1- “DISFUNZIONI PSICOPATOLOGICHE: EGOCENTRICO E NARCISISTA: EVIDENZIA ACCIDIA SOCIALE. VA CACCIATO” - 2- LA "DIAGNOSI" CHE ARRIVÒ SULLA SCRIVANIA DI BERTONE. SEGUITA DALLE LETTERE DEL VICEPRESIDENTE SCHMITZ E DEL SEGRETARIO ANDERSON: "O IL BANCHIERE O NOI" - 3- I RAPPORTI SONO TESI CON BERTONE DA QUANDO GOTTI AVEVA FATTO DICHIARAZIONI IMPRUDENTI CON LA PROCURA DI ROMA, AMMETTENDO L’ESISTENZA DI CONTI CIFRATI NELLO IOR - 4- GOTTI PUNTA IL DITO CONTRO UN COMPLOTTO MASSONICO CHE VORREBBE FARLO FUORI CAPITANATO DAL NOTAIO MAROCCO E L’AVVOCATO BRIAMONTE DELLO STUDIO STEVENS - 5- BERTONE AL CONTRATTACCO CON UN COMUNICATO UFFICIALE E MINACCIOSO: I PM ITALIANI NON SI AZZARDINO A VIOLARE LE PREROGATIVE DEL VATICANO ANDANDO DIETRO ALLE ACCUSE DI GOTTI, E MAGARI ALLE LISTE DI CONTI CORRENTI CIFRATI INTESTATI AI VIP LAICI -
1- GOTTI TEDESCHI ‘SPIATO' DA UN MEDICO. "DISFUNZIONI PSICOPATOLOGICHE, VA CACCIATO"
Marco Lillo per Fatto Quotidiano
I documenti che pubblichiamo in esclusiva oggi sarebbero una buona base per un legal thriller dentro le mura leonine. Nemmeno John Grisham e Dan Brown avevano ipotizzato la seguente scena descritta in una delle lettere: Pietro Lasalvia, "psicoterapeuta e ipnoterapeuta", come scrive nell'incipit della sua roboante carta intestata (nella quale prosegue vantando le seguenti specializzazioni:
TARCISIO BERTONE PADRE GEORG PAPA BENEDETTO XVI
CARL ANDERSON CAVALIERE SUPREMO DEI CAVALIERI DI COLOMBO
"psicoterapia occupazionale; perfezionato in psichiatria di
consultazione, e clinica pscicosomatica; specializzazione in
psicoterapia; iscritto nell'elenco degli psicoterapeuti presso l'Ordine
dei medici; professore a contratto presso il corso di laurea nella
professione sanitaria, seconda facoltà di medicina e chirurgia La
Sapienza") nel marzo scorso arriva a scrivere una sorta di diagnosi a
scoppio ritardato sul conto del presidente dello Ior.
Lasalvia è un medico che si occupa della salute sul lavoro dei dipendenti dello Ior ed è in ottimi rapporti con Paolo Cipriani, il direttore generale, il vero uomo forte dello Ior, che è in forte contrasto con Gotti Tedeschi.
LA FESTA DI NATALE
Prima delle feste di Natale 2011 viene invitato a un rinfresco allo Ior e, casualmente, per tutta la serata osserva a sua insaputa il comportamento del presidente dello Ior sotto il profilo medico per poi stilare un rapportino che finisce però solo tre mesi dopo, caualmente quando infuria lo scontro su Gotti, tramite la direzione generale dello Ior, sul tavolo della Segreteria di Stato.
PADRE GEORG TARCISIO BERTONE PAPA BENEDETTO XVI
CARL ANDERSON DEI CAVALIERI DI COLOMBO DAVANTI A TUTTI I CARDINALI
Questa sorta di certificato diventa così un'arma che i nemici del
presidente brandiscono sulla sua testa e che dà forza e fondamento
medico ad altri due documenti che pubblichiamo: la lettera del
segretario del consiglio dello Ior Carl A. Anderson e la missiva del
vicepresidente Ronaldo Hermann Schmitz. Entrambe le lettere dei due
uomini forti dello Ior sono dirette a Tarcisio Bertone e contengono
accuse pesantissime a Gotti Tedeschi.
BENEDETTO XVI E GOTTI TEDESCHI
COMPLOTTO GIUDAICO-MASSONICO
Le due lettere sono scritte alla vigilia del consiglio del 24 maggio che segnerà la sfiducia e la cacciata di Gotti Tedeschi e sono indirizzate al "primo ministro" del Vaticano per chiedere la testa di Gotti.
