Morto don Gallo, il “Fatto quotidiano” ricicla don Farinella
La morte di don Andrea Gallo è stata una grandissima perdita per il mondo anticlericale che in lui poteva contare come super-ospite da invitare ai comizi “No Vaticano talebano”.
La presenza del Gallo alle loro manifestazioni era infatti un’ottima copertura per non passare da fondamentalisti: parlare del Papa come represso omosessuale, del Vaticano come simbolo del terrorismo occidentale o dire che tutti i preti sono peofili (come ha fatto un blogger di Peter Gomez sul “Fatto”) scatena ancora oggi in molti reazioni indignate, tuttavia se si poteva rivendicare l’amicizia con Don Gallo allora le critiche si smussavano.
In fondo, si diceva, se invitano ed elogiano il “prete degli ultimi” allora non odiano proprio tutti i cattolici. E’ stato un giochino perfetto (fin troppo sopportato), durato fino a poco tempo fa, per questo Antonio Socci ha scritto che «i funerali di don Gallo segnano la fine simbolica di un mondo, quello del cattoprogressismo degli anni Settanta», che si è appunto prestato volentieri a questa strumentalizzazione.
Dopo la morte di don Gallo, “Il Fatto Quotidiano”, ha quindi dovuto correre ai ripari rispolverando don Paolo Farinella, prete genovese e nuovo ambìto ospite ai party anticlericali. «La Boldrini e la Idem fanno benissimo ad andare al Gay Pride. Ci andrei anch’io se potessi», ha affermato infatti alla recente festa del quotidiano di Padellaro. Ecco perché lo hanno invitato, ora possono citarlo dicendo che anche i preti cattolici vanno al Gay pride e sono contro alla fantomatica Chiesa-istituzione!
Come don Gallo, se c’è una caratteristica che contraddistingue don Farinella è certamente il rispetto della laicità. Il prete genovese è talmente a favore della non invadenza dei confinti che pochi giorni fa ha invitato i romani, attraverso un violentissimo articolo, a votare per Ignazio Marino così da fermare Alemanno, definito «fascista verace e amico di personaggi equivoci come mons. Rino Fisichella», ovvero il presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione. Ha quindi ironizzato sul cardinale di Stato Vaticano, chiamandolo Tarcisio Berto/Burlone per poi insultare Benedetto XVI. Eppure don Paolo dovrebbe ricordarsi che due mesi fa è stato rinviato a giudizio per diffamazione verso Pierluigi Vinai, candidato sindaco a Genova, dopo che lo aveva gravemente e ripetutamente insultato. Altra cosa curiosa: ieri invitava a votare a Napoli Luigi De Magistris per una «svolta morale e politica», oggi tace sulleaccuse a lui rivolte di parentopoli e del terremoto giudiziario abbattutosi su suo fratello e sul suo capo di gabinetto per turbativa d’asta.
Rispettoso della laicità dunque, ma anche grande testimone del messaggio evangelico che predica ogni domenica. Ecco un esempio: «Certo che darei l’estrema unzione a Berlusconi. Anche subito gli darei l’unzione degli infermi con un bulacco (secchio, ndr) d’olio fino ad annegarlo. Se Berlusconi morisse ci libererebbe da una bella palla di piombo ai piedi, da un bel rospo». La sua testimonianza cristiana la offre, per par condicio, anche a persone di sinistra, non fa certo discriminazioni lui: «Insultare Franceschini? Se gli avessero messo le mani addosso avrebbe capito qualcosa, questa gente se le attira». Durante la campagna elettorale del 2008, il sacerdote genovese è arrivato addirittura a scrivere che la Madonna di Lourdes invitava a votare per Walter Veltroni.
Il card. Bertone e il card. Bagnasco hanno più volte scritto a don Farinella, chiedendogli con grande benevolenza di cambiare atteggiamento, l’occasione era l’ennesimo insulto a Papa Ratzinger dal pulpito della sua chiesa. Nessuna risposta ricevuta, purtroppo, lui rende conto soltanto a Padellaro e Flores D’arcais. Per un approfondimento su questo bizzarro personaggio (nella foto in alto è proprio lui, non una parodia anticlericale) consigliamo questo articolo del blog “Papale Papale”.
La redazione
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