Il giornale della Santa Sede risponde così ai cattolici francesi che si chiedono se sia stato positivo manifestare
REDAZIONEROMA
«Anche il silenzio da parte della Chiesa su temi carichi di significato antropologico avrebbe un significato politico, perché vorrebbe dire che pur di non legarsi a uno schieramento i cattolici scelgono di tacere su questioni che toccano la loro concezione del mondo. In fondo, sarebbe una scelta politica di parte anche quella». L'Osservatore Romano risponde così ai cattolici francesi che - dopo l'approvazione delle nozze gay - si chiedono se sia stato un bene prendere le iniziative che hanno testimoniato una grande presenza sociale della Chiesa ma non hanno portato a bloccare la legge.
Per l'Osservatore, quanti sono «critici contro la mobilitazione della Chiesa in questi frangenti contrappongono all'idea di un'istituzione militante, che indica cosa è bene e cosa è male, un'istituzione accogliente e amorosa, che non giudica ma ama tutti».
«E in effetti - conclude l'editoriale a firma di Lucetta Scaraffia - trovare un equilibrio fra carità e giustizia è sempre stato nella storia un compito difficile per la Chiesa, in genere risolto con l'affiancare a posizioni severe una pratica pastorale di accoglienza e di misericordia».
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/matrimonio-gay-gay-marriage-matrimonio-homosexual-25209/
«Manif fantastica. Ma che choc assistere all’arresto di due miei amici a Parigi per una maglietta»
(su Tempi)
«La manifestazione è stata pacifica, piena di gioia e di felicità da
parte della gente: c’erano tantissimi giovani e famiglie con bambini.
Purtroppo il governo continua a reprimere con ogni mezzo il dissenso,
come ho visto con i miei occhi sabato sera e davvero non pensavo di
assistere a certe cose in un paese che dice di abbracciare i diritti
umani». Luca Volontè, presidente del gruppo PPE dell’Assemblea
parlamentare del Consiglio d’Europa, ieri ha partecipato a Parigi alla manifestazione della Manif Pour Tous contro la legge su matrimonio e adozione gay e
a tempi.it rivela di essere rimasto scioccato sabato quando nel centro
di Parigi due suoi amici sono stati arrestati solo perché «hanno
fotografato dei ragazzi che sventolavano bandiere della Manif
accerchiati dalla polizia in assetto anti-sommossa».
Partiamo dalla manifestazione. Per gli organizzatori c’erano un milione di persone sulla spianata degli Invalides.
Sì, siamo partiti intorno alle 13 da tre punti diversi della capitale, abbiamo attraversato la città in una atmosfera pacifica e festosa, con tante famiglie che alle finestre delle loro case esponevano le bandiere della Manif e salutavano la folla.
Ormai la legge Taubira è stata promulgata. Mercoledì ci sarà il primo matrimonio gay in Francia. Molti si chiedono: che senso ha manifestare ancora?
Innanzitutto la Manif ha il compito di far sapere ai cittadini francesi quello che è accaduto, perché tanti non sanno quali implicazioni avrà questa legge. Soprattutto nel settore educativo.
Cioè?
È proprio di stamattina una circolare a tutte le scuole del ministero della Cultura francese che invita fortemente, per non dire obbliga, gli insegnanti a lottare contro l’omofobia e utilizzare nuovi testi in cui si presentano ai bambini modelli di famiglia alternativi a quello eterosessuale. Il primo compito della Manif, dunque, è far sapere tutte queste cose.
E gli altri?
Il secondo, annunciato anche ieri dal palco, è continuare a fare pressione su Hollande perché indica un referendum. Infine, fare resistenza civile verso un modello del gender che è già diventato la vera dottrina di Stato. Ma chi ritiene che lo Stato debba essere laico e fondarsi sulla natura umana e la famiglia ha il dovere di opporsi.
Oggi in Francia sui giornali si affronta un nuovo problema: è possibile in futuro cambiare di nuovo la legge?
Perché no? Si può abrogare questa legge: chi pensa il contrario o è convinto della bontà della nuova norma o vive in una sudditanza psicologica verso la cultura di sinistra e del gender. Per approvare i matrimoni gay è stato modificato il codice civile. Se l’hanno già fatto una volta, vuol dire che si può fare. Ricordo tra l’altro che la maggior parte degli omosessuali francesi non vuole il matrimonio. Chi pensa, come me e come gli amici della Manif Pour Tous, che l’introduzione del matrimonio gay sia un passo indietro e non in avanti della società, deve provare a cambiare le cose. Questa legge porta a una democrazia in cui la cellula fondamentale della società, invece che valorizzata, sarà distrutta.
