Gotham City in uno splendido bozzetto di Anton Furst |
Padre Michael Uwe Lang è andato via qualche mese fa. Se n'è tornato
silenziosamente al Brompton Oratory dopo aver sperimentato le astute
macchinazioni della Curia Romana. Estromesso dal suo ruolo di
coordinatore del Maser in Liturgia Arte e Architettura Sacra
dell'Università Europea ad opera dell'abate Zielinski è stato sostituito
da don Salvatore Vitiello.
Ricorderete l'operazione "nuovo fonte battesimale della Cappella
Sistina", ebbene oggi ci troviamo dinanzi ad un'altra analoga
operazione, non più nell'ambito dell'arte sacra, ma in quello
dell'architettura sacra. Lo scopo? Presentare una "terza via" rispetto
all'estremo modernismo CEI e al tradizionalismo sponsorizzato da padre
Lang e dai vari Duncan Stroick e Steven Schloeder. Ma a guardar bene gli
obiettivi sembrerebbero esser molto più banali...
1. Questione di metodo
E' stato recentemente presentato il progetto di una nuova chiesa a
Lecce. Disegnata dall'architetto Angelo Molfetta, già autore di
architetture di dubbia riuscita come la chiesa dei martiri di Auswitz,
il complesso parrocchiale è dedicato a San Pio da Pietrelcina ma è stato
subito ribattezzato "Batman church" o meglio "la chiesa di Gotham
City". Questo per via dell'evidente ricorso ad un pastiche di stili, con
la predominanza di un gotico contemporaneo, molto underground.
E' evidente che una chiesa del genere non potrà avere nessun rapporto col territorio. Totale è l'assenza di riferimenti al barocco leccese e alle limpide facciate delle chiese salentine, ma non casuale.
Il gruppetto di chierici-laici che vorrebbe promuovere la terza via ha
bisogno di commissioni e dunque non può attardarsi nella raffinata
elaborazione di un progetto che vanti una sua coerenza con la storia
dell'architettura sacra locale. No, serve un progetto simbolico, una
sorta di chiesa-manifesto capace di mettere tutti d'accordo. Ecco dunque
la chiesa di Goldrake o Batman che dir si voglia. Il metodo è dunque
chiaro: si intende dar vita ad una alternativa alle ormai stantie
sperimentazioni moderniste della CEI, senza tuttavia arrendersi alla
necessità del tradizionalismo architettonico. La terza via del
compromesso...
2. La Democrazia Cristiana dell'arte e dell'architettura sacra: barcamenarsi e navigare a vista
Nel progetto della chiesa di San Pio, almeno stando ai rendering
pubblicati, appare evidente l'eclettismo del disegno. Si possono
annoverare infatti i seguenti stili-ispirazioni. Anzitutto l'arco
catenario sul quale si basa la forma della navata e il disegno del
portale: una reminiscenza di Gaudì - si dirà - ma anche un riferimento
(non so quanto voluto) al progetto dello studio Anselmi per la
realizzazione della chiesa di San Pio a Malafede (Roma). L'arco
parabolico veniva in questo caso interpretato come un riferimento al
cappuccio dei Cappuccini.
Ma non occorre essere così sofisticati. Il progetto nasce più semplicemente dalla combinazione di una chiesa moderna a pianta basilicale incentrata sulla forma dell'arco parabolico e una chiesa degli anni trenta a pianta basilicale. Non manca infatti il connubio fra essenzialità dei riferimenti classici e razionalismo tipico di alcuni progetti degli anni '30-'40 (ad esempio quelli romani del Galeazzi) nei contrafforti, nel tamburo della cupola e parzialmente nella facciata.
Ma non occorre essere così sofisticati. Il progetto nasce più semplicemente dalla combinazione di una chiesa moderna a pianta basilicale incentrata sulla forma dell'arco parabolico e una chiesa degli anni trenta a pianta basilicale. Non manca infatti il connubio fra essenzialità dei riferimenti classici e razionalismo tipico di alcuni progetti degli anni '30-'40 (ad esempio quelli romani del Galeazzi) nei contrafforti, nel tamburo della cupola e parzialmente nella facciata.
1
Basilica La Purisima - Monterrey - Messico (1941-43) |
+ 1
Chiesa di Sant'Eugenio - Roma (1951) |
= 2
Chiesa parrocchiale San Pio da Pietrelcina - Lecce - Progetto 2012 |
Il modernismo permane tuttavia nello stile della torre campanaria (che
mi ricorda un progetto analogo al quale non riesco momentaneamente a
risalire), pacchiana rievocazione brutalizzata e industriale delle
guglie della Sagrada Familia, nella stella della cupola che molto
ricorda Portoghesi, nella ragnatela delle vetrate (reminiscenza della
tela dell'uomo Ragno della cattedrale di Alba?). Insomma, il ricorso al
pastiche risponde a un cerchiobottismo di fondo. Ambisce a frenare le
critiche dei tanti fedeli stanchi del moderno sparato, ma vuol
solleticare l'ansia di novità, l'ammodernamento ideologicamente
perseguito dai numerosi novatores in clergyman.
Chiesa di San Pio da Pietrelcina - Lecce - Rendering della navata |
3. Un unico obiettivo: la pagnotta!
Non vorrei sembrare prosaico o prevenuto, ma l'impressione - una
semplice impressione - è che a Zielinski, Molfetta e compagni non
importi molto dell'architettura sacra e del suo legame con la
tradizione. Certo è un indubbio progresso il ritorno alla pianta
basilicale, il recupero dell'orientamento e della verticalità. Eppure
sembra che qualcuno abbia capito che l'aria sta cambiando, che ci si è
rotti di architetture affidate ai grandi nomi e ha deciso pertanto di
buttarsi a pesce in un nuovo trend architettonico, scegliendo però solo
soluzioni anfibologiche che se da un lato convincono dall'altro lasciano
enormi perplessità. Tanto più che a Roma il nuovo presidente dell'Opera
Romana per la Provvista di nuove chiese (se ne preventivano un
centinaio nei prossimi anni), Mons. Andreatta, sarebbe intenzionato a
cambiare rotta. D'altra parte alla Pontificia Commissione per i Beni
Culturali c'è un Cardinale di nome Ravasi che certamente ambisce a far
costruire qualche chiesa a Santiago Calatrava o a qualche altro guru
dell'architettura contemporanea. Quindi fra CEI e Ravasi lo spazio di
manovra è certamente ristretto. Inutile combattere in prima linea, farsi
portatori di un sano dibattito fondato sull'esclusione reciproca dei
modelli (o chiese tradizionali o chiese moderniste), destare dal suo
letargo la Congregazione per il Culto Divino che avrebbe dovuto
impugnare la questione delle arti sacre. No, meglio agire in gruppi
ristretti che praticano il culto del ma-anchismo clerical-chic. Ci si
guarda bene quindi dal proporre l'arretrato ricorso all'architettura
"tradizionale". Per carità di Dio! E chi la finanzierebbe? Chi darebbe
le commesse? Per avere nuove commesse ed essere accreditati presso la
CEI serve il compromesso... Ben venga dunque anche nell'ambito
dell'architettura sacra italiota l'eternamente vincente partito della
pagnotta!
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