ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 16 maggio 2018

Così che tutti potessero credere

Fatima e l’inferno




Testo dell'audio
La verità dell’inferno, parte iniziale del “segreto” di Fatima, viene svelata ai tre pastorelli durante l’apparizione del 13 luglio 1917. La Madonna arriva in quel giorno e insiste ancora una volta che i bambini recitassero il Santo Rosario quotidiano per ottenere la pace nel mondo. Poi chiede che seguitassero ad andare lì tutti i mesi e che, ad ottobre, avrebbe fatto un grande miracolo, così che tutti potessero credere.

Al posto di un dio, è arrivato il diavolo

L'ANGELO E IL DIAVOLO


Un Angelo accompagnerà i nostri passi. Heidegger, Nietzsche dov'è il nuovo dio che tutti attendevano? da duecento anni ci si interroga sull'inerzia dello spirito europeo: la verità è che al posto di un dio è arrivato il diavolo 
di Francesco Lamendola  

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Friedrich Hölderlin sosteneva che gli dei se ne sono andati e il mondo è in attesa del dio che ancora non è venuto. Martin Heidegger, nelle sue lezioni su Hölderlin, ha ripreso questo concetto, a un buon secolo di distanza: entrambi, da prospettive diverse, fanno i conti con lo stesso problema: l'inerzia dello spirito europeo, che si attarda su "sentieri invecchiati" e non sembra capace di rompere il suo sonno, di uscire dalla sua stanchezza. Lo stesso problema è al centro della riflessione di Friedrich Nietzsche (un altro tedesco!): l'Europa deve scegliere fra le due alternative: o essere assolutamente se stessa, oppure essere nulla. Sono passati duecento anni da quando Hölderlin s'interrogava sul destino del nostro continente, e poco meno di cento da quando Heidegger ha riproposto la stessa domanda, e nessuno vede ancora il nuovo dio che tutti attendevano. Ma c'è un'altra possibilità, che forse si è già realizzata, senza che ne avessimo coscienza, senza che avessimo gli strumenti per vederla e comprenderla: al posto di un dio, è arrivato il diavolo. Ha occupato il posto che da tempo si era andato preparando; il posto che i suoi zelanti servitori, da decenni, da secoli, gli avevano preparato. Perché non si attende un nuovo dio come si attende l'arrivo di un nuovo inquilino del palazzo: non è la stessa cosa. Quando si è conosciuto il vero Dio, non può venire, dopo di Lui, un dio qualunque, come Zoroastro è venuto dopo Ishtar, e come Mithra è venuto dopo Zoroastro. Quando si è conosciuto il vero Dio, lo si può solo accogliere o rifiutare: e rifiutarlo non significa attendere un altro dio, ma il diavolo. La cosiddetta civiltà moderna - lo abbiamo detto già tante volte, e lo ripetiamo - è la civiltà del diavolo, perché è la civiltà che rifiuta Dio, intenzionalmente e deliberatamente; è la civiltà che, dopo aver conosciuto il vero Dio, lo ha rifiutato. 

Le Grazie sono ridotte

Il tema della messa e il più importante per me.

10:07
Monsignor Antonio Livi Roma, aprile 2018 

Le nuove monache di clausura siamo noi?

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Suor Facebook

Anche le monache di clausura potranno usare i social, purché lo facciano con discrezione e sobrietà. Lo ha deciso il Vaticano modernista di papafrancesco.com. Il provvedimento colma una grave lacuna, dal momento che le suore erano gli ultimi abitanti del pianeta a non avere ancora messo «mi piace» a una foto di Chiara Ferragni. Ora potranno rimediare con «discrezione e sobrietà», parole che associate all’esibizionismo esistenziale dei social fanno tenerezza. Come dire: attaccatevi alla bottiglia, ma solo per fare gli sciacqui.

Dove non può la fede, magari riesce la fame

In vista della prossima dichiarazione dei redditi, riceviamo, condividiamo e immediatamente pubblichiamo quanto ci scrive Paolo Cii a proposito della destinazione dell’otto per mille. Dove non può la fede, magari riesce la fame.
È ormai prossima la scadenza annuale per la compilazione della dichiarazione dei redditi e della connessa scelta in merito alla destinazione dell’otto per mille. Per un cattolico si pone la questione se abbia ancora senso operare una scelta a favore della chiesa cattolica o effettuare le cosiddette offerte deducibili. A mio avviso, la risposta non può che essere negativa e mi piacerebbe che sulla questione si aprisse una discussione sui media e social che potremmo definire “di area”

Sotto gli occhi di tutti

Il Papa invita all'accoglienza dei migranti, ma i sacerdoti dicono "no"

Il Papa, quasi ogni giorno, invita le parrocchie all'accoglienza. La diocesi di Roma, però, sembra "tradire" queste aspettative. I numeri della diocesi raccontano di come gli appelli del pontefice stiano cadendo nel vuoto


Papa Francesco ha invitato i sacerdoti di Roma ad accogliere i migranti, ma solo un prete su dieci ha risposto all'appello del pontefice argentino.


