Introduzione
Sono
molto grato per l’opportunita´ che mi è stata data di poter
scrivere su quest’argomento. Sarebbe opportuno che anche altre
pubblicazioni Cattoliche si aprissero alla ricerca della verità in
merito a quello che, nell’ambiente post-conciliare, viene
considerato l’argomento più “politicamente scorretto” che
esista: il Messaggio di Fatima ed il suo legame con l’attuale crisi
che coinvolge la Chiesa ed il mondo.
L’argomento
di questo articolo è l’evidente volonté di occultamento di un
testo del Terzo Segreto di Fatima, il quale costituirebbe la
spiegazione, e pertanto accompagnerebbe, la visione del “Vescovo
vestito di bianco” pubblicata il 26 giugno 2000 con l’approvazione
(elemento alquanto curioso) del Segretario di Stato Vaticano. Non è
compito di questo articolo, tuttavia, evidenziare tutti gli elementi
e tutte le prove a sostegno di ciô - quegli stessi che hanno portato
il giornalista Cattolico Antonio Socci (il cui scopo, inizialmente,
era quello di confutare l’esistenza di quel testo) ad “arrendersi
all’evidenza”, per usare le sue parole, ed arrivare alla
conclusione (la stessa cui erano giunti coloro che inizialmente egli
aveva liquidato come “Fatimiti”) che l’esistenza di “una
parte del Segreto non ancora rivelata e considerata indicibile, è
certa.”[1]
A
beneficio del lettore, ho allegato a questo articolo un riassunto dei
motivi e dei fatti principali che eliminano qualsiasi ragionevole
dubbio sul fatto che, come dice Socci, “esiste una parte esplosiva
del ‘Terzo Segreto di Fatima’, ma è ben nascosta...”
Pubblicando un libro che sostanzialmente accusa il Segretario di
Stato Vaticano di aver occultato le parole stesse della Madre di Dio,
Socci ha davvero contribuito a scrivere la storia.
Piuttosto
che esaminare le molteplici prove dell’esistenza di questo testo
nascosto, questo articolo esaminerà uno degli più grandi ostacoli
al compimento degli ordini contenuti nel Messaggio di Fatima: la
falsa obbedienza. Permettetemi
un breve riassunto del contesto in cui è sorto tale ostacolo.
Sin
dal Concilio Vaticano II, la Chiesa ha visto crearsi una frattura
senza precedenti tra due fazioni in guerra, ciascuna arroccata sulle
proprie impenetrabili posizioni. L’emergere di queste due fazioni è
il risultato diretto del cosiddetto “nuovo orientamento” della
Chiesa che ha fatto seguito al Concilio - si trattava di un miraggio,
ovviamente, ma tale da aver provocato molti e terribili danni alla
Chiesa Cattolica. La stessa esistenza di una distinzione, mai vista
prima, tra Cattolici “Novus Ordo” e Cattolici “tradizionalisti”
ci fa capire come le “riforme” del Vaticano II abbiano causato
all’interno della Chiesa un “quasi-scisma” di proporzioni
disastrose.
Per
chiarezza, i “tradizionalisti” sono semplicemente i Cattolici che
non hanno voluto cambiare, mentre i capeggiatori del Novus Ordo
difendono le novità introdotte negli ultimi quarant’anni come se
fossero dogmi di Fede definiti infallibilmente - nonostante il fatto
che lo stesso Papa Benedetto XVI abbia smascherato la totale falsità
di questo assunto, dichiarando che l’antica Messa non “è mai
stata abrogata” e che il suo uso da parte di qualsiasi sacerdote
all’interno della Chiesa “è stato sempre permesso”.
L’imposizione
alla Chiesa di queste novità - e, con esse, l’opposizione
“ufficiale” al Messaggio di Fatima - è dipesa proprio da un
falso principio di obbedienza all’autorità ecclesiastica. Fu
proprio lo stesso Papa Benedetto, quando era ancora il Cardinale
Ratzinger, a confutare questa erronea teoria:
Il Papa
non è un monarca assoluto la cui volontà è legge, ma
piuttosto il custode dell’autentica
Tradizione, e perciô il primo garante dell’obbedienza... Per cui,
per quanto concerne la Liturgia, ha il compito di un giardiniere, e
non quello di un tecnico che costruisce nuove macchine e butta quelle
vecchie.[2]
Con
questa affermazione, il Cardinale Ratzinger commentava un concetto
affermato persino dal nuovo Catechismo: e cioè che “neppure
l’autorità suprema nella Chiesa puô cambiare la liturgia a sua
discrezione, ma
unicamente nell’obbedienza della fede e
nel religioso rispetto del mistero della liturgia.”[3] (CCC
n. 1125, pag. 256)
Ciô
che è vero per il Papa - ovvero che il suo potere e la sua autorità
sono limitate dall’obbedienza alla fede - è ancor più vero per
tutti i suoi sottoposti. Eppure tra le fila di questi ultimi, in
quest’epoca post-conciliare, l’obbedienza alla fede è stata
largamente rimpiazzata dall’obbedienza all’autorità gerarchica,
a loro uso e consumo. Il positivismo (la mia volontà è legge) ed il
nominalismo (ciô che voglio è giusto perché lo voglio io) hanno
invaso la Chiesa, facendo in modo che gli abusi della gerarchia
venissero coperti in virtù dell’obbedienza, che ormai sembra
essere diventata l’unica e sola virtù su cui insistono le autorità
ecclesiastiche.
Non
è una coincidenza il fatto che quest’invasione della Chiesa da
parte del positivismo e del nominalismo coincida con “l’invasione
della Chiesa da parte del pensiero secolare”, come lamentato da
Paolo VI - anche se troppo tardivamente, poiché “l’apertura al
mondo” aveva già cominciato ad infliggere danni incalcolabili, ed
il “fumo di satana” (anch’esso tardivamente lamentato) era già
entrato nella Chiesa attraverso quelle “fessure” che il Papa
aveva notato solo dopo che il fumo stesso era già entrato.
Ovviamente,
ciô che è valido per la liturgia è valido per qualsiasi altro
aspetto della Chiesa: l’obbedienza alla fede è superiore
all’obbedienza verso gli uomini, e superiore anche dell'obbedienza
nei confronti del Papa stesso, come l’attuale Pontefice ha
osservato. Fu il primo Papa, Pietro, a ricordarcelo: “Bisogna
obbedire a Dio piuttosto che agli uomini.” (Atti, 5:29)
Tutta
l’autorità proviene infatti dall’autorità divina, perché se
non vi fosse Dio, non vi sarebbe alcun presupposto su cui un uomo
potrebbe ergersi e affermare la propria autorità su un’altra
persona; esisterebbero solo diversi “contratti sociali” basati
sul “consenso”. Tutta l’autorità terrena, sia secolare -
quella del genitore, del poliziotto, fino a quella del governo - sia
ecclesiastica - partendo dal sacerdote, passando per il prelato e
arrivando infine al Papa - deriva, in ultima analisi, dall’autorità
divina. Tutti coloro che esercitano una qualche autorità, persino
quella pontificia, devono esercitarla in conformità al volere
divino. E tutti coloro che obbediscono a una qualsiasi autorità
devono obbedire innanzitutto a quella divina.
L’errore
principale nel concetto moderno di autorità è quello di non
riconoscere il dovere all’obbedienza assoluta verso l’autorità
di Dio come superiore all’obbedienza nei confronti di qualsiasi
autorità umana. Questo è alla base del disordine morale, politico e
sociale dei nostri tempi. E questo stesso caos, come denunciato
tardivamente da Paolo VI, ha infettato persino l’elemento umano
della Chiesa, producendo la situazione paradossale in cui l’esigenza
di rispettare “l’autorità” va contro le basi stesse
dell’unica, vera autorità: quella divina sull’uomo.
Poiché
tutta l’autorità proviene da Dio, noi obbediamo agli uomini solo
e unicamente perché
la loro autorità si basa in ultima analisi su quella del Signore.
Questa obbedienza, laddove non vada contro la legge di Dio, è in
realtà un atto di giustizia, un dare agli altri, e a Dio in primo
luogo, ciô che è dovuto. Ma il Signore non dà a nessun uomo
l’autorità di impartire un ordine che contravvenga ai comandi e ai
precetti da Lui Stesso fornitici, come quelli contenuti nei Dieci
Comandamenti o nel Vangelo, che costituisce la “legge positiva”
di Cristo Re. Ne consegue che nessun uomo abbia il diritto
di obbedire ad
un ordine simile.
Per
di più, tutta l’autorità in terra è limitata dalla giustizia.
Neanche il Papa dispone di un’autorità illimitata, perché i suoi
limiti provengono dalla Rivelazione, dalle Scritture, dalla
Tradizione e dagli insegnamenti autentici dal Magistero Ordinario ed
Universale, nonché da quello Straordinario con le sue definizioni
dogmatiche.
Sant’Agostino
ha detto che “Dio è ordine”, per questo esiste
una gerarchia d’autorità. E il comando dell’autorità
superiore - quando rientra nell’ambito della propria giurisdizione
- ha precedenza su quello dell’autorità inferiore. Esiste una
gerarchia tra gli angeli, tra gli esseri in natura e tra le autorità
della Chiesa Cattolica. L’autorità della Madonna, dopo quella del
Suo Figlio Divino, è la più alta autorità nella Chiesa e nel
mondo. Bisogna ricordare che la Beata Vergine Maria, in quanto Regina
del Cielo e Madre di tutti gli esseri umani, ha realmente
un’autorità materna
e regale su ciascuno di noi, su
ciascun membro della razza umana, ed in particolare su ogni
Cattolico, inclusi
tutti
i sacerdoti, vescovi, Cardinali e infine lo stesso Pontefice.
Il
13 ottobre 1917 la Regina del Cielo e della Terra ha ordinato al sole
di danzare, e persino il sole Le ha obbedito. E cosi devono fare
tutti i Suoi figli, a prescindere dalla posizione che ricoprano
all’interno della gerarchia Ecclesiastica. Il Messaggio di Fatima,
con i suoi precetti per la Chiesa, è esattamente questo: un
esercizio dell’autorità della Madonna sulla Chiesa intera, incluso
il Papa. Ed è impossibile che l’Immacolata e sempre Vergine Madre
di Dio, che possiede la visione beatifica in modo unico ed
ineguagliabile, possa abusare della Propria autorità. Pertanto,
quando la Madonna ordina, noidobbiamo obbedirLe. Persino
il Papa deve obbedirLe.
Per
questo motivo, obbedire al Messaggio di Fatima, cioè obbedire alla
Madre di Dio, vuol dire obbedire alla fede, una cosa doverosa anche e
sopratutto per il Papa, e che ci impone di agire sopra ogni cosa per
la fede e la salvezza delle anime. Questo mi porta ad esaminare il
significato del Terzo Segreto in particolare, e la sua relazione col
problema della falsa obbedienza.
L’obbedienza
alla fede in contrapposizione alla falsa obbedienza in relazione al
Terzo Segreto
Sappiamo
con certezza che il testo mancante del Terzo Segreto - quello che è
“ben nascosto” all’interno del Vaticano - riguarda le famose
parole pronunciate dalla Madonna e trascritte da Suor Lucia nelle sue
Quarte Memorie: “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della
Fede ecc.” Inoltre, grazie alle dichiarazioni di un Padre Gesuita
austriaco di nome Joseph Schweigl, che nel 1952 era stato inviato in
missione da Papa Pio XII ed aveva interrogato Suor Lucia riguardo ai
contenuti del Terzo Segreto, sappiamo che il Segreto:
“consta
di due
parti: la
prima riguarda il Papa. L’altra, logicamente -
anche
se non posso dire niente - sarebbe la continuazione delle parole: ‘In
Portogallo
si conserverà sempre il dogma della Fede.’”[4]
Sappiamo
quindi che il testo mancante comprendente la seconda parte
del Terzo Segreto, che è tuttora nascosto, contiene preziose parole
della Madonna, al posto delle quali
Suor Lucia aveva scritto il suo “ecc”.
Ma
il Segretario di Stato del Vaticano, Cardinale Bertone, continua a
sostenere la storiella secondo cui la visione “di difficile
decifrazione”[5] del
“Vescovo vestito di bianco”, che ha ricevuto tutta una serie di
diverse interpretazioni, è
tutto cià che c’è nel
Terzo Segreto di Fatima. Bertone si è palesemente e testardamente
rifiutato di chiedere a Suor Lucia una spiegazione su quel
fondamentale “eccetera”, malgrado ne avesse avuto più di
un’occasione nel corso dei cinque anni di controversie e
scetticismo - relativi alla completezza della pubblicazione del
Vaticano - sorti da quando la visione venne pubblicata nel 2000, fino
alla morte di Lucia avvenuta nel 2005. O forse gliela chiese, ed è
in possesso di un’importante informazione che ha ritenuto opportuno
non divulgare.
Tuttavia,
i partigiani di una falsa e cieca obbedienza all’autorità ci
suggeriscono oggi di dimenticare
le parole pronunciate dalla Madre di Dio perché
un funzionario del Vaticano le ha giudicate non importanti. Uno di
questi è Antonio Borelli Machado,[6] di
Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP), che si definisce un paladino
della Madonna di Fatima, e che ha dichiarato che le parole racchiuse
da quell’importantissimo “eccetera” “rimarranno per sempre un
mistero inesplicabile” e che “è un grave disappunto non essere
stati in grado di risolvere il problema di quell’‘eccetera’, ma
dobbiamo convivere con questo fatto concreto ed ineludibile”.
Davvero? E perché mai?
Secondo
Borelli, la risposta è: solo
e semplicementeperché l’ha detto un’autorità ecclesiastica
umana. Ma tale autorità, che
tra l’altro non ha alcun potere in materia, è il Segretario di
Stato del Vaticano, cioè una creazione dell’uomo e non di Dio, che
non fa parte assolutamente della costituzione divina della Chiesa.
Ricordiamoci che Pio XI fece a meno di tale ufficio durante il suo
pontificato!
Fu
all’epoca in cui era Segretario di Stato sotto Pio XI, che il
futuro Pio XII fece queste affermazioni profetiche e sconvolgenti:
Sono
preoccupato per i messaggi della Beata Vergine a Lucia di Fatima.
Questo insistere di Maria riguardo ai pericoli che minacciano la
Chiesa è un avvertimento divino contro l’atto
suicida di alterare la Fede nella Sua Liturgia, la Sua Teologia e la
Sua anima... Sento tutto
intorno a me questi innovatori che
desiderano smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma
universale della Chiesa, rigettare i suoi ornamenti e farla sentire
in colpa per il suo passato storico.
