A seguito delle smentite da parte dei responsabili del Santuario di Fatima circa una cerimonia induista svoltasi all'interno del luogo sacro, la rivista Catholic Family News è riuscita ad ottenere una copia del servizio televisivo mandato in onda dall'emittente portoghese Sic Television riguardante tale cerimonia 1. Questo sacrilegio ha avuto luogo a Fatima il 5 Maggio 2004, con la benedizione del rettore del Santuario Mons. Luciano Guerra, e del Vescovo di Leira-Fatima Mons. Serafim de Sousa Ferreira e Silva.
Mons. Luciano Guerra Mons. de Sousa
L'induismo, una delle più antiche religioni, è caratterizzato, come il paganesimo greco-romano, da una moltitudine di divinità adorate:
-
sotto l'aspetto di vita e di santità: emanazione del «dio buono»;
-
e di distruzione e di morte: emanazione del «dio cattivo».
Un giovane indù ha spiegato che «poiché ogni induista crede che tutti gli esseri umani siano membri di una stessa famiglia, è normale per noi vedere tutte le manifestazioni di Dio, ivi compresa la Madonna di Fatima, come una manifestazione dello stesso dio». Così dunque, gli induisti non onorano la Madonna di Fatima, ma una manifestazione del loro dio pagano. Secondo il commento del giornalista della Sic Television, una tale abominazione è stata «un momento unico e inaudito nella storia del santuario»! Papa Pio XI (1857-1939), consacrando l'umanità al Sacro Cuore di Gesù, pregò per la conversione di tutti coloro che non sono membri del Corpo Mistico. Egli chiese a Nostro Signore: «Siate il Re di tutti coloro che sono immersi nelle tenebre dell'idolatria» 2. Ed è questa idolatria che ora viene praticata a Fatima, profanando il Santuario! Gli induisti sono venuti a Fatima con una mappa di tutti i luoghi in cui pretendono di trovare le «vibrazioni di santità»!.... La Catholic Family News ha riferito di questo nuovo e sorprendente orientamento manifestatosi durante un Congresso interreligioso tenutosi a Fatima nell'ottobre del 20033: «Non abbiamo smesso di ripetere e di mettere in guardia che queste profanazioni sarebbero diventate inevitabili se i cattolici non avessero opposto resistenza a questo nuovo programma ecumenico, frutto avvelenato della libertà religiosa e del Concilio Vaticano II»! Come ci si poteva aspettare, i responsabili della «nuova Fatima», comePadre Robert J. Fox, hanno ridicolizzato i nostri sforzi e hanno tentato di dissuadere i fedeli dal prenderci sul serio. Così, lo stesso Padre Fox, il 25 aprile 2004, parlando davanti alle telecamere dell'emittente cattolica EWTN, ha preteso che si trattasse solamente «di invenzioni», che conosceva personalmente il rettore del Santuario, Mons. Guerra, il quale non avrebbe mai permesso che avesse luogo in quel luogo sacro una cerimonia interreligiosa... E meno di quindici giorni dopo, EWTN mostrò la profanazione del Santuario di Fatima avvenuta per mezzo di un rituale pagano, con la benedizione del rettore Mons. Guerra e del Vescovo di Leira-Fatima... Papa Leone XIII (1810-1903), nel solco dei suoi predecessori, dichiarò: «È chiaro che una società costituita su queste basi deve assolutamente soddisfare ai molti e solenni doveri che la stringono a Dio con pubbliche manifestazioni di culto» 4.
Papa Pio XI Padre Robert J. Fox Papa Leone XIII
L'induismo è il culto dei falsi déi, e dunque dei demoni: spaventosa responsabilità del rettore e del Vescovo del luogo!... Scrive Pio XI: «E a poco a poco la religione cristiana fu uguagliata con altre religioni false eindecorosamente abbassata al livello di queste» 5. Allo stesso modo, Leone XIII insegna: «Pertanto, la giustizia e la ragione vietano che lo Stato sia ateo o che – cadendo di nuovo nell'ateismo – conceda la stessa desiderata cittadinanza a tutte le cosiddette religioni, e gli stessi diritti ad ognuna indistintamente» 6. Così «l'uguaglianza» di cui parla Mons. Guerra, e «il fondo comune» da cui verrebbero le diverse religioni, sono contrari alla verità cattolica. Mons. Guerra e il Vescovo di LeiraFatima sono colpevoli di un enorme scandalo. I loro comportamenti e le loro dichiarazioni lasciano intendere che i poveri induisti, soggiogati dalla schiavitù delle religioni pagane, possono piacere a Dio così come sono! Ciò è in contraddizione con la volontà manifestata da Cristo stesso che ha detto: «Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14, 6); «Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16, 16). Gli induisti rifiutano Gesù Cristo. Non si interessano né al battesimo, né alle verità rivelate da Dio. Il rettore e il Vescovo incoraggiano questa indifferenza. Con il loro cattivo esempio, essi hanno scandalizzato non solo gli induisti, ma anche tutti coloro che hanno osservato il loro atteggiamento. «Lo scandalo - dice San Tommaso d'Aquino (1225-1274) - è una parola o un atto che provoca la rovina spirituale del prossimo».San Leone (390-461) definisce gli autori dello scandalo come «degli omicidi che non uccidono il corpo, ma l'anima».San Bernardo (1090-1153) dice che ai peccatori, in generale, la Sacra Scrittura offre una speranza di conversione e di perdono, ma che lo Spirito Santo parla di coloro che scandalizzano come di persone che si sono separate da Dio, la cui salvezza sarà assai difficile 7.
San Tommaso San Leone Magno San Bernardo
Comprendiamo l'accecamento spirituale di queste persone che persistono nell'apostasia, malgrado l'oltraggio fatto ai cattolici. Tuttavia, dobbiamo pregare per loro. E che dire degli stessi induisti? Vengono a Fatima perché percepiscono un'«energia divina» e «vibrazioni di santità». «I membri di tutte le religioni onorano lo stesso dio e fanno parte della stessa famiglia globale». È il linguaggio del paganesimo, e non quello della fede rivelata. «Le sante vibrazioni» sono ciò che gli induisti chiamano shakti; ed essi si recano in diversi luoghi per captarle. Essi si recano nelle località dove ha vissuto il Mahatma Gandhi (1869-1948) 8, in presenza del Dalai Lama, o di Giovanni Paolo II (1920-2005) affinché conferiscano loro il darshan, l'influenza positiva che sgorga in presenza di un sant'uomo. Le loro azioni e le loro parole provengono dalla profonda superstizione del paganesimo e non della fede rivelata da Cristo. Dunque, non vengono a Fatima per diventare cattolici, ma per seguire i loro miti e le loro superstizioni pagane. E ciò in uno dei luoghi più sacri del cattolicesimo. Questo non è onorare la Madre di Dio, ma bestemmiarla, è metterla allo stesso livello di qualsiasi dea del loro pantheon demoniaco.«Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele»? (2Cor, 6, 15). Alla fine della loro visita, gli induisti hanno offerto a Mons. Guerra e al Vescovo di Fatima un scialle sul quale erano stampati alcuni versetti della Bhagavad Gita. Questo libro contiene una storia che illustra il principio fondamentale dell'induismo: «Un guerriero, Arjuna, alla vigilia di una grande battaglia temeva perché sapeva che avrebbe dovuto uccidere i suoi amici, i suoi genitori e i suoi professori [...]. Il cocchiere del carro di Arjuna - in realtà il dio Krishna travestito - gli disse di non temere per questa futura battaglia perché niente era reale; nessuno stava per morire: tutta la vita è solamente un'illusione! [...]. Allora Arjuna riprese fiducia in questo terribile combattimento, tenendolo per il suo dharma; si ripromise di fare a pezzi i genitori e gli amici: in realtà, nessuno muore! L'induismo è una conchiglia di noce: voi siete dio: tutto il resto è solamente illusione»! I cattolici che sono stati testimoni di queste abominazioni a Fatima avrebbero potuto augurarsi che anch'esse fossero solo un'illusione, e che tutto non fosse realmente accaduto! Purtroppo questa è la triste realtà. Essi devono ricordarsi di queste abominazioni inflitte alla Chiesa e a Fatima, e pregare per la conversione dei colpevoli che hanno consegnato la cappella della Madonna di Fatima agli adepti di una religione che ha per dio il diavolo. In conclusione, coloro che hanno organizzato o permesso queste cerimonie sacrileghe, e che continuano a farlo, non sono più cattolici. Sono usciti dalla Chiesa, una santa, cattolica e apostolica, per costituire una sètta conciliare ecumenico-sincretista. «Se qualcuno viene a voi e non reca questa dottrina non lo ricevete in casa e non lo salutate; perché chi lo saluta partecipa alle malvagie opere di lui» (2 Gv10, 11).
Ecco alcuni fotogrammi estratti dal filmato che illustrano l'evento ecumenico.
Il 5 maggio 2004, la stazione portheghese SIC Televisionannuncia un'«eccezionale esperienza ecumenica»: un rito induista all'interno del Santuario di Fatima.
Preghiera del mattino al tempio Radha Krishna di Lisbona.
«Tutte le invocazioni dei pagani sono abominevoli agli occhi di Dio in quanto tutti i loro dèi sono demoni» (così San Francesco Saverio).
Una giovane induista ci spiega l'importanza dei loro diversi dèi.
Una sessantina di induisti in pullman verso Fatima.
L'arrivo al Santuario mariano.
Gli induisti offrono fiori. Per essi, la Madonna
di Fatima è una delle tante divinità.
Lo speaker della SIC Television commenta:
«È un'avvenimento unico nella storia del Santuario».
Il sacerdote induista, il shastri, recita all'altare cattolico
il Shanti Pa, la preghiera per la pace.
Il rituale induista - una cerimonia dedicata a false divinità - profana il Santuario di Fatima, rendendo necessaria per la cappella una riconciliazione (o riconsacrazione).
Al termine della cerimonia, la comunità induista residente
in Portogallo espleta le sue devozioni.
Il rettore del Santuario, Mons. Guerra, parla favorevolmente
del culto induista a Fatima.
Traversata della spianata per incontrare il Vescovo
presso la residenza del rettore.
L'accoglienza del Vescovo di Fatima. Commenta il giornalista della SIC Television: «I pellegrini induisti vengono ricevuti come una delegazione: un atteggiamento straordinario».
