ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 28 maggio 2012

Indefessi noiosi


Marco Politi, Vito Mancuso e l’incoerenza di certi “cattolici”

Sull’ottimo blog “Campari E De Maistre” (tra pochi giorni celebrerà un anno di vita) è apparso un interessante articolo di Giuliano Guzzo il quale ironizzando sul teologo sedicente cattolico Vito Mancuso ha fatto notare come oggi la Chiesa sia nella sua impostazione ultima (un po’ meno nella gestione della Curia romana) davvero nel solco di Gesù.
E’ proprio l’adesione costante alla Tradizione e la sua superiorità al consenso popolare e alle pressioni sociali sulle “tematiche sensibili” a renderla stabile come la roccia, e anche affascinante.
Guzzo ricorda che lo stesso Gesù Cristo, come oggi accade alla Chiesa, subiva la fatica dell’incomprensione. Molti gli andavano dietro, ma poi quasi tutti lo hanno tradito (addirittura qualcuno tre volte), scappando impauriti dopo la sua cattura. Gli stessi che -come viene descritto nel Vangelo di Giovanni- «dopo aver udito» quello che Gesù aveva predicato, «dissero: “Questo parlare è duro; chi può ascoltarlo?”» (Gv, 6:60). Già allora, commenta Guzzo, c’era chi si lamentava, chi trovava difficilmente praticabile il messaggio cristiano. Il Figlio di Dio però non si impaurì e non cercò di farsi più attraente, ma continuò dritto per la sua strada. Al punto che «da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui» (Gv, 6:66), al punto che perfino i suoi amici più stretti furono sul punto di lasciarlo: «Perciò Gesù disse ai dodici: “Non volete andarvene anche voi?”» (Gv, 6:67). Gesù non cambiò rotta, anche a costo di restar solo«Forse per testardaggine, forse perché non aveva letto Mancuso o forse perché quanto aveva da dire – e da testimoniare – aveva, ed ha, un prezzo “non trattabile”», commenta opportunamente il giornalista. Cristo, come oggi la Chiesa, non era molto interessato alla popolarità. La Chiesa cattolica (al contrario di quelle protestanti, dove una parrocchia su tre scomparirà entro cinque anni proprio per questo) non ha nessun interesse ad abdicare dalla sua posizione, allontanandosi dalla Tradizione, per apparire al passo coi tempi. Nella società liquida di oggi, l’unico luogo rimasto solido è proprio questo.
La Chiesa agisce oggi come agì Gesù durante la sua vita pubblica, nonostante sedicenti cattolici come Vito Mancuso e Marco Politi pretendano il contrario, ricattati dal consenso popolare. Ma è la loro posizione ad essere incoerente con la loro fede, perché contrari alla posizione del Papa e della Chiesa a cui dicono di appartenere (altrimenti si definirebbero semplicemente “cristiani”). La nota dottrinale del 2002 rivolta ai politici cattolici e a tutti i fedeli laici chiamati alla partecipazione della vita pubblica, è chiara: «sarebbe un errore confondere la giusta autonomia che i cattolici in politica debbono assumere con la rivendicazione di un principio che prescinde dall’insegnamento morale e sociale della Chiesa». E ancora: «il Magistero della Chiesa [...] pone certamente un dovere morale dcoerenza per i fedeli laici, interiore alla loro coscienza, che è unica e unitaria»Benedetto XVI ha a sua volta strigliato nel 2009proprio i sedicenti “cattolici adulti”: «La parola “fede adulta” negli ultimi decenni è diventata uno slogan diffuso. Ma lo s’intende spesso nel senso dell’atteggiamento di chi non dà più ascolto alla Chiesa e ai suoi Pastori, ma sceglie autonomamente ciò che vuol credere e non credere – una fede “fai da te”, quindi. E lo si presenta come “coraggio” di esprimersi contro il Magistero della Chiesa. In realtà, tuttavia, non ci vuole per questo del coraggio, perché si può sempre essere sicuri del pubblico applauso. Coraggioci vuole piuttosto per aderire alla fede della Chiesa, anche se questa contraddice lo “schema” del mondo contemporaneo. È questo non-conformismo della fede che Paolo chiama una “fede adulta”. È la fede che egli vuole. Qualifica invece come infantile il correre dietro ai venti e alle correnti del tempo». Questo tipo di fede “adulta”, significa, continua il Papa, impegno a favore della vita umana dal concepimento alla morte naturale, a favore del matrimonio tra uomo e donna, ecc.
La filosofa Roberta De Monticelli, ad esempio, ha evitato a se stessa di essere profondamente incoerente e ha fatto abiura del cattolicesimo perché ha capito che la Chiesa non ha la minima intenzione di aprire all’eutanasia come lei vorrebbe. Mentre Politi e Mancuso si illudono di piacere al mondo correndo dietro alle mode del momento, diffamando la Chiesa e proponendo la disobbedienza con lo scopo di farle cambiare idea su certe tematiche (è il Papa che dovrebbe adeguarsi alle omelie di Politi e Mancuso, in poche parole). Un “atteggiamento infantile”, secondo il Pontefice, come appunto lo sono icapricci dei bambini per condizionare la volontà dei genitori. “Non volete andarvene anche voi?”domanderebbe ancora una volta Gesù…non è un invito ad andarsene, ma un invito a riflettere perché chi ci perde più di tutti in questa situazione sono loro, e le persone confuse che li seguono.
http://www.uccronline.it/2012/05/28/marco-politi-vito-mancuso-e-lincoerenza-di-certi-cattolici/