Ronaldo Hermann Schmitz
Nei giorni precedenti Gotti Tedeschi ha scritto una lettera al
cardinale Tarcisio Bertone per affermare una tesi che non nasconde anche
nei colloqui con alti prelati e personaggi delle istituzioni italiane.
Il presidente dello Ior (che teme per la sua vita) sa di avere i giorni
contati alla presidenza dello Ior.
Con Bertone e i suoi referenti in Curia punta il dito contro un complotto massonico che vorrebbe farlo fuori. Indica anche i nomi dei suoi presunti nemici. Tra questi personaggi molto influenti non solo in Vaticano, come il notaio Antonio Maria Marocco di Torino, che in realtà è molto vicino al cardinale Tarcisio Bertone da decenni.
Il presidente dello Ior poi cita l'avvocato Michele Briamonte dello studio Grande Stevens, che sarebbe secondo lui vicino alla lobby ebraica perché è uno dei fondatori della camera di commercio italo-israeliana della quale per la verità fanno parte anche personaggi di primissimo piano della vita pubblica italiana.
PAPA E BERTONE vaticano sua santita
I rapporti sono tesi con Gotti Tedeschi da quando aveva fatto
dichiarazioni imprudenti, secondo la Segreteria di Stato, con la Procura
di Roma, ammettendo l'esistenza di conti cifrati nello Ior.
Un mistero custodito con cura per decenni era stato spiattellato in un verbale dal presidente della Banca più riservata del mondo.
ANTONIO MARIA MAROCCO
LA FINE
Da quel momento la fine di Gotti è segnata. Poi c'è il braccio di ferro a dicembre del 2011 sulla legge antiriciclaggio e i rapporti si fanno ancora più tesi quando le carte escono sul Fatto. Ma la goccia che fa traboccare il vaso è quando il neo nominato presidente del Monte Paschi di Siena, Alessandro Profumo, va a fare visita a Gotti Tedeschi e gli riferisce di avere ricevuto confidenze da personaggi influenti in Segreteria di Stato che Gotti Tedeschi di lì a pochi giorni sarà fatto fuori. Come a dire: "Non parlargli di cose delicate che ormai non conta più nulla". Gotti Tedeschi viene fatto fuori il 24 maggio.
ETTORE GOTTI TEDESCHI
Due giorni prima il vicepresidente Hermann Schmitz, che ora è
diventato presidente, scrive al Segretario di Stato Tarcisio Bertone:
"Mi aspetto con fiducia che Sua Eminenza ponga fine immediatamente al
mandato del presidente Gotti. Non desidero continuare a prestare
servizio in un Consiglio con Gotti Tedeschi. Pertanto nel caso in cui il
presidente non fosse sollevato dall'incarico dopo un voto di sfiducia
da parte del Consiglio, rassegnerò le dimissioni entro e non oltre la
fine di maggio 2012".
Nelle stesse ore il segretario del consiglio Carl A. Anderson scrive: "Sono giunto alla conclusione, dopo molte preghiere e riflessioni, che Gotti Tedeschi non sia in grado di guidare l'Istituto in tempi difficili come questi". Le due lettere vanno lette alla luce del comunicato stampa di ieri del Vaticano.
bertone papa big
Il bollettino della Santa Sede, dopo la premessa banale sulla
"sorpresa e preoccupazione per l'inchiesta", lancia un avvertimento allo
Stato italiano "la Santa Sede ripone la massima fiducia nell'autorità
giudiziaria italiana che le prerogative sovrane riconosciute alla Santa
Sede dall'ordinamento internazionale siano adeguatamente vagliate e
rispettate".
SEAMUS HEAMEY CON ANTONIO MARIA MAROCCO E MARIELLA CERUTTI - copyright Pizzi
Poi, dopo la conferma dell'appoggio incondizionato al direttore
generale dello Ior Cipriani, che Gotti Tedeschi avversava ("La Santa
Sede conferma inoltre la sua piena fiducia nelle persone che dedicano la
loro opera con impegno e professionalità all'Istituto per le Opere di
Religione e sta esaminando con la massima cura l'eventuale lesività
delle circostanze, nei confronti dei diritti propri e dei suoi organi")
arriva la parte più interessante, dedicata a Gotti Tedeschi: "Si
ribadisce, infine, che la mozione di sfiducia adottata nei confronti del
Prof. Gotti Tedeschi da parte del Consiglio di Sovrintendenza è stata
fondata su motivi oggettivi, attinenti alla governance dell'Istituto, e
non determinata da una presunta opposizione alla linea della
trasparenza, che anzi sta a cuore alle Autorità della Santa Sede, come
allo Ior".