Jorge Mario Bergoglio è anche vescovo di Roma, ma nella diocesi che presiede le sue volontà non sembrano essere state rispettate a dovere. Gli appelli fatti non si contano più. Dall'inizio del pontificato ad oggi Papa Francesco ha fatto riferimento a due temi su tutti: la misericordia e l'accoglienza. Qualcuno li ha definiti "mantra". La "Chiesa in uscita", quella attenta più alle periferie esistenziali ed ecclesiastiche del pianeta piuttosto che al "centro", è stata spesso tacciata di "immigrazionismo". Il Papa non ha sentito ragione e ha continuato con la sua "linea". L'Europa, abituata a pontificati meno pragmatici, ha spesso "alzato il tiro" su questa tematica. L'argentino venuto dai "confini del mondo" ha messo comunque al centro della sua azione la bontà dell'accoglienza.

Sogno-incubo-visione?


PEZZO GROSSO HA “VISTO” UNA SOLUZIONE PER IL GOVERNO. BERGOGLIO PREMIER, MA GUARDATE CHI DIVENTA PAPA…

Amici miei, ho ricevuto questa mattina un messaggio di Pezzo Grosso. Ci racconta un suo sogno-incubo-visione. Come sappiamo i sogni non sono la riproduzione esatta della realtà. Ma la trasfigurano, andando spesso alla realtà reale, quella che la nostra mente si rifiuta di ammettere. Ecco, leggiamo Pezzo Grosso tenendo a mente queste avvertenze…

“Caro Tosatti, stanotte ho avuto visioni profetiche, ho preso appunti e le scrivo subito per condividerle con lei e i suoi lettori. Ho “visto” Mattarella che, su suggerimento di Eugenio Scalfari, chiamava Papa Bergoglio chiedendogli di fare lui il Governo.

C.v.d.

Da Bergamo a Palermo, arriva il club dei vescovi gay-friendly

Veglie contro l'omofobia in tutta Italia e quest'anno partecipazione attiva di diversi vescovi. Ma quello che più fa rumore è la presenza di monsignor Camisasca alla veglia prevista per domenica 20 maggio a Reggio Emilia. Un comunicato dello stesso vescovo cerca di chiarire che tutto si svolgerà in linea con il Catechismo, ma a smentirlo è un vecchio documento firmato dal cardinale Ratzinger.
- LA MENZOGNA SUL RISPETTO DELLE DIVERSITA' di Raffaella Frullone 
L'annuncio della Veglia a Reggio Emilia
Fino all’anno scorso alcuni vescovi chiudevano un occhio sulla concessione di chiese per le veglie di preghiera (ecumeniche) contro l’omofobia che ogni anno si svolgono intorno al 17 maggio, Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Quest’anno invece diversi vescovi hanno rotto ogni indugio e scendono in campo a fianco delle associazioni Lgbt cristiane. Comincia l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, una cui preghiera composta per l’occasione aprirà la veglia ecumenica domani sera, 17 maggio. Una preghiera, peraltro, che lo stesso Lorefice ha chiesto di recitare sabato e domenica scorse in tutte le messe celebrate in diocesi.

martedì 15 maggio 2018

"Non difendere la Verità equivale a negarla”

Questa chiesa conciliare non è Chiesa cattolica, dunque non ne vogliamo far parte


Siamo giunti davvero al limite perché ormai è talmente evidente quanto la chiesa conciliare tutta (non solo quella di Bergoglio!) ha gettato la maschera per rivelarsi esattamente per quello che è: la chiesa di Giuda che conduce alla perdizione. Non se ne può più di scandali che si susseguono l'uno dopo l'altro, l'uno più grave dell'altro fino a sfociare persino nella blasfemia.
Gli ultimi freschi accadimenti ne sono un esempio, un gravissimo esempio che vede una chiesa di sbandati continuamente tentare Nostro Signore. Tutto ciò accade nell'assordante silenzio di chi, sacerdote considerato difensore della Tradizione, dovrebbe alzare la voce e denunciare lo scempio che sta accadendo nella Casa del Signore, e invece tace vilmente assecondando di fatto l'andazzo che grida vendetta al cospetto di Dio. Questi pretacci, peggiori dei peggiori modernisti, diranno: “Vorrei ma non posso...” per coprire la loro vergogna perché in realtà sanno bene che è un “potrei ma non voglio”.
Inutili, a questi sordi, risuonano le parole di S.Tommaso: “Non opporsi all'errore significa approvarlo. Non difendere la Verità equivale a negarla”.
Dunque sarebbero questi i sacerdoti, i pastori che dovrebbero difendere la Fede? Dio ce ne scampi da questi impostori e nullafacenti. 

Quale è il passo di Dio?

