In una conversazione telefonica, Don Pierpaolo Petrucci, Superiore del Distretto Italia della Fraternità Sacerdotale San Pio X, ci ha gentilmente chiarito quanto segue:
È anche importante specificare, sempre a correzione di informazioni errate, che all’interno del Priorato tutto si è svolto regolarmente. I facinorosi sono sempre rimasti all’esterno e nessun incidente ha turbato le celebrazioni.
Ulteriori incidenti, sempre all’esterno del Priorato, ci sono stati, come noto, quando la Polizia ha provveduto al trasporto della salma per ulteriore destinazione.
La cronaca degli incidenti e un giudizio su tutta la vicenda saranno oggetto di altri articoli.
Qui ci interessa sottolineare che è stato fatto tutto ciò che prescrive la Chiesa per l’anima del defunto Erich Priebke, affidato ora al Giudizio del Signore.
Di ciò non possiamo che essere grati alla Fraternità San Pio X, che ha evitato lo scandalo di un rifiuto immotivato di funerali religiosi.
Personalmente voglio anche esprimere la mia gratitudine a Don Pierpaolo Petrucci per la sua disponibilità e la sua cortesia.
- Il furgone che trasportava il corpo di Priebke è arrivato al Priorato di Albano verso le 17.30, entrando grazie all’intervento delle Forze dell’Ordine, come abbiamo visto tutti in televisione e sui giornali.
- L’avvocato della famiglia ha chiesto alla Polizia di adoperarsi per far entrare una parte di familiari e amici del defunto, che erano rimasti bloccati all’esterno, per la presenza di facinorosi. Ciò non è stato possibile.
- In attesa che potessero entrare i parenti e amici rimasti bloccati all’esterno è stata celebrata la Santa Messa. In tarda serata sono state celebrate le Esequie.
- È stato quindi fatto tutto ciò che prescrive la Chiesa cattolica per l’anima del defunto Erich Priebke.
- Non vi era alcun motivo di rifiutare i conforti religiosi. Il defunto era cattolico, si comunicava regolarmente (né nella sua Parrocchia gli era mai stata negata l’Eucaristia) e si deve quindi presumere che si accostasse regolarmente anche al sacramento della Confessione.
È anche importante specificare, sempre a correzione di informazioni errate, che all’interno del Priorato tutto si è svolto regolarmente. I facinorosi sono sempre rimasti all’esterno e nessun incidente ha turbato le celebrazioni.
Ulteriori incidenti, sempre all’esterno del Priorato, ci sono stati, come noto, quando la Polizia ha provveduto al trasporto della salma per ulteriore destinazione.
La cronaca degli incidenti e un giudizio su tutta la vicenda saranno oggetto di altri articoli.
Qui ci interessa sottolineare che è stato fatto tutto ciò che prescrive la Chiesa per l’anima del defunto Erich Priebke, affidato ora al Giudizio del Signore.
Di ciò non possiamo che essere grati alla Fraternità San Pio X, che ha evitato lo scandalo di un rifiuto immotivato di funerali religiosi.
Personalmente voglio anche esprimere la mia gratitudine a Don Pierpaolo Petrucci per la sua disponibilità e la sua cortesia.
http://www.unavox.it/Documenti/Doc0579_Don-Petrucci_Precisazioni_funerale_16.10.2013.html
di Samuel Satiricus Becci
Adesso vi spiego l'Inferno, la pagliuzza e il cammello (suppergiù).
