Nel passato e futuro della Chiesa: Katharina Emmerick.
Vita, sangue e profezia in
Anna Katharina Emmerick
SECONDA TAPPA
RITAGLI
“Il Signore mi fece dono di comprendere le diverse condizioni dei defunti anche dai loro pochi resti, presso le tombe e i Cimiteri. Una volta ebbi la percezione che le ossa dei resti di alcuni defunti emanassero una luce da cui fluiva benedizione e guarigione; da altre invece ricevetti chiari i differenti gradi di miseria e bisogni e perciò sentii la necessità di supplicare, pregare, offrire sacrifici e penitenze per ottenere aiuto ed intercessione per loro. Presso altre tombe, invece, ricevetti la percezione dell’orrore e dello spavento, quando pregavo durante la notte nel cimitero, ricevevo da queste tombe sentimenti di orrore, l’oscurità, le tenebre; altre volte vedevo qualcosa di nero e straziante salire da queste tombe che mi faceva rabbrividire, non credo di aver mai provato un terrore più grande di questo eppure non erano del tutte anime dannate, al contrario, infatti quando tentato di penetrare in queste tenebre per cercare di recare aiuto a qualche anima, venivo respinta anche in modo violento e mi venne spiegato che queste punizioni erano necessarie alla loro purificazione…. ma presso un’altra tomba, invece, mi venne in soccorso la somma giustizia di Dio sotto forma di un angelo, che presto mi allontanò da un altro genere di terrore, quello infernale che da quella tomba emanava…“.La beata Emmerick prosegue con altre descrizioni e sottolinea come altre volte sentiva, dalle tombe, delle voci chiare: “Aiutami! Aiutami a venir fuori!”. Si trattava di anime dimenticate, spiega la beata Katharina, per le quali nessuno pregava più…
di Tea Lancellotti
Prima di arrivare ad alcuni approfondimenti che riguardano le visioni, o profezie, circa la Chiesa che, immaginiamo, i nostri lettori si attendono, vogliamo invitarvi a meditare il calvario subito dalla Emmerick a riguardo delle sue stimmate.
I fatti che seguono ci sono riportati da Vincenzo Noja da pag. 35 del libro dedicato alle visioni edito dalla Cantagalli.
Dopo aver raccontato della formazione di diverse commissioni ecclesiastiche che si alternarono per verificare la veridicità delle stimmate e di altri fenomeni inspiegabili, il medico stesso della beata si convinse sempre di più della soprannaturalità di tali fatti che ella viveva, sopportando con amore tutte le umiliazioni. Così il medico riportava nel suo diario: “Tutto il suo corpo era come impietrito, il suo volto mostrava un’indicibile limpidezza e un’espressione d’indescrivibile benessere. Il segno del doppio Crocefisso era impresso nella carne, all’altezza dello sterno, così come riscontrai piaghe alle mani e ai piedi. Incredibilmente la vidi per tre anni di seguito alimentarsi solo con acqua di pozzo fredda e dell’Eucaristia…”. E’ una testimonianza importante che acquista ancora più valore se consideriamo che questo medico, Franz Wesener, da ateo che era, in seguito all’incontro con la Emmerick, si convertì: possiamo dire che il medico fu guarito dalla paziente.
Il vescovo, benevolo e commosso davanti alla beata, volle che le sue pene diventassero da subito una testimonianza tangibile della presenza di Dio e propose una commissione fatta di laici, cittadini di Dulmen, che, ininterrottamente e a turni, avrebbero potuto osservarla da vicino, pregare e convertirsi.
CATERINA IN MANO A UNA COMMISSIONE STATALE DI SADICI: PROTESTANTI, ATEI E MASSONI CHE LA TORTURANO
Centinaia furono le visite e i controlli, ma quella peggiore di tutte fu la commissione creata dai protestanti e da atei. Non ce ne vogliano oggi gli “ecumenisti”, ma quel che fecero alla povera suor Katharina non può rimanere nell’oblio. Nell’agosto del 1819 si formò questa commissione statale formata da alcuni protestanti, qualche notabile scettico e persino un massone. Quel che fecero ed imposero alla Emmerick fu degno del processo e della Passione di Nostro Signore.