BONHOEFFER MAESTRO NICHILISTA


Sì, certo: Bonhoeffer è un maestro del nichilismo. Il suo doppio errore consiste come quello di tutti quei teologi, anche cattolici, nel partire dall'assunto che Dio è morto e che per annunciare Cristo bisogna ripartire da zero 
di Francesco Lamendola  

 0 ESORCISTA PRETE 2

Abbiamo sostenuto, ripetutamente, che Dietrich Bonhoeffer ha svolto un ruolo fortemente negativo nello sviluppo della teologia del XX secolo, e che continua a svolgerlo, sia pure indirettamente; che è stato uno dei maestri del nichilismo e che la sua concezione di un cristianesimo areligioso e amorale, di un cristianesimo senza religione, è stata fin troppo benevolmente recepita dalle frange più spinte del’ala riformista cattolica al Concilio Vaticano II, e che il suo ruolo storico è stato quello di fare da trait-d’union fra Martin Heidegger e Karl Rahner, di saldare, cioè, il nichilismo filosofico con il nichilismo teologico, chiudendo il cerchio del nichilismo novecentesco e creando le premesse perché questo divenisse l’abito mentale, esplicito o implicito  di gran parte del pensiero della tarda modernità, fino ai giorni nostri e chi sa ancora per quanto tempo.

De curis non est disputandum?

Incontro diocesano con il Papa: due punti critici importanti


“Il punto cruciale è però che il malato, alla fine dell’incontro, non è il vero soggetto, il fedele parrocchiale e di tal associazione, ma E’ LA CHIESA, e questo non lo possiamo accettare affatto, non è onesto! I malati siamo NOI, le membra che non vogliono convertirsi dal peccare, non la Chiesa, la Sposa di Cristo! Chi santifica è la vera Chiesa di Cristo, non il “popolo” e la sua pietas-popolare…”
Il 14 maggio, vedi qui testi ufficiali, c’è stato l’incontro annuale del Papa con la sua Diocesi di Roma e, per poterne parlare, o discutere, in modo sintetico ma sincero ed onesto, non in modo mediatico… abbiamo seguito la diretta e poi meditato sui testi originali. La prima sensazione che abbiamo colta è stata, finalmente, quella di un incontro che – forse per la prima volta dopo questi cinque anni – si è tornato a discutere dei veri e concreti problemi che attanagliano le comunità parrocchiali, si è parlato di fatti reali e concreti, si è parlato di vere e proprie “malattie” che hanno infettato un poco tutte le realtà della diocesi.

Una nuova stagione del Terrore

Ti diciamo in 5 punti perché la questione di Gerusalemme è così importante… e preoccupante


Ci risiamo. Si ritorna a parlare di Gerusalemme. Gli USA hanno trasferito la loro ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Dunque, anche per gli USA ormai Gerusalemme è ufficialmente capitale dello Stato d’Israele. Si temevano disordini e una rinascita dell’intifada… e così è stato.
Vediamo perché la questione di Gerusalemme è così importante e anche preoccupante. Ve lo sintetizziamo in 5 punti.

Ingannatori e ingannati

Matrimoni misti e intercomunione: cosa dice la vera Chiesa


« …tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati. Ma i malvagi e gli impostori andranno sempre di male in peggio, ingannatori e ingannati nello stesso tempo.»(2Tim.3,12-16)
La situazione che stiamo vivendo è davvero paradossale, per non dire comica se non fosse per il fatto che non stiamo parlando di cose ed effetti sulle quali riderci sopra, ma parliamo del Sacramento del Matrimonio nel quale confluiscono altri due (Confessione ed Eucaristia) per i quali è in gioco la salvezza delle Anime, ma dove parliamo anche della Presenza reale, viva e vera di Gesù Cristo che si dona “ai suoi”, e non è affatto vero che “per TUTTI” è un diritto riceverlo nell’Eucaristia.
Ci riferiamo alle stravaganti pretese di una parte del clero e della gerarchia cattolica in Germania, capeggiata tra altri, dal cardinale Marx al cardinale Kasper, dove riferisce brillantemente mons. Nicola Bux su un articolo, che condividiamo, da La Nuova Bussola Quotidiana, cliccare qui.

La “nuova” pastorale di papa Francesco

LA FEDE, LA CHIESA E IL MONDO


Dietrich Bonhoeffer il "maestro protestante" e l’inesistente “teologia” del papa argentino: se la Chiesa è per il mondo, non è per la fede. All'origine della strisciante e inarrestabile “protestantizzazione” del cattolicesimo 
di Francesco Lamendola  

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Abbiamo già avuto modo di osservare quanto danno il troppo lodato e troppo ammirato Dietrich Bonhoeffer abbia fatto al sentimento religioso del XX secolo e quanto incautamente, per non dire colpevolmente, parecchi teologi cattolici siano andati a prendere a prestito da lui concetti e tesi fuorvianti, che non solo non hanno nulla di cattolico, ma neppure nulla di cristiano, e dai quali la fede dei cattolici non ha ricevuto altro che confusione, smarrimento, scetticismo, relativismo e indifferentismo (cfr., in particolare, il nostro articolo: Il caso Bonhoeffer alle origini della svolta antropologica nella teologia contemporanea, pubblicato sul sito di Arianna Editrice il 26/06/2008 e sul sito dell’Accademia Nuova Italia il 12/02/2018). Ma è inevitabile tornare ancora su questo teologo luterano, perché al cuore della sua concezione protestante, secolarizzata e nichilista, vi è una idea di Chiesa che, tramite il malefico influsso di Karl Rahner, passerà direttamente nella teologia cattolica a partire dal Concilio, e sempre più farà sentire la sua influenza nei decenni successivi. 

