Nel passato e nel futuro della Chiesa.
Vita, sangue e profezia in
Anna Katharina Emmerick
PRIMA TAPPA
PARAGRAFI
Premessa su cosa è la mistica. Inizio della passione. Ferocia delle consorelle e dei rivoluzionari; poi un amico: Brentano. Inchiodata al crocefisso. Viaggio immobile in Terra Santa. Una schiera di mistiche per i tempi bui. Ogni giorno la visita di un santo. Perchè quel lunghissimo tentativo di occultarla?
di Tea Lancellotti ANZITUTTO CAPIAMOCI SU COSA È LA MISTICA
Prima di inoltrarci nel cuore della vita di questa beata Anna Caterina Emmerick, chiariamo subito che cosa è la Mistica.
Seppur il latino “mysticus” suona come misterioso, arcano, va subito chiarito che nella fede cattolica il concetto di arcano e misterioso non significa un muro invalicabile, inaccessibile, o solo per pochi: al contrario, significa “un orizzonte” che, a causa del peccato e delle tenebre del mondo, non riusciamo a vedere. Ma che grazie al Battesimo, ai Sacramenti, e ad una vita cristiana correttamente intesa e vissuta, possiamo “intravedere” e in alcuni casi “avvicinare”, ossia pregustare già qui sulla terra da quando “il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Faremo questa necessaria premessa, che è anche introduzione alla vita della nostra Beate, nei 5 primi paragrafi numerati che seguono (che, per chi non ha abbastanza basi teologiche, sarebbe opportuno leggere).
1 MISTICA COME CONTEMPLAZIONE DEL MISTERO
Molte volte invidiamo i santi, i mistici, e pensiamo di non poter mai riuscire a raggiungere il loro stato. Ma questo è sbagliato. Se è vero che Dio sceglie alcune persone per rivelarsi più direttamente e servirsi di loro per far giungere a noi dei messaggi importanti, è altrettanto vero che molto dipende da noi, dalla nostra volontà. Come ci rammenta Gesù nella scena del Vangelo in cui suggerisce al giovane la prassi per sentirsi davvero completo: “vai, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri, poi vieni e seguimi”… ma il giovane non lo seguì. Come quando, nel capitolo 19 di Matteo, Gesù indica come via della perfezione e dell’ascetica il celibato, la perfetta continenza. Anche in questo caso, il discorso non è facile e Gesù lo dice: “non tutti lo comprendono, ma voi….”
Non dobbiamo invidiare i santi, guardandoli quasi fossero stati degli extra-terrestri, per ciò che hanno raggiunto e per come hanno vissuto; ma piuttosto per la loro forza di volontà nel seguire Cristo ed imitarli in questa volontà: il resto avverrà come Dio vuole. “Sia fatta la tua volontà”, e secondo sempre i Suoi progetti: noi siamo solo strumenti.
Dunque, il misticismo, l’essere mistici, è quella pratica con la quale la persona decide di “lasciare tutto” e dedicarsi alla contemplazione di Dio ed al Suo progetto, alle opere di carità in nome di Dio, senza se e senza ma, senza alcuno ostacolo materialistico. La persona “muore a se stessa” astraendosi, per mezzo di esercizi continui (digiuno, penitenza, preghiera, confessione frequente, santa Eucarestia, opere di bene, sfruttando anche la malattia laddove vi sopraggiungesse), dagli interessi mondani, praticando la cosiddetta “ascetica”.
2 MISTICA COME INIZIATIVA CHE PARTE DA DIO
Ma attenzione: la Mistica non è neppure solo quella serie di pratiche sopra elencate. Quelle servono ad ogni uomo per l’esercizio delle virtù e per il perfezionamento, semmai, della mistica, della stessa fede cristiana, dei comandamenti. La mistica non è un qualcosa che si acquisisce per meriti propri o per mezzo di “esercizi” o studio e, anche per questo, è indispensabile non confondere la mistica cattolica con le pratiche delle altre religioni o sette, le orientali soprattutto.
