Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
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mercoledì 24 aprile 2013
LA GNOSI ECUMENISTA CONCILIA ONU E VATICANO NEL NWO
“C’è sintonia tra me e Benedetto XVI, nel sostenere un Nuovo Ordine Mondiale”
(Giorgio Napolitano, 31.12.2006)
Sulla Storia Segreta del (Nwo) Nuovo Ordine Mondiale, abbiamo un nuovo libro: «Governo Globale» di Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta (Arianna Editrice, Cesena).
Sull’argomento si moltiplicano gli studi, ma questo ha il particolare che la Perucchietti si occupa anche del Segreto di Fatima e perciò lega le due questioni; del dominio mondialista con il mistero storico di un incombente Anticristo.
Nella «Introduzione» al lavoro i due autori già mettono la questione sotto il dilemma del gran complotto, che è quasi quello universale, sempre al centro dei nostri lavori.
Infatti, non manca la dimensione storica del problema come si vedrà, ma è documentata piuttosto trascurando la parte del Vaticano nel presente momento a favore di quella dei politici da Obama e compagnia, a Napoletano e i grandi prelati (vedi sopra).
Sulle «caratteristiche e finalità dell’ideologia mondialista», gli autori enumerano «la diffusione e imposizione di un pensiero omologato tendente a dissolvere le identità…» e in seguito «la lotta contro le “identità forti” difficilmente omologabili… come il Cristianesimo cattolico e ortodosso o l’Islam, ritenute strutture “irriducibili” al progetto del NWO».
Si noti la dissonanza tra i termini «difficilmente omologabili» e «irriducibili» nella stessa frasi, perché è qui che s’inserisce il lungo piano «conciliatorio» del Vaticano due: aprire «culture», piuttosto «fedi», irriducibili per definizione, a valori relativi, come sia quello di una pace terrena, e perciò anche convergenti ai progetti del NWO.
In questo senso si può citare l’opera ecumeni sta di Giovanni Paolo e poi di Benedetto 16, addirittura per catechizzare i mussulmani (22.12.2006) con la filosofia illuminista, delle luci, adottata dal Vaticano due e che deve servire d’esempio a tutti! Inoltre è nota la sua enciclica «Veritatis splendor» (niente meno) sul potere mondiale centralizzato, cui tutti i popoli devono aspirare, a questo punto in vista di una verità spirituale!
Ecco lo spinto ma mascherato relativismo conciliare che vanta una sua preoccupazione anti-fondamentalista, naturalmente nel senso della spuria conciliazione di cui sopra.
Sul «complotto» scrivono: “Naturalmente, è chiaro che tale ipotesi di «complotto universale» ha il difetto di essere indimostrabile in sede storica. Se è impossibile affermare l’esistenza di una «continuità programmatica» nello sviluppo del NWO, è legittimo tuttavia parlare di un’evidente continuità ideale, che lega attraverso i decenni e persino i secoli, una serie di «forze» e di «poteri» in una complicità di interessi e di azioni: è la storia di questo processo sotterraneo e non sempre visibile a tutti, al tempo stesso ideologico e politico, che il nostro saggio vuole descrivere, dalle origini agli ultimi eventi di cronaca, che scorrono oggi davanti agli occhi di noi tutti.”
Capisco la loro prudenza, che ho spesso infranto scrivendo: “Naturalmente, è chiaro che il «complotto universale» è realtà storica attestabile: è possibile capirlo come effetto della Caduta Originale in una «continuità programmatica» coinvolgente tutti i tempi in una evidente continuità rivelata, che lega attraverso i secoli, «poteri» in una complicità di azioni di un processo sotterraneo e non sempre visibile. Ma niente è più provato che il legame, al tempo stesso ideologico e politico nella dipendenza del religioso, di quanto i nostri scritti devono descrivere, dalle origini agli ultimi eventi della storia presente, da quanto accade nel mondo come a Roma, davanti agli occhi di tutti: «poiché la nostra lotta non è col sangue e con la carne, ma contro i Principati e le Podestà, contro i dominatori del mondo delle tenebre, contro gli spiriti maligni dell’aria» (Ef 6, 12)”.