FIORELLA KOSTORIS MARIELLA CERUTTI E ANTONIO MARIA MAROCCO - copyright Pizzi
LE PERQUISIZIONI
La linea di contrattacco del Vaticano dopo la perquisizione e il primo interrogatorio all'ex presidente dello Ior è arrivata ieri con un bollettino chiarissimo: Ettore Gotti Tedeschi non è stato cacciato dallo Ior perché voleva la trasparenza dei conti bancari e dei loro reali intestatari. I pm italiani non si azzardino a violare le prerogative dello Stato Vaticano andando dietro alle sue accuse, ai suoi memoriali, alle sue paure di essere ucciso e magari alle liste di conti correnti cifrati intestati ai vip laici che potrebbe avere compilato. Con il comunicato ufficiale emanato dalla Santa Sede ieri pomeriggio lo scontro tra Italia e Citta del Vaticano sale di livello.
GOTTI TEDESCHI
25MILA CORRENTISTI
E le carte che oggi pubblichiamo in esclusiva dimostrano quanto è duro lo scontro interno al Vaticano tra le due fazioni che si sono contrapposte sulla legislazione dei presidi contro il riciclaggio dentro la Città del Vaticano. La posta è enorme. Lo Ior amministra in depositi una cifra che dovrebbe oscillare attorno ai 9 miliardi di euro di patrimonio.
Ci sono 25mila correntisti laici e questa indagine della magistratura italiana rischia di svelare anche i nomi dei vip. La vera partita in gioco è quella dei "conti laici anomali", quelli dei quali Ettore Gotti Tedeschi ha parlato con i magistrati.
ETTORE GOTTI TEDESCI MONSIGNOR GIUSEPPE SCIACCA DON GIUSEPPE COSTA
Tra le carte sequestrate a casa e nell'ufficio del banchiere ci sono
anche elenchi di nomi di personaggi importanti, anche della politica,
che potrebbero avere il conto presso lo Ior. Quella lista trovata a casa
di Gotti Tedeschi sarebbe frutto di una sua ricerca.
Probabilmente non si tratta di carte ufficiali o di contabili bancarie con il timbro Ior, perché a quelle il banchiere non aveva accesso. Bensì di informazioni che probabilmente aveva raccolto informalmente. Comunque sia, quella lista fa paura perché potrebbe incrinare il muro di anonimato dello Ior. E ancora di più fanno paura Oltretevere le inchieste che potrebbero nascere dalle accuse dell'ex presidente dello Ior che pare disposto a collaborare.
Per questa ragione ieri è arrivato il primo avvertimento, le lettere e i documenti inerenti all'attività della Banca del Vaticano non devono essere usate contro i manager Ior indagati dalla Procura di Roma, a partire da Paolo Cipriani. E non manca un messaggio per Gotti Tedeschi: la smetta di atteggiarsi a vittima della lobby "giudaico-massonica" favorevole alla scarsa trasparenza bancaria. E non si azzardi a collaborare con i pm di Roma e Napoli, come sembra intenzionato a fare dopo essere stato scaricato da tutti Oltretevere, perché altrimenti ce ne sarà anche per lui.
ANTONIO MARIA MAROCCO PAOLO FRANCHI - copyright Pizzi
ANTONIO MARIA MAROCCO ALLEGRA CARACCIOLO AGNELLI - copyright Pizzi
SEGRETE STANZE
La Segreteria di Stato ieri con il suo comunicato ha voluto lanciare il primo messaggio perché sia chiaro a tutti che il presidente dell'Istituto Opere Religiose non è entrato in lotta di collisione con il Segretario di Stato Tarcisio Bertone perché voleva svelare alle autorità italiane chi c'era dietro i conti cifrati della banca vaticana. Il banchiere è stato accompagnato alla porta il 24 maggio con una lettera del Cavaliere Supremo dell'Ordine dei Cavalieri di Colombo Carl A. Anderson perché non sapeva fare il presidente ed era anche un po' fuori di testa. Così si regolano le faccende in Vaticano.
