DACCÒ MESSO SOTTO TORCHIO DAI PM PER SEI ORE - L'INTERROGATORIO È STATO SECRETATO, MA SICURAMENTE IL FACCENDIERE HA DOVUTO RISPONDERE DEGLI STRANI MOVIMENTI DELLE SUE CARTE DI CREDITO - ALTRO ARGOMENTO È STATO IL RUOLO DELL'EX DIRIGENTE DEL PIRELLONE ALESSANDRA MASSEI, UNO DEI PRESUNTI REFERENTI DI DACCÒ IN REGIONE - I PM HANNO NEGATO LA RICHIESTA DI SCARCERAZIONE PER IL DG DELLA FONDAZIONE MAUGERI PASSERINO...
Claudia Guasco per "Il Messaggero"
Sei ore davanti ai pubblici ministeri che indagano sui 70 milioni di euro distratti dalla fondazione Maugeri, polo d'eccellenza della sanità privata lombarda. E alla fine il verbale fiume di Pierangelo Daccò, l'uomo d'affari il cui compito era «risolvere problemi» per le pratiche incagliate al Pirellone, è stato secretato. «Interrogatorio importante, ma non decisivo. Ci sono ancora dei punti in sospeso e Daccò verrà risentito», è quanto trapela dalla procura.
IL POLLICE VERSO DI ROBERTO FORMIGONI
Al manager, finanziatore delle vacanze esotiche del governatore
Roberto Formigoni, è stato chiesto conto dei suoi rapporti con i
personaggi di vertice dell'amministrazione lombarda e delle sue
entrature presso la Regione. E soprattutto di quelle «utilità» che
potrebbe aver versato a funzionari pubblici per «appianare o ottenere
l'esito favorevole dell'iter burocratico avviato in varie istituzioni
territoriali». Molti gli elementi inediti messi sul tavolo dai
magistrati, a cominciare dai movimenti sulle carte di credito estere di
Daccò che gli investigatori della polizia giudiziaria hanno analizzato
in questi giorni.
FORMIGONI
E poi ci sono le novità emerse dagli ultimi interrogatori, come
quello dell'ex dirigente del Pirellone Alessandra Massei (indagata) che,
stando all'inchiesta, sarebbe stata uno dei referenti di Daccò in
Regione dato che si interessava anche degli accreditamenti delle
strutture sanitarie regionali.
Fino a un mese fa le carte depositate definivano i passaggi di denaro dalla fondazione Maugeri a Daccò e ad Antonio Simone, esponente di spicco di Cl ed ex assessore alla Sanità, ma sugli agganci di Daccò al Pirellone e sulle sue reali possibilità di condizionare a suo favore una pratica le testimonianze erano vaghe e generiche. Nel frattempo l'inchiesta è andata avanti e le deposizioni successive hanno aperto uno squarcio sull'effettivo raggio d'azione di Daccò in Regione.
MARIA ALESSANDRA MASSEI
Nel parere negativo con cui i pm Laura Pedio e Antonio Pastore negano
la scarcerazione del direttore generale della Maugeri, Costantino
Passerino, fanno riferimento a «pagamenti riservati dalla Fondazione
Maugeri anche a favore di esponenti politici o loro famigliari».
Gli interrogatori, premettono i pm, «evidenziano il ruolo centrale di Passerino non solo nella gestione della fondazione, ma anche di tutta la struttura illecita organizzata per consentire alla Fondazione di trasferire ingenti somme di denaro non solo a Daccò e Simone, ma anche a tutti coloro che, politici o funzionari pubblici o intermediari, hanno negli anni illecitamente agevolato l'attività della Fondazione in diverse iniziative e in varie località».
ANTONIO SIMONE EX ASSESSORE REGIONALE LOMBARDO ALLA SANITAEd
era Daccò, specificano i magistrati, «che prendeva gli accordi,
definiva gli importi e le modalità di pagamento, e teneva i rapporti con
i funzionari regionali». Fino a ieri l'uomo d'affari si è limitato a
ribattere: «Non ho dato mai denaro a nessuno, se non purtroppo a una
persona che non c'è più». Questa volta, a quanto filtra dalla procura,
pur con un'iniziale resistenza è stato più prodigo di informazioni. Ma
ancora non basta a ricostruire il quadro, tant'è che i magistrati lo
risentiranno presto. Nel frattempo Formigoni fa sapere di «non aver mai
favorito in alcun modo Piero Daccò o qualsivoglia persona nell'esercizio
delle sue funzioni di presidente della Regione. Non un euro di denaro
pubblico è stato malversato o usato in maniera illegale».
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dacc-messo-sotto-torchio-dai-pm-per-sei-ore-l-interrogatorio-stato-secretato-ma-40206.htm
Sei ore davanti ai pubblici ministeri che indagano sui 70 milioni di euro distratti dalla fondazione Maugeri, polo d'eccellenza della sanità privata lombarda. E alla fine il verbale fiume di Pierangelo Daccò, l'uomo d'affari il cui compito era «risolvere problemi» per le pratiche incagliate al Pirellone, è stato secretato. «Interrogatorio importante, ma non decisivo. Ci sono ancora dei punti in sospeso e Daccò verrà risentito», è quanto trapela dalla procura.
Fino a un mese fa le carte depositate definivano i passaggi di denaro dalla fondazione Maugeri a Daccò e ad Antonio Simone, esponente di spicco di Cl ed ex assessore alla Sanità, ma sugli agganci di Daccò al Pirellone e sulle sue reali possibilità di condizionare a suo favore una pratica le testimonianze erano vaghe e generiche. Nel frattempo l'inchiesta è andata avanti e le deposizioni successive hanno aperto uno squarcio sull'effettivo raggio d'azione di Daccò in Regione.
Gli interrogatori, premettono i pm, «evidenziano il ruolo centrale di Passerino non solo nella gestione della fondazione, ma anche di tutta la struttura illecita organizzata per consentire alla Fondazione di trasferire ingenti somme di denaro non solo a Daccò e Simone, ma anche a tutti coloro che, politici o funzionari pubblici o intermediari, hanno negli anni illecitamente agevolato l'attività della Fondazione in diverse iniziative e in varie località».
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dacc-messo-sotto-torchio-dai-pm-per-sei-ore-l-interrogatorio-stato-secretato-ma-40206.htm
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