternità San Pio X






Il sito spagnolo Adelante la Fe, il 4 gennaio 2017, ha pubblicato il video di un’intervista esclusiva di Mons. Athanasius Schneider condotta da Sonia Vázquez.
Il sito riporta insieme, per esteso, i punti salienti delle risposte di Mons. Schneider.

L’intervista, così presentata, è stata ripresa dal sito americano Rorate Caeli e dal sito italiano Radio Spada.  Quest’ultimo ha fatto seguire alla pubblicazione dei punti salienti dell’intervista, tradotti in italiano, degli interrogativi (dubia) sollevati su tali punti da Cesare Baronio.

Riportiamo i punti salienti di questa intervista, come presentati sul sito Adelante la Fe e li facciamo seguire da una nostra nota.

Il femminismo ecclesiastico


Il femminismo clericale rifiuta la spiritualità mariana
Lunedì 2 gennaio l’Osservatore Romano pubblicava un articolo sulla Madonna a firma di Anne-Marie Pellettier che cominciava l’anno 2017 (centenario delle apparizioni della Vergine a Fatima) affermando il suo disagio per la crescente spiritualità mariana. Ma chi più della Madonna ha fatto la volontà del Padre?                  

Lunedì 2 gennaio l’Osservatore Romano pubblicava un articolo sulla Madonna a firma di Anne-Marie Pellettier che cominciava l’anno 2017 (centenario delle apparizioni della Vergine a Fatima) affermando il suo disagio per la crescente spiritualità mariana. Perché, sostiene la teologa, la sobrietà della Madonna, che ha vissuto nel nascondimento, “contrasta incredibilmente con la sovrabbondanza, o meglio l’esuberanza, della teologia e della pietà mariane”. Ancora di più, si legge che  “l’esaltazione della Vergine Maria è ben lungi dal proteggere dalla misoginia”. In altre parole la pietà mariana favorirebbe il machismo. 

Che cosa poteva farsene Gesù Bambino dei doni di oro, incenso e mirra?

L'Epifania secondo "Il quinto evangelo"
                                                                                                                   
I Magi che con l'oro in dono rovinano il progetto di una Chiesa dei poveri, e il fermo rifiuto di Giuseppe. Così colui che divenne il cardinale Biffi volle riscrivere ironicamente anche i fatti dell'Epifania per denunciare l'ecclesialmente corretto.





La situazione della Chiesa attuale non sembra molto diversa da quella turbolenta di fine anni '60, quando quello che poi diventò il cardinale Giacomo Biffi, scrisse "Il quinto evangelo", una rivisitazione ironica del politicamente corretto ecclesiale, che usa come espediente letterario la scoperta di un manoscritto in Terrasanta fatta durante un viaggio dal commendator Giuseppe Migliavacca, parrocchiano dello stesso Biffi. Frammenti che correggono i vangeli canonici dando al vangelo una lettura più aderente ai tempi correnti. Ne proponiamo un brano che si riferisce proprio alla festività odierna, l'Epifania.

L'umanità, distratta da false dottrine e da falsi idoli

I Magi a Betlemme: l'Epifania del Signore che si rivela agli uomini

Dio si fece piccolo per essere compreso dagli uomini. Non bastava. L'umanità, distratta da false dottrine e da falsi idoli, difficilmente poteva comprendere questo evento senza che fosse Dio stesso a rivelarsi con dei segni di riconoscimento.
I primi momenti in cui Gesù si fa conoscere agli uomini sono l'adorazione dei Magi, il Suo battesimo nel fiume Giordano e il primo miracolo a Cana. Il 6 gennaio, nel calendario liturgico cattolico, si celebra il giorno dell'Epifania (Manifestazione divina, in greco), quando, i Magi, saggi orientali che la tradizione popolare individua nel numero di tre, si accostarono alla mangiatoia adorando il Dio vivente.

giovedì 5 gennaio 2017

La stella al proprio posto

Magi (particolare), VI secolo, mosaico, Ravenna, basilica di San Vitale
Come i Magi salvarono la Natività e il mondo fece la guerra per una stella



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L’iconografia ci ha ormai abituato ai tre Re Magi – Gaspare, Melchiorre e Baldassarre – di chiara provenienza orientale. Il Vangelo, in realtà, si limita a precisare il loro giungere da est, ma non ne rivela né i nomi né il numero – anche se dà notizia dei tre doni che recano con sé: oro, incenso e mirra. Un’incertezza che nella storia dell’arte ha reso il gruppo variabile, arrivando a comprendervi anche cinque Magi o più, ma che non ha impedito loro di guadagnarsi un posto di primo piano nel presepe, oltre che nella storia.

