Non
vogliamo fare una critica al documento del Santo Padre, state
tranquilli, vogliamo solo dire che può essere usato differentemente, a
seconda delle intenzioni che si hanno. Di fatto abbiamo assistito a un
fenomeno strano, in questi cinque anni: al Summorum Pontificum si sono
richiamati tutti o quasi, sia quelli che volevano il ritorno della
Tradizione nelle chiese della cattolicità, sia quelli che volevano
arginarla, perché non desse fastidio al nuovo corso di violenta
modernizzazione, ormai introdotto da quasi mezzo secolo. Tutto questo
noi lo constatammo già nel luglio del 2007. Entusiasti iniziammo a
celebrare nel Vetus Ordo (la Messa tradizionale), lieti della
liberalizzazione miracolosamente operata da Benedetto XVI, e le curie
intervennero per dire che quello che facevamo non era l'intenzione vera
del Santo Padre. Vi risparmiamo tutti i “tira e molla” di quel tempo,
con le diatribe su cosa fosse “messa privata” ...
... e su cosa non lo fosse: si arrivò a pretendere
che i sacerdoti avessero la libertà di celebrare la messa “antica”, da
soli, a porte chiuse, con al massimo un inserviente ben preparato... più
“privata” di così si muore, è il caso di dirlo!... si arrivò ad esigere
i dati di tutti i richiedenti e assistenti alla messa tradizionale,
alla faccia della “privacy”, si tentò di vietare catechismo e
predicazione. Tutto questo veniva fatto richiamandosi ai vari cavilli
giuridici del documento papale, ai cavilli giuridici, non alla sostanza.
Poi ci si risolse a screditare dietro le quinte i
fedeli della tradizione, con le parole magiche... ”sono dei
disobbedienti”, senza specificare oltre.
In una Chiesa dove regna il caos su tutto, dove
pochissimi accettano ancora tutte le verità del Credo senza esclusione,
dove i comandamenti sono accolti o rifiutati a piacimento, dove i
parroci non possono chiedere quasi più nulla ai fedeli, pena l'essere
sottoposti al giudizio pubblico, dove il Papa è criticato per gusti
personali (simpatico-antipatico), dove anche nei confessionali la legge
morale è sovente inventata dal sacerdote di turno, più o meno “aperto”
alle nuove esigenze umane, è molto strano che gli unici “disobbedienti”
siano i sacerdoti e i fedeli amanti della Tradizione!
Non è che la questione dell'obbedienza la si tiri fuori solo per fermare il ritorno alla Tradizione?
Quanti fedeli sono stati spaventati così, sibilando
loro “attento, sono dei disobbedienti”? Ma quelli che così hanno
sibilato, si sono poi curati delle loro anime? ...temiamo di no, l'unico
desiderio loro era quello di staccarli dalla Tradizione.
C'è
una cosa che resta il punto centrale del motu proprio Summorum
Pontificum, la sostanza: “La messa tradizionale non fu mai abolita”
questo è il punto chiaro. Da qui bisogna partire per
capirci. Non è una concessione, la messa tradizionale, è una realtà, fa
parte della vita della Chiesa. È quindi questione di giustizia non
fermarla, la messa di sempre, non impedirne i frutti, né con i mezzi
espliciti dei divieti, né con quelli subdoli dell'instillare i dubbi.
Non fu mai abolita. E allora, lasciatela libera di
operare il bene di sempre in tutti i campi della vita. Non fu mai
abolita, è stata la messa di secoli e secoli di cristianità, ha fatto i
santi della Chiesa... ma allora di cosa avete paura? Sì, di cosa avete
paura? Se la fede della Chiesa è quella di sempre, perché avere paura
della messa di sempre? A meno che qualcuno pensi che la fede cambi a
seconda delle epoche, ma questa è un'altra storia, si chiama modernismo, è un'eresia bella e buona, anzi è l'insieme di tutte le eresie.
E allora, disobbediente è chi pensa che
bisogna modernizzare la fede: e questa è la disobbedienza, la sola
gravissima, quella non contro le leggi umane, ma contro la fede.
RafMinimi
[Radicati nella fede, n° 8 agosto 2012]
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