La futura beata venne letteralmente strappata dal suo capezzale e trascinata da quattro poliziotti in una sezione della gendarmeria locale, come una comune delinquente, senza alcun riguardo per le sue condizioni. Questa fu la prova più umiliante e dolorosa alla quale venne sottoposta, sotto gli occhi commossi dei cittadini di Dulmen e del vescovo che nulla poté fare per evitare questa indegna sceneggiata. La suora venne collocata al centro di una sala per essere sottoposta a continui esami, notte e giorno, come una prigioniera, e scossa in tutte le sue piaghe per tre lunghe settimane. La casa nel frattempo veniva messa sottosopra e perquisita per cercare eventuali trucchi, ma nulla fu trovato.
Nonostante tutti gli sforzi compiuti con questa atrocità, il capo inquisitore, tale von Bonninghausen, non poté rinvenire nessuna impostura. Riuscì solo a dimostrare ai cittadini di Dulmen fin dove potesse arrivare la crudeltà degli uomini senza Dio. Il sangue della veggente, che fuoriusciva anche perché duramente suscitato dai continui controlli (mettevano le dita nelle piaghe doloranti aumentando la soglia del dolore), venne riconosciuto dai cittadini presenti come sangue mistico, simbolo e messaggio di Dio misericordioso. Molti membri di questa commissione laica, ma anche di quella ecclesiastica, si pentirono di fronte a questo sangue, come avvenne per gli spettatori sul Golgota.
Da vera martire, la pia suora non diede mai cenno di impazienza, di infelicità, o di rimprovero: tutto accettava con benevola rassegnazione, lasciandosi guidare dalla voce del Signore che continuava a confortarla. Le sue preghiere e le sue sofferenze furono offerte per la conversione dei peccatori e per il bene della Chiesa. Il Signore le accolse volentieri e ne esaudì molte.
“NON TUTTO DEVE ESSERE DETTO”. LE VISIONI E IL GIUSTO ATTEGGIAMENTO NEI LORO CONFRONTI
Il 2 febbraio del 1824, 22 giorni prima di morire, la Emmerick disse: ” La Madre di Dio mi ha dato tanto (..) io non sono più nulla del mondo. La Madre di Dio mi ha preso con sé e mi ha mostrato una grande luce, io volevo restare con lei e mi fece capire con il dito sollevato sulla bocca socchiusa, che doveva rimanere in silenzio e non doveva parlare di tutto…”.
Ecco, con questo spirito e con questa immagine, vogliamo “parlare” delle Visioni: cercando di rimanere in un rispettoso silenzio giacché “non tutto può essere detto” e non tutto può essere compreso. La Chiesa stessa insegna che le profezie non sono un problema davanti al quale bisogna chiedersi sempre “se ci vincola o meno”, ma che sono importanti per la nostra edificazione. In alcuni casi, gli esiti delle nostre vite possono cambiare se noi, che siamo coloro ai quali le profezie sono indirizzate, ci lasceremo trasportare verso un’autentica conversione e verso un adempimento radicale della “volontà di Dio”. Occorre, pertanto, leggere le visioni o gli scritti che ne trattano. Rinunciando, però, ad uno spirito di curiosità o a strumentalizzarle al fine di attaccare ora questo ora quello. Al contrario, bisogna farlo per mettere ognuno di noi davanti alla propria anima e domandarsi: “Io cosa sto facendo per il Regno di Dio?”.
LA “STRAORDINARIETÀ” NELLA EMMERICK NON STA NELLO STRAORDINARIO
Ciò che fu “straordinario” in Katharina Emmerick non è tanto da ricercarsi nella veggenza e negli altri doni mistici (questi semmai furono strumenti) ma nella sua personale partecipazione alla passione con Cristo, in Cristo e per Cristo. Se si volesse fare un paragone solo per comprendere di cosa stiamo parlando, basti pensare a san Pio da Pietralcina. Padre Pio e la beata Emmerick sono l’espressione vivente di tutto ciò che riguarda la fede della Chiesa: rappresentano il cristiano che con Cristo si immola per la salvezza delle anime ricevendo da Dio i doni mistici per portare avanti la Sua opera e mai la nostra.