2- I DOCUMENTI RISERVATI SPEDITI DAL SEGRETARIO DEL CONSIGLIO DELLA BANCA VATICANA CARL ANDERSON E DAL VICEPRESIDENTE HERMANN SCHMITZ. POI LA "PERIZIA" DEL MEDICO CHE GLI SI ERA SEDUTO ACCANTO A UNA FESTA DI NATALE: "EGOCENTRICO E NARCISISTA: EVIDENZIA ACCIDIA SOCIALE"
Da Il Fatto Quotidiano
LETTERA IOR
- CARL ANDERSON A BERTONE: "GOTTI ABBANDONA LE RIUNIONI" (MAGGIO 2012)
Sebbene abbia iniziato a prestare servizio come membro del Consiglio di Sovrintendenza solo di recente, da tempo sono consapevole dell'importanza dell'Istituto delle Opere Religiose rispetto alla missione della Chiesa Universale. Come membro del Consiglio, spero di poter fornire un punto di vista fresco e permeato dalla conoscenza del mondo finanziario degli Stati Uniti.
fiat08 franzo grande stevens lap
In qualità di presidente e amministratore delegato dei Cavalieri di
Colombo, che è la più grande compagnia di assicurazioni cattolica e che
si occupa di raccogliere donazioni e soddisfare esigenze filantropiche
in tutto il mondo, conosco l'importanza dello Ior come strumento della
volontà del Santo Padre.
Naturalmente lavoro a stretto contatto, quando ne vengo sollecitato, con la Segreteria di Stato per contribuire a realizzare le opere buone essenziali alla missione e alla reputazione della Chiesa. In questa luce, è stato con grande ansia e trepidazione che ho letto negli ultimi mesi le voci sull'Istituto, in particolare per quanto concerne l'interruzione dei rapporti bancari con istituzioni di grande rilievo quali la JP Morgan.
ctn01 antonio maria marocco alain elkann
Queste voci allarmano il mondo finanziario e il crescente scetticismo
nei confronti dello Ior non è di aiuto, ma getta una luce negativa
sull'opera del Santo Padre. Ciò che mi ha sconcertato e profondamente
preoccupato in quanto membro del Consiglio, è la mancanza da parte
dell'Istituto di una risposta all'altezza di queste affermazioni. E ora
vengo alla parte triste della mia lettera.
Marco Simeon
Sono giunto alla conclusione, dopo molte preghiere e riflessioni, che
Gotti Tedeschi non sia in grado di guidare l'Istituto in tempi
difficili come questi. Come ho avuto modo di dire ai miei colleghi del
Consiglio, Gotti Tedeschi non ha saputo difendere l'Istituto con il
necessario vigore e, non fosse che per questo, l'Istituto ne ha
sofferto.
Dal mio punto di vista di membro del Consiglio, a prescindere dall'attuale situazione, è mancata da parte del presidente una direzione e una progettualità, le sue occasionali comunicazioni a me dirette sembrano incentrate non sulla vita dell'Istituto, ma sulle manovre politiche interne e sulla denigrazione degli altri.
MArco Simeon con il cardinale Angelo Bagnasco
Accanto a questa sciagurata retorica, c'è stato un comportamento via
via più stravagante caratterizzato dal non fornire informazioni complete
al Consiglio e, a volte, dal disertare o dall'abbandonare le riunioni
del Consiglio. Non ho fiducia in Gotti Tedeschi ed è con grande
riluttanza che informo Sua Eminenza che sarebbe per me un enorme
sacrificio continuare a servire in questo Consiglio con Gotti Tedeschi.
ETTORE GOTTI TEDESCHI
Lasciando da parte il mio personale disagio, e' mia
opinioneprofessionaleedimembrodel Consiglio nei cui confronti ho un
dovere fiduciario e indipendente, che la permanenza in qualsivoglia
forma di Gotti Tedeschi in seno all'Istituto, con ogni probabilità
danneggerebbe l'Istituto e influirebbe in maniera significativa sulla
possibilità di realizzarla sua missione.
bertone-papa-berlusconi
Le garantisco che in occasione della riunione del Consiglio di
Sovrintendenza del 24 maggio 2012, voterò la mozione di sfiducia che il
vicepresidente Ronaldo Schmitz presenterà nei confronti del presidente
Gotti Tedeschi. Così facendo sono certo di appoggiare la corretta
decisione di Sua Eminenza e il modo in cui ha condotto la vicenda. (...)