«Tale attitudine può essere interpretata come un invito per altre visite: probabilmente, la profanazione verrà ripetuta». Nella sala dove ha luogo l'incontro è presente un plastico della nuova Basilica interreligiosa che verrà edificata a Fatima, un vero e proprio pantheon universale.
Il Vescovo di Fatima dichiara:
«Non vogliamo essere dei fondamentalisti».
Il rettore del Santuario, Mons. Guerra, riceve dagli induisti uno scialle ricoperto di versetti della Bhagavad Gita, il libro sacro dell'induismo, la cui dottrina si basa sul concetto che la realtà non è che un'illusione.
Anche il Vescovo di Fatima riceve in dono uno
scialle ricoperto di versetti della mitologia pagana.
APPENDICE
GIOVANNI PAOLO II E IL SEGNO
DELLA GRANDE INIZIAZIONE SCIVAITA
Chi non ha mai visto la fotografia di Giovanni Paolo II mentre si fà segnare in fronte da una sacerdotessa induista il 2 febbraio del 1986 nello stadio di Bombay? Si tratta del marchio che si imprimono gli adoratori di una divinità induista, Shiva, il dio della distruzione e della riproduzione, il segno del Tilak (il Terzo Occhio), il tridente di sangue, il segno della grande iniziazione shivaita! Questo segno viene tracciato, secondo il rito, usando polvere rossa. Il nomeTilak deriva dal bramino Bal Gangadhar Tilak (1856-1920), il quale ha contribuito a diffondere questa religione politeista che utilizza il sentimento religioso per far passare ogni tipo di aberrazione, nel senso di una vera magia assortita di «sacra dissolutezza».
Il Tilak Bal Gangadhar Tilak
Come ogni religione, l'induismo ha i suoi riti, e quello cui si è prestato Giovanni Paolo II è un vero rito iniziatico, vale a dire un rito sacramentale che veicola un'influenza demoniaca. La foto di questa cerimonia rituale è stata diffusa un po' ovunque. Si tratta di un fatto che non può essere ignorato. Ma ciò che si può ignorare è il vero significato di un avvenimento che non si è mai verificato in tutta la storia della Chiesa! Occorre innanzitutto sapere che la divinità chiamata Shiva è legata al tantrismo, una vera abominazione di «sacra dissolutezza». Mons. Léon Meurin (1825-1995), nel suo libro intitolato La Franc-maçonnerie, synagogue de Satan («La Massoneria, sinagoga di Satana»), scrive a proposito di questo dio induista: «L'adorazione di Shiva si sviluppò assai rapidamente nell'abominevole culto del fallo, che ritroviamo tale e quale, insieme alla dottrina indo-persiano-cabalistica, nella Massoneria, e soprattutto nelle sue Logge di adozione» 9. Non c'è niente di più pericoloso dei riti impiegati dalle religioni pagane che veicolano la famosa «influenza spirituale» (diabolica) di cui parla René Guénon (1886-1951), e che portano il nome di «riti iniziatici», perché fanno «passare» le anime da un universo all'altro. Il maestro nell'arte luciferina che abbiamo appena evocato, e che ha studiato in modo particolare l'induismo, ha scritto a proposito del rito iniziatico: «Esso è sempre efficace quando è compiuto regolarmente; poco importa che il suo effetto sia immediato o differito. Vale sempre e non si rinnova mai» 10. L'autore che cita René Guénon è, sotto pseudonimo, Padre Antonio Catry s.j., un grande specialista di demologia. Il rito del segno di Shiva è un vero rito sacramentale; non si tratta di una metafora (ma di una rigorosa realtà) in quanto è il segno sensibile di un'azione invisibile corrispondente ad un'influenza di «grazia», ma di una grazia che non può venire da Dio. Siamo in piena magia. In modo generale, i riti delle religioni pagane sono solamente la contraffazione dei Sacramenti divini. Anche in questo caso, come sempre, Satana si rivela la scimmia di Dio. La Massoneria, che subisce la potente influenza del kabbalah ebraica, conosce l'importanza di un segno diabolico sulla fronte. Fin dal 3º Grado, quello di Maestro, l'iniziato viene colpito alla fronte affinché sia espresso ritualmente il dominio di Satana su tutta la sua persona, corpo e anima, diventando in tal modo un servo di Lucifero al quale deve ubbidire come un cadavere (perinde ac cadaver). Non si può evitare di pensare al Marchio della Bestia in fronte di cui parla il Libro dell'Apocalisse. Così, sulla fronte battezzata, cresimata e consacrata di Giovanni Paolo II il demonio ha impresso il propria marchio sotto forma di un segno shivaita, tracciato con la polvere rossa come vuole il rituale induista! Ma, si dirà, il rito a quale si è prestato Karol Wojtyla non aveva per lui alcun significato diabolico; questo rito sarebbe stato efficace all'insaputa di chi lo ha ricevuto? La risposta a questa domanda si trova in un libro diCharles Nicoullaud (1854-1925), intitolata L'initiation dans les sociétés secrètes: les initiation maçonnique(«L'iniziazione nelle società segrete: l'iniziazione massonica), con la prefazione di Mons. Ernest Jouin (1844-1932), il fondatore della prestigiosa Revue internationale des Sociétés Secrètes (RISS).
La Franc-maçonnerie... René Guénon La RISS
Scrive Nicollaud: «I "sacramenti" del maligno, esattamente come quelli della santa Chiesa, agiscono in un certo senso "ex opere operato", ossia da sé stessi, anche se l'adepto ignora il fatto che viene operato in lui, spesso a sua insaputa, un vero patto con Satana» 11. Lo stesso autore afferma ancora: «Poiché la materia dei "sacramenti" di Satana (come la polvere rossa del Tilak) è ridicola, lo sono anche i segni di un patto più o meno tacito tra lui e gli uomini ragionevoli che li ricevono volontariamente e liberamente. I malefici agiscono anche quando la vittima non è cosciente di riceverli» 12. È della massima importanza rendersi conto che l'intenzione non modifica gli effetti del rito. Così, anche se Giovanni Paolo II non ha visto nel segno del Tilak che una forma di saluto o di convivialità, non di meno egli ha certamente subito l'effetto di questo rito idolatrico, effetto che potrebbe aver influito su tutta la sua vita, ivi compreso il suo ufficio all'interno della Chiesa. Per sottrarsi all'influenza diabolica trasmessa da un rito iniziatico (i «sacramenti» del diavolo), occorre «prendere coscienza della gravità dell'atto compiuto e agire perciò in conseguenza» al prezzo dei più faticosi sacrifici, mortificazioni e preghiere espiatorie 13. Nel caso di Giovanni Paolo II, dato che si è sottoposto ad un rito idolatrico di fronte al mondo intero, sarebbe stato necessario da parte sua un atto di riparazione pubblica... La conclusione si impone da sé: non ci si può burlare in questo modo dei Santi martiri che hanno preferito sacrificare la loro vita - e a che prezzo! - piuttosto che compiere atti di idolatria. Giovanni Paolo II è diventato la vergogna di questi martiri, così com'è diventato la vergogna della santa Chiesa, la quale condanna i riti idolatrici, essendo gli dèi delle religioni pagane nient'altro che demoni, come afferma d'altronde la stessa Sacra Scrittura (Sl 95, 5). Egli è divenuto la vergogna di Cristo, essendosi presentato come il Suo vicario in Terra, tenendo nella mano destra il pastorale sormontato dal crocifisso mentre riceveva sorridente il segno dell'idolatria. In una parola, è divenuto la vergogna di Dio stesso, e ciò, lo ripetiamo, in faccia al mondo intero. Praticando l'idolatria e rinnegando pubblicamente la fede, qualunque sia stata la sua intenzione, Giovanni Paolo II ha dato prova della nullità della sua elezione, poiché Nostro Signore ha promesso a Pietro e ai suoi successori che non avrebbero mai errato in materia di fede.
NOTE
1 Traduzione dall'originale francese Sacrilège a Notre-Dame de Fatima («Sacrilegio a Nostra Signora di Fatima», Éditions Saint-Remi), a cura di Paolo Baroni.
2 Dall'Atto di Consacrazione del Genere Umano al Sacro Cuore di Gesù che Pio XI pubblicò l'11 dicembre 1925 insieme all'EnciclicaQuas Primas, sulla Regalità di Cristo.
3 Cfr. J. Vennari, «Fatima deviendra-t il un sanctuaire interreligieux? Un compte-rendu de celui qui était là» («Fatima diventerà un santuario interreligioso? Un resoconto di chi c'era»), in CFN, dicembre 2003.
4 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Immortale Dei, 1º novembre 1885.
5 Cfr. Pio XI, Lettera Enciclica Quas Primas, dell'11 dicembre 1925.
6 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Libertas, 20 giugno 1888.
7 Citazioni estratte del sermone di Sant'Alfonso Maria de Liguori «Sullo scandalo».
8 Gandhi era tutt'altro che santo essendo un teosofo e avendo praticato in gioventù l'omosessualità... (N.d.T.).
9 Cfr. Mons. L. Meurin, La franc-maçonnerie, synagogue de Satan, pag. 21. Le Logge di adozione sono esclusivamente femminili.
10 Cfr. «René Guénon: une super-religion pour initiés» («Rèné Guénon: un super-religione per iniziati»), in Permanences, novembre 1996.
11 Cfr. C. Nicollaud, L'initiation dans les sociétés secrètes: les initiation maçonnique, pag. 223.
12 Ibid., pagg. 217-218.
13 Ibid., pagg. 217-218.
http://www.crisidellachiesa.com/articoli/ecumenismo/sacrilegio_fatima/sacrilegio_a_fatima_pagina.htm
Index Fatimorvm Prohibithorvm IV
Primo post della serie: Index Fatimorvm Prohibithorvm
Secondo ´post della serie: Index Fatimorvm Prohibithorvm II
Terzo post della serie: Index Fatimorvm Prohibithorvm III
A seguito delle smentite da parte dei responsabili del Santuario di Fatima circa una cerimonia induista svoltasi all'interno del luogo sacro, la rivista Catholic Family News è riuscita ad ottenere una copia del servizio televisivo mandato in onda dall'emittente portoghese Sic Television riguardante tale cerimonia 1. Questo sacrilegio ha avuto luogo a Fatima il 5 Maggio 2004, con la benedizione del rettore del Santuario Mons. Luciano Guerra, e del Vescovo di Leira-Fatima Mons. Serafim de Sousa Ferreira e Silva.
