Leggo con una buona dose di disgusto il paternale richiamo che il Padre Fidenzio Volpi, commissario apostolico inviato ai Francescani dell’Immacolata scrive nella sua lettera:
«Benchè avverta le difficoltà di tale compito ho accettato l'incarico perchè è mio desiderio accompagnarvi in un cammino di rinnovata ecclesialità. Per poterlo fare con la certezza di corrispondere ai "desiderata" del Magistero, non trovo di meglio che richiamare il passaggio di un recente discorso di Papa Francesco: l'ecclesialità è una "dimensione costruttiva della vita consacrata, dimensione che deve essere costantemente ripresa e approfondita nella vita. La vostra vocazione è un carsima fondamentale per il cammino della Chiesa, e non è possibile che una consacrata e un consacrato non "sentano" con la Chiesa (…)Sentite la responsabilità che avete di curare la formazione dei vostri Istituti nella sana dottrina della Chiesa, nell'amore alla Chiesa e nello spirito ecclesiale" (Discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti all'assemblea plenaria dell'Unione Internazionale delle Superiore Generali, 8 maggio 2013)».
Dunque il problema – si legge tra le righe – è questo: i Francescani dell’Immacolata avrebbero difficoltà a ”sentire con la Chiesa”.
Che strano: proprio alcuni giorni fa, interrogandomi sul mio cammino spirituale avevo constatato che in questi ultimi tempi provavo una crescente difficoltà ad identificarmi nella realtà ecclesiale che con sempre maggiore evidenza si sta manifestando.
E mi sento sempre più isolata… se fino a pochi mesi fa (diciamo prima dei tragici eventi della rinuncia di Benedetto XVI e dell’avvento di questo nuovo Papa che lo affianca), potevo condividere il sentire ed il pensare di una buona parte del mondo cattolico, quello “sano, ortodosso, affidabile”, adesso sempre meno. I blog cattolici che condividono il mio “sentire” si riducono sempre più di numero. Sembra che tutti si siano adeguati con facilità a questa nuova situazione dei due papi, sembra che tutti appoggino acriticamente ogni respiro di Papa Francesco.
Ed ecco una notizia che mi sconvolge: un’intera Congregazione religiosa è commissariata perché appunto – sembrerebbe – ha bisogno di tornare a “sentire cum Ecclesia”.
In un certo senso mi sono sentita anch’io “commissariata”!
Il primo pensiero che questa lettera mi ha indotto è stato il collegamento ai “campi di rieducazione” comunisti, dove si cercava di fare il lavaggio del cervello ai dissidenti.
Ho poi pensato però che è vero che questo sentimento di far parte della Chiesa “Una” è o dovrebbe essere insito un ogni cattolico che partecipa della vita del Corpo mistico…
Oggi pensavo a tutto questo, mi chiedevo dove fosse il punto nevralgico del problema. Stimo fortemente i Francescani dell’Immacolata e li sento veri cattolici. Possibile che abbiano bisogno di una “rieducazione” nella loro ecclesialità?
No, non è così. Questi francescani, loro sì, sentono veramente e profondamente “cum Ecclesia”.
Troppo spesso ci dimentichiamo cosa sia veramente la Chiesa.
Esiste una Chiesa militante, qui in terra, ma esiste anche una Chiesa purgante ed una Chiesa trionfante. E mi chiedo oggi, cosa quella Chiesa di lassù, molto più numerosa ed indiscutibilmente santa, senta oggi.
C’è insomma un comune sentire della Chiesa del Cielo con la Chiesa della terra?
Che cosa pensa san Francesco, vedendo perseguitata la comunità che più si sta sforzando di essere fedele al suo carisma, nella povertà, nella penitenza, nella dedizione totale a Dio?
Che cosa stanno pensando e “sentendo” i grandi asceti di una Chiesa che giudica pelagiano chi digiuna e fa penitenza?
Che cosa stanno pensando e “sentendo” i padri del deserto, i santi monaci, di una Chiesa che ha smarrito il senso ed il valore del deserto, della fuga mundi, della lotta contro la carne, il Maligno e le seduzioni del mondo?
Che cosa sentono i martiri che hanno saputo affrontare le torture e la morte per rimanere fedeli alla fede di Cristo, di fronte ad una Chiesa che ha rinunciato ad evangelizzare e considera sullo stesso piano tutte le religioni?
E che pensano e sentono, lassù in Cielo tutti quei testimoni che hanno dato la vita ed hanno subíto persecuzioni per la Verità, di fronte a questa gerarchia così “timida” nei riguardi della cultura dominante e incapace di prendere posizioni chiare, incapace di dire con chiarezza che il male è male?
Che diranno i santi Pastori ed i Dottori della Chiesa di fronte ai vescovi odierni, che hanno rinunciato a parlare in Nome di Cristo, che preferiscono accomodarsi con le culture transitorie del mondo, tacere i problemi fondamentali preferendo il consenso degli uomini piuttosto che quello di Dio? Vescovi che dimenticano in un puerile balletto sulla spiaggia di Rio la grande responsabilità che il Signore ha loro affidata.
Che pensano tutti i santi e le sante religiose dell’incontro a Roma per i novizi e le novizie?