Dies
Il giorno di Pentecoste, sul “Corriere della Sera”, nella sua consueta pagina mensile di dialogo con i lettori, il cardinale Carlo Maria Martini risponde così a un lettore impressionato dal “Dies iræ” e dall’idea di un Dio che “castiga e condanna” nel giorno del giudizio finale:
Non credo che ci saranno grandi segni esterni. Questo mondo semplicemente ‘passa’. Perciò lascio in pace la mia immaginazione e mi preparo a ciò che il Signore vorrà mostrarci. In ogni caso vi sarà una proclamazione della gloria del Figlio Risorto, insieme con la certezza che a tutti sarà dato contemplare la bontà di Dio nel suo disegno sul mondo. Il testo cui lei fa riferimento [il 'Dies iræ' - ndr] è una visione distorta delle angosce del tempo ultimo, derivata da paure rinascenti dal cuore umano. Essa ha comandato anche l’arte di quei secoli”.
Rimosso il giudizio finale e fatta balenare l’idea di una beatitudine per tutti, c’è una distanza notevolissima tra queste parole del cardinale Martini sui “novissimi” e quelle, ad esempio, di Benedetto XVI nell’enciclica “Spe salvi“.

Ma anche a proposito del “Dies iræ” tra i due c’è un abisso. Per Martini “è una visione distorta” da relegare nel passato. Per Joseph Ratzinger è tutto l’opposto.
Basta rileggere come il papa commentò il 16 ottobre 2010 il “Requiem” di Verdi da lui ascoltato poco prima in concerto nell’aula delle udienze, citando una strofa proprio del “Dies iræ” come “parola della liturgia cattolica”:
“‘Qui Mariam absolvisti, et latronem exaudisti, mihi quoque spem dedisti’, abbiamo ascoltato: ‘Tu che perdonasti Maria Maddalena ed esaudisti il buon ladrone, anche a me hai dato speranza’. Il grande affresco musicale di stasera rinnova in noi la certezza delle parole di sant’Agostino: ‘Inquietum est cor nostrum, donec requiescat in te’, il nostro cuore è inquieto, finché non riposa in te”.
E questa sarebbe l’angosciante “visione distorta”? In un canto tutto intessuto di riferimenti ai profeti dell’Antico Testamento e ai Vangeli, in particolare alla pagina di Matteo 25 sul giudizio finale?