In queste visioni, Katharina è sempre accompagnata ora dagli angeli e dai santi, ora dalla Vergine Maria, ora da Cristo stesso. Non è mai sola e ciò che vive nelle visioni diventa sempre per lei motivo di espiazione, di penitenza, di enorme sofferenza, specialmente quando vede i fedeli e i prelati apostati, le profanazioni della Santissima Eucaristia, gli abusi liturgici. È come se la beata Katharina avesse già molto espiato per noi, oggi, a causa dei nostri peccati: questa fu la sua straordinarietà. E questa è, del resto, la vera straordinarietà dei santi che vivono nel proprio tempo l’espiazione e a cui dobbiamo essere grati non solo per gli eventi del loro tempo, ma anche per quello futuro. Quando noi veneriamo un santo, un beato o un martire, non facciamo altro che lodare Dio per aver concesso a queste anime di condividere in Cristo le nostre passioni. Riflettiamo quindi più seriamente sulla Comunione dei Santi e portiamo loro più rispetto, più venerazione, e cerchiamo di seguirli nella pratica delle virtù che vissero anche perché noi ne potessimo trarre un beneficio.
Quando qualcuno parlava davanti a san Padre Pio delle beatitudini dello stato del frate quasi invidiandolo per i doni che lo accompagnavano, rispondeva: ” …e perché tu hai rifiutato di offrire quel tal dolore a nostro Signore? perché non hai avuto la furbizia di offrire quel tal sacrificio che il Signore ti fece intendere? Ogni battezzato è in grado di essere gradito al Signore e di ricevere da Lui le Sue grazie, ma non credere che siano beatitudini, non lo sono fino a quando si è costretti a rimanere in questa carne…”.
Ognuno di noi può diventare gradito a Dio. Auspichiamo che quanto segue dia un nuovo impulso a quanti leggeranno le sue pagine per intraprendere con Cristo un nuovo ed autentico rapporto d’amore e di fede nella Comunione dei Santi.
ANGELI, ARCANGELI… E DEMONI
Le Visioni della Beata Emmerick non sono semplicemente dei fatti o degli eventi che riguardano il futuro della Chiesa, ma sono delle vere catechesi, immense pagine di sana dottrina su cui faremo bene a meditare. Nel 1820, per la festa dell’Angelo Custode, la Emmerick riceve delle visioni che la ammaestreranno sugli angeli buoni e cattivi e sulla loro attività:
“Vidi una chiesta terrena piena di persone da me conosciute. Molte altre chiese si stagliavano, su questa, come sui piani di una torre, ed ognuna aveva un Coro diverso di Angeli. In cima a tutti i piani c’era la Santa Vergine Maria, cinta dal sublime Ordine, era dinanzi al trono della Santissima Trinità. In alto si stendeva un cielo pieno di Angeli e c’era un ordine e una vita indescrivibilmente meravigliosa mentre sotto, nella Chiesa, tutto era oltre misura sonnolento e trascurato. (…) e ogni parola che il prete pronunciava durante la santa Messa, in modo diffuso, gli Angeli la presentavano a Dio, così tutta quella pigrizia era rigenerata per la gloria di Dio. (..) Gli Angeli Custodi esercitano il loro ufficio, scacciano dagli uomini gli spiriti cattivi, suscitando in essi pensieri migliori: in questo modo gli uomini possono concepire immagini serene (…) e le preghiere dei loro protetti li rende ancor più fervidi d’amore verso l’Onnipotente…”
E’ chiaro qui l’invito della Beata Emmerick affinché ognuno di noi non trascuri di pregare il proprio angelo custode, e che ci rammentiamo sempre della sua presenza accanto a noi.
“…E vidi come gli spiriti cattivi penetrano negli animi risvegliando negli esseri ogni genere di passione disordinata e di pensieri materiali. Il loro scopo è di separare l’uomo dall’influsso divino gettandolo nelle tenebre spirituali. L’uomo viene così preparato ad accogliere il demonio che imprime il sigillo definitivo della separazione da Dio. Vidi anche come le mortificazioni, i digiuni e le penitenze potessero indebolire molto l’influsso di questi spiriti, e come questo influsso diabolico potesse essere respinto in modo particolare con i Sacramenti, specialmente della Confessione e dell’Eucaristia. Vidi questi spiriti seminare cupidigie e brame nella Chiesa…“.
Molto bella è la visione su san Michele Arcangelo (che qui non possiamo riportare per motivi di spazio), sulla affermazione della devozione nella Chiesa e in particolare in Francia. Nella stessa visione la Emmerick descrive la potenza degli angeli e dei tre Arcangeli, la lotta e il loro trionfo: se ne aveste l’opportunità, leggetela con molta venerazione.