Mons. Luciano Guerra Mons. de Sousa
L'induismo, una delle più antiche religioni, è caratterizzato, come il paganesimo greco-romano, da una moltitudine di divinità adorate:
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sotto l'aspetto di vita e di santità: emanazione del «dio buono»;
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e di distruzione e di morte: emanazione del «dio cattivo».
Un giovane indù ha spiegato che «poiché ogni induista crede che tutti gli esseri umani siano membri di una stessa famiglia, è normale per noi vedere tutte le manifestazioni di Dio, ivi compresa la Madonna di Fatima, come una manifestazione dello stesso dio». Così dunque, gli induisti non onorano la Madonna di Fatima, ma una manifestazione del loro dio pagano. Secondo il commento del giornalista della Sic Television, una tale abominazione è stata «un momento unico e inaudito nella storia del santuario»! Papa Pio XI (1857-1939), consacrando l'umanità al Sacro Cuore di Gesù, pregò per la conversione di tutti coloro che non sono membri del Corpo Mistico. Egli chiese a Nostro Signore: «Siate il Re di tutti coloro che sono immersi nelle tenebre dell'idolatria» 2. Ed è questa idolatria che ora viene praticata a Fatima, profanando il Santuario! Gli induisti sono venuti a Fatima con una mappa di tutti i luoghi in cui pretendono di trovare le «vibrazioni di santità»!.... La Catholic Family News ha riferito di questo nuovo e sorprendente orientamento manifestatosi durante un Congresso interreligioso tenutosi a Fatima nell'ottobre del 20033: «Non abbiamo smesso di ripetere e di mettere in guardia che queste profanazioni sarebbero diventate inevitabili se i cattolici non avessero opposto resistenza a questo nuovo programma ecumenico, frutto avvelenato della libertà religiosa e del Concilio Vaticano II»! Come ci si poteva aspettare, i responsabili della «nuova Fatima», comePadre Robert J. Fox, hanno ridicolizzato i nostri sforzi e hanno tentato di dissuadere i fedeli dal prenderci sul serio. Così, lo stesso Padre Fox, il 25 aprile 2004, parlando davanti alle telecamere dell'emittente cattolica EWTN, ha preteso che si trattasse solamente «di invenzioni», che conosceva personalmente il rettore del Santuario, Mons. Guerra, il quale non avrebbe mai permesso che avesse luogo in quel luogo sacro una cerimonia interreligiosa... E meno di quindici giorni dopo, EWTN mostrò la profanazione del Santuario di Fatima avvenuta per mezzo di un rituale pagano, con la benedizione del rettore Mons. Guerra e del Vescovo di Leira-Fatima... Papa Leone XIII (1810-1903), nel solco dei suoi predecessori, dichiarò: «È chiaro che una società costituita su queste basi deve assolutamente soddisfare ai molti e solenni doveri che la stringono a Dio con pubbliche manifestazioni di culto» 4.
Papa Pio XI Padre Robert J. Fox Papa Leone XIII
L'induismo è il culto dei falsi déi, e dunque dei demoni: spaventosa responsabilità del rettore e del Vescovo del luogo!... Scrive Pio XI: «E a poco a poco la religione cristiana fu uguagliata con altre religioni false eindecorosamente abbassata al livello di queste» 5. Allo stesso modo, Leone XIII insegna: «Pertanto, la giustizia e la ragione vietano che lo Stato sia ateo o che – cadendo di nuovo nell'ateismo – conceda la stessa desiderata cittadinanza a tutte le cosiddette religioni, e gli stessi diritti ad ognuna indistintamente» 6. Così «l'uguaglianza» di cui parla Mons. Guerra, e «il fondo comune» da cui verrebbero le diverse religioni, sono contrari alla verità cattolica. Mons. Guerra e il Vescovo di LeiraFatima sono colpevoli di un enorme scandalo. I loro comportamenti e le loro dichiarazioni lasciano intendere che i poveri induisti, soggiogati dalla schiavitù delle religioni pagane, possono piacere a Dio così come sono! Ciò è in contraddizione con la volontà manifestata da Cristo stesso che ha detto: «Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14, 6); «Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16, 16). Gli induisti rifiutano Gesù Cristo. Non si interessano né al battesimo, né alle verità rivelate da Dio. Il rettore e il Vescovo incoraggiano questa indifferenza. Con il loro cattivo esempio, essi hanno scandalizzato non solo gli induisti, ma anche tutti coloro che hanno osservato il loro atteggiamento. «Lo scandalo - dice San Tommaso d'Aquino (1225-1274) - è una parola o un atto che provoca la rovina spirituale del prossimo».San Leone (390-461) definisce gli autori dello scandalo come «degli omicidi che non uccidono il corpo, ma l'anima».San Bernardo (1090-1153) dice che ai peccatori, in generale, la Sacra Scrittura offre una speranza di conversione e di perdono, ma che lo Spirito Santo parla di coloro che scandalizzano come di persone che si sono separate da Dio, la cui salvezza sarà assai difficile 7.
San Tommaso San Leone Magno San Bernardo
Comprendiamo l'accecamento spirituale di queste persone che persistono nell'apostasia, malgrado l'oltraggio fatto ai cattolici. Tuttavia, dobbiamo pregare per loro. E che dire degli stessi induisti? Vengono a Fatima perché percepiscono un'«energia divina» e «vibrazioni di santità». «I membri di tutte le religioni onorano lo stesso dio e fanno parte della stessa famiglia globale». È il linguaggio del paganesimo, e non quello della fede rivelata. «Le sante vibrazioni» sono ciò che gli induisti chiamano shakti; ed essi si recano in diversi luoghi per captarle. Essi si recano nelle località dove ha vissuto il Mahatma Gandhi (1869-1948) 8, in presenza del Dalai Lama, o di Giovanni Paolo II (1920-2005) affinché conferiscano loro il darshan, l'influenza positiva che sgorga in presenza di un sant'uomo. Le loro azioni e le loro parole provengono dalla profonda superstizione del paganesimo e non della fede rivelata da Cristo. Dunque, non vengono a Fatima per diventare cattolici, ma per seguire i loro miti e le loro superstizioni pagane. E ciò in uno dei luoghi più sacri del cattolicesimo. Questo non è onorare la Madre di Dio, ma bestemmiarla, è metterla allo stesso livello di qualsiasi dea del loro pantheon demoniaco.«Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele»? (2Cor, 6, 15). Alla fine della loro visita, gli induisti hanno offerto a Mons. Guerra e al Vescovo di Fatima un scialle sul quale erano stampati alcuni versetti della Bhagavad Gita. Questo libro contiene una storia che illustra il principio fondamentale dell'induismo: «Un guerriero, Arjuna, alla vigilia di una grande battaglia temeva perché sapeva che avrebbe dovuto uccidere i suoi amici, i suoi genitori e i suoi professori [...]. Il cocchiere del carro di Arjuna - in realtà il dio Krishna travestito - gli disse di non temere per questa futura battaglia perché niente era reale; nessuno stava per morire: tutta la vita è solamente un'illusione! [...]. Allora Arjuna riprese fiducia in questo terribile combattimento, tenendolo per il suo dharma; si ripromise di fare a pezzi i genitori e gli amici: in realtà, nessuno muore! L'induismo è una conchiglia di noce: voi siete dio: tutto il resto è solamente illusione»! I cattolici che sono stati testimoni di queste abominazioni a Fatima avrebbero potuto augurarsi che anch'esse fossero solo un'illusione, e che tutto non fosse realmente accaduto! Purtroppo questa è la triste realtà. Essi devono ricordarsi di queste abominazioni inflitte alla Chiesa e a Fatima, e pregare per la conversione dei colpevoli che hanno consegnato la cappella della Madonna di Fatima agli adepti di una religione che ha per dio il diavolo. In conclusione, coloro che hanno organizzato o permesso queste cerimonie sacrileghe, e che continuano a farlo, non sono più cattolici. Sono usciti dalla Chiesa, una santa, cattolica e apostolica, per costituire una sètta conciliare ecumenico-sincretista. «Se qualcuno viene a voi e non reca questa dottrina non lo ricevete in casa e non lo salutate; perché chi lo saluta partecipa alle malvagie opere di lui» (2 Gv10, 11).
Ecco alcuni fotogrammi estratti dal filmato che illustrano l'evento ecumenico.
Il 5 maggio 2004, la stazione portheghese SIC Televisionannuncia un'«eccezionale esperienza ecumenica»: un rito induista all'interno del Santuario di Fatima.
Preghiera del mattino al tempio Radha Krishna di Lisbona.
«Tutte le invocazioni dei pagani sono abominevoli agli occhi di Dio in quanto tutti i loro dèi sono demoni» (così San Francesco Saverio).
Una giovane induista ci spiega l'importanza dei loro diversi dèi.
Una sessantina di induisti in pullman verso Fatima.
L'arrivo al Santuario mariano.
Gli induisti offrono fiori. Per essi, la Madonna
di Fatima è una delle tante divinità.
Lo speaker della SIC Television commenta:
«È un'avvenimento unico nella storia del Santuario».
Il sacerdote induista, il shastri, recita all'altare cattolico
il Shanti Pa, la preghiera per la pace.
Il rituale induista - una cerimonia dedicata a false divinità - profana il Santuario di Fatima, rendendo necessaria per la cappella una riconciliazione (o riconsacrazione).
Al termine della cerimonia, la comunità induista residente
in Portogallo espleta le sue devozioni.
Il rettore del Santuario, Mons. Guerra, parla favorevolmente
del culto induista a Fatima.
Traversata della spianata per incontrare il Vescovo
presso la residenza del rettore.
L'accoglienza del Vescovo di Fatima. Commenta il giornalista della SIC Television: «I pellegrini induisti vengono ricevuti come una delegazione: un atteggiamento straordinario».
«Tale attitudine può essere interpretata come un invito per altre visite: probabilmente, la profanazione verrà ripetuta». Nella sala dove ha luogo l'incontro è presente un plastico della nuova Basilica interreligiosa che verrà edificata a Fatima, un vero e proprio pantheon universale.
Il Vescovo di Fatima dichiara:
«Non vogliamo essere dei fondamentalisti».
Il rettore del Santuario, Mons. Guerra, riceve dagli induisti uno scialle ricoperto di versetti della Bhagavad Gita, il libro sacro dell'induismo, la cui dottrina si basa sul concetto che la realtà non è che un'illusione.
Anche il Vescovo di Fatima riceve in dono uno
scialle ricoperto di versetti della mitologia pagana.
