Come noto 40 studiosi (sacerdoti, religiosi, laici) hanno inviato a papa Francesco a inizio agosto una
Correctio Filialis nella quale si segnalavano al papa sette eresie che apparivano contenute in modo particolare, nella esortazione post-sinodale
Amoris Laetitia. Successivamente, dopo più di un mese dalla consegna al papa della
Correctio,
non ricevendo alcuna risposta i firmatari hanno reso pubblico il testo,
presumendo che il silenzio assoluto della Curia romana potesse e
dovesse essere inteso come un silenzio-assenso, almeno alla sostanza
delle osservazioni fatte. Nel frattempo le firme unite al documento
erano salite a 62, e fra queste si contavano le firme pesanti in
particolare di mons. Fellay, superiore della Fraternità san Pio X, e di
Ettore Gotti Tedeschi, ex presidente dello I.O.R..
Il documento ha avuto una certa, inaspettata eco sulla stampa
italiana e straniera e vi sono state diverse reazioni decisamente
scomposte da parte del fronte cattolico più progressista, supportato in
questo dalle forze anticristiane. Ad esempio Radio Radicale si è
subito premurata di attaccare la
Correctio Filialis intervistando all’uopo la numeraria dell’
Opus Dei,
nonché parlamentare del PD, Paola Binetti, portatrice di visioni in
campo morale e bioetico del tutto affini a quelle di papa Francesco.
Successivamente è stato intervistato anche Rocco Buttiglione. E’
interessante osservare come i radicali, vero lievito fermentatore di
ogni dissoluzione morale italiana negli ultimi quarant’anni, nonché
leva dei poteri forti finanziari in Italia, si preoccupino che
Bergoglio non trovi opposizione nella sua opera di demolizione della
Chiesa cattolica e si premurino di difenderlo da ogni attacco o critica
che possa intralciarne i progetti.