DAL DOSSIERAGGIO ALL’ACCOMODAMENTO, TRA PRETI SPRETATI E
SCRITTORI CONFUSI
Quando eravamo bambini (e per piacere non domandatemi quanto
tempo fa) uno dei nostri amici, figlio del Cancelliere di Borgo San Lorenzo,
quando litigava con qualcuno e non aveva argomentazioni con cui ribattere,
forte del prestigio che allora aveva la figura paterna, minacciava:
"Peggio per voi, scrivo tutti i nomi sul mio diario e li consegno al
babbo, così lui li porterà dai carabinieri che vi metteranno in carcere."
Figuriamoci: ci scompisciavamo dalle risate e iniziavamo a imitare il verso del
cucco (ricordate quegli antichi orologi?) cu cu cu cu cu cu
cu cu e mettevamo il pollice sulla punta del naso e muovevamo le altre
quattro dita in segno di scorno.
E non mancava chi, secondo un'antica
"arte" partenopea, accompagnava il cu cu alla riproduzione di suoni
prolungati e non troppo urbani Figuriamoci il ragazzino: prendeva una bizza e
iniziava a scrivere sul diario nomi e cognomi con accanto le relative colpe. Il
bello poi veniva a sera quando, in effetti, consegnava il dossier al babbo
cancelliere che , immancabilmente, apostrofava il figlio: "Ma la fai
finita di fare Cecco Grullo, non vedi che sei diventato lo zimbello di
tutti..." E molte volte alle parole seguiva in calcio nelle parti in cui
non batte il sole. Saggezza dei padri!
Mi è venuto a mente questo ricordo l'altro giorno leggendo
un bell'articolo del professor Roberto de Mattei su "Il Foglio" del
15 agosto 2013 : "Jean Madiran e la Storia della Messa interdetta” e la
risposta, all'articolo del Docente romano, fatta da Gianni Gennari sullo stesso
quotidiano "Il Foglio" in data 21 agosto 2013.
Roberto de
Mattei ricordava il grande giornalista francese Jean Madiran, scomparso il 31
luglio scorso a 93 anni, e la sua lunga e coerente battaglia in difesa della
Messa tradizionale che iniziò ( e ancora non è terminata) nel dicembre del
1969, quando si introdusse il Novus Ordo proibendo la celebrazione del Vetus
Ordo, ricordando il "Breve esame critico del Novus Ordo Missae"
stilato dai Cardinali Bacci e Ottaviani (a cui si assoceranno poi studiosi
laici: Louis Salleron, Michael Davies, Arnaldo Xavier de Silveira e lo stesso Madiran
) in cui si afferma che "Il N. O. M. (...)rappresenta sia nel suo insieme
che nei particolari , un impressionante allontanamento dalla teologia
cattolica, quale fu formulata nella sessione XXII del Concilio Tridentino...(il
quale) eresse una barriera invalicabile contro qualunque eresia che intaccasse
l'integrità del mistero", per cui il grande canonista e teologo Raymond
Dulac ripubblicò, nell'aprile, del 1972, con un suo accurato commento, la bolla
"Quo Primum" (1570) , dimostrando, ad abundantiam, come la costituzione Missale
Romanum di Paolo VI non aveva abrogato e non poteva abrogare la bolla
tridentina, che garantiva alla Messa restaurata da Papa Ghislieri un perpetuo
indulto-privilegio.
Ecco che de Mattei ricorda anche che questo movimento di
Resistenza si sviluppò a partire dal 1969, molto "prima dell'esplosione
del cosiddetto 'caso Lefebvre', scoppiato il 29 giugno 1976", molto dopo
la lettera-appello di Madiran a Paolo VI apparsa su "Itineraires" nel
gennaio 1973, che ribadiva: "Nessun pontefice potrebbe, senza abuso di
potere, interdire il rito millenario della Chiesa cattolica, canonizzato dal
Concilio di Trento. Se tale abuso si fosse effettivamente prodotto...,
l'obbedienza a Dio e alla Chiesa sarebbe di resistere e non di subirlo in
silenzio".