Dicono gli stessi mistici: “non ci si eleva a Dio se Dio stesso non ci elevasse a Lui“. L’iniziativa è sempre di Dio che sceglie le persone alle quali rivelarsi e affidare un progetto, a loro spetta il compito di accettare o rifiutare.
La stessa Anna Caterina Emmerich, come molte altre mistiche, ricevette le visioni solo per una iniziativa divina, per grazia divina, cioè senza l’uso dei sensi o dell’intelletto. Quando ciò avviene, l’anima viene immersa tutta in Dio, viene a mancare delle percezioni delle realtà materiali e intellettuali: questo è un segno di credibilità dei fatti. Non a caso sono proprio i mistici ad avere difficoltà nella descrizione delle visioni. Spesso essi stessi dicono: “non ricordo, non posso dirli, non riesco a spiegarlo con parole umane…”. Nel caso che vogliamo indagare, è il Signore stesso che conduce ai piedi del letto della Emmerich il poeta Clemens Brentano che, recatosi lì in visita occasionale, finirà per fermarsi 6 anni, durante i quali diventerà il trascrittore delle visioni della beata. Anche questo fu volere divino: non partì da una volontà personale della Emmerich nè una richiesta del Brentano.
3 MISTICA COME IRRUZIONE VIOLENTA DEL DIVINO
La mistica in sé è una esperienza perfino “violenta” delle volte, quando Dio irrompe nell’anima da Lui scelta, spesso affranta da malanni corporali. Subito, però, l’anima viene arricchita di doni soprannaturali e del diretto conforto del Signore stesso, della Vergine Maria, dei santi e degli angeli: il mistico entra, possiamo dire, nel Regno dei Cieli e la maggior sofferenza gli è data dal fatto che ancora non ci vive pienamente, perché, dopo aver pregustato un anticipo di Cielo, vorrebbe subito abitarci eternamente.
Le più belle pagine della mistica parlano di: illuminazione della Grazia, divinizzazione dell’anima, fuoco d’Amore, incendio dell’Anima dopo, come spiega lo stesso mistico san Giovanni della Croce, aver passato anche la “notte oscura dell’anima”, la tribolazione, la tentazione, il “silenzio di Dio”, come quando Gesù dalla Croce sperimentò questo allontanamento dicendo: “Dio mio, Dio mio! perché mi hai abbandonato?”.
La mistica non è altro che quel vivere l’esperienza diretta e passiva con Dio, alla Sua presenza: esperienza diretta perché non ci sono intermediari e passiva perché ciò non dipende dall’anima o dall’intelletto, ma dalla Grazia, ossia dalla gratuità di Dio. Tanto per essere chiari: la mistica, partendo da un atto di Dio, irrompe nell’anima, e di conseguenza supera perfino il libero arbitrio dell’uomo il quale, colpito direttamente da questa irruzione, non può che agire di conseguenza, ossia, cambiare, convertirsi, obbedire a ciò che vede e sente; diretta e passiva questa irruzione cambia completamente il cuore di chi la vive, come ci rammenta san Paolo, mistico per eccellenza: “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. In tal senso, l’anima coinvolta non vive per immagini o con le proprie opinioni assunte a verità: al contrario, la Verità irrompe e le rende chiaro ogni Mistero. L’anima, da questo momento, non vive più per se stessa e diventa vero strumento di Dio. La mistica non è, allora, semplicemente un’esperienza personale: è uno strumento per la Chiesa ed è un canale che Dio ha messo a disposizione per l’edificazione di tutte le membra.