Ma veniamo alla prima parte del libro in questione, a cura di Gianluca Marletta.
La “svolta” della Riforma Protestante,“rappresenta la chiave di lettura per comprendere la “svolta”, che il mondo occidentale ha conosciuto a cavallo dell’Età Moderna e costituisce, inoltre, un elemento fondamentale per capire come si sia sviluppata, nel corso dei secoli successivi, l’idea di un Nuovo Ordine Mondiale da imporre a tutti i popoli. Ben al di là delle intenzioni di Martin Lutero, infatti, la rivoluzione iniziata con la Riforma rappresenta un vero e proprio “punto di non
ritorno”, per la civiltà cristiana. Con la sua rottura e la “demonizzazione” di Roma e del Cattolicesimo, L utero mette di fatto fine all’era medievale, ovvero a un’intera civiltà, fiorita dall’incontro tra la rivelazione cristiana e la tradizione classica e arricchitasi, nel corso dei secoli, dei contributi delle più svariate culture. Il crollo della civiltà medievale e l’insorgere e il diffondersi della Riforma Protestante, peraltro, avranno il risultato di “mettere in moto” tutta una serie di energie e di tendenze culturali e spirituali, che erano rimaste, fino a quel tempo, sopite. Il gesto di ribellione di Lutero, infatti, assume anche il significato simbolico del «non riconoscere, al di fuori dell’individuo e della sua “ragione”, alcun tipo di principio superiore», alcuna autorità, generando una critica feroce, rivolta innanzitutto contro le antiche istituzioni, che avevano incarnato lo spirito del Medioevo; ovvero, oltre alla Chiesa di Roma, il Sacro Romano Impero, detenuto all’epoca dalla casata degli Asburgo.
“Ed è proprio nell’ambito della critica protestante contro Roma e l’Impero che sorge a poco a poco l’aspirazione a realizzare un Nuovo Ordine del mondo, che possa sostituirsi al vecchio.”
Ora, l’azione umana parte dal pensiero e questo dalla conoscenza, quindi l’azione «rinnovatrice» del mondo parte da un pensiero ribelle che ingenera una sua «gnosi».
La nuova tentazione dell’uomo, che ormai sente di possedere la conoscenza (gnosi) del «bene e del Male» per aver morso il frutto proibito, è di farsi «salvatore» di sé stesso per aver intrapreso la via del «progresso», con le nuove scienze acquisita ignorando le bieche limitazioni religiose tradizionali! Un certo mondo culturale imbevuto di passioni esoteriche e, al tempo stesso, di aspirazioni liberatrici, forma Fraternità (i Rosa Croce) per edificare un mondo con un ordine più perfetto; a misura d’uomo e della sua dignità.
Si noti: il Cristianesimo insegnava che il male viene da dentro l’uomo, che si deve convertire e perfezionare. Ora, un gruppo di uomini illuminati vede il male nelle vecchie istituzioni che vanno abbattute con le loro leggi per fare spazio alle nuove idee.
Era ed è in gioco la stessa nozione del «bene» e del «male», seguendo un percorso storico che doveva inevitabilmente giungere alla stessa «Sede della Verità», a Roma.
l Rosa Croce e l’utopia del “rinnovamento del mondo”
“Abbiamo visto, dunque, come la Riforma, in una sorta di effetto domino, abbia avuto anche l’effetto di “liberare” una serie di energie destinate, con il tempo, a prendere forma in quello che una storica come Frances Yates ha definito «movimento trasversale»: uno spirito di rinnovamento, aspirante a trasformare i destini del mondo. Tali idee, all’epoca considerate ancora estremiste e relegate ai margini dallo stesso “mondo riformato”, si svilupperanno inizialmente all’interno della complessa galassia di sette e di movimenti, che allo spirito di ribellione tipico del Protestantesimo uniranno
anche suggestioni e idee prese in prestito da antiche dottrine magiche e da tradizioni esoteriche. Sarà in questo tipo di ambiente, ad esempio, che prenderà forma il fenomeno enigmatico rappresentato dall’apparire sulla scena della cosiddetta Fraternità dei Rosa Croce.