L'Inferno
sarà quando un bravo cristiano (suppergiù) muore, sale fin alla soglia
del Paradiso - perché lui non ha mai ammazzato nessuno - e fa per
entrare, quand'ecco, vede che al di là della barricata - non molto
oltre, appena al di là, ai confini insomma (e si capisce il perché...) -
se ne passeggia beato nientepopodimenoche il Priebke. A questo punto il
bravo cristiano - una vita per i poveri e di messe coi palloni
all'offertorio - è nei guai fino al collo. Perché finché si tratta di
demonizzare i lefebvriani o chi vuol garantire un rito d'esequia a un
defunto cattolico, tutto bene: fa figo addirittura. Ma quando si
tratta di dire a Gesù Cristo di cacciare all'Inferno il Priebke, inizia
il casino. Anche se la tua coscienza ti dice che tu hai ragionissima -
perché sei un bravo cristiano - e che forse è Cristo che esagera col
perdono (si vede che Cristo obbedisce a Papa Francesco). Sì perché, al
bravo cristiano - facilmente ostile a cambiare il "versato per voi e
per tutti" in "versato per voi e per molti" - gli va giù amaro che quel
"per tutti" sia anche un potenziale "per Priebke". E in ogni caso
non gli va giù di ritrovarsi con Priebke, sebbene emarginato, per
l'eternità. E allora inizierà il suo bel Purgatorio: il tempo giusto per
imparare ad amare come Cristo, e quindi a stare volentieri in Paradiso
anche col Priebke. A desiderarlo addirittura. A desiderarlo... da
morire.
Questo è il cattolicesimo, ragazzi. E a me piace così. E per questo mi amareggia l’idea che la Catholica, quasi schiava di questo porco mondo moderno, se ne lasci dettare le leggi, fino a temere di celebrare i funerali al gerarca. Fa nulla. E purtroppo il tutto mostra solo che la FSSPX è ancora cattolica. Piaccia o dispiaccia.
Ciò
detto, la soluzione era semplice. Bestie come il Priebke vanno gettate
nel dimenticatoio della storia. Lasciarlo morire, funerali schitarrati
da un prete coatto di Tor Bella Monaca, e non parlarne più.
Mi capite, sì? Voglio dire… demonizzarlo… nell’epoca più diabolica che la storia registri… significa renderlo quasi un protagonista… non vi pare?
http://www.campariedemaistre.com/2013/10/priebke-in-paradiso.html
«Dunque Dio è gioioso, è interessante questo. E qual è la gioia di Dio? È perdonare… Qui c’è tutto il Vangelo,tutto il cristianesimo. Guardate che questo non è un sentimento, non è buonismo: la misericorida è la vera forza che può salvare l’uomo. Solo l’amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nel cuore e nella storia»
«Ognuno di noi – ha proseguito il pontefice – è quella pecora smarrita, quella moneta perduta, quel figlio che ha sciupato la propria libertà seguendo idoli falsi. Ma Dio non ci dimentica, il padre non ci abbandona mai, è un padre paziente, ci aspetta sempre, rispetta la nostra libertà ma rimane sempre fedele. Quando ritorniamo a Lui ci accoglie come figli nella sua casa, perché non smette mai neppure per un momento di aspettarci con amore. Il Suo cuore è in festa per ogni figlio che ritorna».
«Il pericolo è che noi pretendiamo di essere giusti e giudichiamo gli altri e giudichiamo anche Dio perché pensiamo che dovrebbe giudicare i peccatori, castigarli invece di perdonare. Allora sì che rischiamo di rimanere fuori dalla casa del Padre. Allora sì che rischiamo di rimanere fuori dalla casa del Padre! Come il fratello maggiore della parabola, che invece di essere contento perché suo fratello è tornato, si arrabbia con il padre che lo ha accolto e fa festa. Se nel nostro cuore non c’è la misericordia, la gioia del perdono, non siamo in comunione con Dio, anche se osserviamo tutti i precetti, perché è l’amore che salva, non la sola pratica dei precetti. È l’amore per Dio e per il prossimo che dà compimento a tutti i comandamenti. Questa è la sua gioia: perdonare».
Papa Francesco,13 Settembre 2013
Appena ho avuto notizia della morte di Erich Priebke,mi sono ricordato immediatamente di queste parole del Pontefice pronunciate poco più di un mese fa e mi sono detto:- «Ecco l’occasione per dimostare a tutto il mondo l’essenza del cattolicesimo,la coerenza di esso…»
Pensavo ciò perchè Priebke si era convertito al cattolicesimo e stando a testimonianze certe prima di morire aveva ricevuto i Sacramenti,quindi era «tutto in regola», secondo le norme della Chiesa egli aveva il sacrosanto diritto al funerale e nessuno uomo poteva impedire tale atto.