Incredibile ma vero

Sorpresa. Tra gli uomini di Francesco c'è chi difende "Humanae vitae"

Incredibile ma vero. L'ondata revisionista che con l'evidente beneplacito di papa Francesco sta investendo l'enciclica di Paolo VI "Humanae vitae" s'è infranta in Vaticano su uno scoglio che difende tale enciclica proprio nel suo insegnamento più contestato: cioè il ricorso ai soli ritmi naturali di fecondità per l'esercizio della "paternità responsabile", e non invece ai contraccettivi artificiali, i primi ammessi, i secondi condannati.
L'elemento più sorprendente della notizia è che la persona che si è schierata controcorrente, in aperta difesa dell'insegnamento autentico di "Humanae vitae", è proprio colui che Francesco ha messo a capo due anni fa del rifondato pontificio istituto teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia, cioè dell'istituto che dovrebbe sostenere e rafforzare la nuova linea della Chiesa in questa materia. È il teologo milanese PierAngelo Sequeri (nella foto), studioso di riconosciuto valore, un gigante a confronto di quel Vincenzo Paglia che teoricamente gli starebbe al di sopra, in quanto Gran Cancelliere dello stesso istituto, oltre che presidente della pontificia accademia per la vita, anche lui promosso a questo doppio incarico da papa Francesco, e notoriamente incline ad ammettere la liceità della pillola e degli altri contraccettivi.

Contra legem

Alfie, il paradosso di una morte senza autori
L'impossibilità di conoscere le cause vere della morte di Alfie Evans impedisce di accertare le reali responsabilità di medici e giudici. Anche se una cosa è chiara: si è agito contro la legge, che vieta l'eutanasia.
Torniamo a parlare della decisione dei giudici inglesi in merito al caso Alfie. Pare banale dirlo, ma  dal punto di vista giurisprudenziale la morte di Alfie non è reato: come infatti un giudice potrebbe ordinare di commettere un illecito? Detto questo però, come abbiamo già avuto modo di evidenziare (clicca qui), l’ordinamento giuridico inglese non legittima l’eutanasia, bensì la considera reato.

lunedì 14 maggio 2018

“I pastori del gregge non fanno il loro dovere"


Apparizioni mariane alle Tre Fontane (Roma): «Ecco una sintesi dei principali messaggi della Beata Vergine»

telegram.me/IstruzioneCattolica

Il contenuto della prima apparizione mariana alle Tre Fontane (Roma) non era stato reso noto e si trova negli archivi del Sant’Uffizio, ma Bruno Cornacchiola, il veggente, ne aveva fatto una fotocopia, depositata negli archivi della sua associazione, della quale il Gaeta (op. cit., p. 59) riporta i principali brani sinora inediti.

I Diari consultati da Salvatore Gaeta si trovano presso l’associazione “Schiere Arditi di Cristo Re Immortale” (SACRI) fondata da Cornacchiola. Gli “Arditi di Cristo” si occupano soprattutto di catechesi e non avevano letto i Diari di Cornacchiola, i quali contengono delle rivelazioni sorprendenti e inedite sino a che Saverio Gaeta le ha raccolte nel suo libro.

La potenza di una parola

Latino: una lingua mille risorse



Riportiamo da La Nuova Bussola Quotidiana: Sentenze e modi di dire sono approdati dall’antichità a noi, conservando intatti il loro fascino e la forza comunicativa di un tempo. Comunemente utilizziamo espressioni latine senza magari neanche pensare al fatto che siano latine. Vediamole.
Sentenze e modi di dire sono approdati dall’antichità a noi, conservando intatti il loro fascino e la forza comunicativa di un tempo. Comunemente utilizziamo espressioni latine senza magari neanche pensare al fatto che siano latine.

