Diario Vaticano / Lo strano caso del "cardinale a metà"
È
Lorenzo Baldisseri, il segretario del conclave. Appena eletto, papa
Francesco gli ha posto sul capo il proprio zucchetto cardinalizio. In
obbedienza alle tradizioni? No. Nei precedenti dieci conclavi si era
fatto così una sola volta
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CITTÀ
DEL VATICANO, 26 marzo 2013 – Se si vuole individuare il primo
gesto a sorpresa di questo pontificato, bisogna risalire alla fine
del conclave, ai minuti immediatamente seguiti all'elezione di papa
Francesco.
Subito dopo la sua elezione avvenuta alle 19 di mercoledì 13 marzo Jorge Mario Bergoglio si è tolto lo zucchetto rosso da cardinale e l'ha posto sul capo del segretario del conclave, l'arcivescovo Lorenzo Baldisseri.
Il gesto è avvenuto nella Cappella Sistina sotto gli occhi di tutti i cardinali elettori, che l’hanno applaudito.
In quel momento non pochi porporati hanno pensato che Baldisseri fosse diventato canonicamente cardinale all'istante. E alcuni di loro hanno continuato a pensarlo per giorni. Anche perché – come ha fatto notare il quotidiano "La Stampa" – quando il nuovo papa si affacciò alla loggia della basilica di San Pietro per la sua prima benedizione "urbi et orbi", Baldisseri, che era dietro di lui, portava uno zucchetto dall'inequivocabile colore rosso porpora.
"La Stampa" ha inoltre scritto che l’iniziativa era stata suggerita a papa Francesco da "uno dei cerimonieri anziani presenti in quel momento nella Sistina", che gliela presentò come una "antica consuetudine".
Non solo. "La Stampa" ha proseguito riferendo che "il giorno dopo l'elezione Baldisseri, indossando ancora lo zucchetto rosso sulle vesti vescovili violacee, si è presentato alla messa concelebrata dal nuovo papa nella Cappella Sistina chiedendo di essere anche lui ammesso tra i cardinali. I cerimonieri non avevano previsto la sua presenza, ma Baldisseri, forte dello zucchetto rosso ricevuto il giorno prima, ha insistito per partecipare. E alla fine, dopo qualche chiarimento, gli è stato consentito di concelebrare assieme agli altri porporati".
Anche il 19 marzo c'era Baldisseri tra i concelebranti della messa d'inizio del ministero del nuovo vescovo di Roma. Ma questa volta il segretario del conclave aveva nuovamente sul capo lo zucchetto violaceo da semplice vescovo.
Il quotidiano "la Repubblica", da parte sua, ha rintracciato la registrazione di una intervista della sezione in lingua portoghese della Radio Vaticana nella quale Baldisseri racconta così l’episodio:
"Alla fine del conclave, il Santo Padre ha ricevuto dai cardinali nella Cappella Sistina una professione di obbedienza. Anch'io, come segretario del conclave, sono stato chiamato a compiere questo atto di obbedienza e saluto per il Santo Padre. Quando sono arrivato davanti a lui, mi sono inginocchiato. È stato in quel momento che il papa mi ha messo una mano sulla testa e poi vi ha adagiato sopra il suo zucchetto rosso da cardinale. È stata così grande l'emozione... Ciò significa che il segretario del collegio dei cardinali, che appunto è anche il segretario del conclave, è o sarà cardinale. Il papa mi ha detto in seguito: 'Tu sei cardinale a metà'".
Certo, – ha proseguito Baldisseri – la creazione cardinalizia vera e propria non ha ancora avuto luogo "perché richiede un concistoro ufficiale convocato dal Santo Padre, e quindi la pubblicazione. Ma qui tutti sanno che il mio nome è nella lista".
Il curioso episodio, prima di finire sulle pagine dei giornali italiani, era già rimbalzato in Brasile. Tanto che lo stesso padre Federico Lombardi, “portavoce” vaticano, il giorno dopo l'elezione di papa Francesco, aveva smentito a una giornalista latinoamericana che Baldisseri fosse già stato creato cardinale. "Non risulta che il numero degli elettori sia variato", aveva detto.
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Ma quali sono i precedenti di quella che è stata presentata a papa Francesco come una "antica tradizione" da rispettare?
In realtà, se si guarda ai conclavi dell’ultimo secolo, la cosiddetta "tradizione" si riduce a un solo caso isolato, del 1958.