QUELLE CHIESE, LA MILITANTE E LA TRIONFANTE, CHIAMATE OGNI ANNO AL RENDICONTO…
Tutte le visioni di Katharina sulla Chiesa Militante e Trionfante vanno lette in una sola chiave di lettura: la Comunione dei Santi.
Così lo spiega la Beata: “A questi pensieri e visioni sento palpiti d’amore bussare prepotentemente al mio petto, come se fosse giunto il momento di vivere tutti nella comunità dei Santi, e fossimo tutti insieme in contatto permanente con loro come un unico corpo. Queste percezioni di gioia profonda sono però seguite anche dalla sofferenza, poiché sento che molti uomini di chiesa sono ancora ciechi e duri. Ardimentosamente e con impeto chiaro, chiamo il Salvatore e Gli dico: «Tu che hai tutta la potenza e questo grande amore che abbraccia tutto l’universo, Tu che puoi tutto non lasciarli perdere, salvali! Aiutali!». Egli allora mi rispose mostrandomi quanta pena per loro si era preso e si prendeva, e mi disse: «Vedi quanto io sono vicino a loro per aiutarli e per salvarli ed essi mi respingono!». Così sentii la Sua giustizia come intrisa nella dolce grazia dell’amore…“.
Tale mistero apparve chiaro agli occhi interiori della beata, alla quale venne mostrato come ogni anno, ossia, alla fine di ogni anno ecclesiastico, entrambe le Chiese, militante e trionfante, vengano chiamate a rendere conto.
In tal contesto, il 3 dicembre 1821, la veggente racconta: “Ebbi una grande visione sul bilancio tra la Chiesa terrena e quella celeste di quest’anno. Dalla Chiesa celeste fluiva la S.S. Trinità e Gesù stava alla destra, in un piano più basso c’era anche Maria, a sinistra vidi in gruppi i Martiri e i Santi. In un susseguirsi di immagini mi scorse davanti tutta l’esistenza terrena di Gesù, i suoi insegnamenti, e sofferenze (…) – e come queste – contenevano i simboli più alti dei Misteri della misericordia di Dio e gli atti della nostra salvezza, come pure erano esse le fondamenta delle celebrazioni religiosi della Chiesa militante…(…) Vidi come per mezzo dei Martiri ci furono innumerevoli conversioni, essi sono come dei canali mistici, portano il Sangue del Redentore a migliaia e milioni di cuori umani, specialmente di coloro che li invocano, e li onorano con una vita degna“.
“SARANNO MANDATI AL MONDO 7 MISTICI” A PAREGGIARE I BILANCI DELLA CHIESA
Parlando di Chiesa non poteva mancare la nostra amata santa Caterina da Siena, della quale la stessa Emmerick sosteneva la devozione, anche a causa del nome che portava e che alla santa senese faceva riferimento. Sempre in questa visione di cui ci stiamo occupando, la beata racconta: “Vidi la Chiesa terrena come un magnifico giardino che cela mille tesori da cogliere, ma questi non vengono raccolti, e con il passar del tempo il campo diventa sterile e arido. (…) la comunità dei fedeli, il gregge di Cristo, tutto era senza vitalità, sonnolento, le celebrazioni senza sentimento, e le grazie che essa avrebbe potuto ricevere in tali celebrazioni, cadevano sulla terra senza essere colte, e quel che più era terribile è che non venendo colte si trasformavano in colpe, poiché questa è la giustizia! Allora ricevetti la consapevolezza che la Chiesa militante avrebbe dovuto espiare queste gravi mancanze con esercizi di riparazione per pareggiare i conti con quella celeste e trionfante. Ma per colpa delle mancate espiazioni vidi che la chiesa militante non avrebbe potuto regolare i conti e sarebbe caduta ancor più in basso. Per questo motivo la Santa Vergine Maria, con assiduo lavoro e avvalendosi della collaborazione nel mondo di sette mistici, si occupava di compensare questa condizione di caduta della chiesa militante, degli uomini e della natura. Tra questi sette mistici fui scelta anch’io a partecipare a questa missione di soccorso e di risanamento del bilanciamento della Chiesa terrena. Nel giorno dedicato a santa Caterina, nella casa dove vennero celebrate le Nozze mistiche, intrapresi con la santa Vergine una faticosa raccolta di tutta la frutta e le erbe necessarie. Iniziammo così tutte le difficili preparazioni…“.
