ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 23 settembre 2017

Pensa a questa meravigliosa casa

23 settembre – Festa di san Pio da Pietrelcina. Ti aiutiamo a capire cosa ha sofferto per noi
L'opera di corredenzione di San Pio: croce e tormento dell'anima, per il bene delle anime, seguendo l'esempio di Gesù Cristo Nostro Signore 
S. Pio da Pietrelcina - Senso cristiano e valore salvifico della sofferenza














Se mi ami non piangere (Sant'Agostino)
Se mi ami non piangere! Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo,
se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine,
e in questa luce che tutto investe e penetra, tu non piangeresti se mi ami.
Qui si è ormai assorbiti dall’incanto di Dio,
dalle sue espressioni di infinità bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli al confronto.
Mi è rimasto l’affetto per te: una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Sono felice di averti incontrato nel tempo, anche se tutto era allora così fugace e limitato.
Ora l’amore che mi stringe profondamente a te è gioia pura e senza tramonto.
Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa del tuo arrivo tra noi, tu pensami così!
Nelle tue battaglie, nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine, 
pensa a questa meravigliosa casa,
dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme,
nel trasporto più intenso alla fonte inesauribile dell’amore e della felicità.
Non piangere più, se veramente mi ami!
Sant’Agostino )

Altri non possano avere dei dubbi?

Schönborn, il cardinale che smentì se stesso



La confusione sotto il cielo cattolico è immensa: cardinali contro cardinali, vescovi contro vescovi, laici contro laici. I motivi sono molteplici, ma certamente ve n'è uno che più di altri è esemplificativo: l'interpretazione di Amoris laetitia. Tempo addietro, sull'aereo, a Bergoglio venne chiesto come andava interpretato il famoso capitolo VIII di quel documento, ed egli, invece di rimandare al prefetto per la Congregazione per la Dottrina della Fede, invitò a rivolgersi al cardinale di Vienna Christoph Schönborn. Un po' come mandare da Erode a Pilato...

Più tardi, alcuni mesi dopo, il cardinale di Vienna, uomo di indubbia cultura ed intelligenza, se ne uscì in modo piuttosto violento, immediatamente rilanciato da Vatican Insider, contro i quattro cardinali estensori dei Dubia. Non rispose alle loro domande, magari citando il Vangelo a sostegno dlela sua posizione, ma si lanciò in un' invettiva: «Che dei cardinali, che dovrebbero essere i più vicini collaboratori del Papa, stiano cercando di fare un atto di forza nei suoi confronti e di far pressione su di lui affinché dia una risposta pubblica alla loro lettera resa pubblica è un comportamento assolutamente sconveniente». Parole che lasciarono perplessi, sia per il tono, veramente insuale tra cardinali, sia per il contenuto, semplicemente falso. I 4 cardinali, infatti, non hanno mai compiuto un "atto di forza", ma hanno soltanto espresso un'opinione e chiesto una risposta chiara e definitiva, secondo le regole stabilite dalla Chiesa stessa.

Bus non stop

PARTE IL BUS DELLA LIBERTÀ. BIMBI MASCHI E BIMBE FEMMINE? NON SIA MAI! INTOLLERANZA DEI GRUPPI LGBT. E MINACCE.

È partito (oggi da Roma, e prossimi giorni da altre città) il Bus arancione #BUSDELLALIBERTA, quello che reca la scritta sconvolgente e rivoluzionaria I BAMBINI SONO MASCHI LE BAMBINE SONO FEMMINE. Per affermare questa verità assolutamente impressionante, contro i tentativi, pressanti, striscianti e continui di far passare ovunque, e soprattutto nelle scuole, l’idea che il corpo non c’entra niente con il sesso, e che uno è quello che si sente: oggi maschio, domani femmina, e mercoledì vediamo…

Tifo argentino?


Ius soli, cosa c'è dietro alla propaganda?           