Alcune interviste dimostrano il suo «pentimento» non tanto agli occhi degli uomini quanto a quelli di Dio,egli cercava appunto la Sua misericordia e nell’intervista rilasciata ad Antonella Ricciardi(2004) così si era espresso:
«Io non avevo mai ucciso prima di quel giorno e non l’ho, grazie a Dio, mai più dovuto fare. L’essere la guerra fatta di massacri e di morte, non può alleviare il dramma di chi ha una coscienza e deve sopprimere una vita. Probabilmente le generazioni attuali, quelle che non hanno fatto la guerra non possono capire. Noi abbiamo dovuto sparare alle Ardeatine; non lo abbiamo fatto per un sentimento di odio. L’abbiamo dovuto fare in seguito ad un ordine irrifiutabile venuto direttamente da Hitler. Ciò che posso dire è che la rappresaglia era ed è ancora oggi una pratica legale in guerra. Non ubbidire sarebbe stato impossibile, come è dimostrato dalle vicende terribili di Hiroshima, di Dresda e di tutti i molteplici massacri e rappresaglie avvenuti nella seconda guerra mondiale, dove al contrario di quanto successe alle Ardeatine, si uccisero molto spesso indiscriminatamente anche donne e bambini.»
Tornando un attimo alle parole di Francesco,bisogna purtroppo constatare ancora una volta l’incoerenza della
gerarchia ecclesiastica che «predica bene e razzola male»,infatti potremmo applicare le sue parole al «caso
Priebke» e balzerebbe immediatamente agli occhi la differenza tra il dire il fare; soprattutto questa frase di
Francesco è emblematica: «Ognuno di noi è quella pecora smarrita, quella moneta perduta, quel figlio che ha
sciupato la propria libertà seguendo idoli falsi. Ma Dio non ci dimentica, il padre non ci abbandona mai, è un
padre paziente, ci aspetta sempre, rispetta la nostra libertà ma rimane sempre fedele. Quando ritorniamo a Lui
ci accoglie come figli nella sua casa, perché non smette mai neppure per un momento di aspettarci con amore.
Il Suo cuore è in festa per ogni figlio che ritorna».
Dobbiamo premettere che i nostri sono ragionamenti umani e non certo simili a quelli di Dio,che il giudizio spetta soltanto a Lui,ma possiamo ugualmente notare che Priebke è proprio «quel figlio che ha sciupato la propria libertà seguendo idoli falsi…» che ha avuto la Grazia della conversione ed è ritornato a Lui,proprio come diceva Francesco….Tutto molto bello,peccato che nella pratica niente di tutto ciò è successo,nessuno della Chiesa «lo ha accolto come figlio nella sua casa» se non quei soliti cattivoni della Fraternità San Pio X che non hanno fatto altro che il proprio dovere ricordandosi del Catechismo della Chiesa Cattolica e della «settima» opera di misericordia corporale ovvero seppellire i morti.
Un’altra loro colpa è stata quella di «pregare Dio per i vivi e per i morti»,opera di misericordia spirituale che vista l’insistenza dell’attuale Papa sul tema della misericordia di Dio sembrava esser stata recepita da tutto il clero ma che invece sembra non interessare più coloro che dovrebbero provvedere alla salvezza delle anime.
A questo punto mi chiedo: « Che tipo di misericordia si predica? A chi? A tutti o solo ad alcune categorie? Quali allora?” perchè finora pornodivi e transessuali ne hanno beneficiato pienamente senza che nessuno di questi prelati si sia mai chiesto se si fossero pentiti della loro condotta.
Fortunatamente le sorti delle nostre anime non sono nelle mani di tali preti ma esse saranno giudicate da Dio, senza opportunismi ,vergogne o cedimenti….
Perchè a questo punto si tratta non più di prediche per la salvezza delle anime,ma marketing pubblicitario che poi si applica più o meno a secondo dei casi,cedendo allo spirito del mondo,evitando ogni tipo di attrito, in totale opposizione alle parole di Gesù che ci ricorda che «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo,per questo il mondo vi odia».