"Se lo comprendi non è Dio"

Dio non va "compreso" ma va "inteso"



Chiediamoci adesso se è possibile comprendere Dio. Bella domanda questa! Parlando di questo c'è una bella espressione di Sant'Agostino: "Se lo comprendi non è Dio". Vediamo di analizzarla un po'. Chi può comprendere Dio? Nessuno. Perché? Perché Dio è l'Infinito e l'Infinito non può essere "compreso". Comprendere significa prendere, cogliere ma si coglie solo qualcosa di finito.

Tenete pronto un obitorio da campo?


Pro pontifice antisismico


Matteo 7: "Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande."
Io ascolto le sue parole, ma non le metto in pratica – troppa fatica! – e così mi viene in mente che i terremoti, lungi dall’essere un banco dove l’imputato è Dio, sempre troppo lontano eccetto in caso di reclami, sono la miglior occasione per verificare se Matteo 7 è davvero scrittura rivelata oppure no.

Moriranno adulti?

Quella reazione violenta a Papa Francesco Gazzetta Santa Marta, mensile Jesus 
(Iacopo Scaramuzzi) Affiora, al fondo di molte critiche a Papa Francesco, un sentimento ricorrente, lo «smarrimento». Sentimento comprensibile, oltre che legittimo, con un Pontefice spesso sorprendente, ma un po’ bizzarro quando ad esprimerlo, a volte con rabbia, sono persone (cattolici o meno) che amano la tradizione con la “t” maiuscola, la gerarchia, l’ordine immutabile delle cose, insomma persone che ci si aspetterebbe, più di altri, obbedire al Romano Pontefice, chiunque egli sia. Ma è forse proprio questo il punto. 
Jorge Mario Bergoglio sembra indirizzare la sua predicazione – evangelica, ortodossa, cattolica – a persone che devono responsabilmente discernere come tradurre in pratica, nella loro vita, la fede in Gesù e il magistero papale. Non per relativismo morale ma perché, come si sarebbe detto in un’altra epoca ecclesiale, «cattolici adulti».

Pugno nell’occhio

FIGLI DI DIO E FIGLI DEL DIAVOLO

    Figli di Dio e figli del diavolo: questo linguaggio è troppo duro per i vostri orecchi? il Vangelo non è più uno, quello di Gesù ma si direbbe che ve ne siano molti: tipico riflesso della protestantizzazione del cattolicesimo 
di Francesco Lamendola  





Che cosa significa, per un cristiano, vivere da figlio di Dio? Ce lo spiega, con molta semplicità e con estrema chiarezza – oltre a Gesù stesso nel Vangelo, e san Paolo nelle sue splendide lettere -, anche San Giovanni, nella prima delle tre epistole che portano il suo nome (3, 1-16; traduzione della Bibbia di Gerusalemme):

Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato.  Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro. Chiunque commette il peccato, commette anche violazione della legge, perché il peccato è violazione della legge. Voi sapete che egli è apparso per togliere i peccati e che in lui non v’è peccato. Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non  lo ha visto né l’ha conosciuto.
Figlioli, nessuno v’inganni. Chi pratica la giustizia è giusto com’egli è giusto. Chi commette peccato viene dal diavolo, perché il diavolo è peccatore fin dal principio. Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo. Chiunque è nato da Dio non commette peccato, perché un germe divino dimora in lui, e non può peccare perché è nato da Dio.
Da questo si disinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello.
Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello. E per qual motivo l’uccise? Perché le opere sue erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste.
Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia.  Noi sappiano che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna.
Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli…