Verrà
un giorno in cui il mondo civilizzato negherà il proprio Dio, quando
la Chiesa dubiterà come dubità Pietro. Sarà
allora tentata di credere che l’uomo è diventato Dio. Nelle
nostre chiese, i Cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove
Dio li aspetta. Come
Maria
Maddalena, in lacrime dinanzi alla tomba vuota, si chiederanno:
Sembra
più che probabile che la catastrofe prevista dal Cardinale Pacelli
sia stata predetta molto dettagliatamente dalla Vergine di Fatima, e
questa profezia si celerebbe dietro a quel problematico “eccetera”.
Ma i partigiani della falsa obbedienza insistono nell’affermare che
dobbiamo dimenticarci della faccenda, perché cosi desidera il
Cardinale Bertone e cosi desiderano tutti coloro che in realtà non
hanno alcuna autorità per nascondere una qualsiasi parte del
Messaggio di Fatima.
Allo
stesso modo queste persone pretendono una cieca e falsa obbedienza
verso le autorità umane, quando queste ci ordinano - o sembrano
ordinarci - di smettere di inviare suppliche al Santo Padre[8] per
la Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato, l’unico
strumento indicato dalla Madonna di Fatima per ottenere la pace nel
mondo e la salvezza delle anime dei nostri tempi. Questi individui si
comportano cosi solo perché un’autorità umana ha deciso di
sostituire quanto richiesto dalla Regina del Cielo. Invece della
Consacrazione della Russia, infatti, abbiamo avuto una consacrazione
del mondo e “di tutte le genti” la cui celebrazione avvenne nel
1984. Il Papa, seguendo i suoi fin troppo fallibili consiglieri
umani, evitô di menzionare in alcun modo la Russia per paura di
offendere i Russi Ortodossi e violare in tal modo il protocollo
“ecumenico”.[9] Il
Papa - la cui stessa vita, apparentemente, era stata salvata dalla
Vergine, come dichiarato pubblicamente proprio da lui nel 1982 a
Fatima - consacrô quindi il mondo e “tutte le genti” proprio
perché non
sembrasse che fosse la Russia ad essere consacrata. Egli
fu indotto ad agire in questo modo per evitare di offendere degli
uomini, ma nel farlo si allontanô da ciô che la Madonna aveva
richiesto. Successivamente, come riportato dall’Osservatore
Romano, egli
affermô di “aver fatto tutto ciô che era possibile nelle
circostanze concrete.”[10]
Sulla
base di una “consacrazione della Russia” nella quale era stata
deliberatamente omessa proprio la parola “Russia”, un’autorità
umana (e non si trattava del Papa, ma di un funzionario Vaticano,
l’allora Arcivescovo Bertone) dichiarô, in concomitanza della
pubblicazione della visione nel 2000, che “ogni discussione perciô
ed ogni ulteriore petizione [per la Consacrazione della Russia] sono
senza fondamento”[11] “Ogni discussione ed
ogni ulteriore petizione”! Addirittura una persona del Vaticano,
che non ha alcuna reale autorità sulla questione, ci “impone” di
evitare persino di discutere delle
parole con le quali la Madonna, in veste di Madre della Chiesa,
indicô alla Chiesa come salvare le anime e come ottenere la pace nel
mondo. Dobbiamo stare zitti!
Non
solo, con quella dichiarazione “ufficiale” riceviamo “l’ordine”
di non esercitare più il nostro sacrosanto diritto di ottenere una
decisione definitiva e vincolante sulla vicenda da parte del Papa,
diritto che è stato sancito e definito dal Secondo Concilio di Lione
e dal Concilio Vaticano Primo. Come puô pretendere di impartire un
“ordine” del genere, se non abusando di un’autorità che non
gli è propria?
Il
Messaggio di Fatima non potrà mai essere nascosto
Per
rispondere alle giustificate rimostranze dei fedeli,
che non sarebbero
rimasti “in silenzio”, l’8 ottobre 2000 la burocrazia Vaticana
offri un altro surrogato umano per sostituire ciô che era stato
richiesto dalla Madre di Dio: un “affidamento” a Maria, celebrato
dal Papa, verso praticamente tutto e tutti su questa terra, ad
eccezione della Russia. Questo
idea di un “affidamento”, che si contrapponeva
alla consacrazione richiesta
dalla Madonna, non fu altro che un “emendamento” all’ordine
impartito dal Cielo, al fine di adattarsi alle posizioni di certe
autorità umane, secondo le quali la consacrazione di qualsiasi cosa
al Cuore Immacolato sarebbe da considerarsi teologicamente
insostenibile. Questo disprezzo nei confronti della Consacrazione
della Russia al Cuore Immacolato di Maria non è altro che un
disprezzo per gli eventi di Fatima in generale, da parte di chi
sostiene il “nuovo orientamento” della Chiesa e al tempo stesso
un desiderio di farla finita con Fatima, una volta per tutte.
Ovviamente, tutto questo mentre fanno finta di trattare Fatima con
serietà e considerazione, in modo da far contenti i “semplici
fedeli”, come piace loro definirli.
Ciononostante,
non sono affatto riusciti a farla finita con Fatima, perché il
Messaggio di Fatima proviene da Dio. Papi dopo Papi hanno confermato
il carattere soprannaturale delle apparizioni e del Messaggio di
Fatima in particolare. Persino Papa Benedetto XVI - che aveva
prestato il suo nome (quando era ancora Cardinale Ratzinger) alla
campagna della Segreteria di Stato per persuadere i fedeli che gli
eventi di Fatima “appartengono ormai al passato”[12] -
ha cambiato opinione ed ha iniziato a parlare di Fatima come di un
messaggio del Cielo che indica eventi futuri, in cui trionfo e
tragedia sono egualmente probabili. A Betlemme, nel 2009, Papa
Benedetto si è riferito al Trionfo del Cuore Immacolato come un
evento che deve
ancora accadere:
Tu
hai promesso ai tre bambini di Fatima: “Alla fine, il Mio Cuore
Immacolato trionferà”. Che cosi avvenga! Che l’amore trionfi
sull’odio, la solidarietà sulla divisione e la pace su ogni forma
di violenza! Possa l’amore che hai portato a Tuo Figlio insegnarci
ad amare Dio con tutto il nostro cuore, con tutte le forze e con
tutta l’anima. Che l’Onnipotente ci mostri la Sua misericordia,
ci fortifichi con il Suo potere, e ci ricolmi di ogni bene (cfr Lc
1,46-56).
Papa
Benedetto XVI ha quindi implicitamente rifiutato l’assurda pretesa
dell’“ autorità umana” secondo la quale la cerimonia del 1984
avesse rappresentato la “Consacrazione della Russia”[13] richiesta
dalla Madonna, e ciô che vediamo attualmente in Russia (una
dittatura neo-Stalinista in cui statisticamente avvengono tre aborti
per ogni donna) e nel mondo moderno (ormai al collasso morale,
spirituale, sociale, politico ed economico) sia il Trionfo del Cuore
Immacolato che Ella aveva promesso una volta consacrataLe la Russia.
Come
disse una volta uno scrittore Cattolico, il motivo per cui il
Messaggio di Fatima sembra sempre spuntare a galla come un sughero
sott’acqua è che esso proviene dal Signore. Quello che alcuni
uomini, abusando della propria autorità, cercano di nascondere -
Fatima - torna a galla con più forza di prima, e anche il Papa
frustra i tentativi di nasconderne il Messaggio.
“Vi
dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre”. (Luca,
19:40). Cosi rispose Gesù ai Farisei che Gli chiedevano di
rimproverare i Suoi discepoli che stavano proclamando: “Benedetto
colui che viene, il re, nel nome del Signore.” I Farisei, che
avrebbero presto orchestrato l’esecuzione proprio di quel Messia
che essi stessi e tutti i Giudei stavano aspettando da secoli,
provarono prima con un compromesso di comodo: obbedisci
a noi, i
tuoi superiori gerarchici. Rimani
in silenzio, come
ti chiediamo, e ti lasceremo in pace.
Ma
il silenzio non era possibile; perché nessuno puô far tacere il
Signore. Se ciascuno dei discepoli fosse stato intimidito e ridotto
al silenzio da quell’abuso di autorità dei Farisei, le pietre
stesse che erano a terra avrebbero predicato il Vangelo in loro vece.
E guai a coloro che avevano consigliato il silenzio in virtù
dell’obbedienza all’autorità umana. Poco dopo questo incontro
coi Farisei, raggiunta Gerusalemme, Gesù emise il Proprio terribile
giudizio su coloro che non volevano ascoltare il Vangelo:
Quando
fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: “Se
avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma
ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui
i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti
stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di
te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai
riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata” (cfr. Luca,
19:40-43).
La
stessa cosa avviene col Messaggio di Fatima, che contiene “la via
della pace, ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi” - ovvero,
dagli occhi di quelle stesse persone che avrebbero il dovere di
ascoltarlo e divulgarlo a tutti, proprio come i Farisei che
pretendevano il silenzio dai discepoli che avevano il dovere di
ascoltare e seguire il Messia.
Ovviamente,
con questo non sto dicendo che il Messaggio di Fatima equivalga al
Vangelo, ma piuttosto che è il Vangelo stesso ad obbligare
la Chiesa a considerare Fatima come un’autentica profezia: “Non
estinguete lo Spirito, non disprezzate le profezie.”[14] Perché
come ci ricorda San Tommaso, Dio invia i Suoi profeti in ogni epoca
“non certo per rivelarci una nuova dottrina, ma
per indirizzare
le azioni umane.”[15]
Il
Messaggio di Fatima è stato consegnato alla Chiesa precisamente per
indirizzare le azioni umane durante i nostri tempi: la Consacrazione
della Russia e le devozioni dei Primi cinque Sabati, che includono la
Comunione di Riparazione, il compiere sacrifici per i peccatori e la
fervente recita del Rosario. Quali maggiori credenziali di carattere
profetico possiamo avere se non quelle della Madre di Dio e del
Miracolo del Sole - il più grande miracolo pubblico sin dai tempi
della Resurrezione - che Ella ci concesse, in risposta a coloro che
osavano metterLa in discussione, affinché “potessero vedere e
credere”?
Lasciatemi
dire, in tutta franchezza, che siamo tutti vittime di un abuso di
autorità da parte di certi ecclesiastici che disprezzano la profezia
di Fatima (vale a dire, l’intero Messaggio di Fatima), malgrado i
Papi stessi abbiano riconosciuto l’obbligo che essa pone sulla
Chiesa. Ecco una spiegazione al riguardo, data da Papa Giovanni Paolo
II nel 1982 a Fatima, nel luogo stesso dove avvennero le apparizioni.
Il Papa in persona dichiarô le stesse cose che io ho ripetuto oggi,
e cioè che il dovere di obbedire a Fatima proviene dal Vangelo e
dalle Tradizione sacra, le due fonti della Rivelazione:
L’appello
della Signora del Messaggio di Fatima è
cosiprofondamente radicato nel Vangelo e in tutta la Tradizione, che
la Chiesa sente che il Messaggio pone un
obbligo su di essa.[16] (13
maggio 1982, Fatima)
Antonio
Socci lo ha scritto egregiamente nel suo libro, nel quale giustamente
accusa l’infedele autorità umana di nascondere parte del Terzo
Segreto ed impedire la Consacrazione della Russia: “L’evento
‘Fatima’ ha ricevuto da parte della Chiesa - che in genere è
molto cauta nei riguardi dei fenomeni soprannaturali - un
riconoscimento senza eguali nella storia della Cristianità ... È
veramente impossibile -
dopo tutto questo - continuare a parlare di ‘rivelazione privata’
e di importanza relativa del Messaggio.”[17]
E
a questo punto, non posso non ricordare il fatto rimarchevole che
Papa Benedetto XVI, dopo aver ricevuto il libro di Socci - che
costituisce un’accusa contro l’autorità umana per questo abuso
del proprio potere, similmente ai Farisei - nei confronti del
giornalista stesso ebbe parole di ringraziamento, per “i sentimenti
che lo hanno suggerito”; queste parole del Papa, come afferma Socci
in un suo articolo, furono fonte di “conforto di fronte agli
insulti e alle scomposte accuse” lanciategli contro da Bertone.[18]
Cosa
dobbiamo fare, quindi? Dobbiamo comportarci come fecero i discepoli
quando vennero obbligati all’obbedienza falsa ed immorale: bisogna
rispettosamente, ma fermamente, rifiutarsi di obbedire.[19] Come
insegna San Tommaso, abbiamo il diritto e persino il dovere di
disobbedire a certi ordini dei capi della Chiesa, per gli stessi
motivi per i quali non siamo costretti ad obbedire in tutto e per
tutto agli ordini del potere secolare.
Per
prima cosa, come dice San Tommaso, “la Carità è una virtù più
grande dell’obbedienza.”[20] La
salvezza delle anime è la più grande tra le carità. La Madonna
disse:
“Se ciô che vi chiedo verrà fatto, molte anime saranno salvate e
vi sarà la pace.” (13 luglio 1917). Inoltre, come la Chiesa
insegna e professa da sempre, la salvezza delle anime è la prima
legge della Chiesa (Canone 1752). Pertanto, il Messaggio di Fatima
rientra nell’ambito della prima legge della Chiesa, quella alla
quale tutte le altre leggi della Chiesa devono conformarsi.
In
secondo luogo, è una questione di buon senso - e nessuno puô dire
di avere più buon senso di San Tommaso - il fatto che neanche i capi
della Chiesa abbiano ricevuto dal Signore un’autorità che possa
spingerli oltre quella che è propria del loro incarico, come ha
invece fatto il Segretario di Stato nei confronti di Fatima. Allo
stesso modo, nessuna autorità della Chiesa puô pretendere
l’obbedienza ad un ordine ingiusto o contrario al bene comune della
Chiesa, alla stessa legge divina, o persino al semplice bene comune
di una persona, laddove ne risultassero danni ingiustificati. Ad
esempio, se addirittura il Papa stesso impartisse a tutti i Cattolici
l’ordine di dormire d’ora in avanti sul pavimento come atto di
penitenza, un fedele potrebbe tranquillamente ignorarlo sulla base
del fatto che esso recherebbe un danno inutile e ingiustificato al
benessere e alla necessità umana di dormire.