APPENDICE
GIOVANNI PAOLO II E IL SEGNO
DELLA GRANDE INIZIAZIONE SCIVAITA
Chi non ha mai visto la fotografia di Giovanni Paolo II mentre si fà segnare in fronte da una sacerdotessa induista il 2 febbraio del 1986 nello stadio di Bombay? Si tratta del marchio che si imprimono gli adoratori di una divinità induista, Shiva, il dio della distruzione e della riproduzione, il segno del Tilak (il Terzo Occhio), il tridente di sangue, il segno della grande iniziazione shivaita! Questo segno viene tracciato, secondo il rito, usando polvere rossa. Il nomeTilak deriva dal bramino Bal Gangadhar Tilak (1856-1920), il quale ha contribuito a diffondere questa religione politeista che utilizza il sentimento religioso per far passare ogni tipo di aberrazione, nel senso di una vera magia assortita di «sacra dissolutezza».
Il Tilak Bal Gangadhar Tilak
Come ogni religione, l'induismo ha i suoi riti, e quello cui si è prestato Giovanni Paolo II è un vero rito iniziatico, vale a dire un rito sacramentale che veicola un'influenza demoniaca. La foto di questa cerimonia rituale è stata diffusa un po' ovunque. Si tratta di un fatto che non può essere ignorato. Ma ciò che si può ignorare è il vero significato di un avvenimento che non si è mai verificato in tutta la storia della Chiesa! Occorre innanzitutto sapere che la divinità chiamata Shiva è legata al tantrismo, una vera abominazione di «sacra dissolutezza». Mons. Léon Meurin (1825-1995), nel suo libro intitolato La Franc-maçonnerie, synagogue de Satan («La Massoneria, sinagoga di Satana»), scrive a proposito di questo dio induista: «L'adorazione di Shiva si sviluppò assai rapidamente nell'abominevole culto del fallo, che ritroviamo tale e quale, insieme alla dottrina indo-persiano-cabalistica, nella Massoneria, e soprattutto nelle sue Logge di adozione» 9. Non c'è niente di più pericoloso dei riti impiegati dalle religioni pagane che veicolano la famosa «influenza spirituale» (diabolica) di cui parla René Guénon (1886-1951), e che portano il nome di «riti iniziatici», perché fanno «passare» le anime da un universo all'altro. Il maestro nell'arte luciferina che abbiamo appena evocato, e che ha studiato in modo particolare l'induismo, ha scritto a proposito del rito iniziatico: «Esso è sempre efficace quando è compiuto regolarmente; poco importa che il suo effetto sia immediato o differito. Vale sempre e non si rinnova mai» 10. L'autore che cita René Guénon è, sotto pseudonimo, Padre Antonio Catry s.j., un grande specialista di demologia. Il rito del segno di Shiva è un vero rito sacramentale; non si tratta di una metafora (ma di una rigorosa realtà) in quanto è il segno sensibile di un'azione invisibile corrispondente ad un'influenza di «grazia», ma di una grazia che non può venire da Dio. Siamo in piena magia. In modo generale, i riti delle religioni pagane sono solamente la contraffazione dei Sacramenti divini. Anche in questo caso, come sempre, Satana si rivela la scimmia di Dio. La Massoneria, che subisce la potente influenza del kabbalah ebraica, conosce l'importanza di un segno diabolico sulla fronte. Fin dal 3º Grado, quello di Maestro, l'iniziato viene colpito alla fronte affinché sia espresso ritualmente il dominio di Satana su tutta la sua persona, corpo e anima, diventando in tal modo un servo di Lucifero al quale deve ubbidire come un cadavere (perinde ac cadaver). Non si può evitare di pensare al Marchio della Bestia in fronte di cui parla il Libro dell'Apocalisse. Così, sulla fronte battezzata, cresimata e consacrata di Giovanni Paolo II il demonio ha impresso il propria marchio sotto forma di un segno shivaita, tracciato con la polvere rossa come vuole il rituale induista! Ma, si dirà, il rito a quale si è prestato Karol Wojtyla non aveva per lui alcun significato diabolico; questo rito sarebbe stato efficace all'insaputa di chi lo ha ricevuto? La risposta a questa domanda si trova in un libro diCharles Nicoullaud (1854-1925), intitolata L'initiation dans les sociétés secrètes: les initiation maçonnique(«L'iniziazione nelle società segrete: l'iniziazione massonica), con la prefazione di Mons. Ernest Jouin (1844-1932), il fondatore della prestigiosa Revue internationale des Sociétés Secrètes (RISS).
La Franc-maçonnerie... René Guénon La RISS
Scrive Nicollaud: «I "sacramenti" del maligno, esattamente come quelli della santa Chiesa, agiscono in un certo senso "ex opere operato", ossia da sé stessi, anche se l'adepto ignora il fatto che viene operato in lui, spesso a sua insaputa, un vero patto con Satana» 11. Lo stesso autore afferma ancora: «Poiché la materia dei "sacramenti" di Satana (come la polvere rossa del Tilak) è ridicola, lo sono anche i segni di un patto più o meno tacito tra lui e gli uomini ragionevoli che li ricevono volontariamente e liberamente. I malefici agiscono anche quando la vittima non è cosciente di riceverli» 12. È della massima importanza rendersi conto che l'intenzione non modifica gli effetti del rito. Così, anche se Giovanni Paolo II non ha visto nel segno del Tilak che una forma di saluto o di convivialità, non di meno egli ha certamente subito l'effetto di questo rito idolatrico, effetto che potrebbe aver influito su tutta la sua vita, ivi compreso il suo ufficio all'interno della Chiesa. Per sottrarsi all'influenza diabolica trasmessa da un rito iniziatico (i «sacramenti» del diavolo), occorre «prendere coscienza della gravità dell'atto compiuto e agire perciò in conseguenza» al prezzo dei più faticosi sacrifici, mortificazioni e preghiere espiatorie 13. Nel caso di Giovanni Paolo II, dato che si è sottoposto ad un rito idolatrico di fronte al mondo intero, sarebbe stato necessario da parte sua un atto di riparazione pubblica... La conclusione si impone da sé: non ci si può burlare in questo modo dei Santi martiri che hanno preferito sacrificare la loro vita - e a che prezzo! - piuttosto che compiere atti di idolatria. Giovanni Paolo II è diventato la vergogna di questi martiri, così com'è diventato la vergogna della santa Chiesa, la quale condanna i riti idolatrici, essendo gli dèi delle religioni pagane nient'altro che demoni, come afferma d'altronde la stessa Sacra Scrittura (Sl 95, 5). Egli è divenuto la vergogna di Cristo, essendosi presentato come il Suo vicario in Terra, tenendo nella mano destra il pastorale sormontato dal crocifisso mentre riceveva sorridente il segno dell'idolatria. In una parola, è divenuto la vergogna di Dio stesso, e ciò, lo ripetiamo, in faccia al mondo intero. Praticando l'idolatria e rinnegando pubblicamente la fede, qualunque sia stata la sua intenzione, Giovanni Paolo II ha dato prova della nullità della sua elezione, poiché Nostro Signore ha promesso a Pietro e ai suoi successori che non avrebbero mai errato in materia di fede.
NOTE
1 Traduzione dall'originale francese Sacrilège a Notre-Dame de Fatima («Sacrilegio a Nostra Signora di Fatima», Éditions Saint-Remi), a cura di Paolo Baroni.
2 Dall'Atto di Consacrazione del Genere Umano al Sacro Cuore di Gesù che Pio XI pubblicò l'11 dicembre 1925 insieme all'EnciclicaQuas Primas, sulla Regalità di Cristo.
3 Cfr. J. Vennari, «Fatima deviendra-t il un sanctuaire interreligieux? Un compte-rendu de celui qui était là» («Fatima diventerà un santuario interreligioso? Un resoconto di chi c'era»), in CFN, dicembre 2003.
4 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Immortale Dei, 1º novembre 1885.
5 Cfr. Pio XI, Lettera Enciclica Quas Primas, dell'11 dicembre 1925.
6 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Libertas, 20 giugno 1888.
7 Citazioni estratte del sermone di Sant'Alfonso Maria de Liguori «Sullo scandalo».
8 Gandhi era tutt'altro che santo essendo un teosofo e avendo praticato in gioventù l'omosessualità... (N.d.T.).
9 Cfr. Mons. L. Meurin, La franc-maçonnerie, synagogue de Satan, pag. 21. Le Logge di adozione sono esclusivamente femminili.
10 Cfr. «René Guénon: une super-religion pour initiés» («Rèné Guénon: un super-religione per iniziati»), in Permanences, novembre 1996.
11 Cfr. C. Nicollaud, L'initiation dans les sociétés secrètes: les initiation maçonnique, pag. 223.
12 Ibid., pagg. 217-218.
13 Ibid., pagg. 217-218.
A seguito delle smentite da parte dei responsabili del Santuario di Fatima circa una cerimonia induista svoltasi all'interno del luogo sacro, la rivista Catholic Family News è riuscita ad ottenere una copia del servizio televisivo mandato in onda dall'emittente portoghese Sic Television riguardante tale cerimonia 1. Questo sacrilegio ha avuto luogo a Fatima il 5 Maggio 2004, con la benedizione del rettore del Santuario Mons. Luciano Guerra, e del Vescovo di Leira-Fatima Mons. Serafim de Sousa Ferreira e Silva.
Mons. Luciano Guerra | Mons. de Sousa |
L'induismo, una delle più antiche religioni, è caratterizzato, come il paganesimo greco-romano, da una moltitudine di divinità adorate:
- sotto l'aspetto di vita e di santità: emanazione del «dio buono»;
- e di distruzione e di morte: emanazione del «dio cattivo».