Tale lettera riporta a ricordare l'emanazione del Motu
Proprio di Benedetto XVI che, dopo accanite persecuzioni,
"restituiva libera e piena cittadinanza al Rito Romano antico" e al
vergognoso "caso dei Francescani dell'Immacolata” , ingiustamente colpiti
per il loro attaccamento alla Messa tradizionale con un decreto che rappresenta
una violazione delle leggi universali della Chiesa, in particolare del motu
proprio Summorum Pontificum di papa Benedetto XVI , mai abrogato, che concede,
ad ogni sacerdote, la libertà di celebrare la Messa secondo la forma detta
straordinaria".
Roberto de Mattei, da persona pacata qual è, nell'explicit
del suo pezzo rileva che chi critica con sufficienza il mondo della Tradizione
: "come hanno fatto , il 6 agosto, Gianni Gennari su "Il Foglio"
e Paolo Rodari su "Repubblica", non si rende conto che questo mondo
ha radici intellettuali profonde e mostra la sua vitalità proprio in occasioni
di controversie, come quella in corso sui Francescani dell'Immacolata e sulla
Messa tradizionale" Finis.
Apriti cielo e spalancati terra. Il Gennari, evidentemente
irritato, perché si dà spazio anche ai tradizionalisti, more solito, fa una
bella macedonia: mescola, gruppi, luoghi, persone, date...tanto tutto fa brodo:
dalle calunnie a Paolo VI (ma lui ne sa qualcosa?) alle accuse a Giovanni XXIII
e a Giovanni Paolo II e perfino a Benedetto XVI che sarebbero state fatte
"proprio da ambienti attigui ai tradizionalisti scismatici
lefebvriani" (il Gennari che ha gettato la sua tonaca alle ortiche e
ha tradito la sua ordinazione a sacerdote in aeternum, ora ci dice anche chi
sono gli scismatici e chi - come lui? - gli ortodossi!) e si rivolge, papale
papale, al professor de Mattei e avverte, senza paura: attento, ragazzo mio, a
nasconderti "dietro il divieto della messa in latino o del canto
gregoriano, o dell'incenso o delle nostalgie
d'altri tempi, magari in nome di un 'Papa Re' che non è nel Vangelo",
attento, attento, ohibò, grida il Gennari, come una volta il protagonista di
uno dei "fumetti" de "Il Corriere dei Piccoli" quel Capitan
Cocò Ricò felicemente coniugato alla Tordella e che molto in comune ha con l'ex
reverendo, perché se il de Mattei insiste e non mette la testa a posto e fa
finta di non capire, dice Capitan Cocò Ricò: "la prossima volta gli
offrirò una sintetica 'antologia' - e non certo fiori profumati- degli insulti
e delle vergognose accuse dei suoi amici e colleghi a Chiesa e papi dal
Concilio in poi, fino a oggi, indicando fonti e autori, magari anche nei suoi
stessi scritti." Insomma un dossier bello e buono da consegnare al babbo
perché lo dia ai carabinieri che poi....
CU CU CU CU PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR CU CU CU CU
CU CU CU CU PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR CU CU
PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR…
Ecco cosa sarebbe successo a Cecco Grullo, il figlio del
Cancelliere...
Ma lasciamo Gianni Gennari al suo dossieraggio, che ci
volete fare, quella è la loro cultura, quella è la loro provenienza, quello è
il Sessantotto, anzi, per queste "truppe di riserva" in servizio
permanente effettivo presso il quotidiano "Avvenire", è la
Rivoluzione bolscevica, come ci ricorda il "dossierato" de Mattei :
"Quando il Concilio Vaticano II si aprì , nell'ottobre del 1962 , il padre
Yves Concag, futuro cardinale, lo definì con giubilo: ‘La Rivoluzione
d'Ottobre della Chiesa' (con riferimento alla Rivoluzione d'ottobre leninista
del 1917): una Rivoluzione che non ebbe il suo punto culminante nei documenti
del Concilio ma nella Riforma liturgica che ad esso seguì".