4 OGGI SI DÀ DEL “MISTICO” A QUALUNQUE FANTASTICATORE: MA LA MISTICA È “PASSIVITÀ” CHE RENDE ATTIVI
Oggi, purtroppo, si pensa che essere mistici, poiché “passivi” di questa irruzione divina, significhi perdere tempo nei sogni, nell’immaginario, nelle fantasticherie, in ore di preghiera. E si è finito con lo screditare queste anime predilette. In verità, questa passività genera invece una attività incontenibile ed inarrestabile che, in ogni epoca, ha contribuito alle varie riforme della Chiesa, ha arricchito il suo Magistero, ha rivitalizzato ogni volta la sua vera Tradizione, ha suscitato la conversione delle anime e contribuito alla loro santificazione, ha dato vita a molte fondazioni laiche e religiose. Non a caso, infatti, la maggior parte dei fondatori e fondatrici erano mistici. Ci serva come esempio il racconto sull’origine dell’abito religioso domenicano che nasce proprio da un’esperienza mistica: la tradizione attribuisce, infatti, alla Madonna il dono dell’abito allo stesso san Domenico di Guzman, durante uno di questi momenti di intenso colloquio spirituale dell’anima con Dio.
Infine, è di moda sostenere che le apparizioni come le visioni, la mistica stessa dunque, non sono vincolanti per il cattolico. Chiariamo questo concetto: è vero che questi aspetti non sono vincolanti soprattutto, si badi bene, quando visioni e apparizioni non sono ancora state rese ufficiali dalla voce della Chiesa. Quando la Chiesa si pronuncia, come avvenne nel caso delle apparizioni di Lourdes o di Fatima, seppur non è vincolante crederci, è vincolante il messaggio che ne deriva. Nel caso di Lourdes, per esempio, è vincolante credere all’Immacolata Concezione, un dogma che l’apparizione di Aquerò (così la definì Bernadette) rese ancor più tangibile; ancora, nel caso di Fatima, è vincolante credere che esista l’inferno, così come spiegò la Vergine ai pastorelli, e che tale aspetto della dottrina sia fondamentale per noi lo sappiamo dal Catechismo stesso. Allo stesso modo, è vincolante che per ottenere la pace dobbiamo chiederla e supplicarla, pregare incessantemente e dire anche il rosario non perché è un obbligo, ma perché è uno strumento prezioso che la Chiesa ha definito tale sia per esperienza diretta, sia per rivelazione nella Mistica.
5 LA MISTICA NON È SUGGESTIONE
Fatta questa premessa, indispensabile per comprendere non solo l’esperienza dei mistici ma, nel nostro caso, anche per approfondire la figura della Beata Caterina Emmerik e le sue cosiddette “visioni”, va detto che nella Mistica si scongiura immediatamente il rischio di quella “presenza di Dio” data dalle suggestioni, da un dio immaginato, sognato o creato dalle proprie opinioni. La Mistica di cui parliamo getta via ogni dubbio quando, appunto, la Chiesa stessa, in quanto maestra, addita queste persone al culto ed alla venerazione e non tanto per le grazie che hanno sperimentato ma proprio per quello che da queste grazie è derivato e deriva, in ogni tempo, a nostro beneficio e a vantaggio di tutti. Le “visioni”, le apparizioni, le “confidenze di Dio” sono in sé secondarie: edificanti certamente, ma marginali e, in tal senso, “non vincolanti”. Tuttavia, non sono trascurabili: il Signore stesso permette questi momenti mistici per la nostra edificazione, per correggerci, per metterci in guardia dalle strade sbagliate che abbiamo intrapreso…
Dio è Amore! Ed è con questo amore che fa di tutto, che irrompe anche nelle anime per venirci incontro. Clemens Brentano, il suo diretto biografo e trascrittore delle visioni, scrisse di Anna Katharina Emmerick: “Lei sta come una croce ai lati della strada” ad indicarci il centro della nostra fede cristiana, il segreto della croce.
E’ con questo spirito che vanno letti i mistici ed è con lo stesso spirito che ci accingiamo ad approfondire la figura della beata Caterina Emmerick.