In
terzo luogo, come insegna San Tommaso, esistono tre tipi di
obbedienza: quella sufficiente alla salvezza; quella perfetta, o
sovrabbondante; e infine quella che egli definisce
“obbedienza indiscriminata”,
cioè quella di chi obbedisce anche a ordini di per sé illegittimi.
L’obbedienza indiscriminata è contraria alla legge di Dio e,
pertanto, non dovremmo mai concederla. Si tratta, molto
semplicemente, di un vero e proprio peccato.
Persino
in riferimento ai religiosi professi, i quali, all’interno della
Chiesa, hanno il massimo dovere d’obbedienza, San Tommaso insegnava
che un religioso è costretto ad obbedire al proprio superiore
solamente in relazione a quelle cose che appartengono al suo ordine
religioso. Questa limitata obbedienza è sufficiente ad ottenere la
salvezza. Se un sottoposto desiderasse obbedire anche in altre
questioni, egli mostrerebbe una sovrabbondanza nella virtù
dell’obbedienza. Ma tale sovrabbondante obbedienza non
deve essere “contraria a Dio o alla regola che si professa, perché
in questo caso sarebbe illegittima.”[21] Ripeto:
San Tommaso insegna che, persino per un religioso professo sotto il
più stretto voto d’obbedienza, sarebbe illegittimo obbedire ad un
ordine contrario
al Signore o
alla regola che egli professa dinanzi a Dio.
Se
obbedissimo all’ordine di rimanere in silenzio, proveniente da chi
disprezza la profezia della Madonna di Fatima, allora anche noi
disprezzeremmo quella profezia, andando contro ciô che ci dice il
Vangelo, e quindi contro Dio Stesso. Inoltre, andremmo contro tutto
ciô che professiamo, in quanto Cattolici, al momento del Battesimo e
della Cresima: le regole della Fede, che ci obbligano a non
disprezzare le profezie e a rifiutarsi di seguire chi lo fa. Seguire
chi disprezza le profezie costituisce, infatti, la
peggiore disobbedienza possibile
- in quanto vorrebbe dire seguire l’uomo anziché Dio, cosa che ci
condurrebbe alla distruzione sicura, non meno di quanto accadde a
Gerusalemme; è la stessa Madonna di Fatima a confermarcelo: “Se le
Mie richieste verranno esaudite, la Russia si convertira, e vi sarà
la pace; altrimenti, essa [la Russia] diffonderà i suoi errori in
tutto il mondo, causando guerre e persecuzioni contro la Chiesa. I
buoni verranno martirizzati, il Santo Padre soffrirà molto; diverse
nazioni verranno annientate.”
Crediamo
a questa profezia o no? Se ci crediamo, come in effetti è nostro
dovere, allora il silenzio o la passività dinanzi a questi tentativi
di alterarla o di nasconderla non costituiscono un’opzione, e
neanche un modo di esplicare un distorto senso del dovere verso
“l’obbedienza”, bensi un vero e proprio peccato di omissione.
Il nostro dovere, pertanto, non è quello di obbedire a chi vorrebbe
farla finita con Fatima, ma, al contrario, è quello di pregare
incessantemente, di supplicare e dipretendere, con
tutto il rispetto, che il volere umano ceda il passo a quello divino,
che il Terzo Segreto di Fatima - un prezioso messaggio di
avvertimento per la Chiesa e per il mondo intero - venga rivelato
interamente, e che la Russia venga infine consacrata al Cuore
Immacolato di Maria.
Quali
saranno le conseguenze per i prelati che continuano ad ignorare ciô
che la Madonna di Fatima ha comandato? È semplice: la piena
responsabilità, dinanzi a Nostro Signore, alla Beata Vergine e ai
fedeli tutti, per il castigo che ne risulterà per colpa della loro
disobbedienza. Ho esaminato tutte le implicazioni di questa
responsabilità in un altro
mio
articolo. Qui mi limiterô a ricordare l’esempio del Re di Francia.
Se il Re di Francia non fosse stato soggetto all’obbedienza verso
il Sacro Cuore di Gesù, quando, il 17 giugno 1689, tramite Santa
Margherita Maria, gli venne dato l’ordine di consacrare la Francia
al Sacro Cuore, allora non vi sarebbe stata alcuna giustificazione al
castigo in cui incorse il suo successore, Luigi XVI, il 17 giugno
1789 (100 anni esatti dalla data di quell’apparizione), quando il
Terzo Stato spogliô il re della sua autorità, autonominandosi
Assemblea Nazionale e dando inizio alla Rivoluzione Francese, che
avrebbe portato all’esecuzione dello stesso Re Luigi nel 1793.
Allo
stesso modo, se il Papa ed i vescovi non fossero strettamente legati
all’obbedienza verso la Beata Vergine Maria e le Sue richieste
trasmesse loro nel Messaggio di Fatima, allora il castigo per il Papa
ed i vescovi - predetto nella visione del “vescovo vestito di
bianco” che viene giustiziato da un gruppo di soldati tra le rovine
di una città semi-distrutta - non potrebbe essere giustificato sulla
base della loro disobbedienza nel consacrare la Russia o nel rivelare
il Terzo Segreto nella sua totalità.
Eppure,
è proprio una mancanza di obbedienza da parte del Re, nel primo
caso, e da parte del Papa e dei vescovi, nel secondo, ad invocare su
di loro un castigo divino. Durante l’apparizione di Rianjo, fu lo
Stesso Nostro Signore a dire a Lucia: “Fai sapere ai Miei ministri,
dato che continuano a seguire l’esempio del Re di Francia nel
ritardare l’esecuzione del Mio comando, che anch’essi lo
seguiranno nella sciagura.”
Se
il Papa desidera seguire dei fallibili consiglieri anziché la Madre
di Dio, allora, come il Re di Francia, anch’egli dovrà pagarne il
prezzo. Allo stesso modo, se anche i vescovi - per via della loro
pigrizia, della loro ribellione o dei falsi consigli - persistono
nell’ostacolare il compimento di quegli imperativi imposti da
Fatima a tutta la Chiesa, allora si ritroveranno davvero in mezzo
alla rovine della città, in cima a quella collina in di cui parla la
visione, a fianco del “vescovo vestito di bianco” che viene
giustiziato poco prima che essi lo seguano nella sua stessa sorte.
Possa
il Signore avere pietà di tutti noi! Perché se non compiamo quella
parte di dovere che è propria di ciascuno di noi in base ai nostri
compiti nella Chiesa, allora condivideremo la responsabilità di quel
castigo, perché non saremo stati in grado di riconoscere il nostro
momento di grazia e di perdono, cioè il momento della nostra
“visitazione” (Luca 19:43), che purtroppo sta velocemente
volgendo al termine. Come il Vangelo - o meglio, per
via del Vangelo - il Messaggio
di Fatima andrebbe gridato ai quattro venti. Non devono essere le
pietre per terra, ma i Cattolici di tutto il mondo a proclamare il
Messaggio di Fatima, fino al momento in cui i suoi imperativi divini
non saranno stati ascoltati e messi in atto da coloro che guidano la
Chiesa, i quali, essendosi allontanati dalla retta via, l’hanno
portata in questo stato di crisi senza precedenti. Solo allora la
Chiesa ed il mondo saranno in grado di evitare quel destino che ci è
già stato preannunciato dal più grande di tutti i profeti dopo lo
Stesso Gesù: Sua Madre Immacolata, Mediatrice di tutte le grazie,
anche quella di Fatima.
APPENDICE[22]
Trentatré
fatti che dimostrano l’esistenza di un secondo testo pertinente al
Terzo Segreto di Fatima, contenente le parole della Vergine che
spiegano la visione già pubblicata del “vescovo vestito di
bianco”.
1. Suor
Lucia ha rivelato che un testo del Segreto era stato scritto sotto
forma di lettera indirizzata al Vescovo di Leiria; eppure, il testo
della visione pubblicato dal Vaticano non è scritto sotto forma di
lettera.
2. Coloro
che hanno letto il Segreto hanno evidenziato il fatto che esso parla
di una futura apostasia all’interno della Chiesa, ma il testo della
visione pubblicato dal Vaticano non ne fa alcuna menzione.
3. La
Madonna aveva chiaramente altro da aggiungere alla sua importante
dichiarazione: “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della
fede ecc”; quell’eccetera chiaramente preludeva a qualcos’altro,
e cioè all’altra parte del Terzo segreto; eppure, il testo della
visione pubblicato dal Vaticano non contiene alcuna parola della
Madonna.
4. La
Madonna fornisce una spiegazione persino per l’ovvia visione
dell’inferno contenuta nella prima parte del Grande Segreto, eppure
ci viene chiesto di credere che non esista assolutamente alcuna
spiegazione da parte Sua riguardante il testo della visione contenuta
nella terza parte, cioè il Terzo Segreto. Ci chiedono di credere a
questa falsità, malgrado diversi studiosi abbiano dimostrato che
tale spiegazione deve esistere per forza, perché le relative
“interpretazioni” sono in conflitto l’una con l’altra, e la
Madonna non avrebbe mai potuto desiderare una Chiesa eternamente
divisa dalle interpretazioni sul significato della visione.
5. Padre
Schweigl, inviato da Pio XII ad interrogare Suor Lucia, rivelô che
il Terzo Segreto consta di due parti: una riguardante il Papa, e
l’altra “logicamente - anche se non posso dire niente - sarebbe
la continuazione delle parole ‘In Portogallo si conserverà sempre
il dogma della Fede ecc.’”. Eppure, il testo della visione
pubblicato dal Vaticano non contiene quella continuazione logica
delle parole della Madonna.
6. Il
comunicato stampa lanciato dal Vaticano nel 1960, che annunciava la
decisione di tenere nascosto il Terzo Segreto, definisce quel testo
nascosto come “la
lettera” che “non sarà mai
aperta”, contenente “le
parole che la Madonna confidô
sotto forma di segreto ai tre pastorelli...”; eppure, il testo
della visione non è scritto come una lettera e non contiene alcuna
parola confidata dalla Vergine sotto forma di segreto.
7. Il
Cardinale Ottaviani, che aveva letto il Segreto e l’aveva avuto in
custodia dopo che Papa Pio XII aveva ordinato che fosse portato in
Vaticano nel 1957, rivelô che esso era scritto su di “un unico
foglio di carta” e conteneva 25 righe di testo, recanti “ciô che
la Madonna le
aveva detto [a Suor Lucia] di
riferire al Santo Padre...”; eppure, il testo della visione è di
62 righe, ed in esso la Vergine non dice assolutamente nulla a Suor
Lucia.
8. Il
Cardinale Bertone ha ammesso che Ottaviani avesse affermato che si
trattava categoricamente di “un testo di 25 righe”, e non è mai
stato in grado di confutare questa testimonianza, ma ha offerto solo
un insostenibile e patetico “tentativo” di spiegazione, secondo
il quale “forse [!]” Ottaviani si era “sbagliato”.
9. Durante
i pontificati di Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI, e perlomeno
all’inizio del pontificato di Giovanni Paolo II, un testo del Terzo
Segreto era custodito all’interno dell’appartamento del Papa;
tuttavia, la “versione ufficiale” del Cardinale Bertone parla
unicamente di un testo presente negli archivi del Sant’Uffizio.
10. Giovanni
XXIII lesse un testo del Segreto che era di cosi difficile
comprensione da richiedere una traduzione dal portoghese
all’italiano; ma l’anno seguente lesse anche un altro testo, che
comprese perfettamente senza bisogno di alcuna traduzione.
11. Il
testo della visione non contiene alcuna espressione portoghese
particolarmente difficile da comprendere.
12. Esistono
due diverse traduzioni in italiano del Segreto: una preparata per
Giovanni XXIII, e l’altra preparata nel 1967, nessuna delle quali è
stata mai mostrata al pubblico.
13. Tre
diversi Papi (Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II), nel
corso dei loro rispettivi pontificati, lessero i testi del Terzo
Segreto in due anni differenti; eppure, la “versione ufficiale”
di Bertone tace misteriosamente su ognuna di queste “seconde”
letture.
14. Visto
che Bertone continuava ad affermare che Giovanni Paolo II non avesse
letto alcun testo del Segreto fino al 1981, quando è stato messo
sotto pressione da parte di chi gli chiedeva quale testo del Terzo
Segreto Giovanni Paolo II avesse letto nel 1978, il Cardinale prima è
stato evasivo, poi ha risposto meramente che “secondo la sua
opinione”, Giovanni Paolo II non aveva letto un testo nel 1978.
Eppure sarebbe stato semplicissimo stabilire se la sua “opinione”
fosse o meno veritiera: poteva semplicemente consultare le
innumerevoli fonti a propria disposizione, tra
le quali lo stesso Pontefice. Si
tratta di una evidente omissione da parte di Bertone, il quale
evidentemente sapeva bene che quella notizia era vera e che la sua
“opinione” era falsa.
15. L’Arcivescovo
Capovilla, segretario personale di Giovanni XXIII, confermô che il
testo del Segreto custodito nell’appartamento pontificio era
contenuto all’interno del “plico Capovilla”, sull’esterno del
quale (sotto dettatura di Giovanni XXIII) egli aveva scritto il suo
nome, i nomi di tutti i funzionari ecclesiastici che ne avevano letto
i contenuti, ed il giudizio espresso da Papa Giovanni, secondo il
quale egli avrebbe “lasciato ad altri la decisione di commentare o
di decidere” cosa fare del testo stesso.
16. Il
27 giugno 1963, due anni prima rispetto alla data “ufficiale” in
cui avrebbe letto il Terzo Segreto, Papa Paolo VI apri il plico
Capovilla, che era stato recuperato dalla scrivania di Giovanni XXIII
detta “Barbarigo”, ne lesse i contenuti, chiese a Capovilla
delucidazioni a proposito delle note scritte sull’esterno della
busta, infine la sigillô nuovamente e non parlô mai più della
questione con Capovilla.
17. Quando,
nel 2006, Solideo Paolini chiese a Mons. Capovilla se esistevano due
differenti buste e quindi due differenti testi del Terzo Segreto - il
“plico Bertone” ed il “plico Capovilla” - Capovilla fece
un’ammissione rispondendo con queste parole: “Per l'appunto!”
18. Capovilla
non ha mai ritrattato le sue affermazioni a Paolini, malgrado abbia
avuto tutte le opportunità per farlo.
