Avvisi di garanzia per il dg Lucchina e il senatore del Pdl Tomassini in merito all’inchiesta sanitaria
L’eccellenza lombarda sembra naufragare sotto i colpi delle inchieste. Dopo la vicenda degli abusi alla Regione Lombardia è arrivata la nuova doccia fredda alla Sanità. Si parla di tangenti in cambio di convenzione con le cliniche private.
Tra i nomi che spiccano nell’indagine c’è quello del dg Lucchina e del senatore del Pdl Tomassini. E’ la solita storia di favori e intrecci tra politica e cliniche private. Di vicende simili negli ultimi 20 anni ne sono accadute diverse, in primis nella Puglia di Vendola con due assessori indagati e poi costretti alle dimissioni e nella Regione Abruzzo con la vicenda di Ottaviano Del Turco. Adesso dopo la caduta del Celeste vengono fuori tutte le magagne lombarde. La Gdf si è presentata alla sede della regione e nell’abitazione del dirigente sanitario, acquisendo diversi documenti. E la stessa procedura è avvenuta nei confronti delle sedi delle cliniche convenzionate. L’accusa per tutti è di corruzione e concussione. Insomma siamo alle solite tangenti tra politica e gestori sanitari. Tutto parte dalle indagini relative agli imprenditori varesini Polita, molto attivi nel settore. E proprio dal fallimento di alcune loro società che gestivano la rete di cliniche private sono risaliti ad una serie di intrecci scottanti, come quello con il senatore del Pdl. Il fallimento dell’Ansafin proprietaria di un albergo costruito in relazione ai mondiali di ciclismo ha messo i magistrati sulle tracce giuste. All’inaugurazione dell’albergo era infatti presente il senatore Tomassini. E questo per i giudici è un segnale di reciproca spartizione degli affari. La torta sanitaria fa ancora gola a molti.
Ovviamente il dimissionato Formigoni cade ancora una volta dal pero, dicendo di non saperne assolutamente nulla. I provvedimenti partiti dalla procura di Varese sono riferibili a consulenti e persone di fiducia di politici che si muovevano per favorire gli affari tra gli enti locali e le cliniche private.
La nuova tegola cade in un momento poco propizio per le Regioni, ormai considerate un luogo di malaffare. Ovviamente gli indagati cadono dalle nuvole. Il senatore Tomassini respinge tutte le accuse. “Attendo con fiducia di essere sentito al più presto dal magistrato per chiarire la mia posizione e dimostrare la mia estraneità a qualunque presunto illecito”. Sulla vicenda l’opposizione gioca il solito ruolo delle mani pulite. “Dal punto di vista giudiziario -chiosa il consigliere regionale del Pd Alfieri- è auspicabile che si faccia al più presto chiarezza anche su questo caso, mentre dal punto di vista politico occorre mettere mano a un modello che continua ogni giorno a mostrare le sue falle”. Purtroppo nel Pd c’è sempre questa spocchia della presunta superiorità morale ma i fatti passati e presenti dicono un’altra cosa. Basti pensare a quello che è accaduto in Puglia, con la caduta della prima giunta Vendola a seguito dell’arresto dell’assessore alla Sanità Frisullo e poi del senatore Tedesco, graziato dal voto del Parlamento.
Secondo il consigliere lombardo del Pd sulla questione dei rapporti di trasparenza tra gli enti locali e le cliniche private c’erano state diverse prese di posizione ma nulla è stato fatto.
“Dato che la Lombardia è tra le regioni italiane che assegnano più risorse alla sanità privata, -aggiunge il consigliere- occorrono controlli più stringenti in merito alle modalità con cui le strutture vengono convenzionate in modo che si cancelli quella zona grigia di discrezionalità che ha aperto lo spazio all’accumularsi di tanti illeciti a danno dei cittadini”.
Ma gli interessi sono di casa nell’una come nell’altra sponda. Questa sceneggiata del rovesciamento delle responsabilità fa parte del solito gioco. E i cittadini lo sanno bene. Da troppi anni si assiste a questa divisione della torta sanitaria senza che se ne venga definitivamente fuori. I troppi interessi che ci sono alla fine fanno gola a tutti, nessuno escluso.
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