A dimostrazione di quanto finora detto cito alcune frasi tratte dal comunicato stampa della Fraternità in merito al funerale di Priebke:
«Un cristiano che è stato battezzato e che ha ricevuto i sacramenti della Confessione e dell’Eucaristia,
qualunque siano stati le sue colpe ed i suoi peccati, nella misura in cui muore riconciliato con Dio e con la Chiesa ha diritto alla celebrazione della S. Messa e alle esequie….Con la presente ribadiamo il nostro rifiuto di ogni forma di antisemitismo e di odio razziale ma anche dell’odio sotto tutte le sue forme. La religione cattolica e quella della misericordia e del perdono.»
Da tutta questa vicenda appare davvero incredibile il paradosso che si è venuto a creare…. ossia i «lefebvriani»,
cattivoni disobbedienti al Papa sono stati gli unici a mettere in pratica le sue stesse parole!!
Piccolo « florilegio» di citazioni utili: “Perdonate e vi sarà perdonato” (Lc 6, 37)
“Io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato” (Mt 18,32)
“Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi” (1 Gv 1,8)
“Tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati” (2 Tm 3,12)
« Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna » (1 Gv 3,14-15)
P.S. ho voluto affrontare questo caso soltanto dal punto di vista «spirituale» poichè per la parte storica ci sono persone molto più competenti di me che per amore della verità sapranno render miglior servizio che pur è dovuto viste le mille bugie ideologiche che circondano la vicenda Priebke.
Alessandro Pini
http://radiospada.org/2013/10/vae-victis-caso-priebke/
Volevo non commentare, non entrare nella notizia dei
Volevo non commentare, non entrare nella notizia dei funerali (presunti, richiesti e negati) di Erich Priebke. Volevo evitare perché non è necessario il mio parere, di idiozie ne sono state dette (e fatte) come al solito troppe e una in più può solo che fare danni piuttosto che evitarne. Non entro, quindi, nei meriti della vicenda in sé, ma lamento, da cattolico, l’incapacità della Chiesa di dire una parola chiara sulla vicenda. Questo è quello che soffro io, da cattolico. Celebrare i funerali di un criminale è lecito? Sì o no? È preferibile farlo in forma privata e non pubblica? Bene, ma lo si faccia. E si dica che ce ne freghiamo di ciò che pensano i benpensanti. Si dica espressamente e orgogliosamente qual è la dottrina cattolica e cosa prevede il Codice di Diritto Canonico. E dopo averlo espresso, fatelo. Fregatevene dei potenti di questo mondo. Qual è il problema dei funerali a Priebke? Che non si è pentito? Lo si dica chiaro e tondo, allora, che il pentimento è necessario alla salvezza e al perdono. Ma è altrettanto necessario per il funerale? Perché il funerale, pregare per i morti, insieme alla preoccupazione di seppellirli questi morti, sono opere di misericordia (spirituale una, corporale l’altra). Perché i funerali la Chiesa li ha recentemente celebrati anche per persone che con la loro condotta, mai negata, hanno tradito la fede cattolica. Perché allora si celebrarono i funerali e oggi no? Dove sta la differenza? Celebrare un funerale è approvare la condotta di vita del defunto? Assolutamente no! Ma i necessari maschili attributi per dirlo sembrano latitare nel nostro clero. Perché nella Chiesa oggi ci si fracassano le orecchie con la storia della misericordia e del perdono. A tutti nessuno escluso. Perché Priebke, però, non dovrebbe essere perdonato? Chi pensa che io sia negazionista o filonazista si faccia un esame di coscienza (se ne ha ancora una, sa cosa sia e sa come esaminarla) e taccia per sempre. Io mi pongo solo delle domande logiche. Le colpe di Priebke sono quelle che sono e non le nego. Così come non nego, però, l’ipocrisia di coloro che sbandierano il perdono-sempre-e-comunque. Ci sono colpe che non si possono perdonare? Se sì diteci quali sono. La Shoah e la pedofilia? Va bene, ne prendo atto. Ma sicuri che siano legate a una dottrina e a una verità eterne e non influenzate dalle mode del momento? Che non significa sottovalutarne la portata, significa però non far dipendere il proprio Credo dalle vicende storiche e dalla mentalità dominante. Che poi, seppur volete continuamente aggiornarvi con ciò che scandalizza il mondo e essere ad esso proni, almeno fatecelo sapere. Perché l’ipocrita contraddizione del perdono-sempre-e-comunque poi reclama il suo, ridicolo e grottesco, conto.