19. Bertone
non ha mai chiesto a Capovilla di negare ciô che aveva dichiarato a
Paolini; piuttosto, ha scrupolosamente evitato persino di menzionare
Paolini.
20. Bertone
si è rifiutato di mostrare al pubblico il “plico Capovilla” che
era stato aperto e risigillato da Paolo VI, malgrado alla fine abbia
dovuto ammetterne l’esistenza.
21. Spinto
da un’opinione pubblica sempre più pressante, nel corso della
trasmissione televisiva Porta
a Porta Bertone ha rivelato che
di fatto esistono due buste
identiche sigillate appartenute a Lucia, entrambe recanti
sull’esterno la scritta “per ordine espresso della Madonna”,
che si riferisce all’ordine secondo il quale i contenuti non
dovevano essere rivelati prima del 1960. Bertone ha rivelato tutto
questo malgrado il fatto che nel corso dei 7 anni precedenti avesse
continuato ad affermare falsamente che esisteva solamente una busta,
e che Lucia gli aveva “confessato” di non aver mai ricevuto alcun
ordine specifico della Vergine che collegasse il Segreto al 1960 e ne
proibisse l’apertura prima di quella data.
22. Durante
la medesima puntata di Porta
a Porta, il Cardinale Bertone
ha mostrato una terza busta
di Lucia, senza sigilli ed indirizzata al Vescovo da Silva, che -
insieme alla busta esterna del Vescovo - fa si che in totale ci
siano quattro buste!
E vogliono farci credere che tutte queste buste erano state create
per contenere un
solo testo del Segreto?
23. Eppure,
quando nel 1957 il Vescovo ausiliario Venâncio mise controluce la
busta esterna del Vescovo da Silva, egli videuna
sola busta al suo interno, e fu
in grado di prendere le misure sia di quella busta interna sia
dell’unico foglio di carta in essa contenuto; quest’ultimo
conteneva circa 20-25 righe di testo, proprio come avrebbe
testimoniato il Cardinale Ottaviani.
24. Le
misure della busta e del foglio di carta prese dal Vescovo Venancio
sono completamente differenti rispetto a quelle rivelate da Bertone
durante la puntata di Porta
a Porta.
25. Lo
stesso Bertone, solo qualche settimana prima di apparire in
televisione a Porta
a Porta, aveva pubblicato il
suo libro L
’Ultima Veggente di Fatima, in
cui rivelava che nell’aprile 2000 Suor Lucia aveva “autenticato”
in sua presenza dei fogli di
carta (al plurale) riguardanti il Segreto; eppure, durante Porta
a Porta, Bertone ha mostrato
solamente un
foglio, che conteneva il testo
della visione.
26. Ne L
’Ultima Veggente di Fatima Bertone
ha inoltre rivelato l’esistenza di un’altra busta esterna, non di
Lucia, recante la dicitura “Terza parte del Segreto”; questa
lettera non è mai stata mostrata al pubblico.
27. Messo
alle strette dalle sempre più numerose prove dei suoi tentativi di
insabbiare la vicenda, Bertone ha adottato una diversa strategia:
fare ripetutamente riferimento ad un testo “autentico” del
Segreto, alla busta “autentica” che lo contiene e all’“unico
foglio che esiste negli archivi del Sant’Uffizio”; eppure egli sa
benissimo che invece la controversia sta tutta nel testo e nella
busta presenti all’interno dell'appartamento
del Papa. Questo suo
comportamento sembra avvalorare la tesi (riportata da Socci) che
forse Bertone considera il secondo testo del Segreto come “non
autentico”.
28. Chiamato
da Bertone a testimoniare, il Vescovo di Fatima Seraphim, che a
quanto pare nell’aprile 2000 avrebbe assistito all’incontro tra
Bertone e Suor Lucia (durante il quale quest’ultima avrebbe
autenticato il testo della visione), ha usato un’espressione ancora
più tendenziosa, dichiarando che “il Segreto di Fatima è stato
rivelato in maniera autentica ed
integrale”, evitando di affermare semplicemente che il Terzo
Segreto di Fatima era stato rivelato interamente e che niente era
stato omesso.
29. In
una registrazione audio di un loro secondo incontro, l’Arcivescovo
Capovilla rivela a Solideo Paolini che esiste “un allegato” al
testo della visione; questo allegato non è mai stato divulgato.
30. Bertone
non ha mai negato l’esistenza di questo “allegato”, malgrado il
quotidiano Il
Giornale ne avesse
pubblicizzato l’esistenza e avesse dichiarato che
esso “confermerebbe
la tesi dell’esistenza di un secondo foglio contenente
l’interpretazione del Segreto”.
31. Bertone
non ha mai posto a Suor Lucia o all’Arcivescovo Capovilla neanche
una singola domanda che andasse veramente al cuore di questi
problemi, che egli sa benissimo essere alla base della controversia.
In particolare, ha evitato come la peste di fare qualsiasi domanda su
quell’“eccetera”, sul testo presente nell’appartamento del
Papa, sulla testimonianza di Solideo Paolini riguardante le
ammissioni dell’Arcivescovo Capovilla, sul plico Capovilla - mai
mostrato in pubblico - e sulla misteriosa ed improvvisa apparizione
in scena di una moltitudine di buste di cui non si era mai sentito
parlare.
32. Ad
oggi, il Vaticano non ha rilasciato nessuna ritrattazione o risposta
ufficiale alle devastanti accuse contenute nel libro di Socci;
eppure, in quel libro, Socci arriva addirittura ad accusare il
Cardinale Bertone di nascondere deliberatamente le parole pronunciate
dalla Madre di Dio!
33. Al
contrario, Papa Benedetto XVI ha inviato a Socci una nota riguardante
il suo libro, in cui lo ringraziava “per i sentimenti che l’hanno
suggerito”, e non il minimo accenno al fatto che il libro potesse
essere in errore.
Bibliografia: Per
coloro che desiderassero approfondire maggiormente gli argomenti
trattati in questo articolo, raccomando i seguenti scritti:
Christopher A. Ferrara, Il
Segreto ancora nascosto (2009),
disponibile anche nella versione originale inglese nonché in
portoghese, spagnolo e francese (2010); Padre Paul Kramer, La
Battaglia finale del diavolo (seconda
edizione, 2010); la lunga risposta a Antonio Borelli della TFP,
“Friendly Reflections?” (2010, attualmente in corso di
traduzione) ed il suo riassunto, “Friendly Reflections? A Summary
of the Critique” (2010); Padre Nicholas Gruner e altri esperti di
Fatima, World
Enslavement or Peace... It’s Up to the Pope (1988);
e Padre Joseph de Sainte-Marie, O.C.D., “REFLECTIONS on the Act of
Consecration at Fatima of Pope John Paul II on 13th May 1982”
(“Riflessioni sull’atto di Consacrazione di Giovanni Paolo II a
Fatima, il 13 maggio 1982”) pubblicato su Marianum (Roma:
Ephemerides Mariologiae, 1982), Annus XLIV, Fasc. I-II, N. 128, pagg.
88-142. Vedi inoltre Padre Joseph de Sainte-Marie, O.C.D., “The
Church’s Duty in the Face of the Fatima Message” (“Il dovere
della Chiesa alla luce del Messaggio di Fatima”), pubblicato su The
Fatima Crusader, N. 9-10
(ottobre-dicembre 1982), pagg. 9-10; Vescovo Rudolph Graber, “Why
this Pall of Silence Regarding Fatima?” (“Perché questo velo di
silenzio su Fatima?”, pubblicato su The
Fatima Crusader, N. 19
(febbraio-aprile 1986), pagg. 4-5; e (riguardo alla nota n. 4) Padre
Paul Kramer, The
Suicide of Altering the Faith in the Liturgy (2006).
Sono
molto grato per l’opportunità che mi è stata data di poter
scrivere su quest’argomento. Sarebbe opportuno che anche altre
pubblicazioni Cattoliche si aprissero alla ricerca della verità in
merito a quello che, nell’ambiente post-conciliare, viene
considerato l’argomento più “politicamente scorretto” che
esista: il Messaggio di Fatima ed il suo legame con l’attuale crisi
che coinvolge la Chiesa ed il mondo.
L’argomento
di questo articolo è l’evidente volontà di occultamento di un
testo del Terzo Segreto di Fatima, il quale costituirebbe la
spiegazione, e pertanto accompagnerebbe, la visione del “Vescovo
vestito di bianco” pubblicata il 26 giugno 2000 con l’approvazione
(elemento alquanto curioso) del Segretario di Stato Vaticano. Non è
compito di questo articolo, tuttavia, evidenziare tutti gli elementi
e tutte le prove a sostegno di ciò - quegli stessi che hanno portato
il giornalista Cattolico Antonio Socci (il cui scopo, inizialmente,
era quello di confutare l’esistenza di quel testo) ad “arrendersi
all’evidenza”, per usare le sue parole, ed arrivare alla
conclusione (la stessa cui erano giunti coloro che inizialmente egli
aveva liquidato come “Fatimiti”) che l’esistenza di “una
parte del Segreto non ancora rivelata e considerata indicibile, è
certa.”[23]
A
beneficio del lettore, ho allegato a questo articolo un riassunto dei
motivi e dei fatti principali che eliminano qualsiasi ragionevole
dubbio sul fatto che, come dice Socci, “esiste una parte esplosiva
del ‘Terzo Segreto di Fatima’, ma è ben nascosta...”
Pubblicando un libro che sostanzialmente accusa il Segretario di
Stato Vaticano di aver occultato le parole stesse della Madre di Dio,
Socci ha davvero contribuito a scrivere la storia.
Piuttosto
che esaminare le molteplici prove dell’esistenza di questo testo
nascosto, questo articolo esaminerà uno degli più grandi ostacoli
al compimento degli ordini contenuti nel Messaggio di Fatima: la
falsa obbedienza. Permettetemi
un breve riassunto del contesto in cui è sorto tale ostacolo.
Sin
dal Concilio Vaticano II, la Chiesa ha visto crearsi una frattura
senza precedenti tra due fazioni in guerra, ciascuna arroccata sulle
proprie impenetrabili posizioni. L’emergere di queste due fazioni è
il risultato diretto del cosiddetto “nuovo orientamento” della
Chiesa che ha fatto seguito al Concilio - si trattava di un miraggio,
ovviamente, ma tale da aver provocato molti e terribili danni alla
Chiesa Cattolica. La stessa esistenza di una distinzione, mai vista
prima, tra Cattolici “Novus Ordo” e Cattolici “tradizionalisti”
ci fa capire come le “riforme” del Vaticano II abbiano causato
all’interno della Chiesa un “quasi-scisma” di proporzioni
disastrose.
Per
chiarezza, i “tradizionalisti” sono semplicemente i Cattolici che
non hanno voluto cambiare, mentre i capeggiatori del Novus Ordo
difendono le novità introdotte negli ultimi quarant’anni come se
fossero dogmi di Fede definiti infallibilmente - nonostante il fatto
che lo stesso Papa Benedetto XVI abbia smascherato la totale falsità
di questo assunto, dichiarando che l’antica Messa non “è mai
stata abrogata” e che il suo uso da parte di qualsiasi sacerdote
all’interno della Chiesa “è stato sempre permesso”.
L’imposizione
alla Chiesa di queste novità - e, con esse, l’opposizione
“ufficiale” al Messaggio di Fatima - è dipesa proprio da un
falso principio di obbedienza all’autorità ecclesiastica. Fu
proprio lo stesso Papa Benedetto, quando era ancora il Cardinale
Ratzinger, a confutare questa erronea teoria:
Il Papa
non è un monarca assoluto la cui volontà è legge, ma
piuttosto il custode dell’autentica
Tradizione, e perciò il primo garante dell’obbedienza... Per cui,
per quanto concerne la Liturgia, ha il compito di un giardiniere, e
non quello di un tecnico che costruisce nuove macchine e butta quelle
vecchie.[24]
Con
questa affermazione, il Cardinale Ratzinger commentava un concetto
affermato persino dal nuovo Catechismo: e cioè che “neppure
l’autorità suprema nella Chiesa può cambiare la liturgia a sua
discrezione, ma
unicamente nell’obbedienza della fede e
nel religioso rispetto del mistero della liturgia.”[25] (CCC
n. 1125, pag. 256)
Ciò
che è vero per il Papa - ovvero che il suo potere e la sua autorità
sono limitate dall’obbedienza alla fede - è ancor più vero per
tutti i suoi sottoposti. Eppure tra le fila di questi ultimi, in
quest’epoca post-conciliare, l’obbedienza alla fede è stata
largamente rimpiazzata dall’obbedienza all’autorità gerarchica,
a loro uso e consumo. Il positivismo (la mia volontà è legge) ed il
nominalismo (ciò che voglio è giusto perché lo voglio io) hanno
invaso la Chiesa, facendo in modo che gli abusi della gerarchia
venissero coperti in virtù dell’obbedienza, che ormai sembra
essere diventata l’unica e sola virtù su cui insistono le autorità
ecclesiastiche.
Non
è una coincidenza il fatto che quest’invasione della Chiesa da
parte del positivismo e del nominalismo coincida con “l’invasione
della Chiesa da parte del pensiero secolare”, come lamentato da
Paolo VI - anche se troppo tardivamente, poiché “l’apertura al
mondo” aveva già cominciato ad infliggere danni incalcolabili, ed
il “fumo di satana” (anch’esso tardivamente lamentato) era già
entrato nella Chiesa attraverso quelle “fessure” che il Papa
aveva notato solo dopo che il fumo stesso era già entrato.
Ovviamente,
ciò che è valido per la liturgia è valido per qualsiasi altro
aspetto della Chiesa: l’obbedienza alla fede è superiore
all’obbedienza verso gli uomini, e superiore anche dell'obbedienza
nei confronti del Papa stesso, come l’attuale Pontefice ha
osservato. Fu il primo Papa, Pietro, a ricordarcelo: “Bisogna
obbedire a Dio piuttosto che agli uomini.” (Atti, 5:29)
Tutta
l’autorità proviene infatti dall’autorità divina, perché se
non vi fosse Dio, non vi sarebbe alcun presupposto su cui un uomo
potrebbe ergersi e affermare la propria autorità su un’altra
persona; esisterebbero solo diversi “contratti sociali” basati
sul “consenso”. Tutta l’autorità terrena, sia secolare -
quella del genitore, del poliziotto, fino a quella del governo - sia
ecclesiastica - partendo dal sacerdote, passando per il prelato e
arrivando infine al Papa - deriva, in ultima analisi, dall’autorità
divina. Tutti coloro che esercitano una qualche autorità, persino
quella pontificia, devono esercitarla in conformità al volere
divino. E tutti coloro che obbediscono a una qualsiasi autorità
devono obbedire innanzitutto a quella divina.