Nessun modo migliore di iniziare l’anno

Fatima, l’importanza dei primi sabati del mese



(Maddalena della Somaglia) Il 2017 è l’anno del centesimo anniversario delle apparizioni di Fatima. Per i devoti della Madonna nessun modo migliore di iniziare l’anno che quello di rinnovare la pratica dei primi cinque sabati del mese che la Santa Vergine stessa ha così vivamente raccomandato. Fin dalla prima apparizione alla Cova da Iria, il 13 maggio 1917, la Madonna chiede ai veggenti la recita quotidiana del Santo Rosario. Nell’apparizione del 13 giugno, la Santa Vergine dice a Lucia che Gesù vuole servirsi di lei «per farsi conoscere e amare. Vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. A chi la abbraccia, prometto la salvezza; e queste anime saranno amate da Dio come fiori posti da me ad adornare il suo trono». Terminate queste parole, suor Lucia racconta di aver visto «di fronte alla palma della mano destra della Madonna, un cuore circondato di spine, che parevano conficcate in esso. Comprendemmo che era il Cuore Immacolato di Maria, oltraggiato dai peccati della umanità, che voleva riparazione».

E' dunque cambiato in meglio qualcosa, dal 1988?


Qualche domanda a proposito delle dichiarazioni di S.E. Mons. Schneider, pubblicate qui.

Sono convinto che nelle attuali circostanze, mons. Lefebvre avrebbe accettato la proposta canonica di una prelatura personale senza esitazione.

Sono forse venute meno le critiche che S.E. Mons. Lefebvre fece a quanti lasciarono la Fraternità dopo le Consacrazioni? Le promesse della Santa Sede hanno sono state mantenute? Qual è stato il contributo della Fraternità San Pietro e dell'Istituto Buon Pastore nell'opporsi alle deviazioni dottrinali? 


“Scemi per Aleppo”

Guerra in Siria, l'Osservatore dà la colpa ai cambiamenti climatici

All'origine della guerra in Siria ci sarebbero i cambiamenti climatici. Lo scrive l'Osservatore Romano: è solo l'ultima bufala del quotidiano vaticano ormai avvitato in una deriva ecologista che arriva fino a sdoganare le politiche di controllo delle nascite. Un andazzo che purtroppo trova legittimazione nell'enciclica Laudato Sì.
L’idiozia di sostenere che la guerra in Siria è stata provocata dai cambiamenti climatici non è nuova, ma vederla affermata con noncuranza, come fossa cosa universalmente nota, sulla prima pagina de L’Osservatore Romano lascia semplicemente costernati. La deriva ecologista del quotidiano ufficiale della Santa Sede è nota da tempo, ma fino ad oggi si poteva pensare che anche alle idiozie ci fosse un limite. Ora non più. E non solo di idiozia si tratta, molto di peggio. Ma andiamo con ordine. 

mercoledì 4 gennaio 2017

La Giustizia di Dio

Dio “ingiusto” e “morte” di Dio 

Vorrei aggiungere alcune considerazioni al prezioso intervento di Patrizia Fermani sulla recente uscita di Papa Bergoglio, che ha cianciato di ingiustizia di Dio nel permettere il sacrificio del figlio. Non è, purtroppo, una tesi nuova nella Chiesa dei nostri tempi. La si insegna nei seminari, sia di casa nostra che all’estero. Da noi, ad esempio, è stata fatta propria dal monsignore biblista Rinaldo Fabris, i cui testi sono adottati in molti seminari.
di Cesaremaria Glori
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La tesi, evocando la morte di Dio fatta da Nietzsche, è stata ripresa dalla teologia protestante (Bultmann in primis) ed ha fatto capolino anche nelle costituzioni conciliari. Infatti nella Costituzione Pastorale Gaudium et Spes (22 Cristo, l’Uomo Nuovo) è detto che con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in un certo modo ad ogni uomo. Non bastava, forse, questa mistica unione per la redenzione dell’Uomo? Era proprio necessario il sacrificio del Figlio di Dio? Non è stata, allora, l’ostinazione dello stesso Gesù Cristo nel fronteggiare la dirigenza ebraica a provocare la Sua condanna a morte? Insomma Gesù Cristo se la sarebbe andata a cercarla quella morte ingloriosa che non era necessaria, giacché con l’incarnazione Egli s’era unito in “ qualche modo” con ogni uomo. Alla gran massa dei cristiani queste tesi appariranno inspiegabili e incomprensibili. Come può l’Uomo-Dio errare?
Inequivocabilmente Gesù Cristo obbedì al Padre, tanto è vero che esclamò sulla croce: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Se prendiamo alla lettera – così come è stata tradotta – questa frase pronunciata da Gesù, si può, se lo  si vuole perché lo si pensa,  anche congetturare una ingiustizia di Dio. Il Figlio avrebbe obbedito al Padre, perché il Suo sacrificio fu voluto da Lui, tanto è vero che Gesù esprimerebbe tutto il Suo dolore e la Sua docile sottomissione al volere del Padre in quella frase che appare effettivamente misteriosa e inquietante se interpretata alla lettera.