Un giovane indù ha spiegato che «poiché ogni induista crede che tutti gli esseri umani siano membri di una stessa famiglia, è normale per noi vedere tutte le manifestazioni di Dio, ivi compresa la Madonna di Fatima, come una manifestazione dello stesso dio». Così dunque, gli induisti non onorano la Madonna di Fatima, ma una manifestazione del loro dio pagano. Secondo il commento del giornalista della Sic Television, una tale abominazione è stata «un momento unico e inaudito nella storia del santuario»! Papa Pio XI (1857-1939), consacrando l'umanità al Sacro Cuore di Gesù, pregò per la conversione di tutti coloro che non sono membri del Corpo Mistico. Egli chiese a Nostro Signore: «Siate il Re di tutti coloro che sono immersi nelle tenebre dell'idolatria» 2. Ed è questa idolatria che ora viene praticata a Fatima, profanando il Santuario! Gli induisti sono venuti a Fatima con una mappa di tutti i luoghi in cui pretendono di trovare le «vibrazioni di santità»!.... La Catholic Family News ha riferito di questo nuovo e sorprendente orientamento manifestatosi durante un Congresso interreligioso tenutosi a Fatima nell'ottobre del 20033: «Non abbiamo smesso di ripetere e di mettere in guardia che queste profanazioni sarebbero diventate inevitabili se i cattolici non avessero opposto resistenza a questo nuovo programma ecumenico, frutto avvelenato della libertà religiosa e del Concilio Vaticano II»! Come ci si poteva aspettare, i responsabili della «nuova Fatima», comePadre Robert J. Fox, hanno ridicolizzato i nostri sforzi e hanno tentato di dissuadere i fedeli dal prenderci sul serio. Così, lo stesso Padre Fox, il 25 aprile 2004, parlando davanti alle telecamere dell'emittente cattolica EWTN, ha preteso che si trattasse solamente «di invenzioni», che conosceva personalmente il rettore del Santuario, Mons. Guerra, il quale non avrebbe mai permesso che avesse luogo in quel luogo sacro una cerimonia interreligiosa... E meno di quindici giorni dopo, EWTN mostrò la profanazione del Santuario di Fatima avvenuta per mezzo di un rituale pagano, con la benedizione del rettore Mons. Guerra e del Vescovo di Leira-Fatima... Papa Leone XIII (1810-1903), nel solco dei suoi predecessori, dichiarò: «È chiaro che una società costituita su queste basi deve assolutamente soddisfare ai molti e solenni doveri che la stringono a Dio con pubbliche manifestazioni di culto» 4.
Papa Pio XI | Padre Robert J. Fox | Papa Leone XIII |
L'induismo è il culto dei falsi déi, e dunque dei demoni: spaventosa responsabilità del rettore e del Vescovo del luogo!... Scrive Pio XI: «E a poco a poco la religione cristiana fu uguagliata con altre religioni false eindecorosamente abbassata al livello di queste» 5. Allo stesso modo, Leone XIII insegna: «Pertanto, la giustizia e la ragione vietano che lo Stato sia ateo o che – cadendo di nuovo nell'ateismo – conceda la stessa desiderata cittadinanza a tutte le cosiddette religioni, e gli stessi diritti ad ognuna indistintamente» 6. Così «l'uguaglianza» di cui parla Mons. Guerra, e «il fondo comune» da cui verrebbero le diverse religioni, sono contrari alla verità cattolica. Mons. Guerra e il Vescovo di LeiraFatima sono colpevoli di un enorme scandalo. I loro comportamenti e le loro dichiarazioni lasciano intendere che i poveri induisti, soggiogati dalla schiavitù delle religioni pagane, possono piacere a Dio così come sono! Ciò è in contraddizione con la volontà manifestata da Cristo stesso che ha detto: «Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14, 6); «Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16, 16). Gli induisti rifiutano Gesù Cristo. Non si interessano né al battesimo, né alle verità rivelate da Dio. Il rettore e il Vescovo incoraggiano questa indifferenza. Con il loro cattivo esempio, essi hanno scandalizzato non solo gli induisti, ma anche tutti coloro che hanno osservato il loro atteggiamento. «Lo scandalo - dice San Tommaso d'Aquino (1225-1274) - è una parola o un atto che provoca la rovina spirituale del prossimo».San Leone (390-461) definisce gli autori dello scandalo come «degli omicidi che non uccidono il corpo, ma l'anima».San Bernardo (1090-1153) dice che ai peccatori, in generale, la Sacra Scrittura offre una speranza di conversione e di perdono, ma che lo Spirito Santo parla di coloro che scandalizzano come di persone che si sono separate da Dio, la cui salvezza sarà assai difficile 7.
San Tommaso | San Leone Magno | San Bernardo |
Comprendiamo l'accecamento spirituale di queste persone che persistono nell'apostasia, malgrado l'oltraggio fatto ai cattolici. Tuttavia, dobbiamo pregare per loro. E che dire degli stessi induisti? Vengono a Fatima perché percepiscono un'«energia divina» e «vibrazioni di santità». «I membri di tutte le religioni onorano lo stesso dio e fanno parte della stessa famiglia globale». È il linguaggio del paganesimo, e non quello della fede rivelata. «Le sante vibrazioni» sono ciò che gli induisti chiamano shakti; ed essi si recano in diversi luoghi per captarle. Essi si recano nelle località dove ha vissuto il Mahatma Gandhi (1869-1948) 8, in presenza del Dalai Lama, o di Giovanni Paolo II (1920-2005) affinché conferiscano loro il darshan, l'influenza positiva che sgorga in presenza di un sant'uomo. Le loro azioni e le loro parole provengono dalla profonda superstizione del paganesimo e non della fede rivelata da Cristo. Dunque, non vengono a Fatima per diventare cattolici, ma per seguire i loro miti e le loro superstizioni pagane. E ciò in uno dei luoghi più sacri del cattolicesimo. Questo non è onorare la Madre di Dio, ma bestemmiarla, è metterla allo stesso livello di qualsiasi dea del loro pantheon demoniaco.«Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele»? (2Cor, 6, 15). Alla fine della loro visita, gli induisti hanno offerto a Mons. Guerra e al Vescovo di Fatima un scialle sul quale erano stampati alcuni versetti della Bhagavad Gita. Questo libro contiene una storia che illustra il principio fondamentale dell'induismo: «Un guerriero, Arjuna, alla vigilia di una grande battaglia temeva perché sapeva che avrebbe dovuto uccidere i suoi amici, i suoi genitori e i suoi professori [...]. Il cocchiere del carro di Arjuna - in realtà il dio Krishna travestito - gli disse di non temere per questa futura battaglia perché niente era reale; nessuno stava per morire: tutta la vita è solamente un'illusione! [...]. Allora Arjuna riprese fiducia in questo terribile combattimento, tenendolo per il suo dharma; si ripromise di fare a pezzi i genitori e gli amici: in realtà, nessuno muore! L'induismo è una conchiglia di noce: voi siete dio: tutto il resto è solamente illusione»! I cattolici che sono stati testimoni di queste abominazioni a Fatima avrebbero potuto augurarsi che anch'esse fossero solo un'illusione, e che tutto non fosse realmente accaduto! Purtroppo questa è la triste realtà. Essi devono ricordarsi di queste abominazioni inflitte alla Chiesa e a Fatima, e pregare per la conversione dei colpevoli che hanno consegnato la cappella della Madonna di Fatima agli adepti di una religione che ha per dio il diavolo. In conclusione, coloro che hanno organizzato o permesso queste cerimonie sacrileghe, e che continuano a farlo, non sono più cattolici. Sono usciti dalla Chiesa, una santa, cattolica e apostolica, per costituire una sètta conciliare ecumenico-sincretista. «Se qualcuno viene a voi e non reca questa dottrina non lo ricevete in casa e non lo salutate; perché chi lo saluta partecipa alle malvagie opere di lui» (2 Gv10, 11).
Ecco alcuni fotogrammi estratti dal filmato che illustrano l'evento ecumenico.
Il 5 maggio 2004, la stazione portheghese SIC Televisionannuncia un'«eccezionale esperienza ecumenica»: un rito induista all'interno del Santuario di Fatima.
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Preghiera del mattino al tempio Radha Krishna di Lisbona. |
«Tutte le invocazioni dei pagani sono abominevoli agli occhi di Dio in quanto tutti i loro dèi sono demoni» (così San Francesco Saverio).
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Una giovane induista ci spiega l'importanza dei loro diversi dèi. |
Una sessantina di induisti in pullman verso Fatima. |
L'arrivo al Santuario mariano. |
Gli induisti offrono fiori. Per essi, la Madonna di Fatima è una delle tante divinità. |
Lo speaker della SIC Television commenta: «È un'avvenimento unico nella storia del Santuario». |
Il sacerdote induista, il shastri, recita all'altare cattolico il Shanti Pa, la preghiera per la pace. |
Il rituale induista - una cerimonia dedicata a false divinità - profana il Santuario di Fatima, rendendo necessaria per la cappella una riconciliazione (o riconsacrazione).
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Al termine della cerimonia, la comunità induista residente in Portogallo espleta le sue devozioni. |
Il rettore del Santuario, Mons. Guerra, parla favorevolmente del culto induista a Fatima. |
Traversata della spianata per incontrare il Vescovo presso la residenza del rettore. |
L'accoglienza del Vescovo di Fatima. Commenta il giornalista della SIC Television: «I pellegrini induisti vengono ricevuti come una delegazione: un atteggiamento straordinario».
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«Tale attitudine può essere interpretata come un invito per altre visite: probabilmente, la profanazione verrà ripetuta». Nella sala dove ha luogo l'incontro è presente un plastico della nuova Basilica interreligiosa che verrà edificata a Fatima, un vero e proprio pantheon universale.
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Il Vescovo di Fatima dichiara: «Non vogliamo essere dei fondamentalisti». |
Il rettore del Santuario, Mons. Guerra, riceve dagli induisti uno scialle ricoperto di versetti della Bhagavad Gita, il libro sacro dell'induismo, la cui dottrina si basa sul concetto che la realtà non è che un'illusione.
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Anche il Vescovo di Fatima riceve in dono uno scialle ricoperto di versetti della mitologia pagana. |
APPENDICE
GIOVANNI PAOLO II E IL SEGNO
DELLA GRANDE INIZIAZIONE SCIVAITA
Chi non ha mai visto la fotografia di Giovanni Paolo II mentre si fà segnare in fronte da una sacerdotessa induista il 2 febbraio del 1986 nello stadio di Bombay? Si tratta del marchio che si imprimono gli adoratori di una divinità induista, Shiva, il dio della distruzione e della riproduzione, il segno del Tilak (il Terzo Occhio), il tridente di sangue, il segno della grande iniziazione shivaita! Questo segno viene tracciato, secondo il rito, usando polvere rossa. Il nomeTilak deriva dal bramino Bal Gangadhar Tilak (1856-1920), il quale ha contribuito a diffondere questa religione politeista che utilizza il sentimento religioso per far passare ogni tipo di aberrazione, nel senso di una vera magia assortita di «sacra dissolutezza».