L’errore
principale nel concetto moderno di autorità è quello di non
riconoscere il dovere all’obbedienza assoluta verso l’autorità
di Dio come superiore all’obbedienza nei confronti di qualsiasi
autorità umana. Questo è alla base del disordine morale, politico e
sociale dei nostri tempi. E questo stesso caos, come denunciato
tardivamente da Paolo VI, ha infettato persino l’elemento umano
della Chiesa, producendo la situazione paradossale in cui l’esigenza
di rispettare “l’autorità” va contro le basi stesse
dell’unica, vera autorità: quella divina sull’uomo.
Poiché
tutta l’autorità proviene da Dio, noi obbediamo agli uomini solo
e unicamente perché
la loro autorità si basa in ultima analisi su quella del Signore.
Questa obbedienza, laddove non vada contro la legge di Dio, è in
realtà un atto di giustizia, un dare agli altri, e a Dio in primo
luogo, ciò che è dovuto. Ma il Signore non dà a nessun uomo
l’autorità di impartire un ordine che contravvenga ai comandi e ai
precetti da Lui Stesso fornitici, come quelli contenuti nei Dieci
Comandamenti o nel Vangelo, che costituisce la “legge positiva”
di Cristo Re. Ne consegue che nessun uomo abbia il diritto
di obbedire ad
un ordine simile.
Per
di più, tutta l’autorità in terra è limitata dalla giustizia.
Neanche il Papa dispone di un’autorità illimitata, perché i suoi
limiti provengono dalla Rivelazione, dalle Scritture, dalla
Tradizione e dagli insegnamenti autentici dal Magistero Ordinario ed
Universale, nonché da quello Straordinario con le sue definizioni
dogmatiche.
Sant’Agostino
ha detto che “Dio è ordine”, per questo esiste una gerarchia
d’autorità. E il comando dell’autorità superiore - quando
rientra nell’ambito della propria giurisdizione - ha precedenza su
quello dell’autorità inferiore. Esiste una gerarchia tra gli
angeli, tra gli esseri in natura e tra le autorità della Chiesa
Cattolica. L’autorità della Madonna, dopo quella del Suo Figlio
Divino, è la più alta autorità nella Chiesa e nel mondo. Bisogna
ricordare che la Beata Vergine Maria, in quanto Regina del Cielo e
Madre di tutti gli esseri umani, ha realmente un’autorità materna
e regale su ciascuno di noi, su
ciascun membro della razza umana, ed in particolare su ogni
Cattolico, inclusi tutti i sacerdoti, vescovi, Cardinali e infine lo
stesso Pontefice.
Il
13 ottobre 1917 la Regina del Cielo e della Terra ha ordinato al sole
di danzare, e persino il sole Le ha obbedito. E così devono fare
tutti i Suoi figli, a prescindere dalla posizione che ricoprano
all’interno della gerarchia Ecclesiastica. Il Messaggio di Fatima,
con i suoi precetti per la Chiesa, è esattamente questo: un
esercizio dell’autorità della Madonna sulla Chiesa intera, incluso
il Papa. Ed è impossibile che l’Immacolata e sempre Vergine Madre
di Dio, che possiede la visione beatifica in modo unico ed
ineguagliabile, possa abusare della Propria autorità. Pertanto,
quando la Madonna ordina,
noidobbiamo obbedirLe. Persino
il Papa deve obbedirLe.
Per
questo motivo, obbedire al Messaggio di Fatima, cioè obbedire alla
Madre di Dio, vuol dire obbedire alla fede, una cosa doverosa anche e
sopratutto per il Papa, e che ci impone di agire sopra ogni cosa per
la fede e la salvezza delle anime. Questo mi porta ad esaminare il
significato del Terzo Segreto in particolare, e la sua relazione col
problema della falsa obbedienza.
Sappiamo
con certezza che il testo mancante del Terzo Segreto - quello che è
“ben nascosto” all’interno del Vaticano - riguarda le famose
parole pronunciate dalla Madonna e trascritte da Suor Lucia nelle sue
Quarte Memorie: “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della
Fede ecc.” Inoltre, grazie alle dichiarazioni di un Padre Gesuita
austriaco di nome Joseph Schweigl, che nel 1952 era stato inviato in
missione da Papa Pio XII ed aveva interrogato Suor Lucia riguardo ai
contenuti del Terzo Segreto, sappiamo che il Segreto:
“consta
di due
parti: la
prima riguarda il Papa. L’altra, logicamente -
anche
se non posso dire niente - sarebbe la continuazione delle parole: ‘In
Portogallo
si conserverà sempre il dogma della Fede.’”[26]
Sappiamo
quindi che il testo mancante comprendente la seconda parte
del Terzo Segreto, che è tuttora nascosto, contiene preziose parole
della Madonna, al posto delle
quali Suor Lucia aveva scritto il suo “ecc.”.
Ma
il Segretario di Stato del Vaticano, Cardinale Bertone, continua a
sostenere la storiella secondo cui la visione “di difficile
decifrazione”[27] del
“Vescovo vestito di bianco”, che ha ricevuto tutta una serie di
diverse interpretazioni, è
tutto ciò che c’è nel
Terzo Segreto di Fatima. Bertone si è palesemente e testardamente
rifiutato di chiedere a Suor Lucia una spiegazione su quel
fondamentale “eccetera”, malgrado ne avesse avuto più di
un’occasione nel corso dei cinque anni di controversie e
scetticismo - relativi alla completezza della pubblicazione del
Vaticano - sorti da quando la visione venne pubblicata nel 2000, fino
alla morte di Lucia avvenuta nel 2005. O forse gliela chiese, ed è
in possesso di un’importante informazione che ha ritenuto opportuno
non divulgare.
Tuttavia,
i partigiani di una falsa e cieca obbedienza all’autorità ci
suggeriscono oggi di dimenticare
le parole pronunciate dalla Madre di Dio perché
un funzionario del Vaticano le ha giudicate non importanti. Uno di
questi è Antonio Borelli Machado,[28] di
Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP), che si definisce un paladino
della Madonna di Fatima, e che ha dichiarato che le parole racchiuse
da quell’importantissimo “eccetera” “rimarranno per sempre un
mistero inesplicabile” e che “è un grave disappunto non essere
stati in grado di risolvere il problema di quell’‘eccetera’, ma
dobbiamo convivere con questo fatto concreto ed ineludibile”.
Davvero? E perché mai?
Secondo
Borelli, la risposta è: solo
e semplicemente perché l’ha detto un’autorità ecclesiastica
umana. Ma tale autorità, che tra
l’altro non ha alcun potere in materia, è il Segretario di Stato
del Vaticano, cioè una creazione dell’uomo e non di Dio, che non
fa parte assolutamente della costituzione divina della Chiesa.
Ricordiamoci che Pio XI fece a meno di tale ufficio durante il suo
pontificato!
Fu
all’epoca in cui era Segretario di Stato sotto Pio XI, che il
futuro Pio XII fece queste affermazioni profetiche e sconvolgenti:
Sono
preoccupato per i messaggi della Beata Vergine a Lucia di Fatima.
Questo insistere di Maria riguardo ai pericoli che minacciano la
Chiesa è un avvertimento divino contro l’atto
suicida di alterare la Fede nella Sua Liturgia, la Sua Teologia e la
Sua anima... Sento tutto
intorno a me questi innovatori che
desiderano smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma
universale della Chiesa, rigettare i suoi ornamenti e farla sentire
in colpa per il suo passato storico.
Verrà
un giorno in cui il mondo civilizzato negherà il proprio Dio, quando
la Chiesa dubiterà come dubitò Pietro. Sarà allora tentata di
credere che l’uomo è diventato Dio. Nelle nostre chiese, i
Cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Dio li
aspetta. Come
Maria
Maddalena, in lacrime dinanzi alla tomba vuota, si chiederanno:
Sembra
più che probabile che la catastrofe prevista dal Cardinale Pacelli
sia stata predetta molto dettagliatamente dalla Vergine di Fatima, e
questa profezia si celerebbe dietro a quel problematico “eccetera”.
Ma i partigiani della falsa obbedienza insistono nell’affermare che
dobbiamo dimenticarci della faccenda, perché così desidera il
Cardinale Bertone e così desiderano tutti coloro che in realtà non
hanno alcuna autorità per nascondere una qualsiasi parte del
Messaggio di Fatima.
Allo
stesso modo queste persone pretendono una cieca e falsa obbedienza
verso le autorità umane, quando queste ci ordinano - o sembrano
ordinarci - di smettere di inviare suppliche al Santo Padre[30] per
la Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato, l’unico
strumento indicato dalla Madonna di Fatima per ottenere la pace nel
mondo e la salvezza delle anime dei nostri tempi. Questi individui si
comportano così solo perché un’autorità umana ha deciso di
sostituire quanto richiesto dalla Regina del Cielo. Invece della
Consacrazione della Russia, infatti, abbiamo avuto una consacrazione
del mondo e “di tutte le genti” la cui celebrazione avvenne nel
1984. Il Papa, seguendo i suoi fin troppo fallibili consiglieri
umani, evitò di menzionare in alcun modo la Russia per paura di
offendere i Russi Ortodossi e violare in tal modo il protocollo
“ecumenico”.[31] Il
Papa - la cui stessa vita, apparentemente, era stata salvata dalla
Vergine, come dichiarato pubblicamente proprio da lui nel 1982 a
Fatima - consacrò quindi il mondo e “tutte le genti” proprio
perchénon
sembrasse che fosse la Russia ad essere consacrata. Egli
fu indotto ad agire in questo modo per evitare di offendere degli
uomini, ma nel farlo si allontanò da ciò che la Madonna aveva
richiesto. Successivamente, come riportato dall’Osservatore
Romano, egli
affermò di “aver fatto tutto ciò che era possibile nelle
circostanze concrete.”[32]
Sulla
base di una “consacrazione della Russia” nella quale era stata
deliberatamente omessa proprio la parola “Russia”, un’autorità
umana (e non si trattava del Papa, ma di un funzionario Vaticano,
l’allora Arcivescovo Bertone) dichiarò, in concomitanza della
pubblicazione della visione nel 2000, che “ogni discussione perciò
ed ogni ulteriore petizione [per la Consacrazione della Russia] sono
senza fondamento”[33] “Ogni discussione ed
ogni ulteriore petizione”! Addirittura una persona del Vaticano,
che non ha alcuna reale autorità sulla questione, ci “impone” di
evitare persino di discutere delle
parole con le quali la Madonna, in veste di Madre della Chiesa,
indicò alla Chiesa come salvare le anime e come ottenere la pace nel
mondo. Dobbiamo stare zitti!
Non
solo, con quella dichiarazione “ufficiale” riceviamo “l’ordine”
di non esercitare più il nostro sacrosanto diritto di ottenere una
decisione definitiva e vincolante sulla vicenda da parte del Papa,
diritto che è stato sancito e definito dal Secondo Concilio di Lione
e dal Concilio Vaticano Primo. Come può pretendere di impartire un
“ordine” del genere, se non abusando di un’autorità che non
gli è propria?
Per
rispondere alle giustificate rimostranze dei fedeli,
che non sarebbero
rimasti “in silenzio”, l’8 ottobre 2000 la burocrazia Vaticana
offrì un altro surrogato umano per sostituire ciò che era stato
richiesto dalla Madre di Dio: un “affidamento” a Maria, celebrato
dal Papa, verso praticamente tutto e tutti su questa terra, ad
eccezione della Russia. Questo
idea di un “affidamento”, che si contrapponeva
alla consacrazione richiesta
dalla Madonna, non fu altro che un “emendamento” all’ordine
impartito dal Cielo, al fine di adattarsi alle posizioni di certe
autorità umane, secondo le quali la consacrazione di qualsiasi cosa
al Cuore Immacolato sarebbe da considerarsi teologicamente
insostenibile. Questo disprezzo nei confronti della Consacrazione
della Russia al Cuore Immacolato di Maria non è altro che un
disprezzo per gli eventi di Fatima in generale, da parte di chi
sostiene il “nuovo orientamento” della Chiesa e al tempo stesso
un desiderio di farla finita con Fatima, una volta per tutte.
Ovviamente, tutto questo mentre fanno finta di trattare Fatima con
serietà e considerazione, in modo da far contenti i “semplici
fedeli”, come piace loro definirli.
Ciononostante,
non sono affatto riusciti a farla finita con Fatima, perché il
Messaggio di Fatima proviene da Dio. Papi dopo Papi hanno confermato
il carattere soprannaturale delle apparizioni e del Messaggio di
Fatima in particolare. Persino Papa Benedetto XVI - che aveva
prestato il suo nome (quando era ancora Cardinale Ratzinger) alla
campagna della Segreteria di Stato per persuadere i fedeli che gli
eventi di Fatima “appartengono ormai al passato”[34] -
ha cambiato opinione ed ha iniziato a parlare di Fatima come di un
messaggio del Cielo che indica eventi futuri, in cui trionfo e
tragedia sono egualmente probabili. A Betlemme, nel 2009, Papa
Benedetto si è riferito al Trionfo del Cuore Immacolato come un
evento che deve
ancora accadere:
Tu
hai promesso ai tre bambini di Fatima: “Alla fine, il Mio Cuore
Immacolato trionferà”. Che così avvenga! Che l’amore trionfi
sull’odio, la solidarietà sulla divisione e la pace su ogni forma
di violenza! Possa l’amore che hai portato a Tuo Figlio insegnarci
ad amare Dio con tutto il nostro cuore, con tutte le forze e con
tutta l’anima. Che l’Onnipotente ci mostri la Sua misericordia,
ci fortifichi con il Suo potere, e ci ricolmi di ogni bene (cfr Lc
1,46-56).
Papa
Benedetto XVI ha quindi implicitamente rifiutato l’assurda pretesa
dell’“autorità umana” secondo la quale la cerimonia del 1984
avesse rappresentato la “Consacrazione della Russia”[35] richiesta
dalla Madonna, e ciò che vediamo attualmente in Russia (una
dittatura neo-Stalinista in cui statisticamente avvengono tre aborti
per ogni donna) e nel mondo moderno (ormai al collasso morale,
spirituale, sociale, politico ed economico) sia il Trionfo del Cuore
Immacolato che Ella aveva promesso una volta consacrataLe la Russia.
