La benedizione non c'è: non ancora, almeno. E non è detto che arrivi, e neppure che sia attesa. La
Chiesa cattolica vuole capire bene che cosa sia spuntato nell'area moderata durante il fine settimana;
quanto sia in linea con i convegni di Todi promossi nell'ultimo anno; e se l'iniziativa che ha come
capifila il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, e il ministro della Cooperazione,
Andrea Riccardi, moltiplicherà davvero la partecipazione in nome di un progetto di governo. Si sa
che la Cei nell'ultima fase ha sostenuto il premier; e che i rapporti personali fra Benedetto XVI e
Monti sono ottimi. Ma sul piano politico, il ruolo della Chiesa rimane segnato dalle convulsioni
Questo spiega l'attenzione e insieme la cautela nei confronti di quanto si sta muovendo.
L'episcopato appare diviso fra chi in prospettiva punta ancora sul centrodestra; e chi, pur volendo la
nascita di un altro «centro», teme sia privo di forza elettorale e subalterno alla sinistra. Alcune voci
accreditano una velata freddezza dei vertici della Cei, che avrebbero voluto un riferimento esplicito
alla difesa dei «valori non negoziabili» (no all'aborto, all'eutanasia, ai matrimoni fra omosessuali):
sebbene non risulti, si fa notare, una richiesta in tal senso.
Ma forse il vero spartiacque è, in Italia come in altri Paesi occidentali, fra chi ritiene che
l'appartenenza religiosa vada rivendicata e affermata anche sul piano politico; e chi ritiene invece
che questo approccio condanni la Chiesa e i suoi seguaci a una condizione di minoranza; al rischio
di essere strumentalizzata da chi brandisce i suoi valori, e di vedere prevalere i suoi avversari
ideologici. Insomma, è in atto un confronto aspro sul modo di declinare la presenza dei cattolici in
politica: un dilemma drammatizzato dalle divisioni profonde, spesso irriconciliabili fra le sue
componenti.
Così, nonostante Monti sia apprezzato in Vaticano e tempo fa abbia incontrato anche il capo dei
vescovi italiani, cardinale Angelo Bagnasco, eventuali punti di contatto non riguardano le strategie e
le alleanze politiche ma il ruolo del governo: sul piano interno e internazionale. Fra l'altro, il
presidente del Consiglio ha sempre tenuto a separare il suo ruolo istituzionale dalle sue convinzioni
religiose: pur essendo notoriamente un cattolico convinto. Fra i promotori del movimento nato
sabato scorso, la parola d'ordine di fatto è un trasversalismo che può suonare ambiguo ma è anche
considerato un elemento di novità; e un modo per aiutare Monti.
D'altronde, il progetto è quello di creare un'area moderata che appoggi Palazzo Chigi e spinga per la
conferma del premier. Ma la spinta iniziale è stata quella di combattere il fenomeno
dell'astensionismo, arrivato a percentuali inquietanti; e di contrastare la tentazione di una sorta di
«grillismo bianco» antigovernativo e antipolitico da parte di spezzoni del mondo cattolico. Si tratta
di un processo appena agli inizi. Tende a fare emergere le contraddizioni di un mondo sospeso per
anni, anche suo malgrado, nell'orbita berlusconiana. Inutile forzare le tappe: occorrerà tempo per
trovare un baricentro e interlocutori diversi.
di Massimo Franco
in “Corriere della Sera” del 20 novembre 2012
A Milano il più grande convegno sull'economia spirituale.
LO SPECIALE E I VIDEO
L'EVENTO - Fondazione Arbor in cooperazione con Comunità di Ricerca "Colligite Fragmenta” dell’Università degli Studi di Bergamo e SpazioStudio13 Milano hanno organizzato il Convegno L'economista mistico. E’possibile un’economia spirituale? , che ha avuto luogo fino al 18 novembre 2012 al Teatro Filodrammatici di Milano. Affaritaliani.it lo ha seguito in diretta-video.
Andando oltre l’ampio dibattito attuale su etica ed economia e attraverso un programma che spazia dall'arte al teatro, il dialogo che il convegno intende aprire verte sul ripensamento radicale dell’economia, inseparabile da una profonda trasformazione di mentalità e di cultura, per rimettere al centro il senso della vita. Ciò comporta un approccio insieme filosofico, inter/intra-culturale, nonché spirituale, che ripensi e ricrei integralmente la nostra cosmovisione.