Quello che esce da questa vicenda, aldilà dell’episodio in sé, è di una Chiesa che apre account su Twitter, profili Facebook, va a braccetto con il mondo e poi è drammaticamente incapace di dire ciò che Essa è e ciò in cui Essa crede.
Basterebbe studiare il Catechismo, la Dottrina cattolica. Ma chi la insegna? Chi la professa? Oggi l’importante è incontrare Cristo, farne esperienza e, parola di Papa Francesco, seguire quello che si considera sia il bene. Parole queste che, alla luce di questi tristissimi eventi, mostrano tutta la loro pochezza e pericolosità.
http://infinito-quotidiano.blogspot.com/2013/10/volevo-non-commentare-non-entrare-nella.html
«Ognuno di noi – ha proseguito il pontefice – è quella pecora smarrita, quella moneta perduta, quel figlio che ha sciupato la propria libertà seguendo idoli falsi. Ma Dio non ci dimentica, il padre non ci abbandona mai, è un padre paziente, ci aspetta sempre, rispetta la nostra libertà ma rimane sempre fedele. Quando ritorniamo a Lui ci accoglie come figli nella sua casa, perché non smette mai neppure per un momento di aspettarci con amore. Il Suo cuore è in festa per ogni figlio che ritorna».
«Il pericolo è che noi pretendiamo di essere giusti e giudichiamo gli altri e giudichiamo anche Dio perché pensiamo che dovrebbe giudicare i peccatori, castigarli invece di perdonare. Allora sì che rischiamo di rimanere fuori dalla casa del Padre. Allora sì che rischiamo di rimanere fuori dalla casa del Padre! Come il fratello maggiore della parabola, che invece di essere contento perché suo fratello è tornato, si arrabbia con il padre che lo ha accolto e fa festa. Se nel nostro cuore non c’è la misericordia, la gioia del perdono, non siamo in comunione con Dio, anche se osserviamo tutti i precetti, perché è l’amore che salva, non la sola pratica dei precetti. È l’amore per Dio e per il prossimo che dà compimento a tutti i comandamenti. Questa è la sua gioia: perdonare».
Papa Francesco,13 Settembre 2013
Appena ho avuto notizia della morte di Erich Priebke,mi sono ricordato immediatamente di queste parole del Pontefice pronunciate poco più di un mese fa e mi sono detto:- «Ecco l’occasione per dimostare a tutto il mondo l’essenza del cattolicesimo,la coerenza di esso…»
Pensavo ciò perchè Priebke si era convertito al cattolicesimo e stando a testimonianze certe prima di morire aveva ricevuto i Sacramenti,quindi era «tutto in regola», secondo le norme della Chiesa egli aveva il sacrosanto diritto al funerale e nessuno uomo poteva impedire tale atto.
Alcune interviste dimostrano il suo «pentimento» non tanto agli occhi degli uomini quanto a quelli di Dio,egli cercava appunto la Sua misericordia e nell’intervista rilasciata ad Antonella Ricciardi(2004) così si era espresso:
«Io non avevo mai ucciso prima di quel giorno e non l’ho, grazie a Dio, mai più dovuto fare. L’essere la guerra fatta di massacri e di morte, non può alleviare il dramma di chi ha una coscienza e deve sopprimere una vita. Probabilmente le generazioni attuali, quelle che non hanno fatto la guerra non possono capire. Noi abbiamo dovuto sparare alle Ardeatine; non lo abbiamo fatto per un sentimento di odio. L’abbiamo dovuto fare in seguito ad un ordine irrifiutabile venuto direttamente da Hitler. Ciò che posso dire è che la rappresaglia era ed è ancora oggi una pratica legale in guerra. Non ubbidire sarebbe stato impossibile, come è dimostrato dalle vicende terribili di Hiroshima, di Dresda e di tutti i molteplici massacri e rappresaglie avvenuti nella seconda guerra mondiale, dove al contrario di quanto successe alle Ardeatine, si uccisero molto spesso indiscriminatamente anche donne e bambini.»