Ieri sul palco non si è vista il leader del movimento: Frigide Barjot.
È molto preoccupante. Lei ha ricevuto diverse minacce di morte e ha deciso di non partecipare. È impressionante la situazione di insicurezza, anche psicologica, che vivono i leader della Manif. Inoltre, nei confronti dei giovani manifestanti c’è un clima che chiamare intimidatorio è eufemistico. Io stesso ne sono stato testimone.
Che cosa è successo?
Sabato sera mi trovavo con due amici sugli Champs-Élysées, dovevano accompagnarmi alla veglia dei Veilleurs. Bene, i miei amici sono stati arrestati davanti ai miei occhi perché, come centinaia di altre persone, hanno fotografato alcuni giovani teenager o universitari che sventolavano le bandiere della Manif Pour Tous, con su il logo della famiglia tradizionale, circondati da centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa. I miei due amici sono stati rilasciati solo alla mezzanotte di ieri. Sono rimasti al commissariato 24 ore e non mi risulta che questi fermi siano completamente legali.
Qual è la motivazione ufficiale del loro arresto?
Nessuna, la prefettura all’una di notte mi ha chiamato e mi ha chiesto se li conoscevo, io ho spiegato che li conoscevo e che cosa era accaduto. A quel punto mi hanno detto buonanotte e hanno riattaccato. C’è una presenza di polizia antisommossa molto invasiva nei confronti dei giovani che indossano le magliette della Manif. Non pensavo davvero di vedere niente del genere in un paese che dice di abbracciare i diritti umani come la Francia.
Come si sta comportando il governo socialista nei confronti di queste proteste pacifiche?
Il presidente Hollande in questo momento dovrebbe rappresentare l’unità della nazione, ma sembra quasi che voglia fomentare la frattura della società. Il governo è determinato a reprimere con le buone e le cattive il dissenso, ormai girano in rete filmati e foto dell’uso della violenza nei confronti dei manifestanti, tali da costituire un archivio memorabile. Hollande non vuole che si esprima il dissenso davanti alla legge che ha approvato. Questo, sotto il piano della democrazia è grave. Una maggioranza di governo non può immaginare di introdurre modifiche radicali dell’idea di società e nazione, pensando di rappresentare tutti mentre gode solo del 51 per cento. Questo è la tirannia della maggioranza ben descritta da Tocqueville, addirittura ministri del governo chiamano i giovani della Manif pubblicamente gruppuscoli estremisti e pericolosi di destra. La situazione è davvero drammatica.
Un movimento importante e numeroso come la Manif Pour Tous che riverbero può avere in Europa?
La Manif è la più bella sorpresa che c’è in Europa in questo momento, perché sono riusciti spontaneamente a mantenere e rafforzare la loro unità partendo da posizioni in apparenza completamente diverse: ci sono infatti musulmani, cattolici, ortodossi, mamme, giovani, vecchi e anche tanti omosessuali, personaggi della cultura e semplici operai. Non si può racchiudere queste movimenti in una sola categoria perché abbraccia davvero tutta la società ed è grave che il governo li veda come un pericolo invece che come una possibilità di confronto. Io poi spero che questo movimento, questa reazione della società francese, possa essere esportato anche in altri paesi, compresa l’Italia.
http://www.corrispondenzaromana.it/manif-fantastica-ma-che-choc-assistere-allarresto-di-due-miei-amici-a-parigi-per-una-maglietta/
Partiamo dalla manifestazione. Per gli organizzatori c’erano un milione di persone sulla spianata degli Invalides.
Sì, siamo partiti intorno alle 13 da tre punti diversi della capitale, abbiamo attraversato la città in una atmosfera pacifica e festosa, con tante famiglie che alle finestre delle loro case esponevano le bandiere della Manif e salutavano la folla.
Ormai la legge Taubira è stata promulgata. Mercoledì ci sarà il primo matrimonio gay in Francia. Molti si chiedono: che senso ha manifestare ancora?
Innanzitutto la Manif ha il compito di far sapere ai cittadini francesi quello che è accaduto, perché tanti non sanno quali implicazioni avrà questa legge. Soprattutto nel settore educativo.
Cioè?
È proprio di stamattina una circolare a tutte le scuole del ministero della Cultura francese che invita fortemente, per non dire obbliga, gli insegnanti a lottare contro l’omofobia e utilizzare nuovi testi in cui si presentano ai bambini modelli di famiglia alternativi a quello eterosessuale. Il primo compito della Manif, dunque, è far sapere tutte queste cose.
