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sabato 28 aprile 2012

L'obbedienza era...una virtù


Padre James Martin: "Io sto con le suore"

Suore americane
SUORE AMERICANE

Il gesuita padre James Martin, uno dei religiosi più influenti e popolari d'America, si è pubblicamente schierato su Twitter a sostegno della «Leadership Conference of Women Religious»

GIACOMO GALEAZZICITTÀ DEL VATICANO

Presa di posizione di una delle firme più popolari del settimanale dei gesuiti statunitensi «America», iun difesa dell'’organizzazione che raccoglie la grande maggioranza delle Superiore maggiori delle congregazioni delle suore americane e che è appena stata sanzionata dalla Santa Sede con una severa valutazione dottrinale per aver ignorato o messo in discussione gli insegnamenti della Chiesa in materia di aborto, omosessualità e sacerdozio.

«Per me le suore cattoliche sono figure eroiche- afferma padre Martin-.Alla luce dell’intenzione vaticana di rinnovare e riformare la loro principal«Leadership Conference of Women Religious), credo che sia il momento opportuno per pronunciare una parola a sostegno delle religiose cattoliche e per far conoscere i tanti modi nascosti in cui queste donne servono generosamente Dio, i poveri e il paese»e associazione (la .


Padre James Martin su «America», la prestigiosa rivista newyorchese dei gesuiti si era già espresso a favore di suor Elizabeth Johnson dopo che i nove membri della commissione dottrinaria della Chiesa Usa (guidata dal cardinale Donald W. Wuerl, arcivescovo di Washington) bollarono come «seriamente inadeguata alla concezione cattolica di Dio» l’opera della teologa della Fordham University. Attraverso Twitter, padre James Martin richiama l’attenzione su quanti milioni di cattolici (e di non cattolici) negli Usa esprimano una valutazione altamente positiva del contributo offerto dalle suore statunitensi.

«Le religiose cattoliche mi insegnano cosa significhi perseverare nel ministero senza il beneficio del potere istituzionale. Il celebre gesuita richiama l’aiuto fornito dalla suore alla vita quotidiana di tante persone. La pubblica presa di posizione di padre Martin è una risposta al pronunciamento fortemente critico dell’ex Sant’Uffizio contro la «Leadership Conference of Women Religious», accusata dalla Santa Sede di un femminismo radicale «incompatibile con la fede cattolica».

Padre Martin ipotizza che l’episcopato statunitense e il Vaticano non abbiano gradito il sostegno che in linea di massima le suore hanno assicurato alla riforma sanitaria dell’amministrazione Obama malgrado essa includa l’aborto e la contraccezione. Per la Santa Sede sono femministe, riottose al magistero della Chiesa e all' autorità dei vescovi, troppo gay friendly e troppo liberal.Alla fine dell' «accertamento dottrinale» iniziato nel 2008, la Santa Sede ha deciso che per cinque anni Peter Sartain, arcivescovo di Seattle, vigilerà come «delegato» sulla «Leadership Conference of Women Religious» (LCWR), l' associazione di 1.500 madri superiore che rappresentano l' 80 per cento delle 57 mila suore negli Stati Uniti. E questo per le «inaccettabili» posizioni che la Conferenza delle religiose, tra l' altro, ha assunto «in tema di ordinazione sacerdotale delle donne» e «approccio pastorale all' omosessualità», per non parlare della «prevalenza di certi temi del femminismo radicale incompatibili con la fede cattolica».

La Santa Sede addebita alle e suore Usa d'essere «silenti» su aborto e eutanasia, di ospitare interventi che «spesso contraddicono o ignorano il magistero». Ora dovranno correggere gli statuti e sottoporre al «delegato» testi e programmi. Intanto il Vaticano ha finito un' altra «visitazione» ai monasteri Usa, l' esito dell' indagine non è noto. Situazione difficile: prima che fra «progressisti» e «conservatori» si rischia una frattura tra le gerarchie maschili e l' altra metà (abbondante) della Chiesa. «Sono in disaccordo o contestano le posizioni prese dai vescovi, che sono gli autentici maestri della Chiesa nella fede e nella morale», si legge nel «Doctrinal Assessment».

Un riferimento appunto all'appoggio che le suore hanno dato alla riforma sanitaria di Obama, avversata dai vescovi degli Stati Uniti.Padre Martin non è nuovo a interventi che si smarcano dalle posizioni più comuni. Un suo recente intervento, rilanciato in Italia dal sito «Vino nuovo», offre uno spaccato del suo pensiero controcorrente. «Mi domando se si possa ancora dire qualcosa sulla fede cattolica senza che qualcuno si senta offeso. Non importa quanto sia benevolo, ormai nessun commento sul web che abbia per argomento il cattolicesimo passa indenne - spiega-.Vale per i blog, Facebook, Twitter, Youtube ma anche per tutto il resto. Dirò di più: l'idea di provare a capire una persona leggendo sul serio e con attenzione quello che scrive, o almeno riconoscergli il beneficio del dubbio, è un'abitudine che va scomparendo rapidamente dal discorso cattolico». E precisa: «Indipendentemente da quanto scrivi, ci sono sempre cattolici pronti a partire immediatamente all'attacco, a esplodere in un giusto sdegno, a minacciare di denunciarti all'autorità competente e, soprattutto, a correggerti».

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