Le esigenti verità del “soave giogo e del leggero carico”

Lettera pastorale dei vescovi del Kazakistan in occasione del 50° anniversario dell’enciclica Humanae vitae



Sia lodato Gesù Cristo! Cari fratelli e sorelle in Cristo! L’anno corrente è marcato dal memorabile evento del 50esimo anniversario dell’enciclica Humanae vitae, con la quale il Beato Paolo VI ha confermato la dottrina del Magistero costante della Chiesa riguardante la trasmissione della vita umana. I Vescovi e gli Ordinari del Kazakistan vogliono cogliere l’occasione propizia per onorare la memoria e la perenne importanza di questa enciclica.
Durante l’ultimo incontro di tutti i nostri sacerdoti e suore religiose ad Almaty c’erano dibattiti approfonditi sul tema della preparazione dei giovani al sacramento del matrimonio. Fu fatta la proposta di trasmettere ai giovani le verità più importanti del Magistero della Chiesa riguardo al matrimonio cristiano e alla santità della vita umana dal momento del suo concepimento.

El hecho mayor

I POVERI E IL "DIO CRISTIANO"


Il Dio cristiano s’identifica coi poveri? La teologia della liberazione, alla fine ha vinto: oggi con Beroglio ispira tutta la liturgia e la dottrina, ma è una vittoria legittima o è solo un trucco, un misero castello di carte? 
di Francesco Lamendola  

 0 gesu soffre passion 26

La teologia della liberazione, alla fine, ha vinto. Come il modernismo, condannato a suo tempo da Pio X, così la teologia della liberazione, benché (parzialmente) condannata da Giovani Paolo II, si è presa la rivincita più grande che potesse sognare: è divenuta il lievito di tutta la pastorale dell’attuale pontificato di Francesco; ispira tutta la liturgia e tutta la dottrina; è divenuta l’elemento centrale, senza il quale non si può nemmeno immaginare di parlare a nome della Chiesa, oggi. Ma è una vittoria legittima? E si fonda su un dato reale, oppure su un grande equivoco e su di una colossale mistificazione? La teologia della liberazione afferma l’opzione preferenziale per i poveri; non solo: essa dichiara, risolutamente, che Dio si identifica con i poveri. Benissimo; peccato che non si prenda il disturbo di spiegare e di vedere da vicino chi siano i poveri. Chi siano i poveri del Vangelo, ben s’intende, chi siano i poveri ai quali si rivolge Gesù Cristo, nelle sue azioni e nelle sue parabole e nei suoi insegnamenti; non chi sono i poveri secondo i teologi e i vescovi e i sacerdoti seguaci della teologia della liberazione. Sembrano la stessa cosa, invece sono due cose diverse: ecco il trucco. 

“To change the church”?

“La chiesa torni a essere strana”. Douthat e Papa Francesco: “Non rincorra la modernità”

L’unico approccio possibile per salvarsi dalla secolarizzazione è che il cattolicesimo si offra come alternativa alla cultura dominante, scrive il New York Times


"Una fede viva trattata come un pezzo da museo”. Così Ross Douthat definisce il Met Gala, gli oscar newyorchesi, che quest’anno aveva come tema gli “heavenly bodies”, i corpi celestiali e che nel sottotitolo parlava della “moda e dell’immaginario cattolico”. L’edizione è stata dominata da Rihanna, vestita da Papa. Tra gli oggetti messi a disposizione dal Vaticano per l’evento alcune reliquie di Giovani Paolo II e di Papa Pio IX.

Neomagistero straordinario ed “infallibile”

SUPER EX COMMENTA GALANTINO RIAPPARSO, L’ODIO PER SALVINI E GLI ATTACCHI ALL’EUCARESTIA CATTOLICA.


Super Ex ci ha scritto. Per chi non lo ricorda, Super Ex è ex di movimento per la vita, avvenire, e altro ancora, ma non è un ex della Chiesa cattolica, a cui vuole bene, e per cui soffre, come vediamo dalla sua lettera, incentrata su Galantino, Salvini, il Partito della Morte europeo e mondiale e gli attacchi in pieno svolgimento ormai da qualche anno all’eucarestia cattolica. Buona lettura. 

“Galantino è tornato ad agitarsi. Dalla sua bocca non esce che un solo slogan, uno ed un solo concetto: “più immigrati, più Europa”. Ha studi filosofici, che ama vantare, ma certamente molto limitati e monotoni.
Oppure è il magistero di Emma Bonino ad apparirgli davvero straordinario ed “infallibile”.

Ginocchioteologia truccata

LA RISPOSTA
Intercomunione, il card. Kasper trucca le carte

In una intervista a Vatican Insider, il cardinale Kasper rilancia la posizione dei vescovi tedeschi favorevoli all'intercomunione con i protestanti. Cita un documento conciliare e due documenti di Giovanni Paolo II. Ma guarda caso, quelle di Kasper sono citazioni forzate e stravolte nel significato.


Gregorio di Nissa, uno dei padri cappadoci, ricorda che Gesù Cristo «ammonisce i suoi a trovarsi sempre uniti nelle soluzioni delle questioni e nelle valutazioni circa il bene da fare; a sentirsi un cuor solo e un'anima sola e a stimare questa unione l'unico e solo bene».