Grazie ad un consolidato asse tra Pd e gerarchie della Chiesa Cattolica, la proposta di legge per lo Ius soli è tornata nell'agenda di Governo come una priorità. La realtà però ci dice che il tema è tutt'altro che urgente, anche perchè i figli di immigrati che nascono sul suolo italiano godono già dei medesimi diritti dei bambini italiani. E allora, cosa si nasconde dietro a questa propaganda?
di Riccardo Cascioli        

Il vescovo Negri critica il Papa: 'Chiesa non tifi per lo Ius soli'

Il vescovo emerito di Ferrara, Luigi Negri, attacca su Ius Soli e accoglienza dei migranti: "Valutarne il costo economico e sociale"

Er “Papone”

A Roma appare Papa Francesco (Totti), l’autore: «Una goliardata»


Torino -Mercoledì scorso gli abitanti del rione Ponte in vicolo San Celso, nel centro storico di Roma, alzando lo sguardo verso un edificio dove 30 anni fa in una “edicola” c’era l’effige della Madonna, rubata e mai sostituita, hanno trovato quella di Papa Francesco con il volto del “Pupone” con il classico dito in bocca.
L’autore del gesto, che vuole mantenere l’anonimato, lo ha realizzato insieme ad un gruppo di amici, tutti tifosissimi della Roma: «E’ solo una goliardata», si affretta a giustificarsi, nessun momento di blasfemia: «Ci mancherebbe - spiega - Totti è il capitano della Roma non sarà mai Papa, sono i romani innamorati del loro capitano che gli fanno un elogio». «Papa Francesco quando hanno fatto dei disegni con la sua effige è stato contento, un Papa che guarda più alla sostanza che all’immagine e ha messo in riga tutti».
«Per ravvivare il quartiere, un po’ triste, dove hanno girato anche alcune scene di “Ladri di biciclette” abbiamo pensato al nostro idolo», - conclude, e a conferma che non ci sono rischi: »Sono passati anche tre poliziotti a farsi un selfie». Un altro modo di vedere Totti: «Fa strano vedere il capitano in giacca e cravatta, per noi sarà sempre un calciatore, un simbolo per i tifosi e per Roma».
22 settembre 2017
Paolo Lauri





