Rebus Giuda | |
La
«falsità» è «il marchio del diavolo», e fu questa la «colpa più grave»
di Giuda. Lui, inoltre, voleva «vendicarsi» di Gesù, da cui si sentiva
«tradito», perchè essendo uno zelota «voleva un Messia vincente, che
guidasse una rivolta contro i Romani»."Lo zelota Giuda voleva un Gesù
messia vincente e capo della rivolta. Per questo tradì: la falsità è il
marchio del diavolo".
Ieri all'Angelus Benedetto XVI ha avallato la tesi
che Giuda fosse un estremista politico e un non credente che "sì
vendicò" di Cristo per la mancata liberazione dai romani, mentre una
certa storiografia ebraica ne fa un personaggio positivo. "Era chiamato
l'iscariota, cioè appartentente alla setta dei sicari,con un passato di
violenza alle spalle", commenta il rabbino capo di Roma, Riccardo Di
SegniGiuda «si sentiva tradito da Gesù», e «decise che a sua volta lo
avrebbe tradito», niente meno che per «vendicarsi». E questo perchè
«Giuda era uno zelota», e «voleva un Messia vincente che guidasse una
rivolta contro i Romani»: ma Gesù «aveva deluso queste attese».
Parlandone quasi 'en passant', commentando all'Angelus i brani
evangelici sui discepoli che lasciarono il Cristo non credendo al suo
essere «il pane vivo disceso dal cielo», Benedetto XVI ha esposto una
tesi per nulla scontata sulla figura dell'apostolo diventato simbolo del
tradimento. «Ecco perchè Giuda tradì», è come se avesse detto
Ratzinger, avallando in modo esplicito il convincimento che l'Iscariota
appartenesse al gruppo politico-religioso degli Zeloti, partigiani
accaniti dell'indipendenza politica del regno ebraico, nonchè difensori
dell'ortodossia e dell'integralismo ebraici: in altre parole ribelli
contro la presenza romana in Palestina, considerati dai romani alla
stregua di terroristi e criminali comuni. La «colpa più grave» di colui
che tradì Gesù per 30 denari, comunque, resta per il Papa-teologo quella
della «falsità», un vero e proprio «marchio del diavolo». «Gesù - ha
detto il Pontefice ai fedeli riuniti nel cortile interno della residenza
di Castel Gandolfo - sapeva che anche tra i dodici Apostoli c'era uno
che non credeva: Giuda. Anche Giuda avrebbe potuto andarsene, come
fecero molti discepoli, anzi, avrebbe dovuto andarsene, se fosse stato
onesto». «Invece rimase con Gesù - ha proseguito -. Rimase non per fede,
non per amore, ma con il segreto proposito di vendicarsi del Maestro».
«Perchè? - si è chiesto papa Ratzinger - Perchè Giuda si sentiva tradito
da Gesù, e decise che a sua volta lo avrebbe tradito. Giuda era uno
zelota, e voleva un Messia vincente, che guidasse una rivolta contro i
Romani. Ma Gesù aveva deluso queste attese». Secondo il Pontefice, «il
problema è che Giuda non se ne andò, e la sua colpa più grave fu la
falsità, che è il marchio del diavolo. Per questo Gesù disse ai Dodici:
'Uno di voi è il diavolo!»'. Il Papa ha quindi invitato a pregare perchè
si possa «credere in Gesù» ed «essere sempre sinceri con Lui e con
tutti». La tesi illustrata oggi era stata finora appena accennata da
Ratzinger all'Angelus dello scorso 11 marzo, quando parlando della
cacciata dei mercanti dal tempio aveva detto che essa «è stata anche
interpretata in senso politico-rivoluzionario, collocando Gesù sulla
linea del movimento degli Zeloti; questi erano appunto 'zelantì per la
legge di Dio e pronti ad usare la violenza per farla rispettare». «Ai
tempi di Gesù - aveva proseguito - attendevano un Messia che liberasse
Israele dal dominio dei romani; ma Gesù deluse questa attesa, tanto che
alcuni discepoli lo abbandonarono e Giuda Iscariota addirittura lo
tradì». Ratzinger è quindi giunto oggi a sostenere in modo assertivo una
tesi sul «mistero» del tradimento di Giuda che altre volte aveva
esposto in maniera del tutto problematica. Come nel suo primo 'Gesù di
Nazaret', in cui a proposito delle ribellioni degli Zeloti aveva scritto
che «è possibile che uno o due dei dodici apostoli di Gesù - Simone lo
Zelota e forse anche Giuda Iscariota - provenissero da quella
corrente»). O come nell'udienza generale del 18 ottobre 2006, quando a
proposito del tradimento di Giuda elencò diverse ipotesi, solo una delle
quali era quella «messianica» della delusione per la mancata rivolta
politico-militare per la liberazione della Palestina. E non è neanche un
caso che Il Pontefice torni oggi sul tema del tradimento e su quello
della falsità come «marchio del diavolo», in un momento come quello dei
recenti scandali delle fughe di documenti, in cui egli stesso non può
non sentirsi tradito dal comportamento «infedele» di persone a lui
molto, molto vicine.
http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_articolo=6072&ID_blog=242&ID_sezione=524
In Brasile: Messa per il Giorno del MassoniMessa per “Il Giorno del Massone” Diocese di Pesqueira, Pernambuco, Brasile.
foto rilasciato della pagina “Maçonaria Notícias” Messa celebrata per ocasione del “Giorno del Massoni” (20 di agosto), per il Padre Geraldo de Magela Silva, cura di Parrochia Nossa Senhora da Conceição, in Belo Jardim, diocese di Pesqueira, Pernambuco.
Avvicinato
da un fedele, il vescovo diocesano, Dom José Luiz Ferreira Salles,
C.Ss.R., si è scusato e ha detto semplicemente che ... appena arrivato
di viaggio!
In
ogni caso, sperando che Sua Eccellenza ha già si ricomposto dai loro
viaggi estenuanti - missionario, naturalmente! - Proporre ai lettori la
lista della spesa famoso dei contatti delle autorità ecclesiastiche:
VESCOVO DIOCESANO DI PESQUEIRA
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Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
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