Medjugorje: altro che riconoscimento. Viganò VS il veggente Ivan, come fu tra Gemelli e Padre Pio?
La lettera è stata firmata dal nunzio apostolico negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò ed è stata trasmessa alla Conferenza Episcopale Americana.
Attraverso la missiva, Viganò diffida in pratica i vescovi americani dall’accogliere nelle loro diocesi il veggente di Medjugorie Ivan Dragicevic intenzionato ad organizzare un ciclo di conferenze in America per parlare dei miracoli avvenuti nella cittadina dell’ex Jugoslavia. Il nunzio apostolico riferisce di aver ricevuto specifiche disposizioni al riguardo dal Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede Gerhard Ludwig Muller.
Scrive infatti Viganò al segretario della conferenza episcopale Usa monsignor Jenkins: “Le scrivo su richiesta di Sua Eccellenza, Reverendissimo Gerhard Ludwig Muller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il quale richiede che i Vescovi degli Stati Uniti siano avvisati, un’altra volta, dei seguenti fatti (con riferimento alla mia lettera del 27 febbraio 2013, con lo stesso numero di protocollo). Così, sua Eccellenza desidera informare i Vescovi che uno dei cosiddetti veggenti di Medjugorje, il signor Ivan Dragicevic, sarà presente ad alcuni incontri in alcune parrocchie del Paese, durante i quali illustrerà fatti riguardanti il fenomeno di Medjugorje. È stato anche anticipato che il Signor Dragicevic avrà le apparizioni durante questi incontri. Come lei sa bene, la Congregazione per la Dottrina della Fede sta indagando su alcuni aspetti dottrinali e disciplinari del fenomeno di Medjugorje. Per questa ragione, la Congregazione ha affermato che, a riguardo della credibilità delle apparizioni in oggetto, tutti debbano accettare la dichiarazione, datata 10 aprile 1991, dai Vescovi della ex Repubblica Jugoslava, che dice: «Sulla base delle ricerche che sono state condotte, non è possibile affermare che ci siano state apparizioni o rivelazioni soprannaturali». Ne deriva, perciò, che i chierici e i fedeli non possono partecipare ad incontri, conferenze, o celebrazioni pubbliche in cui la credibilità di queste apparizioni venga data per certa. Con lo scopo, quindi, di evitare scandali e confusione, l’Arcivescovo Muller richiede che i Vescovi siano informati del caso appena possibile”.
Diversamente dalle previsioni di Paolo Brosio e di quanti come lui speravano che da papa Francescoarrivasse già entro l’anno il pieno riconoscimento delle apparizioni mariane avvenute a Medjugorie, l’orientamento della Chiesa sembrerebbe al momento di segno opposto.
Non soltanto questo pronunciamento a breve non sembra dover arrivare, ma verso i veggenti perdurerebbe quel forte clima di diffidenza che fino ad oggi ha impedito di considerare attendibili i loro racconti. Papa Francesco è al corrente della direttiva inviata da monsignor Muller al nunzio Viganò e da questo prontamente inoltrata ai vescovi americani? E’ informato della diffida ad accogliere il veggente nelle diocesi degli Usa? Non sarà che Bergoglio alla fine si comporterà verso i veggenti di Medjugorie né più né meno come Giovanni XIII si comportò nei confronti di Padre Pio da Pietrelcina? E se poi ricordiamo padre Agostino Gemelli cosa disse di lui…
Se il buongiorno si vede dal mattino.
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Papa Francesco ordina ai vescovi di non parlare coi veggenti di Medjugorje
La Santa Sede ha inviato una lettera ai vescovi statunitensi: dovranno evitare di incontrare i veggenti che affermano di parlare con la Madonna. Perché? Semplice: le apparizioni di Medjugorje potrebbero essere un clamoroso falso.
Gerhard
Ludwig Müller, prefetto della congregazione per la Dottrina della
Fede, ha inviato ai vescovi americani una lettera nella quale li
esorta a non partecipare a “riunioni, conferenze o pubbliche
celebrazioni” durante le quali vengano date per certe le
apparizioni della Madonna a Medjugorje. La missiva,
recante la data del 23 ottobre e diramata in una prima fase al nunzio
negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò, dà precise indicazioni sul
comportamento che i vescovi devono tenere in merito alle apparizioni
della Vergine nel villaggio bosniaco. Nel mirino della Santa Sede, in
particolare, un ciclo di incontri organizzati negli Usa ai quali
avrebbe partecipato Ivan Dragicevic, uno dei veggenti che dal 1981
assicurano di essere in contatto con la Madonna che trasmetterebbe
loro messaggi destinati all’umanità intera. Il perché di questa
lettera è semplice: da una trentina di anni Roma sta cercando di
capire se quanto si verifica a Medjugorje siano realmente
apparizioni, paragonabili agli eventi di Lourdes e Fatima, oppure se
non si tratti di nulla
di divino.
Sulla
questione delle apparizioni mariane nel paese bosniaco c'è
divergenza di
vedute in seno al Vaticano. Se infatti l’arcivescovo di Vienna,
Christoph Schönborn, è il capofila di quanti sono convinti che
tutto ciò che raccontano i veggenti corrisponda a verità
indiscutibile, Camillo Ruini – a capodella commissione
internazionale d’inchiesta istituita nel 2010 da Benedetto XVI –
ha più volte affermato che ci sarebbe voluto molto tempo prima di
giungere a una decisione definitiva. In questo quadro, poi, spicca la
figura di monsignor Ratko Peric, vescovo di Mostar, convinto che a
Medjugorje non ci sia nulla di divino o misterioso. La stessa
posizione di monsignor Pavao Zanic, suo predecessore, che nell'84, a
tre anni dalla prima apparizione, tuonò.
“E' tutta una grande truffa, un inganno. Non ci sono apparizioni
della Madonna, lì c’è il demonio!”.
Certo,
nella lettera inviata ai vescovi americani il diavolo non viene
citato. Si
ribadisce, invece, che in merito alle apparizioni la linea da seguire
è quella ufficiale dettata dalla Conferenza episcopale dell’ex
Yugoslavia: “Sulla base dell’indagine condotta, non è possibile
stabilire se ci sono state apparizioni o rivelazioni soprannaturali”.
Ma la missiva – secondo il Catholic World News – potrebbe avere
un significato ben più profondo e anticipare quello che secondo
alcuni potrebbe essere il giudizio definitivo riguardo Medjugorje:
ovvero che anon c'è mai stata nessuna apparizione della Madonna.
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