La Chiesa di Papa Francesco vista dal New York Times

Nella Chiesa cattolica di Papa Francesco è pericoloso essere troppo conservatori, ma allo stesso tempo è pericoloso anche essere troppo liberali: parola del New York Times.
È quanto sostenuto in un articolo apparso sul quotidiano statunitense, a firma del giornalista Ross Douthat, dove viene citato il caso del filosofo cattolico austriaco Josef Seifert, rimosso dalla sua carica di docente dell’Università di Granada per mano dell’arcivescovo locale – il filosofo, che ha descritto l’esortazione apostolica Amoris Laetitia come una “bomba”, è stato rimosso dalla cattedra perché con le sue posizioni “danneggia la comunione della Chiesa” – e quello del gesuita James Martin, che si è visto annullare un invito a tenere un discorso presso la Catholic University of America, per parlare del suo libro intitolato “Costruire un ponte” – molto discusso negli Stati Uniti, decisamente meno in Italia – in cui viene trattato il tema dell’omosessualità nella Chiesa.
I CONFLITTI LIBERALI-CONSERVATORI E LE DIVERSE DOTTRINE CATTOLICHE. L’ANALISI DEL NYT
“Le inquisizioni conflittuali, liberali e conservatrici, sono il risultato inevitabile della volontà del Papa di spingere nuovamente le tensioni della Chiesa fin dentro una guerra civile, e in seguito di parteggiare per le posizioni più liberali usando dichiarazioni ambigue e interventi non ufficiali, invece di fare un utilizzo esplicito dei poteri che il suo ruolo gli attribuisce”, si legge. Il suo “stile personalizzato” ha poi “sconvolto le linee di autorità all’interno della Chiesa”, ha scritto Douthat, che in questo modo ha rigirato al mittente la stessa accusa che viene spesso lanciata dai sostenitori di Bergoglio nei confronti dei suoi più agguerriti accusatori, citando per di più una sua personale diatriba online con il professore ferrarese della Villanova University Massimo Faggioli.
Il giornalista ha argomentato che sui diversi temi Francesco detiene un’autorità decentralizzata, è vero, ma solamente in maniera informale. Questo gli permette di conservare tutti i poteri formali del suo ruolo, e di incoraggiare “una spinta teologica” senza “cambiare i confini ufficiali riguardo a ciò che la Chiesa cattolica insegna e cosa no”. Il risultato che ne consegue è la creazione di due diverse versioni dello stesso insegnamento cattolico: quello che emerge dai libri, e dalle disquisizioni dei teologi, e quello che lo stesso Papa offre nelle sue numerose apparizioni pubbliche, attraverso le “sue strizzate d’occhio” e le sue “allusioni”. Ed è a entrambi che “i diversi cattolici possono appellarsi”.
IL QUOTIDIANO AMERICANO: “L’UNICA CERTEZZA CATTOLICA, AL MOMENTO, È L’INCERTEZZA”
In questo contesto, “chiunque desideri sapere cosa pensa davvero il Papa è meglio che ignori i canali ufficiali del Vaticano” e si metta invece ad ascoltare le discussioni che si sviluppano su Twitter, “dove i suoi più stretti collaboratori esplodono contro i suoi oppositori”, spiega l’analista americano. Tuttavia, anche “questo genere di Cremlinologia” non chiarisce completamente le sue intenzioni, e per questo “gli alleati liberalizzanti di Francesco sono spesso impazienti con lui”, talvolta finendo per andare “fuori dalle sue intenzioni”, per ritrovarcisi “dentro” in seguito.
Lettura che porta Douthat a una conclusione: “L’unica certezza cattolica, al momento, è l’incertezza. Sotto la guida di Francesco, l’insegnamento della Chiesa sulla comunione ai divorziati risposati varia da Paese a Paese e da diocesi a diocesi, e persino gli ammiratori del Papa non sembrano concordare su quali siano le posizioni ufficiali del Vaticano”. Le stesse posizioni sull’eutanasia, continua, “cambiano nelle diverse zone del Canada”, e “il Vaticano sembra persino accettare i cambiamenti verso i quali si è spinto un ordine religioso belga, lasciando intendere l’effettiva possibilità di accettare la pratica del suicidio assistito nei suoi ospedali” (qui l’approfondimento di Formiche.net).
LA SOLUZIONE: “INCORAGGIARE IL DIBATTITO PUBBLICO, PORTARLO DAL WEB A PARROCCHIE E UNIVERSITÀ”
Situazione che pare essere calcolata per “far sentire tutti autosufficienti e autogestiti”, mentre li si vede “lamentare di una retorica tossica” e lanciarsi “insulti”. Ma che, altresì, “pone istituzioni cattoliche, come scuole e parrocchie, università o negozi diocesani, in una posizione molto difficile”, inducendoli nella “tentazione, già evidente, di stare lontano dal conflitto, di evitare di riconoscerlo e di auto-segregarsi”. Per questo, di fronte all’ampliamento delle divergenze, “non è un bene fingere che queste non esistano”, e che “i leader della Chiesa non siano sempre più in opposizione l’uno con l’altro”, scrive il giornalista. Anche perché “il veleno del dibattito che si sviluppa online finisce per diventare una reazione a questa pretesa pubblica di tranquillità”.
Tuttavia una soluzione c’è: “Incoraggiare un dibattito rispettoso su argomenti seri. Portare i dibattiti online tra domenicani e gesuiti negli auditorium universitari e nelle parrocchie. Permettere agli studenti e ai laici cattolici di capire le rispettive posizioni. Invitare cattolici come padre Martin a parlare dei propri argomenti controversi, e invitare i suoi critici a rispondergli. Lasciare che i vescovi, abituati a scontrarsi dietro le porte chiuse dei sinodi, come quello sulla famiglia, si confrontino in pubblico e di persona”.
QUALE SARÀ IL FUTURO DELLA CHIESA CATTOLICA, DOPO LA CRISI DI QUEST’EPOCA?
È difficile sapere cosa verrà fuori dalla crisi cattolica di questa epoca, aggiunge il corrispondente, domandando: “È possibile che la Chiesa davvero diventi sempre più simile a quella anglicana, con teologie cristiane diverse tra loro che coesistono sotto lo stesso ombrello?”. E “questo periodo di duelli, inquisizioni, milizie digitali, prelude alla vittoria delle posizioni più liberali, che molti cattolici vedono coincidere con i rischi già paventati da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, oppure in futuro il pendolo si riposizionerà, come temono i sostenitori più irrequieti di Francesco, lasciandone l’eredità in mano a giovani tradizionalisti e a un pontefice reazionario, come quello descritto dallo “Young Pope” di Sorrentino?”.
La fede a volte dà risposte, ma la ragione naturale consiglia dubbi, conclude l’autore. Ma al di là di ciò, la tesi è che troppe censure non giovano al conflitto, anzi. L’unico modo di andare avanti è la controversia.