“Della vicenda dei Rosa Croce, in realtà, non tutto può essere ricostruito in sede storica: la maggior parte degli studiosi è addirittura propensa a vedere in questa enigmatica Fraternità unicamente una rappresentazione ideale delle aspirazioni di un certo mondo culturale dell’epoca, imbevuto di passioni esoteriche e, al tempo stesso, di aspirazioni riformatrici… il fine ultimo di tali misteriose Fraternità è di inaugurare un generale rinnovamento dell’umanità, ovvero creare un nuovo ordine valido per tutti i popoli.”
Il Cristianesimo insegnava che il male viene da dentro l’uomo, che si deve convertire e perfezionare. Ora, un gruppo di uomini illuminati vede il male nelle vecchie istituzioni che vanno abbattute con le loro leggi per fare spazio alle nuove idee.
Era ed è in gioco la stessa nozione del «bene» e del «male», seguendo un percorso storico che doveva inevitabilmente giungere alla stessa «Sede della Verità», a Roma.
“Fin dal primo manifesto rosacrociano, apparso nel 1614 nella città tedesca di Kassel, in effetti, l’intento rivoluzionario e politico viene richiamato addirittura dal suo titolo: Comune e generale Riforma di tutto il vasto mondo, seguito della Fama Fraternitatis del lodevole ordine dei Rosa Croce rivolta atutti sapienti d’Europa. Nello stesso documento, che è diviso in tre parti, viene proposta una trasformazione della società
basata sulla redistribuzione della ricchezza e l’abolizione dell’uso della moneta. In realtà, è opinione della maggior parte dei critici che i principali documenti “rosacrociani” non siano altro che un parto della fantasia di Johann Valentin Andreae, personaggio di spicco della cultura luterana tedesca dell’epoca, ma anche cultore (e indubbio conoscitore, almeno in una certa misura) di dottrine cabalistiche ed esoterico-cristiane, che il nostro, inaugurando una moda tipicamente moderna, “rielaborerà” ingegnosamente in chiave politico-sociale.
Lo stesso Andreae, ormai malato, indirizzerà nel 1632 una lettera all’allora vescovo dei Fratelli Moravi – gruppo religioso, nato in Boemia dalla fusione del luteranesimo con le dottrine degli hussiti locali – Jan Amos Kominsky (detto in latino Comenius), designandolo di fatto come suo ideale successore, ed è a Comenius che dobbiamo la prima rappresentazione ideale di un Governo Unico Mondiale, destinato a soppiantare tutti i poteri e gli Stati e a estendersi a tutta la Terra.»
“Comenius”: ideologo del Governo Mondiale
“L’opera del filosofo Comenius è indispensabile per comprendere le radici dell’idea moderna di un Nuovo Ordine Mondiale. Da questo punto di vista, non ci sembra un caso che proprio l’UNESCO – il “braccio culturale” dell’ONU- abbia curato direttamente la traduzione e la pubblicazione di alcuni passaggi scelti dalla sua opera, riconoscendogli il ruolo di “precursore ideale”:
«Comenius deve dunque essere considerato come un grande precursore degli attuali tentativi di collaborazione internazionale[. .. ]. E per questo l’UNESCO e il Bureau lnternational d’Education gli debbono il rispetto e la riconoscenza che merita un grande antenato spirituale». «Uno dei primi propagatori delle idee alle quali si è ispirata I’UNESCO (In dalla sua fondazione» (Pagine scelte a cura dell’UNESCO, Firenze, 1960).”