Con questa premessa si deve guardare al dibattito sulla cosidetta intercomunione, sollevato dalle linee guida dei vescovi tedeschi che intendono ammettere alla comunione i coniugi protestanti dei cattolici, contro cui si sono schierati altri sette vescovi tedeschi. Per inciso, il termine intercomunione appare quanto meno incomprensibile perché, la comunione, è già di per sé l'unione tra persone. Perché vi sia tale unione le persone devono aderire - a proposito della comunione eucaristica - alla fede che la Chiesa cattolica professa. Per gli Ortodossi la comunione eucaristica tra cristiani è possibile solo se si condivide anche la stessa idea di Chiesa. Per questo essi non concepiscono l'intercomunione.

domenica 13 maggio 2018

Le ragioni di questo odio

Perché Satana ci odia così tanto?
Alla luce della Rivelazione è possibile indicare alcune principali verità che rendono ragione dell’odio e dell’azione disturbatrice e malefica dei demoni nei confronti dell’uomo.


Prima di affrontare, in un’ampia panoramica, il discorso sull’attività delle potenze malefiche per mezzo di quelle forme così distruttive e per altro così comunemente diffuse nella società odierna quali fattura, maleficio, malocchio, magia (bianca, nera, rossa, verde), vorremmo offrire alcuni articoli introduttivi che aiutino ad illuminare sia sul piano più teologico che su quello più esperienziale il grande mistero dell’odio di Satana nei confronti della creatura umana, che è la radice, la causa remota della sua azione disturbatrice e malefica e che, malauguratamente, miete un numero incalcolabile di vittime.
Alla domanda “perché Satana ci odia così tanto?”, risponde un noto esorcista marchigiano, don Raul Salvucci, che si è distinto anche per degli ottimi e agili libri da lui scritti per l’informazione e la formazione di tutti coloro che si trovano, loro malgrado, alle prese con il preternaturale mondo dell’occulto (1).

Fra le macerie fumanti

DIO E'IL PADRONE DELLA STORIA


Da dove dobbiamo ripartire? Dio è il padrone della storia! Vogliono dissolvere la fede cattolica: siamo come i sopravvissuti di Hiroshima tra le macerie della fase culminante di una precisa strategia attuata da forze massoniche 
di Francesco Lamendola  