Hanno solo sbagliato il numero errato:666!

Se Bergoglio si tessera con i radicali italiani

Bergoglio ha sposato la campagna dei radicali "Ero straniero". Il partito di Emma Bonino, intanto, gli ha preparato una tessera di partito, la numero 130
I radicali italiani hanno preparato una tessera per Papa Bergoglio. Riccardo Magi e Alessandro Capriccioli, il primo segretario di Radicali Italiani, il secondo dei Radicali Roma, hanno rilasciato una nota in merito: "In occasione della ricorrenza del XX settembre, festa laica di liberazione civile e politica, abbiamo deciso di preparare per Papa Francesco le tessere di Radicali Italiani e di Radicali Roma".
E ancora: "Ciò non soltanto in relazione alle posizioni assunte da Bergoglio sulla questione dei migranti, e al suo esplicito sostegno alla nostra campagna "Ero Straniero" per il superamento della Bossi-Fini, ma anche in ragione di alcuni inviti da lui più volte espressi e tuttavia mai raccolti dai loro destinatari, uno su tutti la necessità che gli enti religiosi cessino la loro concorrenza sleale rispetto agli altri operatori economici e paghino le imposte come chiunque altro". Un gesto che non sembrerebbe avere le sembianze di una provocazione. Con buona pace dello storico anticlericalismo. Papa Francesco, del resto, è un Pontefice molto apprezzato dai sostenitori della laicità più assoluta e i radicali non costituiscono di certo un'eccezione. La tessera, visibile sul sito dei Radicali italiani, sarebbe, in caso il Papa la accettasse, la numero 130.

Il modernismo è figlio dello storicismo

AL BIVIO

L'eresia è andata al potere. Al bivio o cristiani o storicisti 2 scelte antitetiche e perentorie: o cittadini del mondo col modernismo che è figlio dello storicismo o si sceglie di essere seguaci di Cristo per i veri cattolici
di Francesco Lamendola  







E così, siamo arrivati al bivio. Le generazioni che ci hanno preceduto ci hanno lasciato non solo un ricchissimo patrimonio spirituale, ma anche l'esempio della fedeltà al Vangelo, cioè alla Parola di Dio, che è Parola di Verità. Essa insegna che ogni cosa è nata da Dio e a Dio fa ritorno: nel caso dell'uomo, unica creatura dotata d'intelligenza, volontà e senso morale, si tratta di vedere se tale ritorno sarà volontario e pienamente consapevole, o se avverrà suo malgrado, con amarezza o con rabbia, come quello di chi si vede sottrarre una sua legittima proprietà e restituito alla sua condizione originaria: totalmente povero, com'era venuto al mondo. La cultura moderna ha coltivato invece lo storicismo: la salda convinzione che ogni fatto umano è soggetto al divenire della storia, è creato, plasmato e orientato da essa, e ritorna ad essa, cioè al nulla, come da essa è venuto. La perfetta espressione della fede storicista si trova in Omero, nell'Iliade, nel dialogo fra Glauco e Diomede: le generazioni degli uomini sono come le foglie, si succedono l'una all'altra e tutte ritornano alla terra, dissolvendosi per sempre. Perciò, è evidente che o si è cristiani, o si è storicisti. Se si è cristiani, si pensa che l'uomo vive parzialmente immerso nella storia, ma non appartiene al mondo della storia: vi appartiene per gli aspetti materiali ed esteriori della sua vita, non vi appartiene per la dimensione soprannaturale che è presente in lui. 