…E ARRIVIAMO AD ANNA KATHARINA
INIZI. FEROCIA DELLE CONSORELLE E DEI RIVOLUZIONARI. POI UN AMICO: BRENTANO
Anna Katharina Emmerick nasce in Germania, presso Munster a Flamske l’8 settembre (Natività della Beata Vergine Maria) del 1774. Quinta di nove figli, ebbe visioni fin dall’infanzia. Fin dall’età di 9 anni, le apparivano la Madonna con Gesù Bambino, il suo angelo custode e diversi santi, e, fin da bambina, il Signore le mise nel cuore una grande sensibilità e devozione verso il Crocefisso. Ancora piccola, Katharina si commuoveva davanti ai racconti della Passione del Signore, una delicatezza che non l’abbonderà più, tanto che, nel 1802, poco più che ventenne, decise di entrare nel monastero delle Agostiniane di Agnetenberg, ma la sua vita fu subito attraversata da incomprensioni, gelosie e maltrattamenti proprio a causa dei doni speciali e soprannaturali con i quali il Signore stesso la visitava, la consolava e la istruiva. Di lei si dice, infatti, che distinguesse gli oggetti sacri da quelli profani, che potesse leggere nel pensiero delle persone e che avesse visioni di fatti che avvenivano nel mondo. Per esempio, vide nei dettagli tutta la rivoluzione francese. Le sue esperienze mistiche erano spesso accompagnate da fenomeni di levitazione e bilocazione. Inoltre, Katharina aveva il dono di conoscere le malattie delle persone: in questo modo, poteva prescrivere loro dei rimedi che si dimostravano sempre efficaci.
Maggior dolore visse la Katharina quando, a causa delle leggi napoleoniche del 1811, molti conventi subirono la ferocia rivoluzionaria e la chiusura forzata, obbligandola ad una mortificante trasferta. Fu accolta come domestica presso l’Abbé Lambert, un prete fuggito anch’egli dalla Francia e stabilitosi presso Dulmen. Qui Katharina decise di vivere come fosse stata in convento, offrendosi, illimitatamente, a sopportar ogni cosa per il bene della Chiesa, per la fine delle repressioni, per la salvezza delle anime.
Dal 1812 venne presa in parola. Le apparve Gesù che le offrì la corona di spine: lei accettò ed ebbe così sulla fronte le prime stigmate. In seguito, le si aprirono le ferite anche alle mani, ai piedi e al costato, costringendola a letto. A questo si aggiunse anche una serie di continue malattie che la portarono ad una profonda debilitazione corporale ma mai spirituale, così come spiegherà Clemens Brentano, il quale, dal 1818, non abbandonò più il capezzale della beata e che, oltre ad essere stato testimone delle gravi sofferenze fisiche che ella pativa, seppe trascrivere tutte le visioni che Katharina viveva e tutte le grazie con le quali veniva favorita, rimanendo con lei fino alla morte della donna, avvenuta il 24 febbraio del 1824. Lo stesso Brentano fu oggetto delle “visioni” della Emmerich. Ella infatti gli predisse che sarebbe vissuto fino a quando il suo compito (trascrivere tutte le visioni di cui ella lo aveva reso partecipe) non fosse stato terminato. Tale profezia si avverò: il Brentano morì nel 1842 dopo aver trascritto tutte le visioni e la stesura del libro “Vita di Gesù Cristo”, tratto dalle visioni della suora. Anche lui era nato l’8 settembre.
INCHIODATA AL CROCEFISSO
Della beata Katharina molto si parla delle visioni a riguardo della Chiesa, della grave apostasia, dell’Anticristo, ma poco si parla di altre visioni altrettanto importanti quali, per esempio, quelle sulla Passione di Gesù, che soltanto grazie al film The Passion fu possibile approfondire.
Solitamente, la Emmerick, obbligata a letto, teneva un crocefisso fra le mani che non si stancava mai di contemplare: lo custodiva con devozione a tal punto che le si formò una stimmata con la forma del Crocefisso sullo sterno e, non appena le sopraggiungevano dei forti dolori, ella subito rifletteva sulle Sacratissime Piaghe, specialmente quella del costato, e cercava sempre di pensare ai dolori che il Signore dovette patire quando si lasciò consegnare nelle mani degli uomini, per la loro salvezza.