 0 19 passion buchi mani

Lo stato d'animo più frequente, fra le persone che possiedono abbastanza intelligenza, sensibilità e spirito critico da rendersi conto diquel che sta accadendo nella nostra società, da alcuni decenni a questa parte, e che di recente ha assunto un ritmo sempre più vorticoso, quasi febbrile, è di smarrimento, di frustrazione e di amarezza. Sono scoraggiate, confuse, turbate sino in fondo all'anima; soprattutto, hanno la sensazione che sia ormai tutto inutile, che la battaglia sia persa, che il futuro appartenga ai distruttori, a quanti vogliono, più o meno deliberatamente, sfasciare la famiglia, la patria, la morale, la cultura, l'economia, la civile convivenza. Fra i cattolici, o, per dir meglio, fra i pochi cattolici i quali non si sono mai fatti ipnotizzare dalle formule preconfezionate della neochiesa, che non credono alle parole d'ordine e ai gesti spettacolari del signor Bergoglio, ma che assistono, impotenti e angosciati, alla sistematica distruzione della morale, della dottrina, della liturgia, della stessa fede cattolica, lo stato d'animo è, se possibile, ancor più scoraggiato e depressivo. 
Si aggirano fra le macerie fumanti di ciò che, fino a qualche anno fa, credevano una realtà viva e perenne, con l'aria stralunata e inebetita degli abitanti di Hiroshima e Nagasaki sfuggiti all'apocalisse dell'agosto 1945. Sui loro volti aleggia la muta domanda: ma cosa è successo?, e non si rendono conto che il processo degenerativo parte da lontano, da molto prima di ciò che essi immaginano; che la "svolta" degli ultimi cinque anni è solo la fase culminante di una precisa strategia, attuata da forza massoniche, gnostiche e anticristiane, per portare il modernismo al vertice della Chiesa e arrivare, così, a compiere quel che invano esse hanno tentato di fare per quasi duemila anni: distruggere la Chiesa e dissolvere la fede cattolica, almeno come forza organizzata; respingerla nell'interiorità delle coscienze, ma ridotta a percentuali minime, a una sparuta e dispersa minoranza, presa fra l'incudine di una legislazione laicista sempre più anticattolica e una invasione islamica che finirà per soppiantare fisicamente i cattolici in casa loro, cioè in Italia e in tutta Europa.   
Eppure, a questo stato d'animo bisogna reagire. Se i migliori si scoraggiano, se si rassegnano, è davvero finita; ma se tengono accesa la fiammella della speranza, e la fiammella della fede, allora non è detta l'ultima parola. Dio è il padrone della storia; ma, per poter agire in essa, dopo essersi Lui stesso incarnato nella Palestina di duemila anni fa, ora ha bisogno della collaborazione umana. Ha bisogno di trovare delle persone che abbiamo ancora la fede, che coltivino ancora la speranza cristiana. In fondo, paradossalmente, le forze massoniche e anticristiane che in questi tempi stanno assaporando il piacere del trionfo, stanno anche creando le condizioni perché parta la riscossa degli uomini di buona volontà. Senza volerlo, hanno fatto chiarezza: lasciando cadere la maschera, hanno mostrato il loro vero volto, e sempre più lo mostreranno. Lo mostrano in certi luoghi, come l'aeroporto internazionale di Denver, e in certe occasioni, come l'inaugurazione del traforo del San Gottardo nel 2016; o, in questi ultimi giorni, con il Met Gala di New York, che ha visto la profanazione dei paramenti sacri degli ultimi papi, indossati da attori e attrici che ne hanno fatto una blasfema esibizione.
Le dimissioni di Benedetto XVI e tutto il pontificato di Francesco vanno nella stessa direzione: stanno facendo chiarezza. Se l'obiettivo del neoclero modernista è quello di spegnere la vera fede cattolica, respingendola nell'interiorità delle coscienze, allora dobbiamo cogliere questo fatto come una straordinaria opportunità. In fondo, è perfettamente vero che la nostra fede si era addormentata, non era più viva e pulsante: ed è per questo che abbiamo permesso che le cose arrivassero fino a questo punto. Se avessimo avuto una fede viva, ci saremmo accorti per tempo di quel che stava accadendo: ce ne saremmo accorti fin dal tempo delConcilio Vaticano II, quando la massoneria ecclesiastica sferrò il colpo decisivo. Da allora, essa non ha fatto altro che perfezionare l'attuazione del suo piano; ma le cose avrebbero dovuto essere chiare fin dal 1962-65, se non dal 1958, cioè dal conclave che elesse Roncalli al soglio di san Pietro, col preciso mandato di fare ciò che Pio XII, a ragion veduta e dopo molte riflessioni, aveva deciso di non fare assolutamente: un nuovo concilio. Un concilio "pastorale", il quale, dietro pretesto di voler solo cambiare il modo di annunciare il Vangelo, cioè, appunto, la pastorale e la liturgia, avrebbe in realtà cambiato tutto: o meglio, avrebbe creato i presupposti per poter cambiare tutto.
Perché questo era l'obiettivo finale: cambiare la morale, cambiare la dottrina, trasformare il cattolicesimo in una "religiosità" vaga, liquida, misericordiosa, ambientalista, buonista, senza più i suoi pilastri soprannaturali, la Tradizione e la Scrittura; e che, in nome del "dialogo", dell'unità elevata a valore supremo, avrebbe demolito la cosa più importante, la verità. Senza verità, non c'è il Vangelo; senza verità non c'è nemmeno la vera carità, perché la verità è il presupposto di tutto il resto, misericordia compresa. Una misericordia senza verità è una contraddizione in termini, e sfocia nel buonismo, che non è affatto cristianesimo, ma un'altra cosa. Gesù, infatti, era tutt'altro che un buonista. Era forse spietato, era forse privo di misericordia, quando diceva, di chi dà scandalo ai "piccoli": Sarebbe meglio per lui che si legasse una macina al collo e si gettasse nel mare? Eppure, lo ha detto. Lo ha detto, anche se non c'erano dei registratori che ne incidessero la voce, e quindi anche se il gesuita Sosa Abascal non ci crede, o ne dubita fortemente, così come non crede che il diavolo esista, sebbene Gesù ne abbia parlato moltissimo, e, soprattutto, lo abbia affrontato decine e decine di volte, come i Vangeli fedelmente riportano. Ma ora è venuto il tempo di credere ai Sosa, ai Paglia, ai Galantino, ai Bergoglio; non importa quel che ha detto e fatto Gesù Cristo. Ebbene, questo non è più cattolicesimo, non è nemmeno cristianesimo: lo capirebbe anche un bambino, ma noi ci abbiamo messo degli anni per capirlo, e molti, in verità, seguitano come se nulla fosse, seguitano a non voler capire. 

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Il triste spettacolo di una fede cattolica senza Gesù, di una neochiesa "eretica"