In poche parole, la Emmerick sottolinea e spiega il senso di tale raccolta: a causa della colpevolezza delle membra viene a mancare alla Chiesa militante quel miele necessario per addolcire le sue fatiche. Pertanto, con l’aiuto della Vergine Maria e dei suoi collaboratori, tale miele mancante viene ri-preparato e prelevato dalla Chiesa trionfante e quindi è dato alla Chiesa militante in modo da pareggiare i conti. Conclude infatti la visione: “…uno di questi volontari scelti da Cristo, spreme con mani insanguinate i pungenti cardi, traendo il miele che viene cucinato e preparato dalla Santa Vergine Maria, la Madre della Chiesa. A seguito di tal duro lavoro che durò giorni e notti, ci fu una riduzione del debito…“.
LE ANIME PURGANTI PIÙ BISOGNOSE SON QUELLE “BEATIFICATE” ILLEGITTIMAMENTE DAL MONDO
Un’altro aspetto che caratterizza le visioni della beata Emmerick è la compassione e l’amore verso le anime sofferenti, i moribondi, le Anime del Purgatorio: compassione e commemorazione delle anime, ma, al tempo stesso, la visione degli spiriti maledetti persino presso le tombe dei cimiteri, anime avvolte nell’oscurità, e financo la visione della condizione dei fanciulli uccisi prima e dopo la nascita.
A quanti le facevano visita, parlando di queste anime in terra e sofferenti, diceva:
“Come è triste vedere le povere anime così poco aiutate, esse hanno veramente bisogno di questo aiuto (sante messe di suffragio e preghiere), poiché il loro stato è così miserabile che non possono aiutarsi da se stesse. Se qualcuno pregasse per loro, facesse dire delle messe, soffrisse un poco per loro, oppure offrisse delle elemosine alla loro memoria, ne verrebbe grande profitto alle medesime, al punto tale da sentirsi consolate e ristorate, come assetate. Purtroppo molte di queste anime hanno molto da soffrire a causa della nostra trascuratezza, mancanza di entusiasmo per Dio e per la salvezza del prossimo (…), ma purtroppo veramente poco viene fatto per loro, nonostante esse lo sperino molto!”.
In una particolare visione la pia suora esternava la sua compassione in modo speciale per quelle anime di morti che solitamente vengono innalzate al settimo cielo dai parenti, dagli amici, dai conoscenti, con fiumi di lodi, ma che in verità soffrono le pene del purgatorio (altre volte persino dell’inferno) anche perché, a causa di tante lodi, nessuno si preoccupa di pregare più per loro, dando per scontata la loro beatitudine, e, per questo motivo, restano abbandonate in Purgatorio. Dice la Emmerick: “Una lode smisurata prende il significato di una lode immeritata, una vera e propria spogliazione e riduzione del vero patrimonio di quell’anima che, a causa di ciò, soffre maggiormente“.
NEI CIMITERI DI NOTTE. COSE OSCURE ACCADONO. TERRORIZZANDO KATHARINA…
In questo capitolo la Emmerick riporta tutta integralmente la dottrina della Chiesa sui defunti, sul peccato, sul valore della confessione e dei sacramenti, sull’importanza di non morire in peccato mortale, sulle anime che a causa di tali gravi peccati finiscono direttamente all’inferno. E viene mirabilmente spiegato come spesso le malattie e le sofferenze sono la conseguenza della mancanza del ravvedimento nel profondo della coscienza e che, se ben vissute, aiutano per l’espiazione:
“Mi è stato sempre mostrato che la colpa rimasta senza pentimento e senza conciliazione con Dio, ha una conseguenza incalcolabile. Così, di conseguenza, ci sono i luoghi maledetti dove furono consumate grandi e gravissime colpe. Questi luoghi sono riconoscibili dalla naturale avversione che si prova appena si entra in loro contatto (…). Come la maledizione maledice, la benedizione benedice e il sacro santifica, così avviene con le punizioni per alcuni peccati…Personalmente sono molto sensibile alla benedizione e alla maledizione, al sacro e al profano; mentre il sacro mi attira, ed io lo seguo senza resistenza e con-passione, il profano mi respinge, mi fa paura e mi desta orrore. Devo combatterlo con la fede nel sacro e con la preghiera (…). Il Signore mi fece dono di comprendere le diverse condizioni dei defunti anche dai loro pochi resti, presso le tombe e i Cimiteri. Una volta ebbi la percezione che le ossa dei resti di alcuni defunti emanassero una luce da cui fluiva benedizione e guarigione; da altre invece ricevetti chiari i differenti gradi di miseria e bisogni e perciò sentii la necessità di supplicare, pregare, offrire sacrifici e penitenze per ottenere aiuto ed intercessione per loro. Presso altre tombe, invece, ricevetti la percezione dell’orrore e dello spavento, quando pregavo durante la notte nel cimitero, ricevevo da queste tombe sentimenti di orrore, l’oscurità, le tenebre; altre volte vedevo qualcosa di nero e straziante salire da queste tombe che mi faceva rabbrividire, non credo di aver mai provato un terrore più grande di questo eppure non erano del tutte anime dannate, al contrario, infatti quando tentato di penetrare in queste tenebre per cercare di recare aiuto a qualche anima, venivo respinta anche in modo violento e mi venne spiegato che queste punizioni erano necessarie alla loro purificazione…. ma presso un’altra tomba, invece, mi venne in soccorso la somma giustizia di Dio sotto forma di un angelo, che presto mi allontanò da un altro genere di terrore, quello infernale che da quella tomba emanava…“.
La beata Emmerick prosegue con altre descrizioni e sottolinea come altre volte sentiva, dalle tombe, delle voci chiare: “Aiutami! Aiutami a venir fuori!”. Si trattava di anime dimenticate, spiega la beata Katharina, per le quali nessuno pregava più… ci supplicano perché non possono salvarsi da sole, quello che noi facciamo viene offerto a Nostro Signore il quale elargisce le Grazie e libera queste anime: “Ho compreso – spiegherà la pia suora – che soprattutto queste anime del Purgatorio sono quel prossimo che siamo chiamati ad amare e a servire“.
LIMBO…O PURGATORIO? MEGLIO TACERE. “VIDI I BAMBINI MORTI SENZA BATTESIMO E MARIA ACCANTO AI PROTESTANTI”
“Nel Purgatorio ho visto pure e particolarmente la condizione dei fanciulli che sono stati uccisi prima e subito dopo la nascita, cosa però che non saprei come spiegare né come rappresentare, anche se potessi rivelarlo, e perciò tralascio…“.
Questa brevissima affermazione, insieme alla visione da cui è tratta, è molto importante anche a riguardo della discussione sul Limbo e sulla situazione dei bambini morti senza il battesimo. Ci appare fondamentale e quasi voluto dalla Beata quel “anche se potessi rivelarlo, e perciò tralascio…”. La dottrina sul Limbo, seppur non è un dogma di fede, non viene intaccata ed anzi queste brevi parole ci ricordano l’insegnamento paolino e della Chiesa: senza il battesimo non si accede direttamente in paradiso. È probabile che il Signore usi altri mezzi straordinari, come la stessa Chiesa insegna, per i non cattolici, e su questo ci sembra saggio non aggiungere altro, come richiesto dalla Emmerick, ma piuttosto dire che occorre pregare, evangelizzare, spingere il prossimo ad amministrare il battesimo ai bambini appena nati, lo stesso giorno.
Interessante anche questo passo: “Vidi poi il giudizio di un’anima nel luogo della sua morte fisica. In quella circostanza Gesù, Maria Santissima, il Patrono che quell’anima aveva invocato e il suo angelo custode, erano riuniti sul posto; anche presso i protestanti vidi presente Maria Santissima. Questo giudizio però termina in brevissimo tempo“.
Ciò che colpisce di queste Visioni è questo rapporto vivo e vero che esiste fra noi e la Chiesa Trionfante, il Purgatorio, il Paradiso: non siamo soli!