LE VIDEO-INTERVISTE DI AFFARI:
Il teologo e filosofo Achille Rossi, grande studioso di Panikkar, ad Affaritaliani.it: "Il malessere cresce perché aumenta la disoccupazione, me ne rendo conto vivendo a contatto con persone con meno possibilità, operai, poveri. Tutto questo accade perché abbiamo adottato un'idea di uomo che è unicamente consumatore, i cui bisogni sono tutti quantificabili; così il mercato diventa un mostro che ingloba tutto, supportato dalla pubblicità e dalla tecnologia".
Prosegue: "Ma questa non è la realtà. Crediamo che lo sia. Essa è più ampia: ha una dimensione divina, umana e di terrestrità".
La cura - "La malattia è curabile, ma attraverso quella che chiamo 'una grande trasformazione': un compito che tutti siamo chiamati a svolgere, insieme, per riportare l'uomo al centro".
L'origine di tutto - "All'inizio della modernità si è teorizzato che l'uomo è mosso dall'interesse ovvero dall'egoismo, dimenticando l'importanza del dono come gesto naturale nei confronti del prossimo".
Gli artefici della crisi - "La chiesa ha una colpa grande. Perché ha taciuto. Non ha saputo opporsi, non ha voluto o potuto vedere quello che stava accadendo. Poi c'è il potere politico che ha fatto in modo che le cose girassero in base alla sua convenienza".
L'illusione - "Max Weber lo aveva spiegato bene nella sua Etica protestante e spirito del capitalismo. La tradizione anglosassone per cui 'se gli affari ti vanno bene è un segno di dio' e in base a questo avrai la tua salvezza, la logica per cui 'se sei povero colpa è tua' ci ha fatto e ci fa molto male".
La soluzione - "Come diceva Confucio mettiamo ordine, cominciando dalle parole che si sono logorate, sono state ridotte a 'termini' mentre devono tornare a essere simboli. Ad esempio le parole scienza, cura, giustizia hanno perso la dimensione umana. Anche il senso della parola 'tecnica' si è perso: oggi l'uomo è concepito soltanto come un meccanismo in funzione all'interno di una grande macchina senza umanità. Nessun provvedimento ci salverà se non cambiano le premesse della cultura".
L'Italia oggi - "Trovo che Grillo sia un grande animatore, un personaggio di carattere. Una volta lo seguivo e sono contrario ad assimilarlo banalmente all'antipolitica, ma ho delle perplessità sul suo programma e sulla creazione del suo partito sul web"
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Riccardo Petrella ad Affaritaliani.it: "L'economia attuale è un non senso. L'Italia non fa che seguire un'oligarchia mondiale che governa l'economia secondo dogmi che ci stanno portando al fallimento. La decrescita? Consiste nel vivere insieme senza depredare la natura e deturpare l'umanità".
Poi indica i responsabili della crisi: "Il primo: la nostra cultura che ha ridotto tutto a merce, la finanza e la politica che ha accettato l'imperativo della mercificazione e della monetizzazione della vita e della natura".
Come se ne esce? "Iniziamo portando fuori dalla logica dello scambio i beni comuni e indispensabili come l'acqua, la casa... Poi bisogna disarmare la finanza. Tutti dobbiamo diventare cittadini e innescare il cambiamento sociale".
Della politica italiana che cosa la colpisce? "Il linciaggio di Grillo mi ha stupito, quanti attacchi sul piano umano e politico... sembra quasi che i poteri abbiano paura della vera alternativa. E' un po' quello che è successo a Chavez. La sinistra, di cui faccio parte, non ha dato dimostrazione di questa voglia di cambiamento. Si è adagiata su una forma di empirismo pragmatico".
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Serge Latouche: "Liberiamoci dall'imperialismo e dall'egemonia economica. Oggi in Italia? Voterei Grillo che è sempre stato a favore della decrescita...". CLICCA QUI
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Domenico Piovesana, presidente di fondazione Arbor: "Per ripartire serve equilibrio tra finanza e componente umana". CLICCA QUI
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Clive Hamilton: "Affidare la politica ai tecnici non basta". CLICCA QUI
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