Come
disse una volta uno scrittore Cattolico, il motivo per cui il
Messaggio di Fatima sembra sempre spuntare a galla come un sughero
sott’acqua è che esso proviene dal Signore. Quello che alcuni
uomini, abusando della propria autorità, cercano di nascondere -
Fatima - torna a galla con più forza di prima, e anche il Papa
frustra i tentativi di nasconderne il Messaggio.
“Vi
dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre”. (Luca,
19:40). Così rispose Gesù ai Farisei che Gli chiedevano di
rimproverare i Suoi discepoli che stavano proclamando: “Benedetto
colui che viene, il re, nel nome del Signore.” I Farisei, che
avrebbero presto orchestrato l’esecuzione proprio di quel Messia
che essi stessi e tutti i Giudei stavano aspettando da secoli,
provarono prima con un compromesso di comodo: obbedisci
a noi,
i tuoi superiori gerarchici. Rimani
in silenzio,
come ti chiediamo, e ti lasceremo in pace.
Ma
il silenzio non era possibile; perché nessuno può far tacere il
Signore. Se ciascuno dei discepoli fosse stato intimidito e ridotto
al silenzio da quell’abuso di autorità dei Farisei, le pietre
stesse che erano a terra avrebbero predicato il Vangelo in loro vece.
E guai a coloro che avevano consigliato il silenzio in virtù
dell’obbedienza all’autorità umana. Poco dopo questo incontro
coi Farisei, raggiunta Gerusalemme, Gesù emise il Proprio terribile
giudizio su coloro che non volevano ascoltare il Vangelo:
Quando
fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: “Se
avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma
ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui
i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti
stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di
te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai
riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata” (cfr. Luca,
19:40-43).
La
stessa cosa avviene col Messaggio di Fatima, che contiene “la via
della pace, ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi” - ovvero,
dagli occhi di quelle stesse persone che avrebbero il dovere di
ascoltarlo e divulgarlo a tutti, proprio come i Farisei che
pretendevano il silenzio dai discepoli che avevano il dovere di
ascoltare e seguire il Messia.
Ovviamente,
con questo non sto dicendo che il Messaggio di Fatima equivalga al
Vangelo, ma piuttosto che è il Vangelo stesso ad obbligare
la Chiesa a considerare Fatima come un’autentica profezia: “Non
estinguete lo Spirito, non disprezzate le profezie.”[36] Perché
come ci ricorda San Tommaso, Dio invia i Suoi profeti in ogni epoca
“non certo per rivelarci una nuova dottrina, ma
per indirizzare
le azioni umane ”[37]
Il
Messaggio di Fatima è stato consegnato alla Chiesa precisamente per
indirizzare le azioni umane durante i nostri tempi: la Consacrazione
della Russia e le devozioni dei Primi cinque Sabati, che includono la
Comunione di Riparazione, il compiere sacrifici per i peccatori e la
fervente recita del Rosario. Quali maggiori credenziali di carattere
profetico possiamo avere se non quelle della Madre di Dio e del
Miracolo del Sole - il più grande miracolo pubblico sin dai tempi
della Resurrezione - che Ella ci concesse, in risposta a coloro che
osavano metterLa in discussione, affinché “potessero vedere e
credere”?
Lasciatemi
dire, in tutta franchezza, che siamo tutti vittime di un abuso di
autorità da parte di certi ecclesiastici che disprezzano la profezia
di Fatima (vale a dire, l’intero Messaggio di Fatima), malgrado i
Papi stessi abbiano riconosciuto l’obbligo che essa pone sulla
Chiesa. Ecco una spiegazione al riguardo, data da Papa Giovanni Paolo
II nel 1982 a Fatima, nel luogo stesso dove avvennero le apparizioni.
Il Papa in persona dichiarò le stesse cose che io ho ripetuto oggi,
e cioè che il dovere di obbedire a Fatima proviene dal Vangelo e
dalle Tradizione sacra, le due fonti della Rivelazione:
L’appello
della Signora del Messaggio di Fatima è
così profondamente radicato nel Vangelo e in tutta la
Tradizione, che
la Chiesa sente che il Messaggio pone un
obbligo su di essa.[38] (13
maggio 1982, Fatima)
Antonio
Socci lo ha scritto egregiamente nel suo libro, nel quale giustamente
accusa l’infedele autorità umana di nascondere parte del Terzo
Segreto ed impedire la Consacrazione della Russia: “L’evento
‘Fatima’ ha ricevuto da parte della Chiesa - che in genere è
molto cauta nei riguardi dei fenomeni soprannaturali - un
riconoscimento senza eguali nella storia della Cristianità ... È
veramente impossibile -
dopo tutto questo - continuare a parlare di ‘rivelazione privata’
e di importanza relativa del Messaggio.”[39]
E
a questo punto, non posso non ricordare il fatto rimarchevole che
Papa Benedetto XVI, dopo aver ricevuto il libro di Socci - che
costituisce un’accusa contro l’autorità umana per questo abuso
del proprio potere, similmente ai Farisei - nei confronti del
giornalista stesso ebbe parole di ringraziamento, per “i sentimenti
che lo hanno suggerito”; queste parole del Papa, come afferma Socci
in un suo articolo, furono fonte di “conforto di fronte agli
insulti e alle scomposte accuse” lanciategli contro da Bertone.[40]
Cosa
dobbiamo fare, quindi? Dobbiamo comportarci come fecero i discepoli
quando vennero obbligati all’obbedienza falsa ed immorale: bisogna
rispettosamente, ma fermamente, rifiutarsi di obbedire.[41] Come
insegna San Tommaso, abbiamo il diritto e persino il dovere di
disobbedire a certi ordini dei capi della Chiesa, per gli stessi
motivi per i quali non siamo costretti ad obbedire in tutto e per
tutto agli ordini del potere secolare.
Per
prima cosa, come dice San Tommaso, “la Carità è una virtù più
grande dell’obbedienza.”[42] La
salvezza delle anime è la più grande tra le carità. La Madonna
disse:
“Se ciò che vi chiedo verrà fatto, molte anime saranno salvate e
vi sarà la pace.” (13 luglio 1917). Inoltre, come la Chiesa
insegna e professa da sempre, la salvezza delle anime è la prima
legge della Chiesa (Canone 1752). Pertanto, il Messaggio di Fatima
rientra nell’ambito della prima legge della Chiesa, quella alla
quale tutte le altre leggi della Chiesa devono conformarsi.
In
secondo luogo, è una questione di buon senso - e nessuno può dire
di avere più buon senso di San Tommaso - il fatto che neanche i capi
della Chiesa abbiano ricevuto dal Signore un’autorità che possa
spingerli oltre quella che è propria del loro incarico, come ha
invece fatto il Segretario di Stato nei confronti di Fatima. Allo
stesso modo, nessuna autorità della Chiesa può pretendere
l’obbedienza ad un ordine ingiusto o contrario al bene comune della
Chiesa, alla stessa legge divina, o persino al semplice bene comune
di una persona, laddove ne risultassero danni ingiustificati. Ad
esempio, se addirittura il Papa stesso impartisse a tutti i Cattolici
l’ordine di dormire d’ora in avanti sul pavimento come atto di
penitenza, un fedele potrebbe tranquillamente ignorarlo sulla base
del fatto che esso recherebbe un danno inutile e ingiustificato al
benessere e alla necessità umana di dormire.
In
terzo luogo, come insegna San Tommaso, esistono tre tipi di
obbedienza: quella sufficiente alla salvezza; quella perfetta, o
sovrabbondante; e infine quella che egli definisce
“obbedienza indiscriminata’’,
cioè quella di chi obbedisce anche a ordini di per sé illegittimi.
L’obbedienza indiscriminata è contraria alla legge di Dio e,
pertanto, non dovremmo mai concederla. Si tratta, molto
semplicemente, di un vero e proprio peccato.
Persino
in riferimento ai religiosi professi, i quali, all’interno della
Chiesa, hanno il massimo dovere d’obbedienza, San Tommaso insegnava
che un religioso è costretto ad obbedire al proprio superiore
solamente in relazione a quelle cose che appartengono al suo ordine
religioso. Questa limitata obbedienza è sufficiente ad ottenere la
salvezza. Se un sottoposto desiderasse obbedire anche in altre
questioni, egli mostrerebbe una sovrabbondanza nella virtù
dell’obbedienza. Ma tale sovrabbondante obbedienza non
deve essere “contraria a Dio o alla regola che si professa, perché
in questo caso sarebbe illegittima.”[43] Ripeto:
San Tommaso insegna che, persino per un religioso professo sotto il
più stretto voto d’obbedienza, sarebbe illegittimo obbedire ad un
ordine contrario
al Signore o
alla regola che egli professa dinanzi a Dio.
Se
obbedissimo all’ordine di rimanere in silenzio, proveniente da chi
disprezza la profezia della Madonna di Fatima, allora anche noi
disprezzeremmo quella profezia, andando contro ciò che ci dice il
Vangelo, e quindi contro Dio Stesso. Inoltre, andremmo contro tutto
ciò che professiamo, in quanto Cattolici, al momento del Battesimo e
della Cresima: le regole della Fede, che ci obbligano a non
disprezzare le profezie e a rifiutarsi di seguire chi lo fa. Seguire
chi disprezza le profezie costituisce, infatti, la
peggiore disobbedienza possibile
- in quanto vorrebbe dire seguire l’uomo anziché Dio, cosa che ci
condurrebbe alla distruzione sicura, non meno di quanto accadde a
Gerusalemme; è la stessa Madonna di Fatima a confermarcelo: “Se le
Mie richieste verranno esaudite, la Russia si convertirà, e vi sarà
la pace; altrimenti, essa [la Russia] diffonderà i suoi errori in
tutto il mondo, causando guerre e persecuzioni contro la Chiesa. I
buoni verranno martirizzati, il Santo Padre soffrirà molto; diverse
nazioni verranno annientate.”
Crediamo
a questa profezia o no? Se ci crediamo, come in effetti è nostro
dovere, allora il silenzio o la passività dinanzi a questi tentativi
di alterarla o di nasconderla non costituiscono un’opzione, e
neanche un modo di esplicare un distorto senso del dovere verso
“l’obbedienza”, bensì un vero e proprio peccato di omissione.
Il nostro dovere, pertanto, non è quello di obbedire a chi vorrebbe
farla finita con Fatima, ma, al contrario, è quello di pregare
incessantemente, di supplicare e dipretendere,
con tutto il rispetto, che il volere umano ceda il passo a quello
divino, che il Terzo Segreto di Fatima - un prezioso messaggio di
avvertimento per la Chiesa e per il mondo intero - venga rivelato
interamente, e che la Russia venga infine consacrata al Cuore
Immacolato di Maria.
Quali
saranno le conseguenze per i prelati che continuano ad ignorare ciò
che la Madonna di Fatima ha comandato? È semplice: la piena
responsabilità, dinanzi a Nostro Signore, alla Beata Vergine e ai
fedeli tutti, per il castigo che ne risulterà per colpa della loro
disobbedienza. Ho esaminato tutte le implicazioni di questa
responsabilità in un altro
mio
articolo. Qui mi limiterò a ricordare l’esempio del Re di Francia.
Se il Re di Francia non fosse stato soggetto all’obbedienza verso
il Sacro Cuore di Gesù, quando, il 17 giugno 1689, tramite Santa
Margherita Maria, gli venne dato l’ordine di consacrare la Francia
al Sacro Cuore, allora non vi sarebbe stata alcuna giustificazione al
castigo in cui incorse il suo successore, Luigi XVI, il 17 giugno
1789 (100 anni esatti dalla data di quell’apparizione), quando il
Terzo Stato spogliò il re della sua autorità, autonominandosi
Assemblea Nazionale e dando inizio alla Rivoluzione Francese, che
avrebbe portato all’esecuzione dello stesso Re Luigi nel 1793.
Allo
stesso modo, se il Papa ed i vescovi non fossero strettamente legati
all’obbedienza verso la Beata Vergine Maria e le Sue richieste
trasmesse loro nel Messaggio di Fatima, allora il castigo per il Papa
ed i vescovi - predetto nella visione del “vescovo vestito di
bianco” che viene giustiziato da un gruppo di soldati tra le rovine
di una città semi-distrutta - non potrebbe essere giustificato sulla
base della loro disobbedienza nel consacrare la Russia o nel rivelare
il Terzo Segreto nella sua totalità.
Eppure,
è proprio una mancanza di obbedienza da parte del Re, nel primo
caso, e da parte del Papa e dei vescovi, nel secondo, ad invocare su
di loro un castigo divino. Durante l’apparizione di Rianjo, fu lo
Stesso Nostro Signore a dire a Lucia: “Fai sapere ai Miei ministri,
dato che continuano a seguire l’esempio del Re di Francia nel
ritardare l’esecuzione del Mio comando, che anch’essi lo
seguiranno nella sciagura.”
Se
il Papa desidera seguire dei fallibili consiglieri anziché la Madre
di Dio, allora, come il Re di Francia, anch’egli dovrà pagarne il
prezzo. Allo stesso modo, se anche i vescovi - per via della loro
pigrizia, della loro ribellione o dei falsi consigli - persistono
nell’ostacolare il compimento di quegli imperativi imposti da
Fatima a tutta la Chiesa, allora si ritroveranno davvero in mezzo
alla rovine della città, in cima a quella collina in di cui parla la
visione, a fianco del “vescovo vestito di bianco” che viene
giustiziato poco prima che essi lo seguano nella sua stessa sorte.
Possa
il Signore avere pietà di tutti noi! Perché se non compiamo quella
parte di dovere che è propria di ciascuno di noi in base ai nostri
compiti nella Chiesa, allora condivideremo la responsabilità di quel
castigo, perché non saremo stati in grado di riconoscere il nostro
momento di grazia e di perdono, cioè il momento della nostra
“visitazione” (Luca 19:43), che purtroppo sta velocemente
volgendo al termine. Come il Vangelo - o meglio, per
via del Vangelo - il Messaggio
di Fatima andrebbe gridato ai quattro venti. Non devono essere le
pietre per terra, ma i Cattolici di tutto il mondo a proclamare il
Messaggio di Fatima, fino al momento in cui i suoi imperativi divini
non saranno stati ascoltati e messi in atto da coloro che guidano la
Chiesa, i quali, essendosi allontanati dalla retta via, l’hanno
portata in questo stato di crisi senza precedenti. Solo allora la
Chiesa ed il mondo saranno in grado di evitare quel destino che ci è
già stato preannunciato dal più grande di tutti i profeti dopo lo
Stesso Gesù: Sua Madre Immacolata, Mediatrice di tutte le grazie,
anche quella di Fatima.