ETTORE GOTTI TEDESCHI EROBERTO FONTOLAN
- LETTERA DELLO PSICHIATRA LASALVIA: "È EGOCENTRICO E NARCISO" (18 MARZO 2012)
Per completezza del mio intervento professionale sullo stress lavoro (...) per la valutazione di rischio stress correlato e con la sensibilità comunitaria per tale questione Le scrivo di seguito alcune riflessioni; Le devo inoltre dire che ho scritto solo ora perché la delicatezza dell'argomento ha determinato in me l'esigenza di una lunga ed attenta riflessione.
In occasione di un convivio organizzato dalla Direzione per salutare i dipendenti Ior prima delle Sante festività natalizie, sono stato da Lei invitato ed ho avuto l'occasione di sedere accanto al Presidente Gotti Tedeschi fino a quel momento mai conosciuto. Mi ha sorpreso il distacco dall'oggetto di tale situazione, cioè il materiale umano che vivificava l'organico Ior, e lo scollamento con la direzione che invece partecipava come un buon padre di famiglia a una occasione di unione tra la sacralità del contesto e la profanità del lavoro che si svolge quotidianamente.
Inoltre il Presidente ha monopolizzato completamente la mia attenzione celebrando la sua persona con a mio avviso inopportune osservazioni sia sulla moralità dei dipendenti sia sulle capacità del clero. Devo dire che tutto ciò mi ha reso sbigotto soprattutto in funzione delle mie aspettative condizionate anche dalla bella presentazione che elegantemente Lei, Direttore, anche indirettamente mi ha sempre fatto.
ETTORE GOTTI TEDESCHI GIACOMO GALEAZZI
Per la professione che svolgo e per l'incarico affidatomi non potevo
esimermi ad evidenziarLe una certa incongruenza tra i tratti di
personalità emersi, anche se in un colloquio occasionale e non
strutturato, ed il delicato ruolo di rappresentanza che il Dr. Gotti
Tedeschi ricopre; nel merito si sono evidenziati tratti di egocentrismo,
narcisismo ed un parziale scollamento dal piano di realtà assimilabile a
una disfunzione psicopatologica nota come "accidia sociale", termine
mutuato dalla letteratura cristiana ma che ben interpreta alcuni modelli
comportamentali patologici secondo le attuali cognizioni del cervello
sociale.
La mia osservazione si è resa opportuna poiché come obiettivo professionale ho il compito di diagnosi, prevenzione e terapia dello stress lavoro correlato e tale situazione rappresenta sia per il soggetto, che tra l'altro non si è sottoposto al protocollo, sia per la comunità lavorativa una fonte di stress; in aggiunta, in un ottica di "unione" in cui il modello cristiano della famiglia ne è il principale volano tale scollamento potrebbe ingenerare confusione e quindi malessere.
GIUSEPPE MUSSARI ETTORE GOTTI TEDESCHI
In conclusione tali osservazioni non vogliono rappresentare una
diagnosi ma un punto di osservazione professionale di cui mi è sembrato
corretto dare rilevanza in relazione all'incarico che sto svolgendo ed
in sintonia con la mia Fede Cristiana, sia per la salute dell'Istituto
che per la salute di ogni singolo costituente compreso il presidente.
ETTORE GOTTI TEDESCHI E MONSIGNORI
- LETTERA DI SCHMITZ AL SEGRETARIO DI STATO: "SIAMO IN PERICOLO" (22 MAGGIO 2012)
Le scrivo con il cuore colmo di pena. Faccio parte del Consiglio di Sovrintendenza delle Opere Religiose dal 2006. In questi sei anni di servizio ho assistito a meravigliosi progressi per ciò che concerne le Opere dell'Istituto e ho affiancato il direttore generale nel suo lavoro. Mi auguro di continuare a far parte del Consiglio nel prossimo futuro.
ETTORE GOTTI TEDESCHI E MONSIGNORI
Tuttavia, come ho avuto modo di dire nella mia precedente
corrispondenza, sono convinto che al momento l'Istituto si trovi in una
situazione estremamente fragile e rischiosa. Le ho già in precedenza
confidato con sincerità le mie preoccupazioni, ma ora ritengo che la
situazione sia degenerata al punto di far temere un pericolo imminente.
Forse le mie parole potranno sembrare forti, ma le ho scelte con cura. Ho esaminato la posizione e la percezione dell'Istituto dalla prospettiva di chi opera nel campo della finanza internazionale da circa 45 anni e negli ultimi mesi ho raccolto con particolare attenzione fatti concernenti tanto il funzionamento quanto la rappresentanza dell'Istituto. È proprio in situazioni di pericolo come questa che una istituzione finanziaria deve avere una guida ferma e affidabile.