Infine, su questo capitolo dedicato alle visioni per i defunti, vorrei sottolineare quanto segue:
“Mi vidi a Roma nella Chiesa di san Pietro presso preti distinti, voglio dire cardinali, in quest’occasione si sarebbero dovute leggere sette Messe per determinate anime e io non so più perché questo proposito non fu realizzato. Mi sovviene come di una triste premonizione. Quando tali Messe vennero lette vidi delle anime grigie, abbandonate, avvicinarsi agli Altari ove avvenivano le Messe e parlare come fossero affamate: – non venivamo nutrite da moltissimo tempo -. Penso che con queste parole facessero riferimento alle Messe fondate (Missa fundata), le quali erano cadute in dimenticanza. La dimenticanza e l’abolizione della fondazione delle Messe in suffragio delle anime, per come la vedo io, è una indescrivibile crudeltà ed un gravissimo furto alle più povere anime!“
Non aggiungerei altro commento alle parole stesse della Beata che così raccomandò al Decano Resing nel 1813: “Queste anime del Purgatorio hanno impresso qualcosa nel volto come se portassero ancora gioia nel cuore al solo pensiero della Misericordia di Dio. Inoltre vidi su un trono maestoso la Madre di Dio, ma così bella come non l’avevo mai vista prima di ora… La prego vivamente di istruire la gente nel confessionale che deve pregare solertemente per le povere Anime del Purgatorio, poiché queste pregheranno, per gratitudine, molto anche per noi. La preghiera, per queste anime è a Dio fra le più gradite perché le avvicina alla Sua immagine, specialmente la Santa Messa“.
APOSTASIA NELLA CHIESA. LA VISIONE DEL MARTIRIO DEL SIGNORE
Ora, prima di addentrarci nelle visioni sul rinnovamento della Chiesa militante, leggiamo e meditiamo questa visione in cui la pia suora vide l’attività e le forze delle tenebre impiegate contro il Regno di Dio e che sono alla radice degli stessi problemi di apostasia che colpiranno la santa Chiesa nelle altre visioni. Quanto segue possiamo definirla una specie di mappa sulla situazione del mondo e sulle gravi conseguenze per gli uomini e specialmente per coloro che si definiscono cattolici.
Nell’Avvento del 1819, così racconta:
“Sono spossata per le tristi immagini di stanotte. La mia guida mi portò intorno a tutta la terra e attraverso larghe cavità, edificate tra le tenebre, vidi innumerevoli persone disorientate dalle tenebre. Andai in tutti i luoghi abitati della terra e non vidi altro che depravazioni. Vidi ovunque più uomini che donne, bambini non ce n’erano…. Spesso non sopportavo questa desolazione e allora la mia guida mi portava verso la Luce…. Ma poi dovetti di nuovo calarmi nell’oscurità dei tempi a venire e contemplare, mio malgrado, ogni sorta di vizio, la perfidia, la cecità dell’orgoglio, la cattiveria, ogni genere di insidie, la brama di vendetta, la superbia, l’inganno, l’invidia, l’avarizia, la discordia, l’omicidio, la prostituzione, per non parlare dell’ateismo, tutto questo con cui gli uomini non guadagnavano nulla e divenivano sempre più ciechi, sempre più perversi e miserabili cadendo nelle tenebre più profonde. Ebbi la sensazione che intere città si trovassero su una sottilissima fascia di terra con il pericolo di precipitare presto nel baratro… Mi consolava di non vedere nessun essere buono cadere nel baratro, e tutta questa gente cattiva si portava in luoghi sempre più oscuri per peccare l’uno con l’altro, e immergersi sempre più nel peccato che si diffondeva sempre più tra le masse. In tale orrore si trovavano interi popoli di tutte le razze e in tutti gli abbigliamenti (…). Mi trovavo in un mondo di peccati così orrendo, che credetti di essere nell’Inferno e, spaventata, me ne lamentai, allora la mia guida mi rassicurò: « Io sono con te, e dove io sono, l’inferno, non dura a lungo».