Tornando un attimo alle parole di Francesco,bisogna purtroppo constatare ancora una volta l’incoerenza della
gerarchia ecclesiastica che «predica bene e razzola male»,infatti potremmo applicare le sue parole al «caso
Priebke» e balzerebbe immediatamente agli occhi la differenza tra il dire il fare; soprattutto questa frase di
Francesco è emblematica: «Ognuno di noi è quella pecora smarrita, quella moneta perduta, quel figlio che ha
sciupato la propria libertà seguendo idoli falsi. Ma Dio non ci dimentica, il padre non ci abbandona mai, è un
padre paziente, ci aspetta sempre, rispetta la nostra libertà ma rimane sempre fedele. Quando ritorniamo a Lui
ci accoglie come figli nella sua casa, perché non smette mai neppure per un momento di aspettarci con amore.
Il Suo cuore è in festa per ogni figlio che ritorna».
Dobbiamo premettere che i nostri sono ragionamenti umani e non certo simili a quelli di Dio,che il giudizio spetta soltanto a Lui,ma possiamo ugualmente notare che Priebke è proprio «quel figlio che ha sciupato la propria libertà seguendo idoli falsi…» che ha avuto la Grazia della conversione ed è ritornato a Lui,proprio come diceva Francesco….Tutto molto bello,peccato che nella pratica niente di tutto ciò è successo,nessuno della Chiesa «lo ha accolto come figlio nella sua casa» se non quei soliti cattivoni della Fraternità San Pio X che non hanno fatto altro che il proprio dovere ricordandosi del Catechismo della Chiesa Cattolica e della «settima» opera di misericordia corporale ovvero seppellire i morti.
Un’altra loro colpa è stata quella di «pregare Dio per i vivi e per i morti»,opera di misericordia spirituale che vista l’insistenza dell’attuale Papa sul tema della misericordia di Dio sembrava esser stata recepita da tutto il clero ma che invece sembra non interessare più coloro che dovrebbero provvedere alla salvezza delle anime.
A questo punto mi chiedo: « Che tipo di misericordia si predica? A chi? A tutti o solo ad alcune categorie? Quali allora?” perchè finora pornodivi e transessuali ne hanno beneficiato pienamente senza che nessuno di questi prelati si sia mai chiesto se si fossero pentiti della loro condotta.
Fortunatamente le sorti delle nostre anime non sono nelle mani di tali preti ma esse saranno giudicate da Dio, senza opportunismi ,vergogne o cedimenti….
Perchè a questo punto si tratta non più di prediche per la salvezza delle anime,ma marketing pubblicitario che poi si applica più o meno a secondo dei casi,cedendo allo spirito del mondo,evitando ogni tipo di attrito, in totale opposizione alle parole di Gesù che ci ricorda che «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo,per questo il mondo vi odia».
A dimostrazione di quanto finora detto cito alcune frasi tratte dal comunicato stampa della Fraternità in merito al funerale di Priebke:
«Un cristiano che è stato battezzato e che ha ricevuto i sacramenti della Confessione e dell’Eucaristia,
qualunque siano stati le sue colpe ed i suoi peccati, nella misura in cui muore riconciliato con Dio e con la Chiesa ha diritto alla celebrazione della S. Messa e alle esequie….Con la presente ribadiamo il nostro rifiuto di ogni forma di antisemitismo e di odio razziale ma anche dell’odio sotto tutte le sue forme. La religione cattolica e quella della misericordia e del perdono.»
Da tutta questa vicenda appare davvero incredibile il paradosso che si è venuto a creare…. ossia i «lefebvriani»,
cattivoni disobbedienti al Papa sono stati gli unici a mettere in pratica le sue stesse parole!!
