– BERGOGLIO? LO RINCORRE BURLESCAMENTE!
di Arai
Daniele
Quando
Bergoglio è stato eletto «papa conciliare», per fare compagnia a
Benedetto nella Babilonia vaticana, un mondo beffardo si è prodigato
a pubblicare foto-montaggi di questa nuova stella argentina. E oggi
tal esercizio pubblicitario umoristico è ampio e approvato. Infatti,
si è visto che Bergoglio non è per niente alieno al «populismo»
di moda, anzi, si dimostra disposto a collaborarvi con alcune sue
spicciole iniziative improntate a una falsa umiltà in pieno
contrasto con la riverenza dovuta alla maestà della carica di
Vicario di Cristo, di cui si pretende occupante legale.
Tutto
sta a indicare che voglia far dimenticare la natura sopranaturale
della suprema carica di rappresentazione di Dio in terra.
Ora,
tutto l’omaggio al Trono, alla Sedia gestatoria, al Trirregno e
baci della pantofola è dovuto a Gesù Cristo, non al chierico in
carica.
A
questo punto, l’umiltà applicata a questa venerazione è una
demagogica e ipocrita rapina di un onore dovuto al Signore e non a
chi dice di rappresentarLo.
Poteva
Paolo 6º credere di disporre della triplice corona come roba sua?
Solo pensando che fosse lui stesso, in prima persona, il vero capo
della Chiesa di Cristo. Questo pensiero lo ha dimostrato infatti
col suo operato per cambiarla secondo le sue idee illuministe.
Seguì
Karol Wojtyla, capace di baciare il Corano vestito da papa!
Poi
l’abuso è divenuto musica conciliare, con semplice variazione del
tema, poiché Bergoglio fa vedere che commemora non solo il Ramadan
ma il Pallone verde-giallo sull’altare!
Eccoci
al fenomeno bergogliano che comincia a manifestarsi a Roma e ovunque
per, all’insegna dei suoi antecessori, continuare la mutazione
della Chiesa di Gesù Cristo in quel diabolico «movimento
di animazione spirituale per la democrazia universale»,
il MASDU voluto dalle logge e sinagoghe del mondo.
Gli
altari ora servono a ogni messinscena. Mai i veri problemi
riguardanti la Legge divina, come il caso dell’aborto,
che in questi giorni è il primo grave problema in Brasile, resta
innominato per non guastare la gran festa del nuovo idolo di una
tifoseria spensierata. Così si vedrà il topolino malefico
partorito dalla montagna di questa gran giornata della gioventù in
Brasile, iniziata con l’auspicio del pallone presso il Tabernacolo.
Nel
frattempo, Bergoglio, tramite il prelato brasiliano Braz de Aviz,
quello dell’aperta apologia alla teologia della liberazione, pone
lo stop alla celebrazione della Messa cattolica dai Francescani
dell’Immacolata. Non solo, ma fa destituire la dirigenza di
quell’Istituzione, per tutte le sue comunità e sodali,
commissariandola per eccesso di tradizionalismo! Che ciò sia la sua
intenzione verso il «pericolo di restaurazionismo» si evince dal
suo discorso ai prelati del CELAM. In fondo invoca una nuova
rivoluzione giovanile, perché protestare è bello!
Quanto
alle molte proprietà in scala internazionale di quell’opera
religiosa, breve si saprà l’ammontare dello sproprio (leggi
rapina) per saldare i vari debiti della Roma conciliare e le grosse
spese per i prossimi viaggi dell’anticristo di turno.
E
oggi la presidente Dilma Rousseff ha firmato il decreto dell’aborto
camuffato in Brasile, cui Bergoglio non aveva voluto nemmeno
accennare pochi giorni prima, per non veder sollevare inevitabili, ma
per lui, sgradevoli contestazioni.
Si
dovrà ritornare su tale tradimento di fronte all’aborto della vita
data da Dio e della Sua Parola, perché è un vero scandalo tenuto
nascosto dalla comunicazione anticristiana, che il nuovo «gran
comunicatore» ha villanamente taciuto.
Altroché
il caso MEDIASET! Qui tanto enorme prevaricazione andrà al Tribunale
del Giudice Eterno.
Ora
dobbiamo patire la visione di un Bergoglio che insegue gaudente un
mondo degradato dal potere dell’ONU e delle «lobby», che lui fa
finta di condannare per apparire «defensor fidei». Sì, di
quell’untuosa e pestifera «fede» liberale ed ecumenista
conciliare, che danna tale clero, il mondo e una moltitudine di anime
ignare del vangelo invertito da loro, i conciliari.
La
responsabilità va, però, ai cattolici che con troppa
leggerezza hanno dimenticato che il fedele non deve ubbidienza a
degl’infedeli, specialmente se questi lacerano l’opera della
Fede. E l’infedeltà dei conciliari è messa per scritto nei
documenti del Vaticano 2º che inaugura un’altra religione
ecumenista, dove vige il «diritto» di liberarsi della Legge di Dio
e della Sua Chiesa che, considerata una peccatrice alla stregua di
tutte le altre religioni, va sostituita da un’altra «più aperta e
universale», come quella di Assisi!
Quindi,
il proclama dell’ultimo conclave conciliare che ha eletto tale
infedele può solo essere: «annuntio
vobis caos magnum: habemus rapam»!
Eppure,
crediamo che dopo quest’orrendo interregno di privazione del Papa
cattolico per più di mezzo secolo, uno vero e santo sarà di nuovo
suscitato da Dio misericordioso. Per ora pende il castigo
dell’acefalia romana conforme il Terzo Segreto di Fatima.
Alla
fine, crediamo che il Padre sentirà il debole fremito delle nostre
striminzite preghiere e sacrifici, affatto all’altezza della
riparazione all’orrore presente nelle nostre società, ma che il
Suo infinito amore può salvare se guardiamo alla Croce della
Passione di Suo Figlio diletto. Come ha fatto Maria; Stabat Mater!
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