Stia pur certo, Capitan Cocò Ricò, ormai gli "amici e
colleghi" del professor de Mattei ci sono abituati ad
essere"dossierati",schedati etc. da quando i suoi amici, bravi
ragazzi per l'amor di Dio, avevano il vizio d'andar in giro con le chiavi
inglesi ad aprir le teste dei "fascisti" (all'epoca termine
onnicomprensivo per indicare reazionari, pacelliani , tridentini,
tradizionalisti, insomma , tutta la feccia invisa a Gianni Gennari) come
si aprono i cocomeri di Faenza (poco male, si trattava solo di gente di
Destra!) e giravano con in mano un "dossier"... pensate, nel 1972,
dopo che il Centro Culturale San Bellarmino, a Firenze, fece celebrare una S.
Messa in rito romano antico dall'Ordinario Militare Mons. Pintonello, fu
distribuito un volantino con le foto, i nomi e i cognomi, l'indirizzo e la
targa dell'auto degli organizzatori e dell'arcivescovo : "noti reazionari
che celebrano messe fasciste con il capo dei cappellani militari
fascisti..." capito? La Messa Fascista, il vescovo
fascista...potrebbe sembrare un linguaggio rozzo, senza senso ma aveva una sua
precisa logica: il dossier era stato preparato ai piani alti
"clericalcomunisti" e, siccome anche il militante più cretino avrebbe
trovato strano andare a sprangare i fedeli di una Messa e il loro vescovo, si
metteva l’appellativo "fascista", così, tanto per incoraggiare la ciurma!
E essere trovati, allora, e riconosciuti voleva dire andare
all'altro mondo. Si vedeva che la cosa era stata "preconfezionata",
tutto veniva fatto con ogni crisma della legalità, rispettando la legge sulla
stampa: infatti il "dossier" era firmato: "Supplemento al
quotidiano Lotta Continua Reg. Trib. di Roma n.14442 del 13 -3-1972"
Insomma i primi difensori del Novus Ordo vanno ricercati,
dunque, tra i seguaci delle idee di quel giornale che alla morte del
Commissario Luigi Calabresi (ricorda l'ex don Gennari?) esultò dichiarando :
"Un atto di giustizia nel quale si identificano tutti gli sfruttati".
E come non poteva essere in quei giorni raggianti dopo la Rivoluzione d'Ottobre
della Chiesa!
Quando nel 1989 formammo il Comitato ANTI 89 ( lo
presentarono a Palazzo Pallavicini i Docenti Universitari :Augusto del Noce,
Jean de Viguerie, Massimo de Leonardis e Roberto de Mattei e due giornalisti,
il sottoscritto e il collega francese François Brignau) per portare anche il
nostro contributo alla discussione che si aprì nel duecentesimo anniversario
della Presa della Bastiglia, del Terrore, della Vandea...formammo quindi il
Comitato per ricordare le Insorgenze cattoliche antigiacobine dei "Viva
Maria!": iniziavamo i Convegni con la Santa Messa in rito romano antico.
Molte furono le opere pubblicate in quel periodo, tra cui le pubblicazioni di
Massimo Viglione (ampiamente recensite e apprezzate, ad esempio, da Paolo Mieli
su "Il Corriere della Sera), le tesi di laurea, i Premi letterari, le
conferenze...sì, ricordavamo, i Martiri della Vandea con la celebrazione dello
stesso rito con cui gl'insorti, nei boschi della Vandea, ricevevano la
Comunione dai preti "refrattari", quella stessa Messa e quello stesso
rito .
