Debellata
l'invasione di istrici che avevano infestato la Catacomba dei Giordani a
Roma e che provenivano dal soprastante parco di Villa Ada. Sconfitto
anche "il flagello del punteruolo rosso" che ha colpito anche una delle
quattro imponenti palme del quadriportico della basilica papale di San
Paolo fuori le Mura: ma "con l'ausilio di una ditta specializzata si sta
lottando per salvarla dalla totale essiccatura", riferisce il rapporto
su «L'attività della Santa Sede 2011» pubblicato dalla Libreria Editrice
Vaticana Tutt'altro che risolta, invece, l'emergenza provocata da talpe
e corvi.
C'è molta attesa, infatti, per il processo pubblico, previsto
in autunno, nei riguardi di Gabriele e Sciarpelletti, in cui saranno da
chiarire anche ruoli come quello del "padre B", il confessore del
maggiordomo che - secondo le deposizioni dell'imputato - ricevette e
distrusse le copie dei documenti rubati e consigliò all'uomo di non
parlarne con nessuno se non convocato direttamente dal Papa. O quelli
dei testimoni W e X (così indicati nelle carte che sono state diffuse)
che avrebbero preparato buste da consegnare a Gabriele. Ma è dagli
ulteriori sviluppi dell'inchiesta che potrebbero emergere clamorose
novità. Il tutto, naturalmente, procederà nel massimo riserbo: un
riserbo, ad esempio, che nei primi due mesi e mezzo di istruttoria ha
portato le autorità vaticane a negare che ci fossero altri indagati
oltre a Gabriele, laddove invece un'altra persona era stata posta,
almeno provvisoriamente, in stato d'arresto. Sono in tutto circa una
ventina le persone nel mirino degli organi investigativi vaticani per
quelli che saranno i futuri sviluppi dell'inchiesta Vatileaks, che nel
suo primo filone - quello relativo all'appropriazione delle carte
private del Papa - ha finora portato, due settimane fa, al rinvio a
giudizio del maggiordomo Paolo Gabriele, con l'accusa di furto
aggravato, e del tecnico informatico Claudio Sciarpelletti per
favoreggiamento. Non si può ancora parlare di altre persone indagate,
anche perchè la successiva fase dell'istruttoria non è formalmente
aperta, nè si sa quante delle persone al centro delle attenzioni della
Gendarmeria finiranno ufficialmente sotto inchiesta da parte dei
magistrati, ma è certo che sono almeno venti i soggetti indiziati di
aver avuto parte a vario titolo nella diffusione dei documenti riservati
su cui «si stanno ulteriormente concentrando» le indagini alla ricerca
delle prove. Che il rinvio a giudizio di Paolo Gabriele e Claudio
Sciarpelletti rappresenti non certo un punto d'arrivo ma «solo l'inizio»
della vicenda penale sullo scandalo Vatileaks è stato praticamente
messo nero su bianco dal pm vaticano Nicola Picardi nella sua
requisitoria del 4 agosto scorso spiegando che nel quadro dei reati
segnalati dalla Gendarmeria, per i quali «l'istruttoria si presentava
complessa e laboriosissima e quindi suscettibile di durare per un
periodo molto lungo», si era data la precedenza alla trattazione del
furto aggravato «anche perchè per tale reato vi erano due imputati in
stato di detenzione». Sono rimasti fuori, e ancora da trattare, reati
ben più gravi denunciati nel rapporto della polizia giudiziaria dopo le
prime fughe di notizie e l'uscita del libro «Sua Santità» di Gianluigi
Nuzzi: tra gli altri, delitti contro lo Stato, delitti contro i poteri
dello Stato, vilipendio delle istituzioni dello Stato, calunnia,
diffamazione, inviolabilità dei segreti. Tutte fattispecie penali su cui
sia il pm Picardi sia il giudice istruttore Piero Bonnet devono ancora
procedere, e sulle quali valuteranno le varie posizioni, appunto almeno
venti, già poste sotto osservazione. E se per la parte relativa al furto
dei documenti la procedura non si è resa necessaria, non è affatto
escluso che nelle prossime settimane si avanzino anche richieste di
rogatoria con l'Italia. Tra l'altro anche in questo torrido agosto, dopo
il deposito della sentenza del giudice Bonnet a «chiusura parziale»
dell'istruttoria, l'attività investigativa, incoraggiata con forza dallo
stesso Benedetto XVI che ha invitato gli inquirenti ad andare avanti
«con solerzia», si è tutt'altro che interrotta: basti pensare solo ai
telefoni posti sotto controllo in maniera quasi generalizzata. Insomma,
la Fase 2 dell'inchiesta Vatileaks è ormai nel vivo.
|
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.