Kiko: «alla Comunione stiamo tutti seduti»

In barba a ciò che comanda il Papa e contraddicendo perfino sé stesso, Kiko Argüello insiste a promuovere la Comunione "da seduti": lo ha fatto il 30 settembre scorso a Madrid, ai cosiddetti "catechisti" del Cammino Neocatecumenale.
Sul blog in lingua spagnola Crux Sancta sono stati pubblicati i "mamotreti" della Convivenza di Inizio Corso con i cosiddetti "catechisti" (salone La Pizarra, dal 30 settembre al 2 ottobre 2011). Ci permettiamo di aggiungere altre citazioni a beneficio dei neocatecumenali dalla memoria corta...


1° dicembre 2005, lettera della Congregazione per il Culto Divino al Cammino Neocatecumenale (a firma del cardinale Francis Arinze e destinata a Kiko Argüello, Carmen Hernàndez e don Mario Pezzi):
Nella celebrazione della Santa Messa, il Cammino Neocatecumenale accetterà e seguirà i libri liturgici approvati dalla Chiesa, senza omettere né aggiungere nulla.
(...)
Modo "non normale"
5. Sul modo di ricevere la Santa Comunione, si dà al Cammino Neocatecumenale un tempo di transizione (non più di due anni) per passare dal modo invalso nelle sue comunità di ricevere la Santa Comunione (seduti, uso di una mensa addobbata posta al centro della chiesa invece dell’altare dedicato in presbiterio) al modo normale per tutta la Chiesa di ricevere la Santa Comunione. Ciò significa che il Cammino Neocatecumenale deve camminare verso il modo previsto nei libri liturgici per la distribuzione del Corpo e del Sangue di Cristo.

(...)
In breve, il Cammino Neocatecumenale, nella celebrazione della Santa Messa, segua i libri liturgici approvati, avendo tuttavia presente quanto esposto sopra ai numeri 1, 2, 3, 4, 5 e 6.

12 gennaio 2006, Discorso di papa Benedetto XVI alle Comunità del Cammino Neocatecumenale:
Modo vietato dai
libri liturgici
Proprio per aiutare il Cammino Neocatecumenale a rendere ancor più incisiva la propria azione evangelizzatrice in comunione con tutto il Popolo di Dio, di recente la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti vi ha impartito a mio nome alcune norme concernenti la Celebrazione eucaristica, dopo il periodo di esperienza che aveva concesso il Servo di Dio Giovanni Paolo II. Sono certo che queste norme, che riprendono quanto è previsto nei libri liturgici approvati dalla Chiesa, saranno da voi attentamente osservate. 

17 gennaio 2006, Lettera di Kiko, Carmen e don Pezzi al Santo Padre Benedetto XVI:
...Siamo contentissimi delle “norme che a Suo nome ci ha impartito il Cardinale Arinze, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Al riguardo noi vogliamo esprimere la nostra gratitudine a Lei, al Cardinale Arinze e alla Congregazione, per quanto è scritto nella lettera.

Abbiamo rinnovato insieme la disponibilità a seguire in tutto, con grande rispetto e obbedienza, le rubriche del Messale Romano (Gloria, Credo, Lavabo, Orate fratres, Agnus Dei...).

13 giugno 2008, Statuto del Cammino Neocatecumenale:
Art. 13: "Eucarestia":
§ 3. Nella celebrazione dell’Eucaristia nelle piccole comunità si seguono i libri liturgici approvati del Rito Romano, fatta eccezione per le concessioni esplicite della Santa Sede [49]. Per quanto concerne la distribuzione della Santa Comunione sotto le due specie, i neocatecumeni la ricevono in piedi, restando al proprio posto.