Ebbene, ecco cosa fanno i vari Cecco Grullo in servizio
permanente effettivo: consegnano i vari "dossier" preparati, come
appunto sarà quello del riverito ex don Gennari, e li consegnano a un povero
disgraziato, certo Ugo Maria Tassinari, che mette insieme un'insalata russa e
che ti fa? Una pubblicazione di un libro di circa seicento pagine in cui infila
di tutto (il bello è che tra i dossierati ci sono anche quei personaggi tristi
che hanno un passato lefebvriano da far scordare e che, oggi, sono dalla parte
di Gianni Gennari) dai bombaroli, agli ex Sciarpa Littori, dai tradizionalisti
ai leghisti, dai berlusconiani ai democristiani come Rocco
Buttiglione e Introvigne etc...e l'opera dovrebbe, ci viene spiegato, scoprire:
"Un'altra parte, la più inquietante ...della Guerra Fredda"...de
Mattei, per informazioni ricevute da uno che fa "dossier", vien
schedato come uomo " di rigore assoluto" e che ha condotto
"Numerose battaglie su questo fronte: da quella contro la bestemmia al
boicottaggio della tournée di Madonna" (Mah va!) e il sottoscritto
accusato di essere "un'insegnante" (con l'apostrofo) che ha fondato
l'Anti 89 e si capisce subito il perché di "Un'insegnante" con
l'apostrofo, quando, in quarta di copertina, leggiamo il curriculum dell'autore
e schedatore: "appartiene alla generazione che ha tentato l'assalto al
cielo e non se ne è pentito" e lo avevamo capito già: un giro di parole
che poteva essere riassunto così "Un sessantottino asino che scrive un
insegnante con l'apostrofo".
E che cosa ha scritto di male il sessantottino asino?
Poverino, niente di niente, se non cercare, nel contesto, la criminalizzazione
delle persone, arte in cui eccellono i sinistri, in particolare i
cattocomunisti rifrittura d'ateo. Diceva il Pubblico Ministero durante i
processi nel periodo del Terrore: "Datemi una parola di una persona e la
porterò alla ghigliottina".
Lo stesso faranno e ce lo racconteranno con le Insorgenze
storiche, mescolando personaggi cattolici e atei, docenti, editori, giornalisti
e politici, personaggi di destra e di sinistra, persino vescovi e giornalisti
rai...compreso "Er Caghetta" l'ex Onorevole Gianfranco Fini...per far
scorgere una sorta di complotto, o roba del genere: E delle opere che, nel
frattempo, sono uscite e degli studi fatti in questi anni… Nulla. Loro fanno
storia non studiando o consultando le fonti, ma schedando chi non è dalla loro
parte. (Cfr. Massimo Viglione in "Le Insorgenze Controrivoluzionarie nella
Storiografia Italiana: Dibattito Scientifico e Scontro Ideologico
(1799-2012)" Ed. Leo S. Olschki Editore- Firenze MMXIII)
Ma attendiamo con ansia il "dossier" di Gianni
Gennari e fin da ora anticipiamo un solenne:
CU CU
CU CU CU CU CU CU CU CU.... PRRRRRRRRRRRRRRRRRR
BUONASERA!
Siccome il giovedì prendo sempre "Il Foglio" per
leggermi la rubrica "Controriforme" di Francesco Agnoli, ho letto
questa volta il suo pezzo dal gozziano titolo "Pizzi e Merletti" e
fin qui tutto bene fino al sottotitolo: "Quanto c'è poco di diverso tra Bergoglio
e il suo predecessore Ratzinger, latino compreso". Prima di continuare
cerco di ingoiare il rospo e dirò chi è Francesco Agnoli: lo conosco da tanto
tempo e per lui vale il vecchio adagio: "Talis pater talis Filius".