ETTORE GOTTI TEDESCHI E MOGLIE
FRANCESCO MICHELI PAOLO PANERAI ETTORE GOTTI TEDESCHI
A mio giudizio, il presidente dell'Istituto, Ettore Gotti Tedeschi,
non ha le qualità necessarie per guidare l'Istituto. Inoltre ha
aggravato la situazione con la sua inerzia e con la mancanza di lealtà
nei confronti dei dipendenti e di trasparenza nei confronti del
Consiglio. Di fatto nel momento in cui ci aspetta che un capo si faccia
avanti e si metta al servizio, Gotti Tedeschi ha evitato o abbandonato
gli incontri previsti dallo statuto del Consiglio semplicemente per non
fare i conti con le questioni che vanno affrontate.
ETTORE GOTTI TEDESCHI STILE SOPRANOS
Come Lei ben sa, in occasione della riunione del Consiglio dello Ior
del 24 maggio prossimo è prevista la presentazione di una mozione di
sfiducia nei confronti del presidente Gotti Tedeschi.
La mozione fornirà i presupposti di fatto sulla base dei quali la maggioranza del Consiglio dovrebbe rimuovere Gotti Tedeschi dalla carica di presidente e da membro del Consiglio dello Ior. Mi aspetto con fiducia che Sua Eminenza ponga fine immediatamente al mandato del presidente Gotti. Non desidero continuare a prestare servizio in un Consiglio con Gotti Tedeschi.
NELLE BRACCIA DI MORFEO ETTORE GOTTI TEDESCHI
Pertanto nel caso in cui il presidente non fosse sollevato
dall'incarico dopo un voto di sfiducia da parte del Consiglio,
rassegnerò le dimissioni entro e non oltre la fine di maggio 2012.
Onestamente mi auguro che la mia carriera nel campo del sistema bancario
internazionale e l'aver fatto il mio dovere in seno all'Istituto,
convincano Sua Eminenza che va interrotto immediatamente il rapporto con
Gotti Tedeschi e che questo è il solo modo per tentare di dare nuovo
slancio all'Istituto.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-gotti-tedeschi-spiato-a-una-festa-di-natale-da-un-medico-disfunzioni-psicopatologiche-40057.htm
Marco Lillo per Fatto Quotidiano
I documenti che pubblichiamo in esclusiva oggi sarebbero una buona base per un legal thriller dentro le mura leonine. Nemmeno John Grisham e Dan Brown avevano ipotizzato la seguente scena descritta in una delle lettere: Pietro Lasalvia, "psicoterapeuta e ipnoterapeuta", come scrive nell'incipit della sua roboante carta intestata (nella quale prosegue vantando le seguenti specializzazioni:
Lasalvia è un medico che si occupa della salute sul lavoro dei dipendenti dello Ior ed è in ottimi rapporti con Paolo Cipriani, il direttore generale, il vero uomo forte dello Ior, che è in forte contrasto con Gotti Tedeschi.
LA FESTA DI NATALE
Prima delle feste di Natale 2011 viene invitato a un rinfresco allo Ior e, casualmente, per tutta la serata osserva a sua insaputa il comportamento del presidente dello Ior sotto il profilo medico per poi stilare un rapportino che finisce però solo tre mesi dopo, caualmente quando infuria lo scontro su Gotti, tramite la direzione generale dello Ior, sul tavolo della Segreteria di Stato.
Le due lettere sono scritte alla vigilia del consiglio del 24 maggio che segnerà la sfiducia e la cacciata di Gotti Tedeschi e sono indirizzate al "primo ministro" del Vaticano per chiedere la testa di Gotti.
Con Bertone e i suoi referenti in Curia punta il dito contro un complotto massonico che vorrebbe farlo fuori. Indica anche i nomi dei suoi presunti nemici. Tra questi personaggi molto influenti non solo in Vaticano, come il notaio Antonio Maria Marocco di Torino, che in realtà è molto vicino al cardinale Tarcisio Bertone da decenni.
Il presidente dello Ior poi cita l'avvocato Michele Briamonte dello studio Grande Stevens, che sarebbe secondo lui vicino alla lobby ebraica perché è uno dei fondatori della camera di commercio italo-israeliana della quale per la verità fanno parte anche personaggi di primissimo piano della vita pubblica italiana.
Un mistero custodito con cura per decenni era stato spiattellato in un verbale dal presidente della Banca più riservata del mondo.