Di fronte al potere del maligno e di chi lo serve


Dio ci chiama a una nuova crociata / 2


Magari la Chiesa tutta si rispecchiasse in Maria, che è tutta rivolta a Dio! E lo farà: cominceranno i pochi, ma Dio salverà i molti attraverso i pochi veramente uniti al Figlio (una lettrice).

Non ci avevo mai fatto caso prima: nei Vespri del martedì i testi salmici suggeriscono un passaggio dall’oppressione alla libertà. Miserere nostri, Domine, miserere nostri, quia multum repleti sumus despectione (Abbi pietà di noi, Signore, abbi pietà di noi, poiché siamo proprio colmi di disprezzo; Sal 122, 3). Anima nostra sicut passer erepta est de laqueo venantium (L’anima nostra, come un passero, è stata strappata al laccio dei cacciatori; Sal 123, 7). Quia non relinquet Dominus virgam peccatorum super sortem iustorum, ut non extendant iusti ad iniquitatem manus suas (Perché il Signore non lascerà lo scettro dei peccatori sopra la parte toccata ai giusti, affinché i giusti non stendano le mani per azioni inique; Sal 124, 3). In convertendo Dominus captivitatem Sion, facti sumus sicut consolati (Quando il Signore ha riportato i prigionieri di Sion, siamo stati consolati; Sal 125, 1). Nisi Dominus custodierit civitatem, frustra vigilat qui custodit eam (Se il Signore non avrà custodito la città, invano vigila colui che la custodisce; Sal 126, 1).

In queste parole è evidente il primato della grazia e l’azione preveniente della Provvidenza, senza la quale saremmo spacciati di fronte al potere del maligno e di chi lo serve; allo stesso tempo si presuppone che l’uomo non resti completamente inerte, ma che stia facendo quanto in suo potere per liberarsi e difendersi da esso. 

venerdì 22 settembre 2017

Dopo che la giustizia di Dio sarà stata soddisfatta

07_Trionfo del Cuore Immacolato: letteratura profetica (quinta parte)



Quelli riportati nei precedenti articoli sono vaticini solo di una esigua porzione di testimoni rispetto al numero eccezionalmente elevato di profeti, anche di grande spessore morale, dottrinale e spirituale che hanno parlato di questo tempo glorioso che ci attende. Per questo si peccherebbe di imprudenza più a scartare che a credere alle loro profezie, la cui concordanza diventa una prova sufficientemente valida per dar credito ad esse. Sono proprio i preannunci profetici di queste anime elette che ci permettono di gettare luce sulla realtà del Trionfo, sulle sue note caratteristiche, e su tanti altri aspetti più o meno marginali che, considerati in modo cumulativo, ci danno un quadro preciso e uniforme di quello che sarà questa èra di Maria e il tempo che lo precederà.  