Il Tilak | Bal Gangadhar Tilak |
Come ogni religione, l'induismo ha i suoi riti, e quello cui si è prestato Giovanni Paolo II è un vero rito iniziatico, vale a dire un rito sacramentale che veicola un'influenza demoniaca. La foto di questa cerimonia rituale è stata diffusa un po' ovunque. Si tratta di un fatto che non può essere ignorato. Ma ciò che si può ignorare è il vero significato di un avvenimento che non si è mai verificato in tutta la storia della Chiesa! Occorre innanzitutto sapere che la divinità chiamata Shiva è legata al tantrismo, una vera abominazione di «sacra dissolutezza». Mons. Léon Meurin (1825-1995), nel suo libro intitolato La Franc-maçonnerie, synagogue de Satan («La Massoneria, sinagoga di Satana»), scrive a proposito di questo dio induista: «L'adorazione di Shiva si sviluppò assai rapidamente nell'abominevole culto del fallo, che ritroviamo tale e quale, insieme alla dottrina indo-persiano-cabalistica, nella Massoneria, e soprattutto nelle sue Logge di adozione» 9. Non c'è niente di più pericoloso dei riti impiegati dalle religioni pagane che veicolano la famosa «influenza spirituale» (diabolica) di cui parla René Guénon (1886-1951), e che portano il nome di «riti iniziatici», perché fanno «passare» le anime da un universo all'altro. Il maestro nell'arte luciferina che abbiamo appena evocato, e che ha studiato in modo particolare l'induismo, ha scritto a proposito del rito iniziatico: «Esso è sempre efficace quando è compiuto regolarmente; poco importa che il suo effetto sia immediato o differito. Vale sempre e non si rinnova mai» 10. L'autore che cita René Guénon è, sotto pseudonimo, Padre Antonio Catry s.j., un grande specialista di demologia. Il rito del segno di Shiva è un vero rito sacramentale; non si tratta di una metafora (ma di una rigorosa realtà) in quanto è il segno sensibile di un'azione invisibile corrispondente ad un'influenza di «grazia», ma di una grazia che non può venire da Dio. Siamo in piena magia. In modo generale, i riti delle religioni pagane sono solamente la contraffazione dei Sacramenti divini. Anche in questo caso, come sempre, Satana si rivela la scimmia di Dio. La Massoneria, che subisce la potente influenza del kabbalah ebraica, conosce l'importanza di un segno diabolico sulla fronte. Fin dal 3º Grado, quello di Maestro, l'iniziato viene colpito alla fronte affinché sia espresso ritualmente il dominio di Satana su tutta la sua persona, corpo e anima, diventando in tal modo un servo di Lucifero al quale deve ubbidire come un cadavere (perinde ac cadaver). Non si può evitare di pensare al Marchio della Bestia in fronte di cui parla il Libro dell'Apocalisse. Così, sulla fronte battezzata, cresimata e consacrata di Giovanni Paolo II il demonio ha impresso il propria marchio sotto forma di un segno shivaita, tracciato con la polvere rossa come vuole il rituale induista! Ma, si dirà, il rito a quale si è prestato Karol Wojtyla non aveva per lui alcun significato diabolico; questo rito sarebbe stato efficace all'insaputa di chi lo ha ricevuto? La risposta a questa domanda si trova in un libro diCharles Nicoullaud (1854-1925), intitolata L'initiation dans les sociétés secrètes: les initiation maçonnique(«L'iniziazione nelle società segrete: l'iniziazione massonica), con la prefazione di Mons. Ernest Jouin (1844-1932), il fondatore della prestigiosa Revue internationale des Sociétés Secrètes (RISS).
La Franc-maçonnerie... | René Guénon | La RISS |
Scrive Nicollaud: «I "sacramenti" del maligno, esattamente come quelli della santa Chiesa, agiscono in un certo senso "ex opere operato", ossia da sé stessi, anche se l'adepto ignora il fatto che viene operato in lui, spesso a sua insaputa, un vero patto con Satana» 11. Lo stesso autore afferma ancora: «Poiché la materia dei "sacramenti" di Satana (come la polvere rossa del Tilak) è ridicola, lo sono anche i segni di un patto più o meno tacito tra lui e gli uomini ragionevoli che li ricevono volontariamente e liberamente. I malefici agiscono anche quando la vittima non è cosciente di riceverli» 12. È della massima importanza rendersi conto che l'intenzione non modifica gli effetti del rito. Così, anche se Giovanni Paolo II non ha visto nel segno del Tilak che una forma di saluto o di convivialità, non di meno egli ha certamente subito l'effetto di questo rito idolatrico, effetto che potrebbe aver influito su tutta la sua vita, ivi compreso il suo ufficio all'interno della Chiesa. Per sottrarsi all'influenza diabolica trasmessa da un rito iniziatico (i «sacramenti» del diavolo), occorre «prendere coscienza della gravità dell'atto compiuto e agire perciò in conseguenza» al prezzo dei più faticosi sacrifici, mortificazioni e preghiere espiatorie 13. Nel caso di Giovanni Paolo II, dato che si è sottoposto ad un rito idolatrico di fronte al mondo intero, sarebbe stato necessario da parte sua un atto di riparazione pubblica... La conclusione si impone da sé: non ci si può burlare in questo modo dei Santi martiri che hanno preferito sacrificare la loro vita - e a che prezzo! - piuttosto che compiere atti di idolatria. Giovanni Paolo II è diventato la vergogna di questi martiri, così com'è diventato la vergogna della santa Chiesa, la quale condanna i riti idolatrici, essendo gli dèi delle religioni pagane nient'altro che demoni, come afferma d'altronde la stessa Sacra Scrittura (Sl 95, 5). Egli è divenuto la vergogna di Cristo, essendosi presentato come il Suo vicario in Terra, tenendo nella mano destra il pastorale sormontato dal crocifisso mentre riceveva sorridente il segno dell'idolatria. In una parola, è divenuto la vergogna di Dio stesso, e ciò, lo ripetiamo, in faccia al mondo intero. Praticando l'idolatria e rinnegando pubblicamente la fede, qualunque sia stata la sua intenzione, Giovanni Paolo II ha dato prova della nullità della sua elezione, poiché Nostro Signore ha promesso a Pietro e ai suoi successori che non avrebbero mai errato in materia di fede.
http://www.crisidellachiesa.com/articoli/ecumenismo/sacrilegio_fatima/sacrilegio_a_fatima_pagina.htm
Index Fatimorvm Prohibithorvm IV
Primo post della serie: Index Fatimorvm Prohibithorvm
Secondo ´post della serie: Index Fatimorvm Prohibithorvm II
Terzo post della serie: Index Fatimorvm Prohibithorvm III
Terzo post della serie: Index Fatimorvm Prohibithorvm III
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Film - Il Tredicesimo Giorno - La Vera Storia di Fatima (The 13th Day)
Più di 70.000 testimoni guardavano i raggi del sole nel cielo prima di precipitare verso la terra, in un evento straordinario profetizzato, che divenne noto come ‘Il miracolo del sole’.
In un mondo lacerato da persecuzioni, guerre e oppressione, 3 bambini furono scelti per offrire un messaggio di speranza al mondo.
Basato sulla memoria della più antica Veggente, Lucia Santos, e molte migliaia di occhi indipendenti, resoconti di testimoni, il tredicesimo giorno inscena la vera storia di tre giovani pastori che hanno sperimentato sei apparizioni con una “signora dal cielo” tra il maggio e l’ottobre del 1917 , e che ha portato al Miracolo profetizzato…..
Girato sul luogo, in Portogallo e nel Regno Unito, il tredicesimo giorno ha lavorato con un cast di oltre 250 persone per ricreare le scene delle 70.000 persone presenti, e 3 bambini portoghesi per svolgere il ruolo dei veggenti.
ANNO 2009
REGIA Dominic & Ian Higgins
ATTORI Jane Lesley, MIchael D'Cruze, Kelley Costigan, Tarek Merlin
http://feedproxy.google.com/~r/TradizionalistaCattolico/~3/c-Ey94AkwPk/film-13th-day-fatima.html
Più di 70.000 testimoni guardavano i raggi del sole nel cielo prima di precipitare verso la terra, in un evento straordinario profetizzato, che divenne noto come ‘Il miracolo del sole’.
In un mondo lacerato da persecuzioni, guerre e oppressione, 3 bambini furono scelti per offrire un messaggio di speranza al mondo.
Basato sulla memoria della più antica Veggente, Lucia Santos, e molte migliaia di occhi indipendenti, resoconti di testimoni, il tredicesimo giorno inscena la vera storia di tre giovani pastori che hanno sperimentato sei apparizioni con una “signora dal cielo” tra il maggio e l’ottobre del 1917 , e che ha portato al Miracolo profetizzato…..
Girato sul luogo, in Portogallo e nel Regno Unito, il tredicesimo giorno ha lavorato con un cast di oltre 250 persone per ricreare le scene delle 70.000 persone presenti, e 3 bambini portoghesi per svolgere il ruolo dei veggenti.
ANNO 2009
REGIA Dominic & Ian Higgins
ATTORI Jane Lesley, MIchael D'Cruze, Kelley Costigan, Tarek Merlin
http://feedproxy.google.com/~r/TradizionalistaCattolico/~3/c-Ey94AkwPk/film-13th-day-fatima.html
Documentario - Fatima:L'unica Chiave per Ottenere la Pace nel Mondo
L’umanità ha sempre cercato di ottenere la pace, tuttavia il mondo sembra essere continuamente in uno stato di guerra. Come può essere? Siamo forse noi i primi a voler frustrare deliberatamente i nostri più intimi desideri, per una qualche recondita ragione? Il fatto è che l''umanità desidera la pace, ma solo alle proprie condizioni.
Vogliamo stabilire da soli le regole sulle quali basare la nostra vita, e vogliamo farlo solo basandoci sulla nostra saggezza. Ma come disse San Paolo, la saggezza dell’uomo è follia agli occhi del Signore. Esiste tuttavia una soluzione Divina che può portare all’umanità la pace tanto agognata: l'obbedienza alla Madonna di Fatima! Solo grazie a Lei, infatti, e all’obbedienza alle Sue richieste potremo ottenere un mondo di pace e di beatitudine.
Fonte: www.fatimatv.it
Madonna di Fatima: Gli appelli del messaggio di Fatima
Il Mistero di Fatima
La Madonna di Fatima apparve a tre pastorelli: Lucia Dos Santos, di dieci anni, Giacinta e Francisco Marto, di sette e nove anni, per sei volte, dal 13 maggio al 13 ottobre del 1917. Viene come Madre per richiamare gli uomini alla conversione, alla preghiera e alla penitenza. Lei desidera risparmiare all’umanità i castighi che la minacciano a causa del peccato che ha invaso il mondo.
