La
considerazione generale è che Paolo Gabriele, anche se trovato in
possesso delle carte private del Papa, non può aver agito da solo nella
diffusione dei documenti. Perciò gli accertamenti dei magistrati si sono
indirizzati su possibili complici e mandanti. E anche la Commissione
cardinalizia incaricata dal Papa di fare luce sulla vicenda "Vatileaks",
che ha condotto una nutrita serie di sue audizioni parallelamente al
lavoro dei magistrati, ha fatto sapere tramite il suo uomo di vertice,
il cardinale spagnolo Julian Herranz, che presto ci saranno «sorprese».
Paolo Gabriele non ha esitato a fare ammissioni importanti, fornendo
negli interrogatori nomi, episodi e riferimenti specifici che sono stati
prontamente messi a verbale e che costituiscono la base per la seconda
fase delle indagini. Con una convinzione che in Curia è prevalente: non
ha agito da solo. Comincia, dunque, una settimana decisiva per le
vicende che negli ultimi tempi hanno più hanno creato discussione
intorno al Vaticano, con da una parte l'indagine sulle fughe dei
documenti e sull'azione dei presunti «corvi» - mentre oggi il
maggiordomo papale Paolo Gabriele è arrivato al suo 40/o giorno di
detenzione in cella -, e dall'altra l'esame dei valutatori europei sulle
nuove norme anti-riciclaggio e per la trasparenza finanziaria. Su
quest'ultimo fronte, in particolare, si apre domani a Strasburgo la 39/a
assemblea plenaria di Moneyval, il comitato del Consiglio d'Europa
incaricato di valutare i sistemi contro il riciclaggio e il
finanziamento del terrorismo, che mercoledì prenderà in esame il dossier
Vaticano per esprimere il suo giudizio sull'adeguamento delle strutture
finanziarie della Santa Sede agli standard internazionali. Un test
molto atteso, visto il percorso di trasparenza imboccato dal Vaticano
con la legge 127 sull'anti-riciclaggio entrata in vigore il primo aprile
dell'anno scorso (poi ritoccata quest'anno con la 166), e dal quale si
prevede un giudizio tra luci e ombre ma non complessivamente negativo,
dato che secondo indiscrezioni gli esperti europei nella loro relazione
avrebbero espresso una valutazione di «non conformità» o «parziale
conformità» solo su otto delle 49 «raccomandazioni» del Gafi in tema di
anti-riciclaggio: in sostanza, non arrivando a dieci esiti negativi, il
Vaticano, salvo ulteriori cambiamenti dell'ultima ora, sarebbe
sostanzialmente «promosso». E anche se non è Moneyval l'organismo che
deve deciderlo, e pensando poi a un «work in progress» che dovrà
continuare con altri aggiustamenti, sarebbe questo il primo passo per
l'ingresso nella «white list» dei Paesi virtuosi dell'Ocse. Sempre
questa settimana dovrebbe conoscere altri sviluppi l'inchiesta
'Vatileaks' che appunto da 40 giorni vede rinchiuso in cella, con
l'accusa di furto aggravato di documenti riservati, l'aiutante di camera
di Benedetto XVI. Gli interrogatori «formali» di Paolo Gabriele,
condotti dal giudice istruttore Piero Antonio Bonnet, hanno conosciuto
una pausa e dovrebbero riprendere a breve, mentre il magistrato non ha
ancora dato esito alla richiesta di scarcerazione avanzata dai legali
dell'indagato. Al 50/o giorno di detenzione, tra l'altro, scadranno i
termini di custodia cautelare, che comunque potranno essere rinnovati,
per una volta, fino a un massimo di cento. Finora, evidentemente, i
rischi di inquinamento delle prove non hanno consigliato di rimettere in
libertà di Gabriele, che oggi, accompagnato dai gendarmi, ha potuto
assistere alla messa in una chiesa in Vaticano. Ma lo studio dei
documenti sequestrati, le informazioni incrociate con l'esito dei primi
interrogatori, l'eventuale ascolto di altre persone informate, possono
portare a breve a importanti novità.
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