I Padri della Chiesa, i santi, i mistici, tutti loro, specialmentesant’Alfonso M. de Liguori, insegnano che meditare la Passione di Gesù Cristo è l’atto più nobile e meritorio per ascendere a Dio e rientrare in se stessi. La stessa “Imitazione di Cristo” ci rammenta: se non sai contemplare cose sublimi e celesti, riposati nella Passione di Cristo e dimora volentieri nelle Sue sante piaghe. Perché se tu ti rifugerai nelle piaghe e nelle sante stimmate di Gesù, sentirai gran conforto nella tribolazione, curerai poco il disprezzo degli uomini, e sopporterai in pace le loro maldicenze.
VIAGGIO IMMOBILE IN TERRA SANTA
Oltre alla Passione di Cristo, la Emmerick fu anche colei che ci descrisse la “Vita della Beata Vergine Maria” e non molti sanno, per esempio, che la scoperta della Casa di Efeso (Turchia) – dove abitò la Vergine dopo l’ascensione di Gesù al cielo, quando “Giovanni la prese con sé” come richiesto da Gesù in Croce – si deve alla minuziosa ricostruzione delle visioni della Emmerick.
Queste “confidenze divine” che ella riceveva erano davvero particolari. In sostanza avveniva questo: lei si separava spiritualmente dal corpo dopo essere stata “chiamata” dal suo angelo custode (naturalmente il suo corpo restava nel letto, visibile a coloro che le stavano davanti, compreso il Brentano che se ne fa testimone) e il suo spirito si recava in Terra Santa, dove assisteva agli episodi evangelici come se stessero avvenendo in quel momento. Paragonandola alla tecnica della cinematografia che né lei né il Brentano conoscevano, possiamo dire che era come se la Emmerick tornasse indietro nel tempo, un flashback; dopo, descriveva minuziosamente i fatti a Brentano il quale li trascriveva.
Né la monaca né Brentano erano mai stati in Terra Santa: eppure Katharina ha descritto con sorprendente precisione i luoghi della vita di Gesù e della Madonna, gli abiti, le suppellettili, perfino i paesaggi. Sulla base delle descrizioni della Emmerick è stata ritrovata, dicevamo, a Efeso la casa dove la Vergine visse dopo la morte di Gesù. Era una casa rettangolare di pietra, a un piano solo, col tetto piatto e il focolare al centro, tra boschi al margine della città perché Maria desiderava vivere appartata. Il sacerdote francese Julien Dubiet, dando credito a queste visioni, andò in Asia Minore alla ricerca della casa descritta da Katharina. Dubiet effettivamente trovò i resti dell’edificio, nonostante le trasformazioni subite nel tempo, a nove chilometri a sud di Efeso, su un fianco dell’antico monte Solmisso di fronte al mare, esattamente come aveva indicato la Emmerick. La validità delle affermazioni di Katharina venne confermata anche dalle ricerche archeologiche condotte nel 1898 da alcuni ricercatori austriaci. Gli archeologi ebbero modo di appurare che l’edificio – almeno nelle sue fondamenta – risaliva davvero al I secolo d.C. La Chiesa stessa non ebbe dubbi nell’elevare questa casa a Santuario e sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI vi si sono recati in pellegrinaggio.
UNA SCHIERA DI MISTICHE PER I TEMPI BUI
Ogni santo, martire o beato ha la sua particolarità: Dio, del resto, ha un progetto per ognuno di noi. E, pertanto, se è vero che il secolarismo più radicale, la dea ragione dell’illuminismo, il nascere e il diffondersi di sétte ed anticristi, tutte le teorie materialistiche e più alienanti caratterizzarono l’epoca in cui visse la pia suora, è altrettanto vero che analizzando bene questo ed altri eventi, tale periodo fu contrassegnato dalla fioritura di numerose altre mistiche beatificate e non, stimmatizzate e comunque venerabili, di cui è bene rammentare qualche nome: Maria Luisa Biagini di Lucca (1770-1811), Maria Josepha Kumi di St. Gallo (1782-1826), Bernarda della Crocedi Lyon (1820-1847) e Rosa Maria Andriani (1786-1848); così come le stimmatizzate domenicaneColomba Schanolt di Bamberga, morta nel 1787, e Maddalena Lorger di Adamar, morta nel 1806; così come la cappuccina Suor Rosa Serra di Ozieri in Sardegna e Maria Bertina Bouquillon, sempre fra il 1800 e il 1862, così come l’olandese Dorothea Visser, nel 1820, e molte altre.