Anche se le apparizioni della Madonna di Fatima sono avvenute circa novant’anni fa, l’appello della Madonna alla conversione e alla preghiera mantiene una attualità straordinaria.
In tutti questi anni abbiamo potuto sperimentare quanto la Madonna sia stata una Mamma che ci ha condotti per mano per liberarci dai pericoli e guidarci sulla retta via, verso il suo Figlio Gesù che è Via, Verità e Vita.
In questo periodo storico, tanto turbato dai venti di guerra, dal terrorismo, dall’odio, Lei, la Donna Vestita di Sole, ci dà una risposta storica. Con sollecitudine materna, quasi con insistenza, ci insegna che con la preghiera e la penitenza si può tornare a una vita di pace. “Che non esiste un destino immutabile, che fede e preghiera sono potenze, che possono influire nella storia e che alla fine la preghiera è più forte dei proiettili, la fede più potente delle divisioni.”1
In questi ultimi anni si è fatta sempre più pressante e insistente l’angoscia della prossimità di imponderabili eventi catastrofici fino a temere la fine del mondo. L’uomo “è invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione” (Giovanni Paolo II) . Si cerca di trovare riscontro nei “segreti” legati a varie apparizioni. Nonostante Sr Lucia lo abbia totalmente rivelato e la Chiesa ne abbia dato ampia ed esaustiva interpretazione, si vuole attribuire anche al terzo segreto di Fatima un epilogo catastrofico, tenuto nascosto.
Sr Lucia dos Santos, in obbedienza alle autorità della Chiesa ha scritto, in quattro memorie, ricche di spiritualità, di teologie e di poesia, la sua testimonianza. In tutta umiltà, nell’introduzione alla quarta memoria scriveva:
“Così pienamente abbandonata nelle braccia del Padre celeste e sotto la protezione del Cuore Immacolato di Maria, ecco che vengo, ancora una volta, a deporre nelle mani di Vostra Eccellenza i frutti di questa unica mia pianta che è l’obbedienza. Ritirata nell’angolo di una soffitta, alla luce di una misera tegola di vetro, per sfuggire il più possibile gli sguardi umani, prima di cominciare ho voluto aprire il Nuovo Testamento, il solo libro che voglio tenere davanti a me. Le ginocchia mi fanno da scrittoio, e una vecchia valigia da sedia.”2
Dopo aver scritto tutto quanto le è stato chiesto dall’Autorità ecclesiastica, a conferma di aver rivelato ogni cosa scrive dal monastero di Coimbra: “Mi trovo spoglia di tutto, come uno scheletro”3
Il testo del “terzo segreto” è stato consegnato da suor Lucia dos Santos al Vescovo di Leiria-Fatima, in busta sigillata sulla quale, aveva scritto che poteva essere aperta solo dopo il 1960. Di esso esiste un solo manoscritto. La busta sigillata fu custodita dapprima dal Vescovo di Leiria. Per meglio tutelare il « segreto », in seguito, la busta fu consegnata il 4 aprile 1957 all'Archivio Segreto del Sant'Uffizio. Suor Lucia fu avvertita di ciò dal Vescovo di Leiria.
Papa Giovanni XXIII decise di non rivelare la terza parte del « segreto ». Così pure Papa Paolo VI.
Giovanni Paolo II, dopo l'attentato del 13 maggio 1981 volle prendere visione del documento e pensò subito alla consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria. Compose egli stesso una preghiera per quello che definì «Atto di affidamento» da celebrarsi nella Basilica di Santa Maria Maggiore il 7 giugno 1981, solennità di Pentecoste, giorno scelto per ricordare il 1600° anniversario del primo Concilio Costantinopolitano, e il 1550° anniversario del Concilio di Efeso.
In occasione della sua visita a Fatima, il 13 maggio 1982, ebbe a dire: "Consacrare il mondo al Cuore Immacolato di Maria significa avvicinarci, mediante l'intercessione della Madre, alla stessa sorgente della vita, scaturita sul Golgota... significa ritornare sotto la croce del Figlio. Di più: vuol dire consacrare questo mondo al Cuore trafitto del Salvatore, riportarlo alla fonte stessa della sua Redenzione..." Consacrarsi al Cuore di Maria vuol dire quindi arrivare a Gesù per la via più breve, al Figlio attraverso la Madre, per poter vivere con Lui una personale esperienza di amicizia e di amore.”
Suor Lucia confermò personalmente, con lettera dell'8 novembre 1989 che tale atto solenne e universale di consacrazione corrispondeva a quanto voleva Nostra Signora "Sì, è stata fatta, così come Nostra Signora l'aveva chiesto, il 25 marzo 1984"4
Nel passaggio dal secondo al terzo millennio il Papa Giovanni Paolo II ha deciso di rendere pubblico il testo della terza parte del «segreto di Fatima».
Così scrive Suor Lucia:
Anche se le apparizioni della Madonna di Fatima sono avvenute circa novant’anni fa, l’appello della Madonna alla conversione e alla preghiera mantiene una attualità straordinaria.
In tutti questi anni abbiamo potuto sperimentare quanto la Madonna sia stata una Mamma che ci ha condotti per mano per liberarci dai pericoli e guidarci sulla retta via, verso il suo Figlio Gesù che è Via, Verità e Vita.
In questo periodo storico, tanto turbato dai venti di guerra, dal terrorismo, dall’odio, Lei, la Donna Vestita di Sole, ci dà una risposta storica. Con sollecitudine materna, quasi con insistenza, ci insegna che con la preghiera e la penitenza si può tornare a una vita di pace. “Che non esiste un destino immutabile, che fede e preghiera sono potenze, che possono influire nella storia e che alla fine la preghiera è più forte dei proiettili, la fede più potente delle divisioni.”1
In questi ultimi anni si è fatta sempre più pressante e insistente l’angoscia della prossimità di imponderabili eventi catastrofici fino a temere la fine del mondo. L’uomo “è invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione” (Giovanni Paolo II) . Si cerca di trovare riscontro nei “segreti” legati a varie apparizioni. Nonostante Sr Lucia lo abbia totalmente rivelato e la Chiesa ne abbia dato ampia ed esaustiva interpretazione, si vuole attribuire anche al terzo segreto di Fatima un epilogo catastrofico, tenuto nascosto.
Sr Lucia dos Santos, in obbedienza alle autorità della Chiesa ha scritto, in quattro memorie, ricche di spiritualità, di teologie e di poesia, la sua testimonianza. In tutta umiltà, nell’introduzione alla quarta memoria scriveva:
“Così pienamente abbandonata nelle braccia del Padre celeste e sotto la protezione del Cuore Immacolato di Maria, ecco che vengo, ancora una volta, a deporre nelle mani di Vostra Eccellenza i frutti di questa unica mia pianta che è l’obbedienza. Ritirata nell’angolo di una soffitta, alla luce di una misera tegola di vetro, per sfuggire il più possibile gli sguardi umani, prima di cominciare ho voluto aprire il Nuovo Testamento, il solo libro che voglio tenere davanti a me. Le ginocchia mi fanno da scrittoio, e una vecchia valigia da sedia.”2
Dopo aver scritto tutto quanto le è stato chiesto dall’Autorità ecclesiastica, a conferma di aver rivelato ogni cosa scrive dal monastero di Coimbra: “Mi trovo spoglia di tutto, come uno scheletro”3
Il testo del “terzo segreto” è stato consegnato da suor Lucia dos Santos al Vescovo di Leiria-Fatima, in busta sigillata sulla quale, aveva scritto che poteva essere aperta solo dopo il 1960. Di esso esiste un solo manoscritto. La busta sigillata fu custodita dapprima dal Vescovo di Leiria. Per meglio tutelare il « segreto », in seguito, la busta fu consegnata il 4 aprile 1957 all'Archivio Segreto del Sant'Uffizio. Suor Lucia fu avvertita di ciò dal Vescovo di Leiria.
Papa Giovanni XXIII decise di non rivelare la terza parte del « segreto ». Così pure Papa Paolo VI.
Giovanni Paolo II, dopo l'attentato del 13 maggio 1981 volle prendere visione del documento e pensò subito alla consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria. Compose egli stesso una preghiera per quello che definì «Atto di affidamento» da celebrarsi nella Basilica di Santa Maria Maggiore il 7 giugno 1981, solennità di Pentecoste, giorno scelto per ricordare il 1600° anniversario del primo Concilio Costantinopolitano, e il 1550° anniversario del Concilio di Efeso.
In occasione della sua visita a Fatima, il 13 maggio 1982, ebbe a dire: "Consacrare il mondo al Cuore Immacolato di Maria significa avvicinarci, mediante l'intercessione della Madre, alla stessa sorgente della vita, scaturita sul Golgota... significa ritornare sotto la croce del Figlio. Di più: vuol dire consacrare questo mondo al Cuore trafitto del Salvatore, riportarlo alla fonte stessa della sua Redenzione..." Consacrarsi al Cuore di Maria vuol dire quindi arrivare a Gesù per la via più breve, al Figlio attraverso la Madre, per poter vivere con Lui una personale esperienza di amicizia e di amore.”
Suor Lucia confermò personalmente, con lettera dell'8 novembre 1989 che tale atto solenne e universale di consacrazione corrispondeva a quanto voleva Nostra Signora "Sì, è stata fatta, così come Nostra Signora l'aveva chiesto, il 25 marzo 1984"4
Nel passaggio dal secondo al terzo millennio il Papa Giovanni Paolo II ha deciso di rendere pubblico il testo della terza parte del «segreto di Fatima».
Così scrive Suor Lucia:
J.M.J.
La terza parte del segreto rivelato il 13 luglio 1917 nella Cova di Iria-Fatima.
Scrivo in atto di obbedienza a Voi mio Dio, che me lo comandate per mezzo di sua Ecc.za Rev.ma il Signor Vescovo di Leiria e della Vostra e mia Santissima Madre.
Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio.
Tuy-3-1-1944.5
La terza parte del segreto rivelato il 13 luglio 1917 nella Cova di Iria-Fatima.
Scrivo in atto di obbedienza a Voi mio Dio, che me lo comandate per mezzo di sua Ecc.za Rev.ma il Signor Vescovo di Leiria e della Vostra e mia Santissima Madre.
Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio.
Tuy-3-1-1944.5
Il commento teologico del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Joseph Card. Ratzinger si conclude così:
Chi aveva atteso eccitanti rivelazioni apocalittiche sulla fine del mondo o sul futuro corso della storia, deve rimanere deluso. Fatima non ci offre tali appagamenti della nostra curiosità, come del resto in generale la fede cristiana non vuole e non può essere pastura per la nostra curiosità. […]
«Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo» (Gv 16, 33). Il messaggio di Fatima ci invita ad affidarci a questa promessa.6
Siamo invitati a cogliere il meraviglioso messaggio di speranza che ci viene dalla Donna vestita di Sole, messaggera della infinita Misericordia di Dio, su cui si infrangono e si spengono le fiamme della spada tenuta dall’angelo dell’apparizione. Non si deve perciò , speculare con morbosa curiosità e sospetto sulle presunte catastrofi che il terzo segreto di Fatima conterrebbe e che la Chiesa avrebbe tenuto nascosto.
E’ la durezza del cuore, la mancanza di volontà di convertirsi, di cambiare la propria vita passando dal male al bene, che spinge molte persone a crearsi l’alibi delle profezie terroristiche.
In una lettera che Suor Lucia inviò al Santo Padre il 12 maggio 1982 scriveva: "E non diciamo che è Dio che così ci castiga; al contrario sono gli uomini che da se stessi si preparano il castigo. Dio premurosamente ci avverte e chiama al buon cammino, rispettando la libertà che ci ha dato; perciò gli uomini sono responsabili".7
Accogliamo gli appelli di Nostra Signora di Fatima, che ci invita alla preghiera e alla penitenza, perché possiamo aprire il cuore alla conversione.
Ecco i punti principali:
“Voglio che recitiate il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra.” Sr. Lucia ha scritto, parlando dell’appello della Madonna al mondo da Fatima: “questo invito non vuole riempire le anime di paura, ma è solo urgente richiamo, perché da quando la Vergine Santissima ha dato grande efficacia al Santo Rosario, non c’è problema né materiale né spirituale, nazionale o internazionale che non si possa risolvere col Santo Rosario e con i nostri sacrifici. Recitato con amore e devozione, consolerà Maria, tergendo tante lacrime dal suo Cuore Immacolato.” 8
“Volete offrirvi a Dio, pronti a sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in riparazione dei peccati con cui Egli è offeso, e per ottenere la conversione dei peccatori?”
I tre pastorelli di Fatima risposero di si.
“Non ti scoraggiare - disse la Madonna a Lucia - il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà a Dio.” Questa è la via proposta da Maria! E Maria ha indicato anche una meta: “Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato”. E ha posto un meraviglioso sigillo: "Alla fine, il mio Cuore Immacolato Trionferà!!"
Dio stesso, per il tempo difficile che viviamo, ci viene in soccorso attraverso l’amore materno di Maria, e ci indica la via della salvezza.
In tutti questi anni tantissime persone hanno accolto l’accorato appello di Nostra Signora e si sono messe in cammino per tornare a Dio. Tanti pellegrini hanno scritto a suor Lucia per chiedere consigli, preghiere e aiuto nel cammino di conversione.
Suor Lucia, come risposta ai devoti della Madonna e ai pellegrini, ha preparato uno scritto che raccoglie pensieri e riflessioni che esprimono i suoi sentimenti e la sua limpida e semplice spiritualità. Dopo essere stato sottoposto alla approvazione dell’ Autorità ecclesiastica, il testo è stato pubblicato con il titolo “Gli Appelli del Messaggio di Fatima” .
Così lo presenta P. Jesus Castellano Cervera ocd: "Un libro che è insieme Vangelo e catechismo di Fatima, chiamato a confermare nella fede tutti i devoti della bianca e bella Signora di Cova di Iria, a diffondere nel terzo millennio cristiano il “Mandamento di Maria”, il ritorno alla sorgente pura del Vangelo, secondo la sua Parola a Cana: “Fate quello che vi dirà” Un messaggio che fa sentire l’anelito del Materno Cuore Immacolato di Maria, una pressante chiamata universale alla santità per la pace del mondo e la salvezza di tutti in Cristo”. 9
Regina Mundi è lieta di presentarvi questo bellissimo libro-catechesi di suor Lucia, in formato AUDIO MP3 scaricabile, con appuntamenti giornalieri.
A tutti l’augurio che possa essere un’occasione di serenità e di pace.
Chi aveva atteso eccitanti rivelazioni apocalittiche sulla fine del mondo o sul futuro corso della storia, deve rimanere deluso. Fatima non ci offre tali appagamenti della nostra curiosità, come del resto in generale la fede cristiana non vuole e non può essere pastura per la nostra curiosità. […]
«Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo» (Gv 16, 33). Il messaggio di Fatima ci invita ad affidarci a questa promessa.6
Siamo invitati a cogliere il meraviglioso messaggio di speranza che ci viene dalla Donna vestita di Sole, messaggera della infinita Misericordia di Dio, su cui si infrangono e si spengono le fiamme della spada tenuta dall’angelo dell’apparizione. Non si deve perciò , speculare con morbosa curiosità e sospetto sulle presunte catastrofi che il terzo segreto di Fatima conterrebbe e che la Chiesa avrebbe tenuto nascosto.
E’ la durezza del cuore, la mancanza di volontà di convertirsi, di cambiare la propria vita passando dal male al bene, che spinge molte persone a crearsi l’alibi delle profezie terroristiche.
In una lettera che Suor Lucia inviò al Santo Padre il 12 maggio 1982 scriveva: "E non diciamo che è Dio che così ci castiga; al contrario sono gli uomini che da se stessi si preparano il castigo. Dio premurosamente ci avverte e chiama al buon cammino, rispettando la libertà che ci ha dato; perciò gli uomini sono responsabili".7
Accogliamo gli appelli di Nostra Signora di Fatima, che ci invita alla preghiera e alla penitenza, perché possiamo aprire il cuore alla conversione.
Ecco i punti principali:
“Voglio che recitiate il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra.” Sr. Lucia ha scritto, parlando dell’appello della Madonna al mondo da Fatima: “questo invito non vuole riempire le anime di paura, ma è solo urgente richiamo, perché da quando la Vergine Santissima ha dato grande efficacia al Santo Rosario, non c’è problema né materiale né spirituale, nazionale o internazionale che non si possa risolvere col Santo Rosario e con i nostri sacrifici. Recitato con amore e devozione, consolerà Maria, tergendo tante lacrime dal suo Cuore Immacolato.” 8
“Volete offrirvi a Dio, pronti a sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in riparazione dei peccati con cui Egli è offeso, e per ottenere la conversione dei peccatori?”
I tre pastorelli di Fatima risposero di si.
“Non ti scoraggiare - disse la Madonna a Lucia - il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà a Dio.” Questa è la via proposta da Maria! E Maria ha indicato anche una meta: “Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato”. E ha posto un meraviglioso sigillo: "Alla fine, il mio Cuore Immacolato Trionferà!!"
Dio stesso, per il tempo difficile che viviamo, ci viene in soccorso attraverso l’amore materno di Maria, e ci indica la via della salvezza.
In tutti questi anni tantissime persone hanno accolto l’accorato appello di Nostra Signora e si sono messe in cammino per tornare a Dio. Tanti pellegrini hanno scritto a suor Lucia per chiedere consigli, preghiere e aiuto nel cammino di conversione.
Suor Lucia, come risposta ai devoti della Madonna e ai pellegrini, ha preparato uno scritto che raccoglie pensieri e riflessioni che esprimono i suoi sentimenti e la sua limpida e semplice spiritualità. Dopo essere stato sottoposto alla approvazione dell’ Autorità ecclesiastica, il testo è stato pubblicato con il titolo “Gli Appelli del Messaggio di Fatima” .
Così lo presenta P. Jesus Castellano Cervera ocd: "Un libro che è insieme Vangelo e catechismo di Fatima, chiamato a confermare nella fede tutti i devoti della bianca e bella Signora di Cova di Iria, a diffondere nel terzo millennio cristiano il “Mandamento di Maria”, il ritorno alla sorgente pura del Vangelo, secondo la sua Parola a Cana: “Fate quello che vi dirà” Un messaggio che fa sentire l’anelito del Materno Cuore Immacolato di Maria, una pressante chiamata universale alla santità per la pace del mondo e la salvezza di tutti in Cristo”. 9
Regina Mundi è lieta di presentarvi questo bellissimo libro-catechesi di suor Lucia, in formato AUDIO MP3 scaricabile, con appuntamenti giornalieri.
A tutti l’augurio che possa essere un’occasione di serenità e di pace.
di Maria Caterina Muggianu
Content Provider Regina Mundi
Content Provider Regina Mundi
_________________________________________________
1. Congregazione per la Dottrina della Fede – Messaggio di Fatima
2. La Storia di Fatima scritta da Lucia a cura di don Nello Castello – Casa Mariana Editrice
3. ibid
4. Congregazione per la Dottrina della Fede – Messaggio di Fatima
5. ibid
6. ibid
7. ibid
8. Lettera di Sr Lucia a Padre Agostino Fuentes 1958
9. Gli Appelli del Messaggio di Fatima – Sr Lucia – Edizione Secretariado dos Pastorinhos – Fatima - Portugal
2. La Storia di Fatima scritta da Lucia a cura di don Nello Castello – Casa Mariana Editrice
3. ibid
4. Congregazione per la Dottrina della Fede – Messaggio di Fatima
5. ibid
6. ibid
7. ibid
8. Lettera di Sr Lucia a Padre Agostino Fuentes 1958
9. Gli Appelli del Messaggio di Fatima – Sr Lucia – Edizione Secretariado dos Pastorinhos – Fatima - Portugal
INDICE GENERALE
- Il mistero di Fatima
- Appelli del Messaggio di Fatima
- Le famiglie dei pastorelli
- L'Angelo Custode
- Appello alla Fede
- Appello alla Adorazione
- Appello alla Speranza
- Appello all'Amore
- Appello al Perdono
- Appello alla Preghiera
- Appello al Sacrificio
- Appello alla partecipazione
all'Eucaristia - Appello alla intimità
con la Santissima Trinità - Appello alla Recita
quotidiana del Rosario - Devozione al Cuore
Immacolato di Maria - Appello alla considerazione
della Vita Eterna - Appello all'Apostolato