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Karen L. King - Hollis Professor of Divinity - Harvard University |
di Francesco Colafemmina
Karen L. King, affermata docente ad Harvard, ha svelato appena ieri a
Roma l'esito delle sue ricerche su un anonimo papiro che - udite udite -
parlerebbe di un Gesù ammogliato. La King è una grande esperta di
gnosticismo, ha in passato commentato il vangelo-bufala gnostico di
Giuda. Oggi si cimenta in un'impresa fenomenale: ribaltare la visione
comune della figura di Gesù, applicando le sue personali convinzioni
all'ermeneutica di un brandello di papiro di provenienza sconosciuta.
"Come mai solo la letteratura che afferma che [Gesù] era celibe è
sopravvissuta? E tutti i testi che mostrano che aveva una relazione
intima con la Maddalena o che era sposato non sono sopravvissuti? E' una
casualità? O è per via del fatto che il celibato è divenuto un ideale
per la Cristianità? [...] Il papiro mette in grande questione
l'assunzione secondo cui Gesù non era sposato, che egualmente non ha
alcuna evidenza."
E aggiunge:
"
Mette in dubbio l'intera affermazione cattolica che il celibato sacerdotale sia basato sul celibato di Gesù.
Loro dicono sempre 'questa è la tradizione, questa è la tradizione'.
Ora vediamo che questa tradizione alternativa è stata messa sotto
silenzio. Ciò che mostra [questo testo] è che ci sono stati dei primi
cristiani per i quali le cose non stavano così, che potevano comprendere
invero che l'unione sessuale nel matrimonio poteva essere una
imitazione della creatività e della generatività di Dio e poteva essere
spiritualmente giusta e appropriata".
Ecco chiarito il senso della scoperta. Ecco chiarita l'ideologia che muove certo mondo accademico. La King
nel suo studio sul papiro
si mostra cauta e nega che la sua volontà sia quella di attestare
l'esistenza di un legame maritale fra Gesù e la Maddalena, mentre nel
reportage organizzato con lo Smithsonian Magazine (perché organizzare un
reportage se ci si predica schivi e riservati?) manifesta i suoi veri
obiettivi. Ma veniamo al dunque. Il papiro è scritto in dialetto
copto-saidico e risale, secondo la datazione della King, al IV secolo
d.C. Di che parla? Impossibile chiarirlo, dato il testo mutilo, ma ecco
la traduzione datane dalla King, riga per riga (con tanto di
congetture):
1. “no [a] me. Mia madre mi ha dato la vi[ta…”
2 ] I discepoli dissero a Gesù, “.[
3 ] negare. Maria è degna di
4 ]……” Gesù disse loro, “mia moglie . .[
5 ]… sarà capace di essere mia discepola . . [
6 ] Che i malvagi si corrompano … [
7] Per me, io abito con lei per... [
8] una immagine [
Va precisato che allo stato attuale il testo è considerato spurio o
falso da almeno uno dei tre reviewers nominati dall'Università di
Harvard per valutarne l'autenticità. In particolare a colpire è l'uso
dell'inchiostro che - guardacaso - è più marcato nei pressi della parola
"ta hime" (mia moglie).
E poi c'è da dire che il papiro proviene da un anonimo collezionista che
lo avrebbe acquistato nel 1997 da un altro collezionista che lo
acquistò negli anni '60 nella Germania dell'Est. Ce n'è per un bel
romanzo...
Ora, il centro del testo è appunto quell'espressione "mia moglie", in
copto saidico "ta hime". "Shime" e "hime" sono usati in questo dialetto
per tradurre sia donna che moglie (guné), ma non è questo
il punto. Anzitutto va precisato che questo testo rientra
necessariamente nella serie infinita di testi gnostici redatti a cavallo
fra il II e il IV secolo dopo Cristo. Nella gnosi infatti il legame fra
Gesù e Maria Maddalena giustifica l'unione divina fra il Cristo e la
Sofia, emanazioni dirette della divinità che si oppone al Demiurgo,
ossia al creatore del mondo come noi lo conosciamo.
E visto che con tutta probabilità questo papiro proviene sempre dallo
stesso contesto in cui furono redatti i codici di Nag Hammadi, è
interessante notare come la parola "hime" diventi sinonimo della parola
"hotre" o "koinonos" che sempre identificano il ruolo della Maddalena
quale "convivente" di Gesù nel cosiddetto Vangelo di Filippo. Va però
compreso perché - come nota il famoso ricercatore finlandese dei testi
di Nag Hammadi, Antti Marjanen - nello pseudo-Vangelo di Filippo la
parola "hime" non ricorra mai per definire il rapporto fra Gesù e la
Maddalena. Dunque è il Vangelo di Filippo a sbagliarsi su questa
relazione o è il papiro anonimo a tradurre malamente (i testi in copto
sono traduzioni dal greco) un termine proprio della "teologia" gnostica
(come ad esempio il greco syzygos)?
In ogni caso siamo dinanzi ad una palese mistificazione della storia.
Far passare il messaggio che la Chiesa Cattolica - a questa restringe il
suo campo di accuse la King - avrebbe manipolato la storia della
tradizione dei testi evangelici al fine di imprimere la propria
ideologia sessista fondata sul maschilismo e il celibato sacerdotale è
oltre che antistorico, palesemente infondato. Perché chi si intenda
minimamente di storia della tradizione saprà che nell'antichità era
l'autorevolezza delle fonti e la loro antichità a decretare
l'accoglimento o meno di un testo. Insomma, non c'era internet dove
chiunque può pubblicare una propria versione fantasiosa di un fatto
storico e raggiungere potenzialmente lo stesso pubblico di una fonte
autentica.
Sappiamo d'altra parte che la gnosi non deriva dal Cristianesimo, ma si è
appropriata di alcuni aspetti del Cristianesimo e li ha rielaborati a
suo uso e consumo. Purtroppo però questa visione "settaria" della Gnosi
non è condivisa dalla professoressa King, che nel suo volume What is Gnosticism?
(del cui acquisto mi pentii quattro anni fa solo dopo aver letto le
prime pagine), invece di indagare la storia e la dottrina gnostica, si
profonde in dotte elucubrazioni metodologiche che lasciano passare
questa idea di fondo: la Gnosi in quanto dottrina separata dal
Cristianesimo e dall'identità propria non esiste. E' stato piuttosto il
Cristianesimo del II e III secolo a mettere ciò che non gli andava a
genio nel bidone dei rifiuti chiamato poi Gnosi.
Questo spiega il clamore che la "scoperta" sta suscitando ovunque nel
mondo. Decontestualizzando un pezzo di papiro venuto fuori dalla
spazzatura dell'antichità si finisce per operare non certo a favore
della ricerca e del progresso degli studi storici, ma si dà solo sfogo
alle proprie ideologie anticattoliche, a quell'ansia incontenibile di
intaccare attraverso un lacerto di storia la solidità di secoli di
tradizione, nella convinzione che la Chiesa Cattolica continui ad essere
una sorta di onnipotente e malvagia setta intenta a coprire la verità
del Gesù storico. E così anche un eminente accademico scade al livello
meschino di un Dan Brown.
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