Piccolo « florilegio» di citazioni utili: “Perdonate e vi sarà perdonato” (Lc 6, 37)
“Io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato” (Mt 18,32)
“Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi” (1 Gv 1,8)
“Tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati” (2 Tm 3,12)
« Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna » (1 Gv 3,14-15)
P.S. ho voluto affrontare questo caso soltanto dal punto di vista «spirituale» poichè per la parte storica ci sono persone molto più competenti di me che per amore della verità sapranno render miglior servizio che pur è dovuto viste le mille bugie ideologiche che circondano la vicenda Priebke.
Alessandro Pini
http://radiospada.org/2013/10/vae-victis-caso-priebke/
Volevo non commentare, non entrare nella notizia dei
Volevo non commentare, non entrare nella notizia dei funerali (presunti, richiesti e negati) di Erich Priebke. Volevo evitare perché non è necessario il mio parere, di idiozie ne sono state dette (e fatte) come al solito troppe e una in più può solo che fare danni piuttosto che evitarne. Non entro, quindi, nei meriti della vicenda in sé, ma lamento, da cattolico, l’incapacità della Chiesa di dire una parola chiara sulla vicenda. Questo è quello che soffro io, da cattolico. Celebrare i funerali di un criminale è lecito? Sì o no? È preferibile farlo in forma privata e non pubblica? Bene, ma lo si faccia. E si dica che ce ne freghiamo di ciò che pensano i benpensanti. Si dica espressamente e orgogliosamente qual è la dottrina cattolica e cosa prevede il Codice di Diritto Canonico. E dopo averlo espresso, fatelo. Fregatevene dei potenti di questo mondo. Qual è il problema dei funerali a Priebke? Che non si è pentito? Lo si dica chiaro e tondo, allora, che il pentimento è necessario alla salvezza e al perdono. Ma è altrettanto necessario per il funerale? Perché il funerale, pregare per i morti, insieme alla preoccupazione di seppellirli questi morti, sono opere di misericordia (spirituale una, corporale l’altra). Perché i funerali la Chiesa li ha recentemente celebrati anche per persone che con la loro condotta, mai negata, hanno tradito la fede cattolica. Perché allora si celebrarono i funerali e oggi no? Dove sta la differenza? Celebrare un funerale è approvare la condotta di vita del defunto? Assolutamente no! Ma i necessari maschili attributi per dirlo sembrano latitare nel nostro clero. Perché nella Chiesa oggi ci si fracassano le orecchie con la storia della misericordia e del perdono. A tutti nessuno escluso. Perché Priebke, però, non dovrebbe essere perdonato? Chi pensa che io sia negazionista o filonazista si faccia un esame di coscienza (se ne ha ancora una, sa cosa sia e sa come esaminarla) e taccia per sempre. Io mi pongo solo delle domande logiche. Le colpe di Priebke sono quelle che sono e non le nego. Così come non nego, però, l’ipocrisia di coloro che sbandierano il perdono-sempre-e-comunque. Ci sono colpe che non si possono perdonare? Se sì diteci quali sono. La Shoah e la pedofilia? Va bene, ne prendo atto. Ma sicuri che siano legate a una dottrina e a una verità eterne e non influenzate dalle mode del momento? Che non significa sottovalutarne la portata, significa però non far dipendere il proprio Credo dalle vicende storiche e dalla mentalità dominante. Che poi, seppur volete continuamente aggiornarvi con ciò che scandalizza il mondo e essere ad esso proni, almeno fatecelo sapere. Perché l’ipocrita contraddizione del perdono-sempre-e-comunque poi reclama il suo, ridicolo e grottesco, conto.
Quello che esce da questa vicenda, aldilà dell’episodio in sé, è di una Chiesa che apre account su Twitter, profili Facebook, va a braccetto con il mondo e poi è drammaticamente incapace di dire ciò che Essa è e ciò in cui Essa crede.
Basterebbe studiare il Catechismo, la Dottrina cattolica. Ma chi la insegna? Chi la professa? Oggi l’importante è incontrare Cristo, farne esperienza e, parola di Papa Francesco, seguire quello che si considera sia il bene. Parole queste che, alla luce di questi tristissimi eventi, mostrano tutta la loro pochezza e pericolosità.
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