- CAUSA DEL SUO GRAN RITIRO: DIFFUSA L’OMELIA DI BENEDETTO XVI SULLA “DISCESA” -
Papa Francesco e Papa Benedetto: che coppia! Nel giorno dell’addio di Bertone, il “Papa Bianco” torna ad apparire in pubblico (di ottimo umore) attraverso una omelia - “Un posto che può sembrare molto buono, può rivelarsi invece molto brutto”: riferimento a Tarcisio?...
Giacomo Galeazzi per La Stampa
BERTONE - PAPA
Una ricomparsa che sorprende. Sceso dal Soglio di Pietro quella di Ratzinger, doveva essere interamente una vita di nascondimento e preghiera. E invece dopo l'enciclica a quattro mani con il suo successore e la consacrazione «in tandem» del Vaticano a San Michele, Joseph Ratzinger torna a far sentire la sua voce.
Chi, nel mondo e nella storia, si trova ai primi posti «deve sapere di essere in pericolo», e «un posto che può sembrare molto buono, può rivelarsi invece molto brutto». Al contrario, ci si trova sulla «giusta via» diventando persone che «scendono», al fine di «servire» e portare la «gratuità di Dio».
PAPA BENEDETTO XVI E TARCISIO BERTONE
Ha evocato indirettamente temi legati alla sua storica rinuncia al pontificato l'omelia pronunciata ieri mattina da Benedetto XVI nella messa celebrata in Vaticano per i suoi ex-allievi, riuniti in questi giorni a Castel Gandolfo nel tradizionale seminario estivo del «Ratzinger Schuelerkreis».
Ratzinger si è unito agli ex allievi in una messa alle 9.30 nella cappella del Governatorato. Presenti una cinquantina di persone, riferisce Radio Vaticana, il Papa emerito ha concelebrato con i cardinali Koch e Schoenborn, gli arcivescovi Gaenswein e Adoukonou, l'ausiliare di Amburgo, Jaschke.
BERTONE PAPA BIG
Il Pontefice emerito nell'omelia si è soffermato sulla considerazione che ognuno nella vita vuole trovare il suo posto buono, interrogandosi quindi su quale sia veramente il posto giusto, sulla scorta del Vangelo domenicale in cui Gesù invita a prendere l'ultimo posto. Questioni che, alla luce delle dimissioni del Papa, assumono un significato particolare.
«Nell'opinione pubblica cattolica c'è stata una rimozione velocissima della figura di Ratzinger, totalmente coperta da quella del suo successore, quindi la sua ricomparsa è uno stimolo a recuperare un grande patrimonio di insegnamento - commenta il sociologo Luca Diotallevi, vicepresidente del comitato organizzatore delle Settimane Sociali dei cattolici Italiani -.Tanto più che il carattere riservato e austero del Pontefice emerito fa sicuramente pensare che la diffusione della sua omelia sia stata concordata con Francesco».
PAPA RANZINGER BENEDETTO XVI E CARDINALE BERTONE
Insomma, nessuno «scandalo», anzi. «Questo evento ci aiuta a comprendere uno dei principali insegnamenti del Concilio Vaticano II quello che la Chiesa vive non di attimi e di singole personalità ma di una tradizione che si rinnova», assicura Diotallevi. Ratzinger è apparso in buone condizioni di salute e di ottimo umore.
«E' molto contento di ciò che Francesco sta facendo per la Chiesa», osservano in Curia. Dunque, qualunque sia il posto che la storia vorrà assegnarci, quello che è determinante, ha evidenziato il Papa emerito, è «la responsabilità davanti a Dio, e la responsabilità per l'amore, per la giustizia e per la verità». Benedetto XVI ha fatto notare che «Cristo, il Figlio di Dio, scende per servire noi e questo fa l'essenza di Dio».
Dunque, «noi ci troviamo sulla via di Cristo, sulla giusta via se in sua vece e come lui proviamo a diventare persone che "scendono" per entrare nella vera grandezza, nella grandezza di Dio che è la grandezza dell'amore», ha puntualizzato Ratzinger. Secondo il Papa emerito, «l'altezza della Croce è l'altezza dell'amore di Dio, l'altezza della rinuncia di se stesso e la dedizione agli altri».
VITTORIO MESSORI
Così, «questo è il posto divino, e noi vogliamo pregare Dio che ci doni di comprendere questo sempre di più e di accettare con umiltà, ciascuno a modo proprio, questo mistero dell'esaltazione e dell'umiliazione». Infine Benedetto XVI ha ricordato che «pur nella lotta per la giustizia nel mondo, non dobbiamo mai dimenticare la "gratuità" di Dio, il continuo dare e ricevere», e dobbiamo costruire sul fatto che «ci sono persone buone che ci donano "gratis" la loro bontà».
2-«UN'ESPOSIZIONE CHE POTREBBE CONFONDERE I FEDELI»
VITTORIO MESSORI2-«UN'ESPOSIZIONE CHE POTREBBE CONFONDERE I FEDELI»
Vittorio Messori, come spiega la ricomparsa di Ratzinger?
«Non è nelle intenzioni di Benedetto XVI, ma c'è il rischio di creare confusione tra i fedeli abituati da sempre ad avere e ad ascoltare un Papa per volta: un corto circuito comunicativo che renda difficile attribuire una cosa al Papa regnante rispetto a quello emerito.
«Non è nelle intenzioni di Benedetto XVI, ma c'è il rischio di creare confusione tra i fedeli abituati da sempre ad avere e ad ascoltare un Papa per volta: un corto circuito comunicativo che renda difficile attribuire una cosa al Papa regnante rispetto a quello emerito.
Al momento della rinuncia, Benedetto XVI chiarì di voler letteralmente "sparire agli occhi del mondo" e tutti pensammo che la scelta sarebbe caduta su un monastero benedettino, su una qualche clausura inaccessibile e remota. Invece si è optato per il posto meno nascosto e più visibile del mondo: il Vaticano».
Che situazione si crea?
«Mi astengo dal giudizio. Siamo in presenza di una sorta di enigma religioso che noi fedeli non possiamo che accettare. Ratzinger ha rivelato di avere preso la decisione di rinunciare al pontificato per una sorta di mozione divina: non una apparizione ma una voce interiore venuta dall'Alto. Può darsi che questa " voce " gli abbia anche indicato come e dove vivere il suo ritiro. Se è così, chi siamo noi per giudicare secondo le nostre , pur ragionevoli, categorie umane?».
«Mi astengo dal giudizio. Siamo in presenza di una sorta di enigma religioso che noi fedeli non possiamo che accettare. Ratzinger ha rivelato di avere preso la decisione di rinunciare al pontificato per una sorta di mozione divina: non una apparizione ma una voce interiore venuta dall'Alto. Può darsi che questa " voce " gli abbia anche indicato come e dove vivere il suo ritiro. Se è così, chi siamo noi per giudicare secondo le nostre , pur ragionevoli, categorie umane?».
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