Da quel momento la fine di Gotti è segnata. Poi c'è il braccio di ferro a dicembre del 2011 sulla legge antiriciclaggio e i rapporti si fanno ancora più tesi quando le carte escono sul Fatto. Ma la goccia che fa traboccare il vaso è quando il neo nominato presidente del Monte Paschi di Siena, Alessandro Profumo, va a fare visita a Gotti Tedeschi e gli riferisce di avere ricevuto confidenze da personaggi influenti in Segreteria di Stato che Gotti Tedeschi di lì a pochi giorni sarà fatto fuori. Come a dire: "Non parlargli di cose delicate che ormai non conta più nulla". Gotti Tedeschi viene fatto fuori il 24 maggio.
Nelle stesse ore il segretario del consiglio Carl A. Anderson scrive: "Sono giunto alla conclusione, dopo molte preghiere e riflessioni, che Gotti Tedeschi non sia in grado di guidare l'Istituto in tempi difficili come questi". Le due lettere vanno lette alla luce del comunicato stampa di ieri del Vaticano.
La linea di contrattacco del Vaticano dopo la perquisizione e il primo interrogatorio all'ex presidente dello Ior è arrivata ieri con un bollettino chiarissimo: Ettore Gotti Tedeschi non è stato cacciato dallo Ior perché voleva la trasparenza dei conti bancari e dei loro reali intestatari. I pm italiani non si azzardino a violare le prerogative dello Stato Vaticano andando dietro alle sue accuse, ai suoi memoriali, alle sue paure di essere ucciso e magari alle liste di conti correnti cifrati intestati ai vip laici che potrebbe avere compilato. Con il comunicato ufficiale emanato dalla Santa Sede ieri pomeriggio lo scontro tra Italia e Citta del Vaticano sale di livello.
E le carte che oggi pubblichiamo in esclusiva dimostrano quanto è duro lo scontro interno al Vaticano tra le due fazioni che si sono contrapposte sulla legislazione dei presidi contro il riciclaggio dentro la Città del Vaticano. La posta è enorme. Lo Ior amministra in depositi una cifra che dovrebbe oscillare attorno ai 9 miliardi di euro di patrimonio.
Ci sono 25mila correntisti laici e questa indagine della magistratura italiana rischia di svelare anche i nomi dei vip. La vera partita in gioco è quella dei "conti laici anomali", quelli dei quali Ettore Gotti Tedeschi ha parlato con i magistrati.
Probabilmente non si tratta di carte ufficiali o di contabili bancarie con il timbro Ior, perché a quelle il banchiere non aveva accesso. Bensì di informazioni che probabilmente aveva raccolto informalmente. Comunque sia, quella lista fa paura perché potrebbe incrinare il muro di anonimato dello Ior. E ancora di più fanno paura Oltretevere le inchieste che potrebbero nascere dalle accuse dell'ex presidente dello Ior che pare disposto a collaborare.
Per questa ragione ieri è arrivato il primo avvertimento, le lettere e i documenti inerenti all'attività della Banca del Vaticano non devono essere usate contro i manager Ior indagati dalla Procura di Roma, a partire da Paolo Cipriani. E non manca un messaggio per Gotti Tedeschi: la smetta di atteggiarsi a vittima della lobby "giudaico-massonica" favorevole alla scarsa trasparenza bancaria. E non si azzardi a collaborare con i pm di Roma e Napoli, come sembra intenzionato a fare dopo essere stato scaricato da tutti Oltretevere, perché altrimenti ce ne sarà anche per lui.
La Segreteria di Stato ieri con il suo comunicato ha voluto lanciare il primo messaggio perché sia chiaro a tutti che il presidente dell'Istituto Opere Religiose non è entrato in lotta di collisione con il Segretario di Stato Tarcisio Bertone perché voleva svelare alle autorità italiane chi c'era dietro i conti cifrati della banca vaticana. Il banchiere è stato accompagnato alla porta il 24 maggio con una lettera del Cavaliere Supremo dell'Ordine dei Cavalieri di Colombo Carl A. Anderson perché non sapeva fare il presidente ed era anche un po' fuori di testa. Così si regolano le faccende in Vaticano.