Questa schiera di “inviate dal Cristo” (e abbiamo accennato solo al ramo femminile di quel tempo) sono la testimonianza più tangibile e concreta della fede e dell’Amore di Dio e di come si patisce per la Sua causa; questa e non altre fu ed è sempre la risposta di Dio agli uomini inquieti di ogni tempo, risposta alla Sua Chiesa militante e sofferente.
E tutti questi “strumenti di Dio” non vanno mai dissociati da tante altre figure della Chiesa di ogni tempo, del Medioevo soprattutto con la nascita e la fioritura degli Ordini Mendicanti.
OGNI GIORNO LA VISITA DI UN SANTO
Come accadde per santa Caterina da Siena, anche per la Emmerick l’istruzione non fu importante ed anche per lei il crocifisso divenne il suo libro, eternamente aperto, ed il suo cuore fu reso tenero dalla sofferenza, totalmente immerso nella dimensione dello Spirito Santo. Anche per la Emmerick furono altri santi ad istruirla e a guidarla e il suo angelo custode le sarà guida per tutta la vita e in tutte le visioni. Il suo amore per le anime del Purgatorio, per la Chiesa trionfante e militante, le permetteranno fin da piccola di distaccarsi dalle distrazioni materiali. Non si sentì mai sola e, in effetti, non lo fu mai, potendo contare ogni giorno della visita di qualche santo come santa Rita da Cascia, Giuliana di Liegi, sant’Ignazio di Loyola, sant’Antonio e sant’Agostino, i quali la indirizzarono fin da giovane alla venerazione delle reliquie.
La sua venerazione particolare per la Vergine Maria, che definiva “mia Regina”, la sosterrà nei momenti della prova, le sarà di consolazione continua e la condurrà per mano in quella “confidenza di Dio”, attraverso la quale potrà “vedere” come in un film, ma con lei davvero sul posto, tutti i fatti della vita di Maria e di Gesù, degli apostoli, della Chiesa nascente.
PERCHÈ QUEL LUNGHISSIMO TENTATIVO DI OCCULTARLA?
Come mai ci vollero 130 anni per la sua beatificazione cominciata nel 1892?
Difficile dirlo. La Emmerick è una figura scomoda. Come scomode furono alcune parti delle profezie della Madonna de La Salette (che per alcuni contenuti riprendono le visioni della beata tedesca): il 19 settembre del 1849 (circa 20 anni dopo le visioni di Katharina) due pastorelli di 15 e 11 anni divennero i confidenti della Vergine Maria. Alcuni messaggi immediati ed alcune profezie che riguardavano anch’esse dell’apostasia nella Chiesa, vennero occultate. Anche qui l’iter burocratico fu molto difficile e sofferto e se, da una parte, ringraziamo la Chiesa per l’enorme prudenza con la quale tratta questi fatti, dall’altra parte deve essere chiaro per noi che la stessa attesa di una conferma della Chiesa è necessaria per essere “provati al crogiuolo”, per verificare se davvero certe profezie sono autentiche o non provengano dall’Ingannatore.
E’ bene dirlo: spesso non viene messa in discussione l’eroicità dei veggenti, una volta appurata la loro moralità e credibilità, ma quello che essi hanno davvero visto e se non siano stati ingannati. Per farvi un esempio: san Filippo Neri aveva un dialogo eccellente con il suo angelo custode e compiva miracoli in vita ma, quando una giorno le apparve la Madonna, lui gli sputò in faccia! L’apparizione, con tono sofferto, gli chiese spiegazione del gesto blasfemo, ma san Filippo che era umile gli disse che era impossibile che la Vergine potesse apparire ad un peccatore e pezzente qual era. In quel momento l’apparizione si rivelò: era il demonio in persona. Altro esempio di lungo e sofferto riconoscimento da parte della Chiesa è l’iter doloroso di san Pio da Pietrelcina giunto, alla fine, all’ esito positivo tanto atteso.