"Devozione" da seduti
[Nota 49] Cfr. BENEDETTO XVI, Discorso alle Comunità del Cammino Neocatecumenale del 12 gennaio 2006: Notitiae 41 (2005) 554-556; CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Lettera del 1° dicembre 2005: Notitiae 41 (2005) 563-565; Notificazione della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti sulle celebrazioni nei gruppi del Cammino Neocatecumenale, in L’Osservatore Romano, 24 dicembre 1988: «la Congregazione consente che tra gli adattamenti previsti dall’Istruzione Actio pastoralis, nn. 6-11, i gruppi del menzionato “Cammino” possano ricevere la comunione sotto le due specie, sempre con pane azzimo, e spostare, “ad experimentum”, il rito della pace dopo la Preghiera universale».

Notiamo che anche lo Statuto definitivo conferma che le due uniche particolarità liturgiche concesse dalla Santa Sede al Cammino in deroga ai libri liturgici approvati per tutta la Chiesa sono solo lo spostamento del "segno della pace" a prima dell'Offertorio (come nel rito Ambrosiano), ed il fare la Comunione "in piedi, restando al proprio posto".

20 gennaio 2012, Discorso del Santo Padre Benedetto XVI alle Comunità del Cammino Neocatecumenale
La celebrazione nelle piccole comunità, regolata dai Libri liturgici, che vanno seguiti fedelmente, e con le particolarità approvate negli Statuti del Cammino...

E invece Kiko cosa dice? Ancora recentemente, nel 2011, riproponeva la "comunione seduti" e ridipingeva a modo suo la figura di Giovanni Paolo II:

30 settembre 2011, Kiko Argüello, Convivenza dei Catechisti - inizio corso 2011-2012 (nel testo è a pagina 26):
I cosiddetti "iniziatori"
danno l'esempio...
Sapete, il Papa [Giovanni Paolo II] ordinò alla Congregazione per il Culto Divino di accettare che noi celebrassimo la Messa con le due specie e col cambio del Segno della Pace, e ciononostante venne a celebrare l'Eucarestia con noi. L'altro giorno abbiamo mostrato al cardinal Cañizares Llovera la foto del Papa che accettò di fare la benedizione col velo omerale, e che gli piacque moltissimo, e ci risponde Cañizares: «sì, anche a me». Gli abbiamo detto: guardi come alla Comunione stiamo tutti seduti e riceviamo il Corpo del Signore.

Il Papa è stato fantastico con noi, non ci ha mai fatto una critica, ci ha sempre difesi, ci ha amati.

(«Sabéis que el Papa mandó que la Congregación del Culto y Sacramentosaceptara que celebráramos misa con las dos especies, y el cambio de la Paz, yademás dijo que Él venía a celebrar la Eucaristía con nosotros. El otro día hemo senseñado al Cardenal Cañizares fotos del Papa que aceptó que hiciéramos labendición con el velo humeral, y que le gustó muchísimo, y nos dice Cañizares: “a mí también”. Le dijimos, observe cómo en la Comunión estamos todos sentados y recibimos el Cuerpo del Señor. Ha sido fantástico el Papa con nosotros, jamás nosha hecho una crítica, siempre nos ha defendido, nos ha amado»).

In realtà Giovanni Paolo II qualche critica l'aveva fatta già nel 1983, in perfetta sintonia con quanto ha detto Benedetto XVI nel 2012 e con la "lettera di Arinze":

10 febbraio 1983, Discorso del Santo Padre Giovanni Paolo II alle Comunità Neocatecumenali:
Cattivo esempio dato ai bambini:
il Sacramento ridotto a "snack"
Celebrate l'Eucaristia e, soprattutto, la Pasqua, con vera pietà, con grande dignità, con amore per i riti liturgici della Chiesa, con esatta osservanza delle norme stabilite dalla competente autorità, con volontà di comunione con tutti i fratelli [...]
Non chiudetevi in voi stessi, isolandovi dalla vita della Comunità parrocchiale o diocesana [...]


Pertanto le norme giuridiche, come anche quelle liturgiche, vanno osservate senza negligenze e senza omissioni.
 by Tripudio 


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