Infatti è figlio di Carlo Alberto, Presidente del Tribunale dei Minori di
Trento, al quale molto debbo, e al quale molto deve tutto il mondo della
Tradizione. Mi ricordo un gesto difficile da dimenticare: a Bologna mi
consegnò, una quindicina di anni fa, il suo primo stipendio di Docente liceale
per contribuire alla stampa di un numero di "Controrivoluzione"
dedicato ai temi etici, con lui fondammo a Firenze, in occasione del referendum
sulla fecondazione assistita "Un popolo per la famiglia" e si deve
molto anche a lui quella mobilitazione e quel risveglio dalla letargia
dell'associazionismo cattolico; molto si deve a lui se sono uscite
pubblicazioni, libri, articoli su giornali che affrontano i temi etici come
l'aborto, la droga, l'eutanasia etc., Lo ricordo fin da ragazzino a volantinare
per l'ANTI 89, ricordo una pubblicazione (fatta a sue spese) su la Messa
cattolica, la Messa di sempre e di tutti dal significativo titolo
"L'Ultima Messa di Padre Pio", ricordo la sua generosa collaborazione
a "Controrivoluzione" e la sua partecipazione , come oratore, ai
Convegni della Tradizione alla mia Civitella del Tronto, ricordo la gioia che
mi dà la presentazione dei suoi libri che, ogni anno, facciamo a Firenze,
preceduta dalla Santa Messa in rito antico. Infine la Marcia per la vita: un
miracolo entusiasmante , migliaia e migliaia di persone ( e quante famiglie con
i bambini) che danno la testimonianza in difesa della vita, dalla nascita alla
morte naturale, migliaia e migliaia di persone che, ci dicevano, non si
sarebbero mai mosse da casa perché, beh, ormai l'aborto è legge dello
stato...Darei cento medaglie a Francesco, ma quella più bella sarebbe per la
pubblicazione del suo: "Storia del Movimento per la Vita" (Fede e
Cultura), dove si rivela la vera genesi e struttura di quell'associazione (MpV)
in cui, al di là del generoso e meritorio impegno di tanti che vi hanno
militato o vi militano rivela, con tanto di prove e documentazione, come nacque
in realtà il MpV e la funzione che ha svolto e che ancora dovrebbe svolgere:
quella di trasformare in democristiani tanti buoni cattolici reattivi che
vorrebbero battagliare. Le gerarchie cattoliche nel 1974 e in particolare la
CEI (nonostante, va detto, la sincera sofferenza dell'amletico Paolo VI che
molto fu colpito dalle vicende referendarie) nulla fecero per appoggiare la
battaglia contro il divorzio, anzi, nell'ultimo comunicato CEI, ci si
soffermava più nell'esortare gli antidivorzisti a non fare una guerra di
religione che non ad esortare al voto contro l'iniqua legge che introdusse
nelle famiglie "il perenne atroce sospetto". Dopo la sconfitta i
vescovi tennero alla larga i promotori dei comitati per il referendum che
avrebbero voluto continuare nella loro testimonianza, affrontando i temi etici
senza complesso di inferiorità. Molti pensavano già a riprendersi la rivincita
con l'abrogazione della legge sull'aborto. Si formarono comitati spontanei che
Francesco ricorda grazie anche alle vicende e alla documentazione del padre.
Per la Cei, per i vertici vaticani tutti in mano alle sinistre (oggi si direbbe
"cattocomunisti" allora erano "cattolici per il
socialismo"), queste persone "incontrollabili", che non
cercavano il dialogo conciliare, andavano fermate, monitorate, messe a posto, e
allora il Cardinal Benelli incaricò il Magistrato Casini di riportare l'ordine
napoleonico. Tutti buoni, tutti zitti, o meglio parlo io per tutti, dialogo con
prudenza e già che ci sono, mi candido con La Democrazia Cristiana così
diventerò parlamentare per meglio contribuire alla causa. E allora avvenne che
i bravi militanti, per oltre trent'anni, abbiano lavorato, credendo di lavorare
in difesa della vita, per far prendere voti a Casini che veniva eletto, ogni
volta, con grandi consensi, facendo credere che quella fosse una vittoria del
MpV. Poi ci fu la richiesta di referendum e non si ebbe nemmeno il coraggio di
chiedere un referendum abrogativo contro l'aborto, ma se ne chiesero due: uno
minimale e uno massimale (le porcherie dei democristiani!). Francesco Agnoli ha
scoperto il gioco. E ha dimostrato che si può agire anche da
"galletti" e non solo da "capponi".