E dunque, come mai tanto tempo per riconoscere la beatitudine della Emmerick?
Le voci ufficiali parlano di una normale routine che, purtroppo, si andò ad incastrare con la politica di quei tempi che ne avrebbe rallentato il processo. Si dice che Papa Leone XIII parlò di “prudenza” a causa della forza dirompente delle sue “profezie” e che vista la Politica del ’900 – con gli attriti europei, la disgregazione dell’Impero Austro-Ungarico, la situazione del rimanente impero germanico, ecc. – era meglio non essere troppo rapidi, ma occorreva attendere tempi migliori e pazientare per evitare ogni strumentalizzazione delle visioni.
Qualcuno afferma che Clemente Brentano, il poeta che si adoperò per la trascrizione delle visioni, avrebbe falsificato tali profezie, arricchendole, colorandole e provocando, per questo, un arresto del processo di beatificazione. Questa “voce” però ci appare improbabile dal momento che la stessa Emmerick aveva fiducia nel Brentano. Piuttosto che fermarsi sui tanti “se e ma” con i quali non si fa la storia, ci appare invece credere assai più normale che la Chiesa, non solo nella sua prudenza dottrinale e proverbiale, ma anche per aver ingaggiato, coi Patti Lateranensi, una nuova politica internazionale, abbia semplicemente “congelato” tutte quelle beatificazioni che avevano a che fare con le politiche di altri Paesi. Insomma, inutile nascondersi che anche la Chiesa comincerà una sua “politica corretta” a tutti i livelli e soprattutto a riguardo della gestione delle diocesi e della famosa “collegialità” dei vescovi, così da lasciare più libertà alle diocesi di occuparsi personalmente di questi processi. E infatti vedi che se ritardi ci sono stati, questi provengono proprio dalla diocesi di origine e non da Roma.
Ciò che si sa per certo è che un certo cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto per la Dottrina della Fede (e divenuto poi Pontefice), alle prese con molte altre apparizioni e rivelazioni, prese a cuore l’iter della beatificazione della Emmerick. Definendola “affidabile e degna di credibilità” e affermando dunque che nelle sue visioni, nel libro sulla vita di Maria e in quello sulla vita di Gesù “non vi sono contenuti errori” e “sono contenuti messaggi edificanti”, contribuì a spazzar via gli ultimi dubbi permettendole di essere riconosciuta beata.
Trattandosi di un articolo, non ci soffermeremo sui due testi che vi raccomandiamo, tuttavia, per una lettura approfondita e contemplativa. Del resto, ciò che ci preme è di rendervi partecipi della vita dei santi e specialmente di questi che trattiamo nel sito perché il loro messaggio non solo è attualissimo, ma è di grande aiuto per noi, per la nostra fede, per la nostra consolazione ed edificazione.
Così consolava sant’Agostino la beata durante queste visioni: “Tu non sarai mai aiutata del tutto perché la tua via è quella del dolore. Quando però supplichi per avere sollievo e aiuto ricordati che sono pronto a darteli”…
Supplichiamo anche noi, per avere oggi, il medesimo soccorso dei santi!
Un angelo così avvertiva la Beata: “Dirai di essere quello che potrai, ma ti riuscirà impossibile calcolare il numero delle anime che leggeranno quanto dirai, e saranno ispirate a tal punto da dedicarsi alla autentica vita devota”
Possiamo dire che sotto il segno di questa pratica cristiana e di questa fede, Katharina Emmerick è inviata da Gesù Cristo per offrirsi, misticamente, per la salvezza delle anime, per il bene della Chiesa, immolandosi su questa terra, dentro un letto di dolori, per essere testimone e al tempo stesso testimoniare l’eternità della fede, l’Amore sconvolgente di Dio, la Sua giustizia, la Sua misericordia.
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