Che pensano di una Chiesa che forma i futuri religiosi a suon di canzonette ed “educa” alla povertà evangelica ed alla serietà della vocazione organizzando per loro una serata di divertimento animata da Carlo Conti, un uomo dello spettacolo, … una Chiesa che si appoggia sul mondo e sulle vanità del mondo per formare i suoi futuri religiosi ed i futuri capi…
Questa Chiesa di oggi sentirebbe la sua Ecclesialità, ed i Francescani dell’Immacolata no?!
Credo proprio che i nostri fratelli della Chiesa di lassù non la pensino così….
E che dirà e penserà Maria Santissima, la Madre della Chiesa, che in continuazione ha richiamato e richiama a penitenza, preghiera e digiuno, ora che si commissaria una della Congregazioni a Lei più devota, e più obbediente?
E non dimentichiamo la Chiesa purgante.
Che cosa stanno pensando i nostri fratelli che sono in purgatorio di questa Chiesa militante, di questi vescovi e sacerdoti che si sono dimenticati di loro, che non accennano nemmeno più alla necessità della preghiera e del suffragio?
Sì, oggi ho capito che non sono io che non sento più cum Ecclesia, che non sono i Francescani dell’Immacolata che debbono essere rieducati, … è la Chiesa attuale, militante che ha smarrito se stessa e non vive più la sua unità con la Chiesa del Cielo, con la Chiesa dei nostri Padri, insomma, la Chiesa del passato che, fedele a se stessa, ha portato frutti abbondanti di santità.
Questo è il senso della Tradizione.
Non si può sentire veramente cum Ecclesia se non si rimane fedeli alla Tradizione.
I Francescani dell’Immacolata come tutti i cristiani sani sentono certamente con questa Chiesa che, vissuta quaggiù nel passato, è ora viva più che mai nell’eterna Presenza di Dio.
E se la Chiesa militante non lo vede, non lo capisce e non lo approva, allora sì, c’è qualcosa che non va. La Chiesa rischia di non essere più “Una”, rischia, fortemente di non essere più se stessa.
La sofferenza dei cari fratelli Francescani dell’Immacolata in questo momento serva anche a questa povera Chiesa che ha smarrito se stessa, cadendo in balia di Satana e delle logiche del mondo!
di Luce Zares
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV558_Zares_FFII_e_sentire_Cum-Ecclesia.html
Che fine faranno i "gruppi stabili" di fedeli legati ai frati dell'Immacolata?
Continua
a tenere banco la vicenda riguardante i Francescani dell'Immacolata,
dato che la questione non riguarda solo i frati, ma indirettamente
coinvolge anche molti fedeli legati alla liturgia tradizionale,
basti pensare ad esempio al rischio che alcuni gruppi di fedeli
(coetus fidelium) che fino ad ora hanno beneficiato della
Messa tridentina celebrata presso le chiese in cui officiano i
suddetti religiosi, dal prossimo 12 agosto non potranno più
assistere al Santo Sacrificio celebrato nel rito antico. Ad esempio
i frati di Campocavallo (Ancona) hanno deciso di non chiedere al
Commissario Apostolico l'autorizzazione per continuare a celebrare
la Messa di San Pio V.
Questa
preoccupazione è stata espressa anche dal Coordinamento Nazionale
del Summorum Pontificum (CNSP), che dopo aver preso atto con filiale
rispetto delle decisioni prese dalla Sede Apostolica al riguardo
della Congregazione dei Frati Francescani dell'Immacolata, e dopo
aver dichiarato di avere l'intenzione di evitare ogni indebito
giudizio in questioni interne ad un Istituto Religioso di diritto
pontificio, ha espresso tuttavia la preoccupazione che numerosi
coetus fidelium possano non poter più beneficiare del prezioso
servizio liturgico sin qui loro assicurato dai sacerdoti della
Congregazione fondata da Padre Stefano Mania Manelli.
Il
CNSP confida che i Vescovi e le altre Autorità Ecclesiastiche
competenti vogliano provvedere con paterna sollecitudine ad
assicurare la regolarità delle celebrazioni delle SS. Messe nella
forma straordinaria e in particolare per quei coetus fidelium finora
affidati al fecondo apostolato della Congregazione dei Frati
Francescani dell'Immacolata, affinché tutti i fedeli che lo
desiderano possano continuare a vivere la loro Fede secondo il ritmo
della forma straordinaria della Sacra Liturgia, in un vero sentire
cum Ecclesia.
Per
sostenere questo impegno, il Coordinamento invita ad elevare fervide
preghiere alla SS.ma Vergine Maria Immacolata perché i tanti coetus
fidelium che si stanno costituendo ricevano sempre l'attenta cura
pastorale dei loro Ordinari e il Motu Proprio sia pienamente
applicato in ogni diocesi.
Secondo
me tra i frati italiani ce ne sono molti che chiederanno al
Commissario Apostolico l'autorizzazione per continuare a celebrare
in rito antico, e sono fiducioso che Padre Fidenzio Volpi sarà
generoso nel concedere il permesso. Non ci rimane che attendere il
12 agosto per sapere cosa avranno deciso i frati e il Commissario
Apostolico.
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