ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 17 gennaio 2013


16 gennaio 2013
Anniversario del nostro riconoscimento ecclesiale
(non velleitariamente procurato, ma venuto “a tempo e luogo”)

La radice del disorientamento attuale non sta tanto nella forza dell’errore, quanto nella debolezza di quelli  che dovrebbero testimoniare la verità. (S. Agostino)

Un tale Eleazaro […] preferendo una morte gloriosa a una vita ignominiosa, s’incamminò volontariamente al supplizio, sputando il boccone e comportandosi come conviene […] facendo un nobile ragionamento […] rispose subito […]: «Non è affatto degno della nostra età fingere, con il pericolo che molti giovani, pensando che a novant’anni Eleazaro sia passato agli usi stranieri, a loro volta, per colpa della mia finzione […], si perdano per causa mia e io procuri così disonore e macchia alla mia vecchiaia. Infatti anche se ora mi sottraessi al castigo degli uomini, non potrei sfuggire né da vivo né da morto alle mani dell’Onnipotente». (Cfr. Secondo Libro dei Maccabei)

Prima dell’Anno Santo 2000, sul Terzo Segreto di Fatima il card. Silvio Oddi aveva lasciato trapelare che esso contiene la predizione di una grande perdita della fede, che poi sarebbe tornata a seguito di sofferenze gravi. E papa Giovanni Paolo II, interrogato sul mistero del secolo, aveva risposto di prepararsi a grandi prove (soprattutto con il Santo Rosario, la devozione mariana in genere, e in spirito di sacrificio – arriviamo almeno al sacrificio di dimenticarsi talvolta dell’Io? Di accettare la prospettiva di affrontare qualche incomodo per la buona battaglia della Fede?); prove un po’ diminuibili, con molta preghiera, ma ormai in parte necessarie, perché la Chiesa sarebbe rinata dal sangue. Eppure, mentre la situazione nella Chiesa è da tempi di guerra, mentre siamo stati avvertiti dell’arrivo della grande persecuzione […] quante teste dure di questa prospettiva non vogliono saperne! (Indirizzo al Te Deum 2012 nella cappellania per il Vetus Ordo)

Mentre qui nelle Marche è così diffusa la tendenza al disinteresse per le questioni liturgiche; mentre, peraltro, neppure gli amici della Messa antica si confermano essere sempre e automaticamente sinonimo di amici della Tradizione cattolica (abbiamo visto alcuni casi in cui, ad esempio, ci sembra più proprio parlare di liberalismo che di “tradizionalismo”); mentre, facendo sul territorio (da decenni) le battaglie per la Tradizione della Chiesa (e per la Messa tradizionale sostanzialmente in ragione di questo), non ci capita di vedere qui “sul campo”, “sul fronte”, certa gente che si lamenta e sparla a più non posso in privato e/o virtualmente su Internet; mentre l’opposta Fraternità San Pio X abitualmente preferisce la demagogia al porre questo rilevante problema dei “vicini” – a meno che non le facciano concorrenza –, questione che invece è un nostro abituale “cavallo di battaglia”, lungi dal datato discorso (ormai in buona parte una favoletta, e una favoletta menzognera) dei pochi cattivi che opprimono il popolo buono… Mentre siamo desolati di questo complesso, di persone che pure hanno avuto la grazia d’essere consapevoli di certi problemi, ringraziamo tuttavia la Provvidenza: che ci rallegra non lasciandoci soli (poco sodalizio è pur sempre sodalizio) a “sparare” contro questi mali, contri questi squallori. Segnaliamo un articolo molto interessante:



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