APPENDICE[44]
Trentatré
fatti che dimostrano l’esistenza di un secondo testo pertinente al
Terzo Segreto di Fatima, contenente le parole della Vergine che
spiegano la visione già pubblicata del “vescovo vestito di
bianco”.
1. Suor
Lucia ha rivelato che un testo del Segreto era stato scritto sotto
forma di lettera indirizzata al Vescovo di Leiria; eppure, il testo
della visione pubblicato dal Vaticano non è scritto sotto forma di
lettera.
2. Coloro
che hanno letto il Segreto hanno evidenziato il fatto che esso parla
di una futura apostasia all’interno della Chiesa, ma il testo della
visione pubblicato dal Vaticano non ne fa alcuna menzione.
3. La
Madonna aveva chiaramente altro da aggiungere alla sua importante
dichiarazione: “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della
fede ecc”; quell’eccetera chiaramente preludeva a qualcos’altro,
e cioè all’altra parte del Terzo segreto; eppure, il testo della
visione pubblicato dal Vaticano non contiene alcuna parola della
Madonna.
4. La
Madonna fornisce una spiegazione persino per l’ovvia visione
dell’inferno contenuta nella prima parte del Grande Segreto, eppure
ci viene chiesto di credere che non esista assolutamente alcuna
spiegazione da parte Sua riguardante il testo della visione contenuta
nella terza parte, cioè il Terzo Segreto. Ci chiedono di credere a
questa falsità, malgrado diversi studiosi abbiano dimostrato che
tale spiegazione deve esistere per forza, perché le relative
“interpretazioni” sono in conflitto l’una con l’altra, e la
Madonna non avrebbe mai potuto desiderare una Chiesa eternamente
divisa dalle interpretazioni sul significato della visione.
5. Padre
Schweigl, inviato da Pio XII ad interrogare Suor Lucia, rivelò che
il Terzo Segreto consta di due parti: una riguardante il Papa, e
l’altra “logicamente - anche se non posso dire niente - sarebbe
la continuazione delle parole ‘In Portogallo si conserverà sempre
il dogma della Fede ecc.’”. Eppure, il testo della visione
pubblicato dal Vaticano non contiene quella continuazione logica
delle parole della Madonna.
6. Il
comunicato stampa lanciato dal Vaticano nel 1960, che annunciava la
decisione di tenere nascosto il Terzo Segreto, definisce quel testo
nascosto come “la
lettera” che “non sarà mai
aperta”, contenente “le
parole che la Madonna confidò
sotto forma di segreto ai tre pastorelli.”; eppure, il testo della
visione non è scritto come una lettera e non contiene alcuna parola
confidata dalla Vergine sotto forma di segreto.
7. Il
Cardinale Ottaviani, che aveva letto il Segreto e l’aveva avuto in
custodia dopo che Papa Pio XII aveva ordinato che fosse portato in
Vaticano nel 1957, rivelò che esso era scritto su di “un unico
foglio di carta” e conteneva 25 righe di testo, recanti “ciò che
la Madonna le
aveva detto [a Suor Lucia] di
riferire al Santo Padre...”; eppure, il testo della visione è di
62 righe, ed in esso la Vergine non dice assolutamente nulla a Suor
Lucia.
8. Il
Cardinale Bertone ha ammesso che Ottaviani avesse affermato che si
trattava categoricamente di “un testo di 25 righe”, e non è mai
stato in grado di confutare questa testimonianza, ma ha offerto solo
un insostenibile e patetico “tentativo” di spiegazione, secondo
il quale “forse [!]” Ottaviani si era “sbagliato”.
9. Durante
i pontificati di Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI, e perlomeno
all’inizio del pontificato di Giovanni Paolo II, un testo del Terzo
Segreto era custodito all’interno dell’appartamento del Papa;
tuttavia, la “versione ufficiale” del Cardinale Bertone parla
unicamente di un testo presente negli archivi del Sant’Uffizio.
10. Giovanni
XXIII lesse un testo del Segreto che era di così difficile
comprensione da richiedere una traduzione dal portoghese
all’italiano; ma l’anno seguente lesse anche un altro testo, che
comprese perfettamente senza bisogno di alcuna traduzione.
11. Il
testo della visione non contiene alcuna espressione portoghese
particolarmente difficile da comprendere.
12. Esistono
due diverse traduzioni in italiano del Segreto: una preparata per
Giovanni XXIII, e l’altra preparata nel 1967, nessuna delle quali è
stata mai mostrata al pubblico.
13. Tre
diversi Papi (Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II), nel
corso dei loro rispettivi pontificati, lessero i testi del Terzo
Segreto in due anni differenti; eppure, la “versione ufficiale”
di Bertone tace misteriosamente su ognuna di queste “seconde”
letture.
14. Visto
che Bertone continuava ad affermare che Giovanni Paolo II non avesse
letto alcun testo del Segreto fino al 1981, quando è stato messo
sotto pressione da parte di chi gli chiedeva quale testo del Terzo
Segreto Giovanni Paolo II avesse letto nel 1978, il Cardinale prima è
stato evasivo, poi ha risposto meramente che “secondo la sua
opinione”, Giovanni Paolo II non aveva letto un testo nel 1978.
Eppure sarebbe stato semplicissimo stabilire se la sua “opinione”
fosse o meno veritiera: poteva semplicemente consultare le
innumerevoli fonti a propria disposizione, tra
le quali lo stesso Pontefice. Si
tratta di una evidente omissione da parte di Bertone, il quale
evidentemente sapeva bene che quella notizia era vera e che la sua
“opinione” era falsa.
15. L’Arcivescovo
Capovilla, segretario personale di Giovanni XXIII, confermò che il
testo del Segreto custodito nell’appartamento pontificio era
contenuto all’interno del “plico Capovilla”, sull’esterno del
quale (sotto dettatura di Giovanni XXIII) egli aveva scritto il suo
nome, i nomi di tutti i funzionari ecclesiastici che ne avevano letto
i contenuti, ed il giudizio espresso da Papa Giovanni, secondo il
quale egli avrebbe “lasciato ad altri la decisione di commentare o
di decidere” cosa fare del testo stesso.
16. Il
27 giugno 1963, due anni prima rispetto alla data “ufficiale” in
cui avrebbe letto il Terzo Segreto, Papa Paolo VI aprì il plico
Capovilla, che era stato recuperato dalla scrivania di Giovanni XXIII
detta “Barbarigo”, ne lesse i contenuti, chiese a Capovilla
delucidazioni a proposito delle note scritte sull’esterno della
busta, infine la sigillò nuovamente e non parlò mai più della
questione con Capovilla.
17. Quando,
nel 2006, Solideo Paolini chiese a Mons. Capovilla se esistevano due
differenti buste e quindi due differenti testi del Terzo Segreto - il
“plico Bertone” ed il “plico Capovilla” - Capovilla fece
un’ammissione rispondendo con queste parole: “Per l'appunto!”
18. Capovilla
non ha mai ritrattato le sue affermazioni a Paolini, malgrado abbia
avuto tutte le opportunità per farlo.
19. Bertone
non ha mai chiesto a Capovilla di negare ciò che aveva dichiarato a
Paolini; piuttosto, ha scrupolosamente evitato persino di menzionare
Paolini.
20. Bertone
si è rifiutato di mostrare al pubblico il “plico Capovilla” che
era stato aperto e risigillato da Paolo VI, malgrado alla fine abbia
dovuto ammetterne l’esistenza.
21. Spinto
da un’opinione pubblica sempre più pressante, nel corso della
trasmissione televisiva Porta
a Porta Bertone ha rivelato che
di fatto esistono due buste
identiche sigillate appartenute a Lucia, entrambe recanti
sull’esterno la scritta “per ordine espresso della Madonna”,
che si riferisce all’ordine secondo il quale i contenuti non
dovevano essere rivelati prima del 1960. Bertone ha rivelato tutto
questo malgrado il fatto che nel corso dei 7 anni precedenti avesse
continuato ad affermare falsamente che esisteva solamente una busta,
e che Lucia gli aveva “confessato” di non aver mai ricevuto alcun
ordine specifico della Vergine che collegasse il Segreto al 1960 e ne
proibisse l’apertura prima di quella data.
22. Durante
la medesima puntata di Porta
a Porta, il Cardinale Bertone
ha mostrato una terza busta
di Lucia, senza sigilli ed indirizzata al Vescovo da Silva, che -
insieme alla busta esterna del Vescovo - fa sì che in totale ci
siano quattro buste!
E vogliono farci credere che tutte queste buste erano state create
per contenere un
solo testo del Segreto?
23. Eppure,
quando nel 1957 il Vescovo ausiliario Venancio mise controluce la
busta esterna del Vescovo da Silva, egli videuna
sola busta al suo interno, e fu
in grado di prendere le misure sia di quella busta interna sia
dell’unico foglio di carta in essa contenuto; quest’ultimo
conteneva circa 20-25 righe di testo, proprio come avrebbe
testimoniato il Cardinale Ottaviani.
24. Le
misure della busta e del foglio di carta prese dal Vescovo Venancio
sono completamente differenti rispetto a quelle rivelate da Bertone
durante la puntata di Porta
a Porta.
25. Lo
stesso Bertone, solo qualche settimana prima di apparire in
televisione a Porta
a Porta, aveva pubblicato il
suo libro L
’Ultima Veggente di Fatima, in
cui rivelava che nell’aprile 2000 Suor Lucia aveva “autenticato”
in sua presenza dei fogli di
carta (al plurale) riguardanti il Segreto; eppure, durante Porta
a Porta, Bertone ha mostrato
solamente un
foglio, che conteneva il testo
della visione.
26. Ne L
’Ultima Veggente di Fatima Bertone
ha inoltre rivelato l’esistenza di un’altra busta esterna, non di
Lucia, recante la dicitura “Terza parte del Segreto”; questa
lettera non è mai stata mostrata al pubblico.
27. Messo
alle strette dalle sempre più numerose prove dei suoi tentativi di
insabbiare la vicenda, Bertone ha adottato una diversa strategia:
fare ripetutamente riferimento ad un testo “autentico” del
Segreto, alla busta “autentica” che lo contiene e all’“unico
foglio che esiste negli archivi del Sant’Uffizio”; eppure egli sa
benissimo che invece la controversia sta tutta nel testo e nella
busta presenti all’interno dell'appartamento
del Papa. Questo suo
comportamento sembra avvalorare la tesi (riportata da Socci) che
forse Bertone considera il secondo testo del Segreto come “non
autentico”.
28. Chiamato
da Bertone a testimoniare, il Vescovo di Fatima Seraphim, che a
quanto pare nell’aprile 2000 avrebbe assistito all’incontro tra
Bertone e Suor Lucia (durante il quale quest’ultima avrebbe
autenticato il testo della visione), ha usato un’espressione ancora
più tendenziosa, dichiarando che “il Segreto di Fatima è stato
rivelato in maniera autentica ed
integrale”, evitando di affermare semplicemente che il Terzo
Segreto di Fatima era stato rivelato interamente e che niente era
stato omesso.
29. In
una registrazione audio di un loro secondo incontro, l’Arcivescovo
Capovilla rivela a Solideo Paolini che esiste “un allegato” al
testo della visione; questo allegato non è mai stato divulgato.
30. Bertone
non ha mai negato l’esistenza di questo “allegato”, malgrado il
quotidiano Il
Giornale ne avesse
pubblicizzato l’esistenza e avesse dichiarato che
esso “confermerebbe
la tesi dell’esistenza di un secondo foglio contenente
l’interpretazione del Segreto”.
31. Bertone
non ha mai posto a Suor Lucia o all’Arcivescovo Capovilla neanche
una singola domanda che andasse veramente al cuore di questi
problemi, che egli sa benissimo essere alla base della controversia.
In particolare, ha evitato come la peste di fare qualsiasi domanda su
quell’“eccetera”, sul testo presente nell’appartamento del
Papa, sulla testimonianza di Solideo Paolini riguardante le
ammissioni dell’Arcivescovo Capovilla, sul plico Capovilla - mai
mostrato in pubblico - e sulla misteriosa ed improvvisa apparizione
in scena di una moltitudine di buste di cui non si era mai sentito
parlare.
32. Ad
oggi, il Vaticano non ha rilasciato nessuna ritrattazione o risposta
ufficiale alle devastanti accuse contenute nel libro di Socci;
eppure, in quel libro, Socci arriva addirittura ad accusare il
Cardinale Bertone di nascondere deliberatamente le parole pronunciate
dalla Madre di Dio!
33. Al
contrario, Papa Benedetto XVI ha inviato a Socci una nota riguardante
il suo libro, in cui lo ringraziava “per i sentimenti che l’hanno
suggerito”, e non il minimo accenno al fatto che il libro potesse
essere in errore.
Bibliografia: Per
coloro che desiderassero approfondire maggiormente gli argomenti
trattati in questo articolo, raccomando i seguenti scritti:
Christopher A. Ferrara, Il
Segreto ancora nascosto (2009),
disponibile anche nella versione originale inglese nonché in
portoghese, spagnolo e francese (2010); Padre Paul Kramer, La
Battaglia finale del diavolo (seconda
edizione, 2010); la lunga risposta a Antonio Borelli della TFP,
“Friendly Reflections?” (2010, attualmente in corso di
traduzione) ed il suo riassunto, “Friendly Reflections? A Summary
of the Critique” (2010); Padre Nicholas Gruner e altri esperti di
Fatima, World
Enslavement or Peace... It’s Up to the Pope (1988);
e Padre Joseph de Sainte-Marie, O.C.D., “REFLECTIONS on the Act of
Consecration at Fatima of Pope John Paul II on 13th May 1982”
(“Riflessioni sull’atto di Consacrazione di Giovanni Paolo II a
Fatima, il 13 maggio 1982”) pubblicato su Marianum (Roma:
Ephemerides Mariologiae, 1982), Annus XLIV, Fasc. I-II, N. 128, pagg.
88-142. Vedi inoltre Padre Joseph de Sainte-Marie, O.C.D., “The
Church’s Duty in the Face of the Fatima Message” (“Il dovere
della Chiesa alla luce del Messaggio di Fatima”), pubblicato su The
Fatima Crusader, N.