E gli altri?
Il secondo, annunciato anche ieri dal palco, è continuare a fare pressione su Hollande perché indica un referendum. Infine, fare resistenza civile verso un modello del gender che è già diventato la vera dottrina di Stato. Ma chi ritiene che lo Stato debba essere laico e fondarsi sulla natura umana e la famiglia ha il dovere di opporsi.
Oggi in Francia sui giornali si affronta un nuovo problema: è possibile in futuro cambiare di nuovo la legge?
Perché no? Si può abrogare questa legge: chi pensa il contrario o è convinto della bontà della nuova norma o vive in una sudditanza psicologica verso la cultura di sinistra e del gender. Per approvare i matrimoni gay è stato modificato il codice civile. Se l’hanno già fatto una volta, vuol dire che si può fare. Ricordo tra l’altro che la maggior parte degli omosessuali francesi non vuole il matrimonio. Chi pensa, come me e come gli amici della Manif Pour Tous, che l’introduzione del matrimonio gay sia un passo indietro e non in avanti della società, deve provare a cambiare le cose. Questa legge porta a una democrazia in cui la cellula fondamentale della società, invece che valorizzata, sarà distrutta.
Ieri sul palco non si è vista il leader del movimento: Frigide Barjot.
È molto preoccupante. Lei ha ricevuto diverse minacce di morte e ha deciso di non partecipare. È impressionante la situazione di insicurezza, anche psicologica, che vivono i leader della Manif. Inoltre, nei confronti dei giovani manifestanti c’è un clima che chiamare intimidatorio è eufemistico. Io stesso ne sono stato testimone.
Che cosa è successo?
Sabato sera mi trovavo con due amici sugli Champs-Élysées, dovevano accompagnarmi alla veglia dei Veilleurs. Bene, i miei amici sono stati arrestati davanti ai miei occhi perché, come centinaia di altre persone, hanno fotografato alcuni giovani teenager o universitari che sventolavano le bandiere della Manif Pour Tous, con su il logo della famiglia tradizionale, circondati da centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa. I miei due amici sono stati rilasciati solo alla mezzanotte di ieri. Sono rimasti al commissariato 24 ore e non mi risulta che questi fermi siano completamente legali.
Qual è la motivazione ufficiale del loro arresto?
Nessuna, la prefettura all’una di notte mi ha chiamato e mi ha chiesto se li conoscevo, io ho spiegato che li conoscevo e che cosa era accaduto. A quel punto mi hanno detto buonanotte e hanno riattaccato. C’è una presenza di polizia antisommossa molto invasiva nei confronti dei giovani che indossano le magliette della Manif. Non pensavo davvero di vedere niente del genere in un paese che dice di abbracciare i diritti umani come la Francia.
Come si sta comportando il governo socialista nei confronti di queste proteste pacifiche?
Il presidente Hollande in questo momento dovrebbe rappresentare l’unità della nazione, ma sembra quasi che voglia fomentare la frattura della società. Il governo è determinato a reprimere con le buone e le cattive il dissenso, ormai girano in rete filmati e foto dell’uso della violenza nei confronti dei manifestanti, tali da costituire un archivio memorabile. Hollande non vuole che si esprima il dissenso davanti alla legge che ha approvato. Questo, sotto il piano della democrazia è grave. Una maggioranza di governo non può immaginare di introdurre modifiche radicali dell’idea di società e nazione, pensando di rappresentare tutti mentre gode solo del 51 per cento. Questo è la tirannia della maggioranza ben descritta da Tocqueville, addirittura ministri del governo chiamano i giovani della Manif pubblicamente gruppuscoli estremisti e pericolosi di destra. La situazione è davvero drammatica.
Un movimento importante e numeroso come la Manif Pour Tous che riverbero può avere in Europa?
La Manif è la più bella sorpresa che c’è in Europa in questo momento, perché sono riusciti spontaneamente a mantenere e rafforzare la loro unità partendo da posizioni in apparenza completamente diverse: ci sono infatti musulmani, cattolici, ortodossi, mamme, giovani, vecchi e anche tanti omosessuali, personaggi della cultura e semplici operai. Non si può racchiudere queste movimenti in una sola categoria perché abbraccia davvero tutta la società ed è grave che il governo li veda come un pericolo invece che come una possibilità di confronto. Io poi spero che questo movimento, questa reazione della società francese, possa essere esportato anche in altri paesi, compresa l’Italia.
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