La croce non fa per loro:


LA CROCE E GLI APPLAUSI          
     
Il cristiano non si attende gli applausi ma la croce. C’è troppa aria di festa intorno alla figura di Bergoglio da parte dei suoi ammiratori e specialmente dei non cattolici o degli anticattolici che in lui vedono l’uomo giusto 
di Francesco Lamendola   
  
C’è un po’ troppa aria di festa intorno alla figura e al pontificato di papa Bergoglio, da parte dei suoi numerosi ammiratori e specialmente da parte dei non cattolici, o degli anticattolici, che in lui vedono, chissà perché, l’uomo giusto arrivato al momento giusto per le loro aspettative e per i loro progetti. C’è un po’ troppo trionfalismo e un po’ troppa aria di complicità; e la complicità è sempre un’intesa che si stabilisce, magari tacitamente, fra qualcuno e che è diretta contro qualcun altro. Contro chi è diretta la magnifica intesa e la manifesta complicità che regnano fra Bergoglio, con la sua neochiesa progressista e modernista, e i massoni e i radicali, gli Scalfari e le Bonino? Non sarà diretta, per caso, non diciamo contro i veri cattolici, cioè quelli che essi chiamano, con disprezzo e fastidio, “tradizionalisti”, quasi fossero di una razza sub-umana scampata per avventura all’ultima glaciazione, ma, quel che conta davvero, contro il Vangelo di Gesù Cristo, il solo, l’unico autentico Vangelo, dato che non esiste un vangelo, come pure paiono credere costoro, di don Lorenzo Milani, o un altro di Enzo Bianchi, o un altro ancora di Walter Kasper, per non parlare del vangelo del cardinale Carlo Maria Martini, o di quello del medesimo Bergoglio. E non esiste un vangelo di padre Sosa Abascal (non potrebbe esistere, visto che padre Sosa sostiene l’impossibilità, per noi, di sapere esattamente quel che disse Gesù Cristo, non essendovi allora dei registratori per catturarne la viva voce), né un vangelo di padre Martin, né uno di monsignor Paglia o di monsignor Galantino. 

Do not disturb?

Papa Francesco cita il tribunale contro santa Giovanna d’Arco ma dimentica quello contro Padre Stefano Manelli

Non è la prima volta che Papa Francesco usa la storia distorcendola, usa la storia per accusare la Chiesa del passato e i cattolici conservatori di oggi, distorce i fatti (che si tratti di un certo disturbo della personalità? cliccare qui e qui) e cambia le carte in tavola: si legga qui la disinformazione di Bergoglio sulla schiavitù; cliccare qui per il fondamentalismo papal-popolare a riguardo della storia.
È il caso dell’omelia dal quartier generale santa Marta del 21.9.2017, clicca qui il testo ufficiale, nella quale ha ricordato la conversione di San Matteo e sul finale, ovviamente, non poteva mancare la solita frecciatina contro i “cattolici quando vedevano opere di misericordia” e si chiedevano “Come mai?”. «uno scandalo incomincia sempre con questa frase: “Ma come mai?”». Perciò, ha aggiunto Bergoglio, «quando voi sentite questa frase, puzza: dietro viene lo scandalo, si strappano le vesti»… (..).. sono persone che ripetono che «la legge dice, la dottrina dice…: questi sapevano bene la dottrina, la sapevano benissimo, sapevano come si doveva andare sulla strada del regno di Dio, conoscevano meglio di tutti come si doveva fare». Ma, ha fatto notare il Papa, «avevano dimenticato il primo comandamento dell’amore e sono stati chiusi in questa gabbia dei sacrifici (…)».

L'unoteologia:la fece(o la farà) dopo il rumine?


"Magnum principium" all'opera. L'incredibile "Credo" del professor Melloni  
            

Sta facendo discutere il motu proprio "Magnum principium" con cui pochi giorni fa papa Francesco ha ridefinito le competenze dei vescovi e delle conferenze episcopali nelle traduzioni dei testi liturgici.
Intanto però c'è chi fa di testa sua, senza nemmeno essere vescovo. Come il professor Alberto Melloni, che il 13 settembre ha offerto in pompa magna al patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo – in visita a Bologna alla fondazione creata da Giuseppe Dossetti e Giuseppe Alberigo di cui appunto Melloni è oggi il capitano – una sua nuovissima traduzione italiana del "Credo" niceno-costantinopolitano, quello che si recita o canta nella messa.