Mi sembra di aver lustrato abbastanza il medagliere e nel
frattempo ho cercato di buttare giù il rospo di Bergoglio, ma non ci sono
riuscito.
Francesco afferma che "Oggi dopo Benedetto XVI, è l'ora
di Francesco: la sua sensibilità liturgica è diversa da quella del
predecessore...i gesuiti non sono mai stati, quanto a stile liturgico, come i
benedettini..." (Ratzinger era benedettino? n.p.c.). Insomma con il cambio
del pontificato in molti avremmo cominciato a farci prendere dalla fantasia e a
farneticare su presunti licenziamenti dei precedenti cerimonieri "Pietro
Marini in testa". Cercando non di raccontare il Papa nella realtà, ma
"darne l'immagine che interessa loro".
… VADO AD APRIRE LA PORTA. HANNO SUONATO. C'ERA IL LATTAIO,
RIPRENDO A SCRIVERE.
Premesso che quel Pietro Marini a cui fa riferimento Agnoli
fu, semmai "licenziato" da Ratzinger che prese Guido Marini, di
Genova. Ciò premesso, non so se qualcuno abbia messo in giro la voce del
licenziamento di Guido Marini; io so solo che non appena apparve Bergoglio io
rimasi sconcertato da quella sua demagogia: "beneditemi voi", da quel
suo abbigliamento "falso povero" e di cattivo gusto, da quel suo atto
di orgoglio nel rifiuto della mozzetta e della stola: quello sì, io, e come me
migliaia, milioni di persone, videro negli occhi di Mons. Guido Marini lo
sgomento. Per quanto riguarda "Pietro", che credo sia Piero, potrebbe
essere richiamato in servizio: era quello che aveva trasformato le celebrazioni
in Vaticano nello spettacolo di un circo equestre, che aveva vestito i
cardinali da pagliacci, che in occasione dell'Anno Santo fece suonare,
anziché le Non so
dunque se sia stato "riassunto": il regista di quella carnevalata di
Lampedusa (rimando alla lettura dell'articolo del professor Franco Cardini sul
sito Effedieffe che rende omaggio al papa filomusulmano nella speranza che i
tradizionalisti facciano abiura della fede e abbandonino la Chiesa cattolica),
nella quale si è offesa la dignità del Vicario di Cristo mettendolo su un
tavolino vestito da Capitan Findus, è per amore della Chiesa e del Papa che io
ho spento, con le lacrime agli occhi, il televisore...E poi, quel "Buon
Ramadan che vi porti tanti frutti spirituali": cerchiamo di esser seri, se
il ramadan porta buoni frutti, se basta quella loro religione, facciamo festa,
andiamo ai Caraibi, che bisogno c'è dell'evangelizzazione. Penso che Francesco
sarà d'accordo con me a non ritenere vincolanti quelle esternazioni
estemporanee del "vescovo di Roma", oppure anche lui la pensa come,
ormai, la pensano un po' tutti, anche coloro che in chiesa non hanno mai messo
piede, ovvero che anche gli starnuti di questo papa siano infallibili? Non mi
soffermo in quella carnevalata della Locanda Santa Marta, lì non c'è niente da
obiettare.
campane e l'organo, il corno da indigeni mezzi nudi.