Vennero così in mio soccorso anche le anime del Purgatorio e mi portarono in un altro luogo, molto più luminoso, dove non mancavano indescrivibili sofferenze, ma queste anime non commettevano peccati perché erano le persone votate a Dio. Vidi quanto desiderio esse avessero verso la salvezza e mi consolava il loro numero, non erano poche! Tutti loro avevano la consapevolezza della rinuncia e sapevano a cosa dovessero rinunciare e aspettare con pazienza (…). Vidi anche i loro peccati e, secondo la loro gravità, subivano pene diverse. Dopo aver pregato per loro mi destai, sperai di essere liberata dalle immagini orrende e pregai fortemente che mi fosse risparmiato il rivederle. Ma appena mi addormentavo ero di nuovo guidata nel mondo delle tenebre che avvolgono il mondo, spesso ricevevo innumerevoli minacce ed immagini orrende di Satana. Una volta ebbi di fronte un demonio insolente che mi disse all’incirca questo: «E’ proprio necessario che tu scenda nelle nostre tenebre e veda tutto, solo per vantarti e prenderti il merito di aver fatto conoscere come lavoriamo all’insaputa dei viventi?» (…). Ho avuto spesso la sensazione che Parigi avrebbe dovuto sprofondare poiché vedo molte caverne sotterranee, le quali non sono come quelle scultoree di Roma… Vidi poi un’altra immagine, una città molto grande, qui mi fu mostrata un’orrenda tragedia: il nostro Signore Gesù Cristo, Crocefisso. Tremai nell’intimo e nelle gambe perché intorno a Lui c’erano chiaramente persone del nostro tempo. Era un rabbioso ed orrendo martirio del Signore, così come avvenne al tempo dei giudei, ma Dio sia ringraziato! era solo una immagine simbolica, così mi disse la guida: «se Egli potesse ancora oggi soffrire questi patimenti sulla terra, avverrebbe così come hai visto» e vidi con orrore molta gente che io stessa conoscevo, mi sentii venire meno quando vidi che in mezzo a quella cattiveria c’erano anche dei preti!”.
Qui la pia suora spiega cosa accadrà ai cattolici in futuro i quali, se veramente amano il Signore, devono conformarsi al Nostro Signore Dio: “Mi apparvero allora anche i persecutori della Chiesa, ed il modo con cui si sarebbero comportati con me e con tutti gli altri veri cattolici, quando mi avessero avuto in loro potere, costringendomi con la tortura a confermare la loro opinione…“. Facciamo osservare il termine usato dalla Emmerick: “a confermare la loro opinione”. È infatti di questi tempi la dittatura del relativismo e dove certe opinioni sono state assunte come verità, a cominciare dall’aborto che la legge degli Stati difende, lasciando che vengano uccisi i concepiti, non vi è altro da aggiungere! Ci incoraggiano le parole dell’angelo alla beata al termine di questa visione appena descritta: “Adesso hai visto l’orrore della cecità e le tenebre dell’uomo; quindi non brontolare più sulla tua sorte, e prega! La tua sorte è molto più dolce!“.
LA MASSONERIA NELLE VISIONI. “VIDI ALLORA AVANZARE UNA CONTRO-CHIESA”
La beata Emmerick descrive anche la società della massoneria: una pseudo “chiesa” o, come la chiama la pia suora, “una contro-chiesa piena di fango e di nullità, appiattimento ed oscurità”. Quasi nessuno, spiega la veggente, conosce in quali tenebre il maligno lavora. “Tutto si svolge in antri oscuri. Una sedia fa le veci dell’altare, su di un tavolo c’è la testa di un morto. Gli aderenti sguainano la spada in un rito di consacrazione. Questa è la società dei miscredenti dove tutto è infinitamente cattivo. Io non posso descrivere quanto sia disgustosa la loro attività, rovinata, senza valore. Molti di loro non si rendono neppure conto di ciò, essi bramano divenire un unico corpo in tutto fuorché nel Signore. Mi viene dato di vedere e capire che quando la scienza si separò dalla religione, questa chiesa abbandonò il Salvatore e si compiacque della mancanza della fede, così emerse la società di coloro che si compiacevano del puro egoismo, senza fede e senza valori(…). Se questo pericolo non viene percepito gli uomini affluiscono inconsciamente con le loro attività in un centro comune, il loro, e tale centro viene diretto nelle tenebre dal Maligno…“.
Queste parole e queste visioni della Emmerick sulla massoneria sono importanti non solo perché furono le prime descrizioni di condanna contro questa società, ma soprattutto perché vennero confermate dall’enciclica di Leone XIII del 20 aprile 1884, la Humanum genus, con la quale si condannava la massoneria, vietando ai cattolici di farne parte, pena la scomunica. Condanna quella nei riguardi della massoneria che è stata ribadita durante il pontificato di Giovanni Paolo II per mezzo dell’allora cardinale Ratzinger. Dopo che qualche mano oscura, pochi mesi prima, aveva sul nuovo Codice di Diritto Canonico “depenalizzato” per i cattolici l’appartenenza alla infernale setta massonica.
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