ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 30 agosto 2012

ABUSI LITURGICI, QUANDO IL PESCE PUZZA DALLA TESTA


Pontifex.RomaIl corredo fotografico (CLICCA QUI) mostrato da Pontifex.Roma, in ottima compagnia, dimostra con somma amarezza a quale punto di degrado e di svilimento dell'Eucarestia siamo arrivati. Non occorre essere liturgisti o teologi per affermare che la Messa è prima di tutto sacrificio, dono, mistero, memoriale non cruento della passione e morte di Nostro Signore e che l'aspetto banchetto, esistente, è comunque ancillare ai primi eventi. Che cosa fare? Ripetere sempre le stesse cose: colpa del Concilio, preti modernisti e simili; è utile ribadirlo, ma rischiamo di cadere solo nelle lamentazioni.
E' vero che dopo il Concilio c'è stato un rilassamento, ma è altrettanto vero che neppure nei testi conciliari è scritto di far salire le ballerine sugli altari. E allora? Crediamo che non dipenda dal Concilio in sé, quando da un pericoloso clima di rilassamento nato dopo il Concilio stesso e da interpretazioni lassiste, mai veramente colpite dai vescovi timorosi di apparire ...
... anti moderni. Gli abusi liturgici sono aumentati a bizzeffe, ma questo fenomeno è causato anche dal cuore e dall'animo col quale il celebrante si accinge al sacrificio eucaristico. Probabilmente, anche nel rito Gregoriano in passato, qualche prete ha abusato celebrando come fosse un travet, tuttavia occorre riconoscere che nella messa di sempre, in quella gregoriana, le possibilità di abuso erano minori, anche perché la Chiesa era retta secondo sani principi di autorità e di rispetto.
Oggi ciascuno fa come gli pare. Le messe più a rischio sono quelle di matrimonio ... solo responsabilità degli sposi e degli invitati? Niente affatto. Se i parroci, a costo di perdere "clienti", dicessero con chiarezza che gli abiti succinti non fanno parte della messa, che i fotografi non possono salire sul presbiterio, che i canti devono essere intonati alla messa e che siamo in Chiesa e non al teatro, tante cose cambierebbero in meglio. Le riforme si iniziano con poco. La denuncia serve, ma con fine costruttivo.
Infine: perché non vietare agli sposi di cambiare Chiesa scegliendo quelle cosiddette belle o alla moda? Il matrimonio è un sacramento e, come tale, da celebrare nella propria parrocchia. La corsa alla Chiesa di grido avalla l'idea di messa spettacolo o evento.
Bruno Volpe

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