Ora ci viene data una grande possibilità: quella di rientrare in noi stessi, di tornare ad ascoltare la voce del solo Maestro, di ripartire da zero nella riconquista della fede cattolica. Siamo vissuti d'illusioni e d'inganni, di compromessi e di piccole furberie; abbiamo creduto di poter mettere d'accordo i diritti di Dio e quelli di mammona, di servire due padroni, di giocare su due tavoli: ora le nostre debolezze, le nostre ipocrisie, la nostra viltà, stanno venendo al pettine. Ed era ora. Se non fossimo stati messi davanti a un clero traditore e apostatico, che ci ha scandalizzati, traumatizzati, indignati, forse non ci saremmo decisi a guardare dentro noi stessi. E invece è proprio lì che dobbiamo guardare, è da lì che dobbiamo ripartire: dobbiamo tornare a essere discepoli di Gesù, perché da molti anni lo eravamo solo di nome, lo eravamo solo per finta. Abbiamo tollerato il divorzio, l'aborto, l'eutanasia, le unioni omosessuali, senza sollevare la benché minima obiezione. Molti, come il vescovo McMachon di Liverpool, come il cardinale Vincent Nichols, a nome del clero inglese, seguitano a tacere: e, di fronte ad atti di eutanasia conclamata, non solo tacciono, ma si felicitano con le autorità ospedaliere e ringraziano i giudici dei tribunali che hanno decretato la sospensione delle cure che tenevano in vita un bambino gravemente malato. Abbiamo tollerato i centri commerciali, aperti la domenica, e le famiglie che, invece di andare in chiesa (a fare cosa, poi? ad ascoltare gli sproloqui di qualche prete modernista, ad assistere alle esibizioni pagliaccesche di qualche monsignore narcisista e demagogo?) si sprofondassero nel consumismo domenicaledoppiamente diabolico, perché celebrato nel giorno del Signore. Abbiamo tollerato tante di quelle cose oscene, perverse, immorali, come se fossero normali, che quasi non riusciamo più ad accorgerci fino a che punto ci siamo allontanati da Dio.
Ora qualcuno di noi pensa, mestamente, che Dio ci ha abbandonati. E invece siamo stati noi ad abbandonare Lui; se fossimo rimasti stretti a Lui, non sarebbe accaduto tutto questo, ce ne saremmo resi conto per tempo. Ma le cose sono arrivate a questo punto grazie al sonno della nostra fede, al conformismo del nostro cattolicesimo: nostro, e di una buona fetta del clero. Non parliamo dei teologi, conquistati al verbo modernista al novanta per cento: invece di aiutare le fede, sono stati il peggior fattore di tentazione e d'incredulità. Il male che Karl Rahner ha potuto fare alla Chiesa, e che è immenso, incalcolabile, è stato reso possibile da questo progressivo ottundimento della fede, da questo annebbiamento della stessa ragione naturale. Perché perfino la sola ragione naturale avrebbe dovuto metterci in guardia, farci capire che le cose stavano prendendo una piega disastrosa: nemmeno ad essa abbiamo dato ascolto, non abbiamo saputo farne buon uso. Infatti, la ragione naturale basta e avanza per capire che la sodomia non è una buona cosa, e che un "matrimonio" fra due sodomiti è una mostruosità: eppure, il cardinale arcivescovo di Bruxelles, De Kesel, dice che la sodomia è cosa buona e che la Chiesa dovrebbe riconoscere le unioni sodomitiche. Questo è solo uno fra i cento, i mille esempi che potremmo fare per ribadire il medesimo concetto: quel che sta accadendo oggi, sia nella società civile, sia nella Chiesa cattolica, è il risultato del nostro sonno morale e della nostra introiezione di uno spirito non cattolico, contrabbandato per cattolico da pastori falsi e spergiuri.
Il male è partito dal'alto, dai teologi, ma si è diffuso in ogni senso e ha contagiato praticamente tutti, inquinando la purezza della fede. Non c'è fede senza verità, e questo vale a maggior ragione per il cattolicesimo, che ruota intorno alla fede in Gesù Cristo, che di Sé dice: Io sono la via, la verità e la vita. Quel che stiamo vedendo, oggi, è il triste spettacolo di una fede cattolica senza Gesù. Infatti il neoclero ci parla del papa Francesco, della misericordia di Francesco, dell'apertura di Francesco, della simpatia umana di Francesco, della vicinanza ai poveri di Francesco; ci parla delle dichiarazioni di Sosa, Paglia e Galantino; ci parla per bocca di Enzo Bianchi, Andrea Grillo e Vito Mancuso. Ma non ci parla più di Gesù Cristo, o, se ce ne parla, lo fa senza la vera dottrina, e quindi falsificandone le Parole. In un certo senso, lo dobbiamo ringraziare: finalmente saremo spinti a ignorare il chiasso delle voci illegittime, per tornare ad ascoltare la sola voce che conta: quella di Gesù Cristo, che per troppo tempo non ha trovato ascolto da parte nostra.

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Dobbiamo affidarci totalmente a Lui, e a Lui solo



Da dove dobbiamo ripartire?

di Francesco Lamendola
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Cotta al punto giusto?

ECCO IL PIANO DIABOLICO PER UNIFICARE LE CHIESE!


L'articolo che segue è stato tratto inizialmente dal capitolo 17 del libro "Truth is a Lonely Warrior" (La Verità è un Guerriero Solitario) che l'autore stesso ‒ James Perloff ‒ ha scritto e poi riportato sul suo sito.

È una relazione interessante quanto corposa, perciò ha richiesto una traduzione libera ed abbreviata per renderla più accessibile alle esigenze dei lettori, senza peraltro  alterarne  il  contenuto  se  non  con  qualche  osservazione  personale.

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