In quel caso il neoeletto Giovanni XXIII, papa piuttosto disinvolto in nomine episcopali e cardinalizie, impose il proprio zucchetto color porpora al segretario del conclave monsignor Alberto di Jorio, 74 anni. Era il 28 ottobre e in effetti nel primo concistoro di papa Angelo Giuseppe Roncalli, celebrato il 15 dicembre successivo, l’ecclesiastico romano che sarebbe poi diventato presidente dello IOR ricevette la berretta.
Ma in tutti gli altri nove conclavi che si sono tenuti tra il 1903 e il 2005 non si ricorda che il pontefice appena eletto abbia posto il proprio zucchetto sul capo del monsignore o vescovo che svolgeva la funzione di segretario.
Non solo. In alcuni casi gli ecclesiastici in questione hanno dovuto aspettare almeno un secondo concistoro prima di ricevere la porpora.
Ma andiamo per ordine cronologico.
Il 4 agosto 1903 viene eletto papa Pio X. Segretario del conclave è il giovane arcivescovo anglo-spagnolo Rafael Merry del Val, 38 anni, chiamato a questo ruolo in via provvisoria dai cardinali il 21 luglio, visto che la carica era vacante alla morte di Leone XIII avvenuta il giorno prima. Papa Sarto lo nomina prosegretario di stato lo stesso giorno dell’elezione e lo crea cardinale tre mesi dopo, nel suo primo concistoro del 9 novembre successivo. Per la cronaca, Merry del Val lascerà la segreteria di stato per diventare prefetto del Sant’Uffizio nel 1914 con l’arrivo di Benedetto XV, per morire a 65 anni nel 1930.
Il 3 settembre 1914 viene appunto eletto Benedetto XV. Segretario del conclave è l’arcivescovo Tommaso Pio Boggiani, 51 anni, originario di Boscomarengo in Piemonte, domenicano come un altro suo illustre concittadino, papa san Pio V. Boggiani non viene creato subito cardinale. Benedetto XV gli concede infatti la porpora non nel suo primo concistoro del 6 dicembre 1915, ma nel secondo del 4 dicembre 1916, più di due anni dopo il conclave che lo aveva eletto. Boggiani sarà per alcuni anni arcivescovo di Genova e morirà nel 1942 a 79 anni dopo aver partecipato da cardinale a due conclavi.
Il 6 febbraio 1922 viene eletto Pio XI. Segretario del conclave è monsignor Luigi Sincero, 52 anni. Anche lui è di origini piemontesi, di Trino Vercellese, e anche lui deve aspettare un turno per diventare cardinale. Papa Achille Ratti gli impone infatti la berretta non nel suo primo concistoro dell’11 dicembre 1922 ma nel secondo del 23 maggio 1923, quindici mesi dopo il conclave che lo ha eletto. Messo alla guida della congregazione per le Chiese orientali, Sincero verrà consacrato vescovo nel 1929 e morirà nel 1936 a 66 anni.
Il 1° marzo 1939 viene eletto Pio XII. Segretario del conclave è monsignor Vincenzo Santoro, 53 anni, pugliese, originario di Ascoli Satriano. in provincia di Foggia e all'epoca sede di diocesi, che muore però a Roma il 21 maggio 1943, prima di poter eventualmente ricevere la porpora. Infatti, il suo primo concistoro papa Eugenio Pacelli lo celebrerà solo dopo la seconda guerra mondiale, il 18 febbraio 1946.
Il 28 ottobre 1958 viene eletto Giovanni XXIII con l’episodio sopra riferito di monsignor di Iorio che riceve la berretta due mesi dopo il conclave. Fatto vescovo nel 1962, di Iorio morirà nel 1979 alla veneranda età di 95 anni.
Il 21 giugno 1963 viene eletto Paolo VI. Segretario del conclave è l’arcivescovo siciliano Francesco Carpino, 58 anni, che viene creato cardinale da papa Montini non nel suo primo concistoro del 22 febbraio 1965 ma nel secondo del 26 giugno 1967, quattro anni dopo il conclave in cui fu eletto. Carpino sarà per un breve periodo arcivescovo di Palermo e morirà nel 1993 a 88 anni dopo aver partecipato ai due conclavi del 1978.
Il 26 agosto 1978 vene eletto Giovanni Paolo I e il 16 ottobre dello stesso anno Giovanni Paolo II. In entrambi i casi segretario del conclave è l’arcivescovo Ernesto Civardi, 72 anni, lombardo di Fossarmato, in provincia di Pavia. Papa Karol Wojtyla lo fa cardinale nel suo primo concistoro del 30 giugno 1979, otto mesi dopo il conclave che lo ha eletto. Civardi morirà nel 1989 a 83 anni.
