ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 15 giugno 2013

IL FESTIVAL BIBLICO DI VICENZA E LA MATERIALIZZAZIONE DEL NULLA


 C'è la opulenta macchina organizzativa, i banchi colmi di pubblicazioni, i padiglioni espositivi, il carnet con tanti personaggi noti al pubblico televisivo, che può vedere materializzata la Cultura,messa a portata di autografo.
 Per la Lectio Magistralis di Michela Marzano tutte le numerose sedie sulla loggia esterna della
Basilica Palladiana sono occupate per tempo. Dopo qualche inconveniente ai microfoni, il
“moderatore” ci introduce al tema in agenda: “La fiducia e la libertà”. 
 
 Dei fattori che hanno indubitabilmente disgregato la fiducia, nella società contemporanea, è
presto detto: il 68' prometteva bene, ma la decisione dell'America di sganciare il dollaro dalle
riserve auree ha fatto esplodere il liberismo e l'individualismo. Così è venuta meno anche quella
comunità che si assumeva la responsabilità verso gli altri. Dopo un siffatto concentrato di
sapienza geopolitica e antropologica, non gli resta che passare alla speculazione filosofica e
dare commosso la parola alla sua “filosofa preferita”. Una che - dice subito senza badare a
spese - può essere considerata la nuova Hannah Arendt. La signora su questo sembra essere
pienamente d'accordo con lui; d'altra parte, ça va sans dire, non sarebbe elegante sfoggiare
una falsa modestia, e alla fine non si può ignorare che fra' Modesto non fu mai priore. Vada
dunque per la Arendt, conscia la nostra di non essere di certo una De Monticelli qualsiasi. Anzi,
meglio portare subito le pezze di appoggio a sostegno del congruo paragone: tanti libri scritti
direttamente in francese, e che poi qualcuno ha tradotto nella attuale versione italiana, quasi
sempre insoddisfacente, perché “la traduzione” - ammette di averlo scoperto solo di recente - "è
sempre un tradimento”. Con questa parola, lo vedremo subito, siamo già nel cuore del tema che
verrà trattato. 
 “Oggi c'è un clima di sfiducia e paura” motivato dal fatto che la fiducia viene tradita (soprattutto
dalla classe dirigente, riconosce la neodeputata assegnata alla commissione Giustizia della
Camera). Dunque bisogna assolutamente ricostruirla, questa benedetta fiducia. Come? Prima
di rispondere occorre analizzare la cosa in sé, da vicino, in modo filosofico, si intende; non per
nulla la Marzano detiene una cattedra nella terra dei lumi. Da un punto di vista formale,
secondo la nostra filosofa, la fiducia è necessaria, perché siamo costretti nella vita quotidiana a
pensare che la pentola a pressione non esploda e il pargoletto non metta il gatto in lavatrice.
Eppure ora siamo bloccati, dice senza ulteriori specificazioni ma lasciando intendere che la
gente cucina ormai solo con le pentole tradizionali e lava tutto a mano per non correre rischi.
Infatti, sempre dal punto di vista formale, la fiducia è pericolosa, in quanto anche la persona in
cui confido può sempre tradirmi.
 Con ciò siamo entrati proprio nel cuore vivo della speculazione filosofica della Marzano: poiché
l'uomo è un essere finito, non può promettere di non tradire, e se lo fa mente, ergo nessuno può
avere fiducia nell'altro. A questo punto i meno accorti si sono chiesti come fare a ritrovare la
fiducia che, pure, dovremmo ritrovare a tutti i costi. Ma la filosofa, che a ragione di lì a poco si
dirà attratta dall'irrazionalismo, non si lascia intimidire dal principio di non contraddizione, e
passa ad illustrare la fiducia dal punto di vista sostanziale: essa “non è stima di sé” e “non può
essere assimilata alla fede” nonostante la medesima radice (fides) “perché Dio non tradisce” e
la scommessa che c'è sempre nella fiducia è molto minore nella fede. Insomma, anche se non
abbiamo imparato che cos'è la fiducia dal punto di vista sostanziale, sappiamo di sicuro ciò che
non è, e questo è meglio che niente. Siccome il tempo comincia a stringere e le prove
dell'orchestra nella piazza sottostante interferiscono notevolmente, l'esposizione viene
completata con alcune illuminanti e puntuali osservazioni, due delle quali ci sembrano
particolarmente significative:
 1) Caratteristica della società contemporanea è il "contrattualismo". Questo (che a torto
qualcuno ha subito confuso con la ben nota dottrina giusnaturalistica) consiste nella moderna
mania di regolare tutto per contratto, ed esso si rivela esiziale per la fiducia. Basti pensare alla
pratica invalsa negli Stati Uniti di stringere contratti prematrimoniali. “Più si contrattualizza più la
fiducia viene perduta” ha osservato Marzano, mentre qualche sprovveduto si chiedeva se non ci
fosse di mezzo il vecchio dilemma circa la nascita dell'uovo prima o dopo quella della gallina, e
se il pragmatismo yankee non sia perfettamente in linea con la convinzione di Marzano che
l'uomo tradisce ed è tradito e di lì non si scappa.
 2) L'amore è un antagonista del consumismo. E su questa affermazione ognuno può meditare
per conto proprio.
 Dunque, inutile dire che gli spunti di riflessione sono stati molti e importanti. Anzitutto, se la
fiducia va sconsigliata nonostante sia necessaria per vivere bene - anche al di là del rapporto
difficile che la signora sembra intrattenere con il principio di non contraddizione - bisogna
riconoscere che è stata messa una pietra definitiva sulla speranza cristiana: infatti nessuno l'ha
nominata, anche se si suppone che ad un festival biblico dovesse essere stata invitata magari
in virtù della lettura fortuita della “Spe salvi” da parte di qualche organizzatore. D'altra parte si
sono perse le tracce anche della libertà che, oltre a comparire nel titolo della Lectio, è stata
messa a tema dello stesso Festival biblico. E si capisce. Una volta disegnato con nonchalance
dalla nostra relatrice un mondo ineluttabile di traditori e di traditi, sulla libertà cristiana di
scegliere il bene e di orientare ad esso la volontà, viene messa un'altra pietra tombale che
nessun dei biblisti cattolicissimi ha pensato ovviamente di rimuovere. Anche perché c'è libertà e
libertà e quella cristiana non si porta più tanto da quelle parti. Così, quando qualcuno ha
provato a far notare alla nostra filosofa che ogni concezione deterministica priva l'uomo della
guida di quella retta ragione, che secondo il costante insegnamento di Benedetto XVI si coniuga
strettamente anche con la fede, lei risponde piccata di avere sempre respinto perché antiumana
la razionalità calcolante e di preferire per questo l'irrazionalità. Con buona pace di Benedetto
XVI che, come è noto lippis et tonsoribus, si è sempre appellato alla retta ragione proprio in
opposizione alla razionalità calcolante della modernità scientista. 
 Quando poi qualche cattolico fuori moda, subito bollato giustamente dalla folla inferocita come
fondamentalista, le chiede conto di tante affermazioni convintamente abortiste sparse nelle sue
varie pubblicazioni, e che, secondo lui, dovrebbero farla sentire fuori posto in un festival biblico,
tutti insorgono: signore compassionevoli manifestano i sensi della più profonda e sentita
comprensione per la pensatrice; molti inveiscono; il monsignore che presiede il Festival protesta
perché una critica di tal fatta impedisce il pluralismo a cui era stato consacrato l'evento. Di
fronte ad una logica così stringente e alla voce che si leva vibrante dal popolo cattolico per
ricordare che i morti in guerra sono ben più numerosi di quelli morti per aborto, si capisce che il
festival ha dato i frutti sperati: ha messo al centro la libertà, ha incoraggiato la libertà delle
parole, e su tutto ha trionfato, inattaccabile, quella delle parole in libertà.