Qui non ci interessa la vita di Comenius, che è una grande avventura, ma la sua opera per il “rinnovamento globale del mondo”, che pervadevano le frange estreme del Protestantesimo contro Roma.
“L’opera politica più significativa di Comenius è certamente la Panorthosia(traducibile come “Diritto Universale”); in essa l’autore elabora la sua avveniristica visione di un’autorità mondiale la cui funzione sarebbe quella di riformare l’educazione (anche a partire dalla creazione di una neolingua universale), trasformare e unificare le religioni e vegliare sulla pace globale prevenendo i conflitti. A questo scopo, Comenius auspica la creazione di tre “comitati universali”, a cui siano sottoposte rispettivamente la cultura, la religione e la politica… Un simile progetto di rinnovamento e riunificazione universale non potrà però realizzarsi, secondo Comenius, prescindendo dall’ eliminazione dei due grandi poteri, che a questa riforma si sarebbero naturalmente opposti, ovvero la Chiesa di Roma e gli Asburgo. Ed è a questo punto che il pensiero di Comenius manifesta tutto l’ardore della sua visione apocalittico-profetica. Nella prefazione di una delle sue ultime opere, Lux in tenebris, si leggono ‘quelle che, secondo l’autore boemo, saranno le fasi salienti che condurranno all’instaurazione del nuovo mondo: «Il Papa è il grande Anticristo e la Meretrice di Babilonia. La Bestia, che porta la Meretrice, è il Romano Impero: particolarmente la Casa d’Austria. Dio non tollererà più a lungo questo stato di cose: anzi distruggerà infine il mondo degli empi in un diluvio di sangue…
Ormai l’opera per il “rinnovamento globale del mondo” è in atto dopo la distruzione della Cristianità debolmente difesa dalla Casa d’Austria e del Papato, sostituito da un apparato ecumeni sta per un’unione religiosa globale. Delle « strutture “irriducibili” ovvero Cristianesimo cattolico e ortodosso o l’Islam riguardo al progetto del NWO, il primo sarebbe già tanto omologato da avere dei «papi» che operano per «convertire» al nuovo ordine gli ultimi resistenti! Questa è la rivoluzione nella realtà apocalittica che si stenta a vedere, tanto pare incredibile. Eppure, la visione del Segreto di Fatima figura simbolicamente il suo atto iniziale: «l’eccidio del Papa insieme a tutto il suo seguito fedele», devastazione della Cristianità che già sarebbe più chiara nel 1960, quando regnava in Vaticano il modernista, filo-massone e mondialista Giovanni 23, che aveva sgangherato le porte e finestre della Chiesa per far entrare tutti i «nuovi teologi» della sua autodemolizione. Sarebbe inaugurata così la successione degli amici dell’UNESCO e dell’ONU, che avrebbero offerto in quelle sedi il piano ecumenista della religione più universale. Bergoglio, in questo senso, sarà solo un continuatore del piano di Comenius.
Questa sarà la parte finale che manca aggiungere a quell’interessante libro in questione. Ma visto che Enrica Perucchietti si è occupata anche del Segreto di Fatima, è ben possibile che già sappia della presenza degli «anticristi in Vaticano».
Il fatto è che nessuna resistenza cattolica è possibile senza testimoniarlo, non solo in vista del Messaggio di Maria SS, che è, riguardo a quello di La Salette – Roma perderà la Fede e diverrà la sede dell’Anticristo – l’avviso sull’ostaccolo levato di mezzo affinché ciò avvenisse. La testimonianza doverosa è sulla continua distruzione della Dottrina, della Liturgia e di ogni segno sacro per il Regno di Gesù Cristo in terra.
Questo è il corso di un clamoroso «complotto universale» in atto da mezzo secolo nel «Luogo Santo della Chiesa cattolica» a cui non si può attribuire il difetto di essere indimostrabile in sede storica!
L’EDITORIALE
di Arai Daniele
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