Motus infinitus

Riforme e controriforme


L’altro giorno Edward Pentin, riferendo sul nuovo motu proprio Summa familiae cura (National Catholic Register, 19 settembre 2017), terminava il suo articolo con le seguenti parole:
Il Register è venuto a sapere, da fonte affidabile, che membri dell’episcopato tedesco sarebbero rimasti delusi dall’andatura della riforma di Francesco, e avrebbero esercitato pressioni sul Papa per accelerarla. Di qui il motu proprio odierno [Summa familiae cura] e Magnum principium, [il motu proprio] sulle traduzioni liturgiche pubblicato la settimana scorsa. Aspetto importante, si dice che siano preoccupati che le riforme non verranno revocate da un papa futuro, e perciò vorrebbero che esse siano, per quanto possibile, scolpite nella pietra (set in stone), magari per mezzo di una Costituzione apostolica.

A parte la rivelazione delle pressioni esercitate dall’episcopato tedesco sul Papa (cosa che, sinceramente, non meraviglia piú di tanto; si veda in proposito l’editoriale odierno di Riccardo Cascioli su La Nuova Bussola Quotidiana), trovo particolarmente interessante questa insistenza sull’irreversibilità delle riforme. Se ricordate, ne avevamo parlato nel post del 29 maggio scorso, dove facevamo riferimento a una confidenza fatta da Enzo Bianchi durante una conferenza di qualche giorno prima a Cagliari:

Santa Marta legenda/meditanda/căchinnanda


LA LEGGENDA DI GIORGIO MARIO. IL RITROVAMENTO DI UN INEDITA BALLATA ANTICLERICALE IN STILE CARDUCCIANO.

Cari Stilumcuriali, una delle cose che più mi rendono lieve la fatica diuturna di curare questo blog e i suoi non sempre tranquilli abitanti è il fatto che di tanto in tanto qualcuno di essi ci rende partecipi di creazioni e scoperte. È accaduto proprio ieri di ricevere una mail da un professore straniero, Justin Case, ordinario di lingua e letteratura Klingon presso la P.L.U.G. (Pontifical Liberal University of Georgia).
Che cosa abbia trovato l’accademico lo vedete qui sotto: e credo che si tratti di un reperimento davvero interessante, che da buon professore qual’è Justin Case ha voluto dotare di un minimo di apparato critico alla fine. Buona lettura!

Le tavole della neochiesa.


CATTOLICI DI SINISTRA DIVISIVI?

Ma i cattolici di sinistra loro non sono divisivi? Non sono mai neanche sfiorati dall’idea di poter essere proprio loro elementi di divisione e cosa li rende così arroganti e presuntuosi? L'esempio dell'aborto e il caso Léonard di Francesco Lamendola  


 

Si direbbe che il peccato mortale in cui può incorrere un cattolico, secondo la neochiesa di Bergoglio e la sua neomorale cattolica, non sia più, o non sia affatto, il divorzio, l’aborto, il peccato contro natura e, forse, nemmeno la rapina e l’omicidio; si direbbe che il vero peccato capitale, quello al quale non può rimediare neppure la tanto sbandierata misericordia a senso unico del Padre celeste, cioè una misericordia senza giustizia, sia l’essere “divisivo”. Se crea divisioni, allora il cattolico è peccatore; non è un buon cattolico; non è un degno seguace del Vangelo di Gesù Cristo. Nella sua omelia del 29 maggio 2017, dalla Casa Santa Marta, il papa ha sostenuto che la fede non va bene se crea divisioni, perché in tal caso diventa ideologia, mentre è cosa buona se favorisce l‘unione.Ma l’unione di chi, con chi? E a quale prezzo? Anche a prezzo di travisare, capovolgere e rinnegarla Verità di Cristo? Infatti, a una lettura pur attenta del Vangelo, non risulta che Gesù abbia fissato mai un simile precetto; non risulta che abbia mai ammonito contro il fatto di creare divisioni; al contrario, risulta che abbia detto (Mt., 10, 34): Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Più chiaro di così…