Diceva Buffon: lo stile è l'uomo. Dove non riesco a capire
cosa sia successo a Francesco Agnoli è quando afferma che il Papa avrebbe la
volontà di continuare sulla strada di Benedetto XVI per l'applicazione della
Messa in rito romano antico. Per cortesia non scherziamo. Non sto parlando a
uno sprovveduto, sto parlando a una persona che è informata quanto me, forse
più di me, come sia andato il commissariamento dei frati Francescani
dell'Immacolata. Una cosa disgustosa, una persecuzione di una gravità di cui
non abbiam ricordo nemmeno durante il papato di Montini. Spero che Francesco
non creda alle barzellette: i Francescani dell'Immacolata sono stati fatti
fuori, azzerati - alla maniera giacobina- perché fedeli alla Messa antica, alla
Messa di sempre e di tutti. Le beghe, le dispute che stanno facendo provengono
da una piccola maggioranza di Giuda che presto, prestissimo, avrà in mano
l'ordine che, tempo, tre o quattr'anni, sarà come tutti gli altri: estinto o in
via d'estinzione. I francescani avrebbero dovuto obbedire in tutto, ma non in
quell'ordine iniquo e illegittimo come, appunto, scrisse Jean Madiran:
"Nessun pontefice può, SENZA ABUSO di potere, interdire il rito millenario
della Chiesa cattolica, canonizzato dal Concilio di Trento. Se tale abuso fosse
effettivamente prodotto , l'obbedienza a Dio e alla Chiesa sarebbe di resistere
e non di subirlo in silenzio". Il subirlo sarà la loro fine.
L'ultima parte - e Francesco deve credermi- è stata per me
una pugnalata. Cosa è ricevere pugnalate dai nemici, cosa è riceverla da un
amico, da uno che considero come un familiare. Nella sua foga declamatoria - e
sembra proprio lo faccia a bella posta-scioglie un cantico in onore di quel
"branchetto" di personaggi folkloristici che non saprei nemmeno come
chiamare: "saranno contenti...gli aderenti al Coetus internationalis
summorum pontificum, che anche quest'anno dal 24 al 27 ottobre compiranno
la loro Peregrinatio ad Petri Sedem." Tale pellegrinaggio avrebbe lo
scopo di portare pellegrini in San Pietro per un messa in latino e in pratica
per ringraziare il Papa. Ringraziarlo di che?
Francesco sa bene - ne parlammo lo scorso anno- che questa
operazione è stata voluta da ben "individuati ambienti vaticani" su
proposta di qualche "monsignore" pseudotradizionalista che avrebbe
assicurato, in cambio di una Messa in San Pietro, l'obbedienza cieca pronta e
assoluta dei cosiddetti gruppi stabili. Tutto qui: il bastone e la carota. Il
Commissariamento (la fine) dei Francescani dell'Immacolata e la carota una
messa di qualche decina di persone in San Pietro (alle due del pomeriggio, come
lo scorso anno). Insomma, in campo ecclesiale, lo stesso di ciò che Francesco
Agnoli ha denunziato in campo politico con il Mpv.: servirsi di qualcuno per
trasformare la "reazione" cattolica in qualcosa di politicamente
corretto. Con la differenza che Benelli, che era intelligentissimo, scelse un
abile Casini, mentre questi qui, che sono di bocca buona, hanno raccattato
quello che passa la piazza come dimostrano le dichiarazioni di Capocchia a
Vatican Insider, l'agenzia del giornale della Massoneria "La Stampa".
Un fenomeno da baraccone. Un ultima cosa: il titolo del pezzo di Agnoli,
"Pizzi e merletti", per cui scrive: "Infatti, a modesto parere
di chi scrive, non manca nel mondo degli amanti del rito latino chi rischia di
badare troppo alla pura estetica, e, per dirla così, ai 'pizzi e merletti'
" Non possiamo che concordare, si guardi intorno, tra i suoi nuovi amici,
Francesco, e troverà non solo - ad abundantiam- trine e merletti… e tacchi a
spillo, ma punto in croce, cipria, fard, capelli tinti di celeste, fondo
tinta...rosolio, confetti, insomma il salottino di nonna Speranza. Avrei
rivisto volentieri Francesco e presentato un suo libro (ad esempio quello sugli
ospedali, molto bello) ma non si può più celebrare, grazie a questo suo Papa
"tradizionalista", prima della conferenza (il celebrante è stato
interdetto), come accadeva da anni, la Messa cattolica, la nostra Messa, la
Messa di sempre e di tutti.
BUONANOTTE
di Pucci Cipriani
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