di Patrizia Fermani
fonte: Cultura Cattolica
sul “Festival biblico” vedi anche gli articoli: “ Domande e dubbi legittimi dopo il Festival biblico”
e "Perchè i cattolici sono così impegnati a farai del male?”
Al Festival Biblico di Vicenza vanno in scena i tempi moderni. 

gpv
Piazza di Santa Balbina n.8
      
00153 ROMA




Roma, 12 giugno 2013
S.E. Rev.ma
Mons. Beniamino Pizziol Vescovo di Vicenza
Eccellenza Reverendissima,
ci permettiamo di scrivere in riferimento alla Lectio Magistralis tenuta lo scorso 8 giugno, presso la Basilica Palladiana, dalla deputata del Partito Democratico On. Prof. Michela Marzano, nell’ambito del Festival Biblico, iniziativa promossa dalla Diocesi di Vicenza e dalla Società San Paolo, col sostegno del Servizio nazionale per il Progetto Culturale della Chiesa Cattolica.
Sono note, infatti, le posizioni di evidente matrice abortista che l’On. Marzano propugna pubblicamente, confermate ancora una volta proprio ieri, 11 giugno, nel duro intervento che la stessa parlamentare ha tenuto alla Camera di Deputati contro la piena applicazione del diritto all’obiezione di coscienza dei medici in materia di interru- zione volontaria della gravidanza.
Non intendiamo criticare in sé la scelta di chiamare un simile relatore – sebbe- ne il contesto dell’iniziativa biblica forse avrebbero dovuto indurre ad una maggiore cautela –, ma certamente restiamo perplessi circa l’assenza di un contraddittore che esprimesse posizioni pro-life in linea con il Magistero della Chiesa Cattolica
Ciò che, invece, ci ha profondamente addolorato è l’atteggiamento irridente da parte del relatore, e di certi membri del servizio d’ordine del Festival, nei confronti di alcuni partecipanti che si sono semplicemente permessi di sollevare qualche dubbio circa la difformità delle posizioni espresse dall’On. Marzano rispetto alla dottrina catto- lica. E’ vero che negli ultimi tempi i cattolici sono ormai avvezzi a subire forme d’intol- leranza non solo verbale, ma che ciò accada in occasione di un evento come il Festival Biblico e nel contesto di un’iniziativa diocesana, ha davvero del paradossale.
Per questo osiamo rivolgerci alla paterna comprensione del Vescovo di Vicenza pregandolo di vigilare, con la cura pastorale che gli è riconosciuta, affinché in futuro si usi una maggiore cautela e prudenza nella scelta dei relatori tenuti a parlare in iniziati- ve in cui è direttamente coinvolta la Diocesi, si abbia l’avvertenza di assicurare che vengano comunque espresse posizioni in linea con il Magistero, e si garantisca un clima sereno e tollerante nei confronti dei partecipanti.
Certi di poter confidare in un benevolo accoglimento della presente supplica, impetriamo la Sua paterna benedizione.
Suoi Devotissimi.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato

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