9-10 (ottobre-dicembre 1982), pagg. 9-10; Vescovo Rudolph Graber,
“Why this Pall of Silence Regarding Fatima?” (“Perché questo
velo di silenzio su Fatima?”, pubblicato su The
Fatima Crusader, N.
19 (febbraio-aprile 1986), pagg. 4-5; e (riguardo alla nota n. 4)
Padre Paul Kramer, The
Suicide of Altering the Faith in the Liturgy (2006). 2 Riguardo
al dovere fondamentale da parte di tutti i Cattolici - incluso il
Papa - di credere ed obbedire a tutti i comandi della Madonna, e
della Madonna di Fatima in particolare, vedi anche gli articoli di
Padre Gruner: “L’Obbligo più solenne” e “Non estinguete lo
Spirito (Santo), non disprezzate le profezie”, contenute nel
libro Il
Sacerdote di Fatima (Associazione
Madonna di Fatima onlus, Roma, 1999), Libro II (“Le sue parole”),
Capitoli 5-6; su
internet: http://www.fatimapriest.com/it/b2ch5.html e http://www.fatimapriest.com/it/b2ch6.html. Vedi
anche Padre Joseph de Sainte-Marie, O.C.D., “REFLECTIONS on the Act
of Consecration at Fatima of Pope John Paul II on 13th May 1982”,
contenuto nel libro World
Enslavement or Peace... It’s Up to the Pope (Fort
Erie: The Fatima Crusader, 1988), Sezione XV, pagg. 534-582;
pubblicato originariamente su Marianum (Roma:
Ephemerides Mariologiae, 1982), Annus XLIV, Fasc. I-II, N. 128, pagg.
88-142.
8 Mons.
Georges Roche, Pie
XII Devant L’Histoire (Parigi:
Editions Robert Laffont, 1972), pag. 52.
23 Traduzione
del testo in portoghese di Suor Lucia, “Quarte Memorie”, Fatima
nelle parole di Lucia (Fatima:
Postulation Centre, 1976), pag. 162; vedi inoltre Frère Michel de la
Sainte Trinité, The
Whole Truth About Fatima - Vol.
I: Science
and the Facts(Buffalo: Immaculate
Heart Publications, 1989, edizione in lingua inglese), pag.
182; Toute
la vérité sur Fatima: Tomo I, La
science et les faits (edizione
in lingua francese).
25
Cfr. World
Enslavement or Peace... It’s Up to the Pope e
gli altri articoli già citati in queste note.
tutti
i comandi della Madonna, e della Madonna di Fatima in particolare,
vedi anche gli articoli di Padre Gruner: “L’Obbligo più solenne”
e “Non estinguete lo Spirito (Santo), non disprezzate le profezie”,
contenute nel libro Il
Sacerdote di Fatima(Associazione
Madonna di Fatima onlus, Roma, 1999), Libro II (“Le sue parole”),
Capitoli 5-6; su
internet: http://www.fatimapriest.com/it/b2ch5.html e
http://www.fatimapriest.com/it/b2ch6.html. Vedi
anche Padre Joseph de Sainte-Marie, O.C.D., “REFLECTIONS on the Act
of Consecration at Fatima of Pope John Paul II on 13th May 1982”,
contenuto nel libro World
Enslavement or Peace... It’s Up to the Pope (Fort
Erie: The Fatima Crusader, 1988), Sezione XV, pagg. 534-582;
pubblicato originariamente su Marianum(Roma:
Ephemerides Mariologiae, 1982), Annus XLIV, Fasc. I-II, N. 128, pagg.
88-142.
8 Mons.
Georges Roche, PieXIIDevantL’Histoire (Parigi:
Editions Robert Laffont, 1972), pag. 52.
23 Traduzione
del testo in portoghese di Suor Lucia, “Quarte Memorie”, Fatima
nelle parole di Lucia (Fatima:
Postulation Centre, 1976), pag. 162; vedi inoltre Frère Michel de la
Sainte Trinité, The
Whole Truth About Fatima - Vol.
I: Science
and the Facts(Buffalo:
Immaculate Heart Publications, 1989, edizione in lingua inglese),
pag. 182; Toute
la vérité sur Fatima: Tomo
I, La
science et les faits (edizione
in lingua francese).
25
Cfr. World
Enslavement or Peace... It’s Up to the Pope e
gli altri articoli già citati in queste note.
[3] Il
Concilio di Trento, Sessione 7, Canone 13, “Sui Sacramenti in
generale”, definisce che nessun pastore di alcun rango - nemmeno
il Papa - puô cambiare la Liturgia e introduire nuovi riti
Liturgici. Ecco le parole del Canone 13: “Se qualcuno afferma che
i riti tramandati e approvati dalla Chiesa Cattolica, soliti ad
essere usati nell’amministrazione solenne dei sacramenti, possano
essere disprezzati o tralasciati a discrezione di chi amministra il
sacramento senza peccato, o cambiati da qualsivoglia pastore di
chiese con altri nuovi riti: sia anatema.”
[4] Frère
Michel de la Sainte Trinité, The
Whole Truth About Fatima - Vol.
III: The
Third Secret (Buffalo:
Immaculate Heart Publications, 1990, ristampato nel 2001, edizione
in lingua inglese), pag. 710; vedi anche Toute
la vérité sur Fatima: Tome
III, Le
Troisième Secret (1942 - 1960) (edizione
in lingua francese), pag. 476.
[6] Per
una risposta esaustiva alle “amichevoli riflessioni” di Antonio
Borelli Machado sul Terzo Segreto di Fatima, vedi la replica di
Christopher A. Ferrara, “Friendly Reflections?” (su
internet:http://www.Fatima.org/news/newsviews/ferraraexpose.pdf). Versione
Italiana in fase di traduzione.
[8] Ciascun
fedele della Chiesa Cattolica ha il diritto, definito dogmaticamente
dal Secondo Concilio di Lione e dal Concilio Vaticano Primo, di
appellarsi al Santo Padre in materie pertinenti alla giurisdizione
ecclesiastica. Vedi Dz. 466 (D.S. 861), Dz. 1830 (D.S. 3063) e Dz.
1831 (D.S. 3064).
[11] Il
Messaggio di Fatima (2000),
“Introduzione”. http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20000626_message-Fatima_it.html
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/ rc_con_cfaith_doc_20000626 _message-Fatima_it.html
[13]
Il
25 marzo 1984, anche Papa Giovanni Paolo II confutô quest’assurda
pretesa, affermando dopo la consacrazione: “Illumina specialmente
i popoli di cui tu aspetti la
nostra consacrazione e il nostro affidamento”, come riportato
nell’edizione del 26-27 marzo de L
’Osservatore Romano. Vedi
la riproduzione fotografica di quel quotidiano ne La
Battaglia Finale del Diavolo,di
Padre Paul Kramer (seconda edizione attualmente in ristampa - Roma,
Associazione Madonna di Fatima onlus, 2010), Appendice I; cfr. La
Battaglia Finale del Diavolo, prima
edizione (2004) pag. 274. Vedi inoltre la riproduzione fotografica
dell’articolo de L
’Osservatore Romano che
riporta parole simili pronunciate dal Papa durante una preghiera
pubblica avvenuta tre ore dopo, in La
Battaglia Finale del Diavolo, Seconda
edizione, volume singolo, sezione fotografica, pag. XVI; volume
doppio, pag. 287.
[16] Per
una spiegazione più dettagliata (oltre a questo articolo) del
motivo per il quale la Chiesa è obbligata ad obbedire alla Madonna
di Fatima, vedi i miei vari articoli sull’argomento, tra i quali:
“Il Messaggio di Fatima pone un obbligo sulla Chiesa”
(http://www.worldenslavementorpeace.com/e5cp2.asp -
in lingua inglese); “I vescovi devono obbedire alla Madonna di
Fatima” (http://www.worldenslavementorpeace.com/e5cp3.asp -
in lingua inglese) e “La pace nel mondo dipende dai Vescovi
Cattolici e da
voi” (http://www.worldenslavementorpeace.com/e5cp5.asp). Questi
articoli sono contenuti nel libroWorld
Enslavement or Peace... It’s Up to the Pope, pagg.
84-111, 117-134 (in lingua inglese).
[17] Antonio
Socci, Il
Quarto Segreto di Fatima (Milano:
Rizzoli, 2006), pag. 17. Vedi inoltre Padre Nicholas Gruner e altri
esperti di Fatima, “La Chiesa (ovvero i Fedeli, i Vescovi, il
Papa) hanno l’obbligo di obbedire alle richieste della
Madonna”, World
Enslavement or Peace... It’s Up to the Pope, Sezione
V, pagg. 83-157 (lingua inglese).
[18] Antonio
Socci, “Caro Cardinal Bertone: Chi - tra lei e me - mente sapendo
di mentire? E lasciamo perdere la
Massoneria...”, http://www.antoniosocci.com/2007/05/caro-cardinal-Bertone-chi-e’—fra-me-e- lei—che-mente-sapendo-di-mentire-e-lasciamo-stare-la-massoneria.../
[19] Anche
i Padri della Chiesa San Roberto Bellarmino, Suarez e Torquemada
insegnano unanimemente l’obbligo diresistere ad
un ordine che sia contrario al bene comune della Chiesa.
[22]
Christopher
A. Ferrara, “Friendly Reflections?”
su www.fatima.org/news/newsviews/ferraraexpose.pdf
[25]
Il
Concilio di Trento, Sessione 7, Canone 13, “Sui Sacramenti in
generale”, definisce che nessun pastore di alcun rango - nemmeno
il Papa - può cambiare la Liturgia e introdurre nuovi riti
Liturgici. Ecco le parole del Canone 13: “Se qualcuno afferma che
i riti tramandati e approvati dalla Chiesa Cattolica, soliti ad
essere usati nell’amministrazione solenne dei sacramenti, possano
essere disprezzati o tralasciati a discrezione di chi amministra il
sacramento senza peccato, o cambiati da qualsivoglia pastore di
chiese con altri nuovi riti: sia anatema.”
[26]
Frère
Michel de la Sainte Trinité, The
Whole Truth About Fatima - Vol.
III: The
Third Secret (Buffalo:
Immaculate Heart Publications, 1990, ristampato nel 2001, edizione
in lingua inglese), pag. 710; vedi anche Toute
la vérité sur Fatima: Tome
III, Le
Troisième Secret (1942 - 1960) (edizione
in lingua francese), pag. 476.
[28]
Per
una risposta esaustiva alle “amichevoli riflessioni” di Antonio
Borelli Machado sul Terzo Segreto di Fatima, vedi la replica di
Christopher A. Ferrara, “Friendly Reflections?” (su
internet:http://www.Fatima.org/news/newsviews/ferraraexpose.pdf).
Versione Italiana in fase di traduzione.
[30] Ciascun
fedele della Chiesa Cattolica ha il diritto, definito dogmaticamente
dal Secondo Concilio di Lione e dal Concilio Vaticano Primo, di
appellarsi al Santo Padre in materie pertinenti alla giurisdizione
ecclesiastica. Vedi Dz. 466 (D.S. 861), Dz. 1830 (D.S. 3063) e Dz.
1831 (D.S. 3064).
[33] Il
Messaggio di Fatima (2000),
“Introduzione”. http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20000626_message-Fatima_it.html
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/ rc_con_cfaith_doc_20000626
_message-Fatima_it.html
[35]
Il
25 marzo 1984, anche Papa Giovanni Paolo II confutò quest’assurda
pretesa, affermando dopo la consacrazione: “Illumina specialmente
i popoli di cui tu aspetti la
nostra consacrazione e il nostro affidamento”, come riportato
nell’edizione del 26-27 marzo de L’Osservatore
Romano.
Vedi la riproduzione fotografica di quel quotidiano ne La
Battaglia Finale del Diavolo,di
Padre Paul Kramer (seconda edizione attualmente in ristampa - Roma,
Associazione Madonna di Fatima onlus, 2010), Appendice I; cfr. La
Battaglia Finale del Diavolo,
prima edizione (2004) pag. 274. Vedi inoltre la riproduzione
fotografica dell’articolo de L
Osservatore Romano che
riporta parole simili pronunciate dal Papa durante una preghiera
pubblica avvenuta tre ore dopo, in La
Battaglia Finale del Diavolo,
Seconda edizione, volume singolo, sezione fotografica, pag. XVI;
volume doppio, pag. 287.
[38] Per
una spiegazione più dettagliata (oltre a questo articolo) del
motivo per il quale la Chiesa è obbligata ad obbedire alla Madonna
di Fatima, vedi i miei vari articoli sull’argomento, tra i quali:
“Il Messaggio di Fatima pone un obbligo sulla Chiesa”
(http://www.worldenslavementorpeace.com/e5cp2.asp -
in lingua inglese); “I vescovi devono obbedire alla Madonna di
Fatima” (http://www.worldenslavementorpeace.com/e5cp3.asp -
in lingua inglese) e “La pace nel mondo dipende dai Vescovi
Cattolici e da
voi” (http://www.worldenslavementorpeace.com/e5cp5.asp). Questi
articoli sono contenuti nel libroWorld
Enslavement or Peace... It’s Up to the Pope, pagg.
84-111, 117-134 (in lingua inglese).
[39] Antonio
Socci, Il
Quarto Segreto di Fatima (Milano:
Rizzoli, 2006), pag. 17. Vedi inoltre Padre Nicholas Gruner e altri
esperti di Fatima, “La Chiesa (ovvero i Fedeli, i Vescovi, il
Papa) hanno l’obbligo di obbedire alle richieste della
Madonna”, World
Enslavement or Peace... It’s Up to the Pope, Sezione
V, pagg. 83-157 (lingua inglese).
[40] Antonio
Socci, “Caro Cardinal Bertone: Chi - tra lei e me - mente sapendo
di mentire? E lasciamo perdere la
Massoneria.”, http://www.antoniosocci.com/2007/05/caro-cardinal-Bertone-chi-e’—fra-me-e- lei—che-mente-sapendo-di-mentire-e-lasciamo-stare-la-massoneria.../
[41] Anche
i Padri della Chiesa San Roberto Bellarmino, Suarez e Torquemada
insegnano unanimemente l’obbligo diresistere ad
un ordine che sia contrario al bene comune della Chiesa.
[44]
Christopher
A. Ferrara, “Friendly Reflections?”
su www.fatima.org/news/newsviews/ferraraexpose.pdf
di Padre Nicholas Gruner
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