ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 8 novembre 2012

Bla-bla neomodernista su come dire a Dio quel che dovrebbe rivedere (..perchè si era evidentemente sbagliato!)


FIDANZATI: c'erano una volta? In arrivo un documento Cei sul tempo della formazione al matrimonio

2.-“Vi occuperete della pastorale familiare” è il titolo dell’incontro dei responsabili diocesani di recente nomina, promosso dall’Ufficio famiglia della Cei ad Assisi dal 9 all’11 novembre (presso la “Domus Pacis”). Radunerà circa 550, tra sacerdoti, religiosi e coppie di sposi, per lo più incaricati diocesani per la pastorale familiare “di recente nomina”, come spiega il direttore don Paolo Gentili: “Abbiamo voluto allargare questa occasione, pensata per i nuovi responsabili diocesani, anche a coloro che, magari tra un po’ di tempo, potrebbero come sacerdoti o giovani sposi, assumere la nuova responsabilità dell’attenzione alla famiglia nella propria Chiesa locale o anche a chi, impegnato da molti anni in questo servizio, volesse rigenerarsi”.
Il programma dei lavori prevede relazioni di vescovi, teologi, pastoralisti, animatori ed esperti, oltre che di esponenti di associazioni e movimenti laicali. In concomitanza con il convegno è prevista l’uscita del documento della Commissione episcopale per la famiglia e la vita sull’accompagnamento dei fidanzati e i percorsi di preparazione alle nozze. Mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma e presidente della Commissione episcopale per la famiglia e la vita, presenterà il documento ai convegnisti il 9 novembre. Il testo sarà disponibile lo stesso giorno sul sito della Cei: www.chiesacattolica.it. Luigi Crimella, per il Sir, ha intervistato mons. Enrico Solmi.
Si va diffondendo la pratica della convivenza prima del matrimonio. Il valore del fidanzamento sembra andato perduto. Come valutare questa situazione?
“Il valore del fidanzamento è andato progressivamente scivolando verso una progressiva e, direi, anche apparente irrilevanza. Nel senso che perdendosi il carattere sociale del matrimonio e venendo meno il desiderio di una vita matrimoniale che parta con certezza, il fidanzamento appare per così dire sfilacciato in un limbo che ha poco a che vedere con la sua storia. Un tempo, in vista degli ‘sponsali’, esso significava il progressivo aprirsi alla socialità dei fidanzati, che si proponevano alle famiglie e alla comunità, e anche suscitava in loro un percorso di crescita. Oggi di fatto assistiamo alla perdita anche del nome stesso del fidanzamento, ma rimangono immutate le esigenze di una conoscenza reciproca tra i due in ordine a una relazione significativa”.
Come accompagnare oggi i fidanzati verso le nozze cristiane proponendo un amore totale, fedele e fecondo?
“Credo che sia di per se stesso insito in un due giovani o due persone che vogliano intraprendere il cammino del matrimonio il desiderio di un amore che progressivamente sia coinvolgente per le loro esistenze. Ciò sotto il profilo della loro umanità, del crescere nel tempo dell’unicità del loro rapporto e nel contempo della fecondità intesa come la nascita di una nuova relazione di coppia e come fecondità del generare figli. L’impegno odierno nasce dal far emergere queste esigenze, dar loro una verbalizzazione, rendere coscienti che l’amore coniugale e matrimoniale si compone di queste dimensioni. Le vie, credo, siano duplici: la prima è quella di esprimere testimonianze di famiglie e di coppie che stanno riuscendo in questo percorso, cioè che ancora oggi è possibile questo. In secondo luogo nel presentare la ragionevolezza di questo percorso, rispondendo anche a un insieme di domande che la società post-moderna pone. Da qui l’importanza dei percorsi formativi per fidanzati fatti di conoscenza, approfondimento e crescita”.
Il sacramento del matrimonio ha ancora un senso dentro una società secolarizzata?
“Il sacramento del matrimonio è definito il sacramento ‘più antico’ da Giovanni Paolo II, in quanto lo vede iniziato da Dio creatore nel momento in cui crea l’uomo e la donna, gli uni per gli altri, nella dimensione sessuata e di relazione. Le caratteristiche dell’amore coniugale sono portate a compimento dall’amore che Cristo ha offerto all’umanità. Parlare di sacramento non significa, allora, entrare in una sfera sacrale che poco ha a che vedere con le dinamiche umane e sociali della relazione familiare; al contrario è assumere i caratteri dell’amore coniugale nell’amore di Cristo che li purifica e dà loro una pienezza sorprendente. Quindi il sacramento del matrimonio va nella linea della scoperta e crescita dell’amore e non è un qualcosa di diverso dalle attese profonde che i fidanzati hanno in sé, al contrario ne presenta l’origine e il compimento e dà anche il sostegno nella sua crescita continua”.
È ancora possibile parlare di castità oggi?
“Oggi viviamo una condizione che sembra essere lontana dalla castità, in un contesto di banalizzazione della sessualità e della corporeità. La castità significa assumere il valore del corpo e della sessualità in ordine alla propria vocazione, maturando nel caso del matrimonio una reciproca stima dell’altro, della sua corporeità, della sua persona. La castità in vista del matrimonio realizza una conoscenza che si va via via completando fino a quell’incontro totale e pieno che è l’incontro delle due persone con la loro corporeità all’interno della nuova condizione di sposi. Quindi parlare di castità significa parlare della progressione dell’amore e di una approccio vero, autentico e pieno alla persona dell’altro. Significa andare in un compimento dell’amore che le due persone si attendono. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il contesto attuale chiede di conoscere e apprezzare questo valore, chiede un’alleanza in questa crescita nei due fidanzati e anche il sostegno e la partecipazione di altri fidanzati che condividono questo percorso”.
SIR 07-11-201

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