[ ... ] Il rifiuto di una tradizione è sempre una malattia mortale e può esser la morte. Il rifiuto
della tradizione dopo il Concilio, è stato per la Chiesa come una malattia mortale. Solo nel
riprendere contatto con la tradizione potrà anche riprendere vita.
la negazione dell'inferno - 29 Settembre 1988
di tutti, sembra creare il diritto di ognuno alla salvezza e nulla maggiormente si oppone alla
rivelazione divina. In realtà negando o anche semplicemente dimenticando, mettendo in
ombra il dogma dell'inferno, non ha più senso alcuno e valore la vita dell'uomo. La possibilità
reale della dannazione non toglie nulla in realtà alla gratuità dell'amore. L'amore di Dio è
veramente infinito, ma non sarebbe veramente amore, se l'uomo non fosse libero di rifiutarlo.
La grandezza del dono sarebbe negata se l'uomo non vivesse nella salvezza l'esperienza di
essere stato tratto gratuitamente a una «morte eterna». Così mi è necessario l'inferno come
mi è necessario il paradiso. Senza l'inferno non può esserci per noi paradiso.
Basta la negazione di un solo dogma a distruggere la Chiesa. Si è voluta questa negazione?
Davvero se un dogma solo fosse negato, non saprei più che farmene del cristianesimo e della
Chiesa. Sarebbe soltanto un momento del processo storico; ma siccome mi parla di Dio,
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