Il 19 aprile 2005 vene eletto Benedetto XVI. Segretario del conclave è l’arcivescovo Francesco Monterisi, 71 anni, originario di Barletta in Puglia. Papa Joseph Ratzinger lo fa cardinale non nel suo primo concistoro del 24 maggio 2006 e neppure nel secondo del 24 novembre 2007, ma nel terzo del 20 novembre 2010, dopo averlo nominato l’anno prima, a 75 anni, arciprete di San Paolo, incarico mantenuto da Monterisi fino allo scorso novembre.
Questo per quanto riguarda i segretari dei conclavi dell’ultimo secolo. Ma negli ultimi cinquanta anni ci sono stati anche dei segretari del collegio cardinalizio, carica distinta ma collegata, almeno in questo periodo, a quella di segretario o "assessore", come si diceva in passato, della congregazione per i vescovi, l’antica "concistoriale". E tutti prima o poi hanno ricevuto la porpora.
È il caso, andando a ritroso, di Manuel Monteiro de Castro, segretario della congregazione per i vescovi dal 2009 al 2012, creato cardinale nel 2012; del già citato Monterisi, segretario dal 1998 al 2009, creato nel 2010; di Jorge Maria Mejia, segretario dal 1994 al 1998, creato nel 2001; di Justin Francis Rigali, segretario dal 1990 al 1994, creato nel 2003; di Giovanni Battista Re, segretario dal 1987 al 1990, creato nel 2001; di Lucas Moreira Neves, segretario dal 1979 al 1987, creato nel 1988; del già citato Civardi, segretario dal 1967 al 1979, creato nel 1979; del già citato Carpino, assessore dal 1961 al 1967, creato nel 1967; di Giuseppe Antonio Ferretto, assessore dal 1950 al 1961, creato nel 1961.
Ma se si risale più indietro nel tempo, va detto che non tutti gli assessori della "concistoriale" sono arrivati alla dignità cardinalizia, anche perché deceduti prima che potessero eventualmente riceverla. Non ebbe la porpora, come già ricordato, monsignor Santoro durante il pontificato di Pio XII, ma neppure la ottenne l’ecclesiastico che gli succedette nell’ufficio, Benedetto Renzoni, che morì in carica nel 1950. Lo stesso accadde con l’arcivescovo Vincenzo Sardi, che fu assessore dal 1916 al 1920, quando morì anche lui “durante munere”. Mentre sono diventati cardinali Scipione Tecchi, assessore dal 1908 al 1914 quando ricevette la porpora, e il carmelitano Raffaello Carlo Rossi, assessore dal 1923 al 1930, quando ottenne la berretta diventando segretario (l'equivalente del prefetto di oggi) del medesimo dicastero.
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L’arcivescovo Lorenzo Baldisseri – per tornare al beneficiario del gesto di papa Francesco – ha 72 anni e mezzo. Toscano, originario di Barga, nella provincia di Lucca e nell'arcidiocesi di Pisa, è stato nominato da Benedetto XVI segretario della congregazione per i vescovi l’11 gennaio 2012 e segretario del collegio dei cardinali il successivo 7 marzo.
Appassionato suonatore di pianoforte, è stato in precedenza nunzio in Brasile (2002-2012), India (1999-2002), Paraguay (1995-1999) e Haiti (1992-1995). In quest'isola era arrivato nel 1991 come incaricato d’affari in sostituzione del nunzio Giuseppe Leanza che aveva dovuto abbandonare il paese dopo essere stato malmenato dai facinorosi sostenitori del presidente dell'epoca, l'ex prete salesiano Jean-Bertrand Aristide.
Prima ancora, Baldisseri ha lavorato nelle rappresentanze pontificie di Guatemala, Giappone, Brasile, Paraguay, Francia e Zimbabwe. Alla Pontificia Accademia Ecclesiastica, la scuola diplomatica vaticana, ebbe come compagni di classe, tra gli altri, l’attuale cardinale Leonardo Sandri e gli attuali nunzi in Germania Jean-Claude Perisset, negli Stati Uniti Carlo Maria Vigano e in Turchia Antonio Lucibello.
La sua nomina a cardinale nel primo futuro concistoro, come avvenne con di Iorio ad opera di Giuovanni XXIII, sembra prevedibile, visto il gesto di papa Francesco.
Ma che Baldisseri diventi anche segretario di Stato, come Merry del Val con Pio X, sembra meno probabile. Fermo restando che l’attuale pontificato pare essere nato nel segno dell’imprevedibilità. In tutti i sensi.
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350482
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