2- I DOCUMENTI RISERVATI SPEDITI DAL SEGRETARIO DEL CONSIGLIO DELLA BANCA VATICANA CARL ANDERSON E DAL VICEPRESIDENTE HERMANN SCHMITZ. POI LA "PERIZIA" DEL MEDICO CHE GLI SI ERA SEDUTO ACCANTO A UNA FESTA DI NATALE: "EGOCENTRICO E NARCISISTA: EVIDENZIA ACCIDIA SOCIALE"
Da Il Fatto Quotidiano
Sebbene abbia iniziato a prestare servizio come membro del Consiglio di Sovrintendenza solo di recente, da tempo sono consapevole dell'importanza dell'Istituto delle Opere Religiose rispetto alla missione della Chiesa Universale. Come membro del Consiglio, spero di poter fornire un punto di vista fresco e permeato dalla conoscenza del mondo finanziario degli Stati Uniti.
Naturalmente lavoro a stretto contatto, quando ne vengo sollecitato, con la Segreteria di Stato per contribuire a realizzare le opere buone essenziali alla missione e alla reputazione della Chiesa. In questa luce, è stato con grande ansia e trepidazione che ho letto negli ultimi mesi le voci sull'Istituto, in particolare per quanto concerne l'interruzione dei rapporti bancari con istituzioni di grande rilievo quali la JP Morgan.
Dal mio punto di vista di membro del Consiglio, a prescindere dall'attuale situazione, è mancata da parte del presidente una direzione e una progettualità, le sue occasionali comunicazioni a me dirette sembrano incentrate non sulla vita dell'Istituto, ma sulle manovre politiche interne e sulla denigrazione degli altri.
Per completezza del mio intervento professionale sullo stress lavoro (...) per la valutazione di rischio stress correlato e con la sensibilità comunitaria per tale questione Le scrivo di seguito alcune riflessioni; Le devo inoltre dire che ho scritto solo ora perché la delicatezza dell'argomento ha determinato in me l'esigenza di una lunga ed attenta riflessione.
In occasione di un convivio organizzato dalla Direzione per salutare i dipendenti Ior prima delle Sante festività natalizie, sono stato da Lei invitato ed ho avuto l'occasione di sedere accanto al Presidente Gotti Tedeschi fino a quel momento mai conosciuto. Mi ha sorpreso il distacco dall'oggetto di tale situazione, cioè il materiale umano che vivificava l'organico Ior, e lo scollamento con la direzione che invece partecipava come un buon padre di famiglia a una occasione di unione tra la sacralità del contesto e la profanità del lavoro che si svolge quotidianamente.
Inoltre il Presidente ha monopolizzato completamente la mia attenzione celebrando la sua persona con a mio avviso inopportune osservazioni sia sulla moralità dei dipendenti sia sulle capacità del clero. Devo dire che tutto ciò mi ha reso sbigotto soprattutto in funzione delle mie aspettative condizionate anche dalla bella presentazione che elegantemente Lei, Direttore, anche indirettamente mi ha sempre fatto.
La mia osservazione si è resa opportuna poiché come obiettivo professionale ho il compito di diagnosi, prevenzione e terapia dello stress lavoro correlato e tale situazione rappresenta sia per il soggetto, che tra l'altro non si è sottoposto al protocollo, sia per la comunità lavorativa una fonte di stress; in aggiunta, in un ottica di "unione" in cui il modello cristiano della famiglia ne è il principale volano tale scollamento potrebbe ingenerare confusione e quindi malessere.
Le scrivo con il cuore colmo di pena. Faccio parte del Consiglio di Sovrintendenza delle Opere Religiose dal 2006. In questi sei anni di servizio ho assistito a meravigliosi progressi per ciò che concerne le Opere dell'Istituto e ho affiancato il direttore generale nel suo lavoro. Mi auguro di continuare a far parte del Consiglio nel prossimo futuro.
Forse le mie parole potranno sembrare forti, ma le ho scelte con cura. Ho esaminato la posizione e la percezione dell'Istituto dalla prospettiva di chi opera nel campo della finanza internazionale da circa 45 anni e negli ultimi mesi ho raccolto con particolare attenzione fatti concernenti tanto il funzionamento quanto la rappresentanza dell'Istituto. È proprio in situazioni di pericolo come questa che una istituzione finanziaria deve avere una guida ferma e affidabile.
La mozione fornirà i presupposti di fatto sulla base dei quali la maggioranza del Consiglio dovrebbe rimuovere Gotti Tedeschi dalla carica di presidente e da membro del Consiglio dello Ior. Mi aspetto con fiducia che Sua Eminenza ponga fine immediatamente al mandato del presidente Gotti. Non desidero continuare a prestare servizio in un Consiglio con Gotti Tedeschi.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-gotti-tedeschi-spiato-a-una-festa-di-natale-da-un-medico-disfunzioni-psicopatologiche-40057.htm
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