Avvezzi a non sentire "l'odore delle pecore" (copyright Papa Francesco)


IL GRANDE SATANA E IL "SANTO" BIGMAC           



Pray, eat and lonvin'it. A Roma dal 30 dicembre 2016 è aperto il McDonald's di piazza della Città Leonina, e pellegrini e turisti potranno mangiare il "santo" BigMac. Le mura del locale sono infatti di proprietà dell'Apsa (Amministrazione della Sede apostolica), che gestisce il patrimonio mobiliare e immobiliare della Santa Sede.
E tra i suoi coinquilini (negli appartamenti ai piani superiori dell'enorme caseggiato costituito da due condominii) ci sono pezzi da novanta, ma proprio da novanta, della Curia romana. Contro il McDonald's vaticano è partita una campagna di alcuni residenti di Borgo Pio e degli stessi porporati, che se ne sarebbero lamentati in una lettera addirittura con il Papa, forse sperando di far leva  su di lui).

La parte accettabile?



Postato  da 

Il vangelo secondo me..

LA "TERRA DI NESSUNO" CULTURALE

    Cultura del Caos e Vangelo secondo me: i distruttori della nostra civiltà stanno sfruttando un salto generazionale c’è una generazione che manca all’appello della storia che non ha fatto in tempo a conoscere il mondo di ieri 
di Francesco Lamendola  




ALL’AMICO ANDREA.

C’è una generazione che manca all’appello della storia, o forse due: quelle dei nati fra il 1970 e oggi; quelle degli uomini e delle donne, dei ragazzi e dei bambini, che non hanno fatto in tempo a conoscere il mondo di ieri, cioè prima dell’avvento della globalizzazione, né a ricevere delle solide basi educative dai loro genitori, dai loro insegnanti, dai loro sacerdoti, perché ormai molti genitori, molti insegnanti e molti sacerdoti erano già stati infettati dal virus del modernismo, avevano già abdicato al loro personale senso critico e si erano intruppati volonterosamente nel gregge dei pecoroni, dove la massa fa la giustizia, e il numero crea il diritto; dove quello che conta è seguire la corrente, e inseguire i folli miti del consumismo; e dove non si amano più le persone, ma le cose, i telefonini, i computer, le automobili, i vestiti firmati, gli orologi di marca; dove conta l’apparire e non l’essere, l’abbronzatura e non la bellezza interiore, i soldi e non l’onestà.
Le persone nate fin verso gli anni Sessanta del secolo scorso, bene o male, in maggioranza hanno ricevuto quella educazione: hanno visto i loro genitori lavorare duramente e non fare mai debiti, non vivere mai al di sopra delle loro possibilità, condurre una vita sobria, coltivare il lavoro, l’amicizia, la fedeltà alla parola data; hanno visto i loro maestri e professori insegnare con passione, con competenza, con il senso di una vera e propria missione da compiere, per mezzo della cultura, dei valori etici, dell’esperienza da trasmettere ai giovani; e hanno visto i loro sacerdoti calarsi con fervore nel sacramento dell’Ordine, insegnare il Vangelo con le parole e con l’esempio, prendere con serietà le cose di Dio, vivere la fede con generosità ed entusiasmo, ma anche con timore e tremore, come si addice a chi si confronta con l’abisso insondabile dell’Assoluto. Non sempre, beninteso, gli adulti erano all’altezza di quei valori e di quei modelli; però, onestamente parlando, lo erano più spesso di quel che non si pensi. Facevano del loro meglio, quasi sempre; e quasi sempre almeno alcuni di loro riuscivano a trasmettere ai bambini e ai ragazzi qualcosa della loro serietà, della loro vocazione, del loro sentimento maturo e responsabile della vita, che non era, per essi, una scampagnata in cerca di divertimenti, ma una pagina bianca sulla quale si scriveva una riga, ogni giorno, con l’aiuto di Dio e con il conforto dell’esempio ricevuto dalle generazioni precedenti.