Su Medjugorje, il barometro pontificio volge al brutto
La devozione alla Madonna è un cardine della spiritualità di Jorge Mario Bergoglio. La sua prima uscita dal Vaticano dopo l’elezione a papa la fece per venerare l’icona della “Salus populi romani” nella basilica di Santa Maria Maggiore. Nella veglia di preghiera per la pace del 7 settembre in piazza San Pietro mise al centro di tutto la stessa icona mariana. In Brasile fu commovente il suo abbraccio dell’effigie della Madonna, nel santuario dell’Aparecida. Il 13 ottobre ha fatto arrivare dal Portogallo in piazza San Pietro la statuetta della Madonna di Fatima.
Ma in quest’ultimo caso Francesco ha prodotto anche una fortissima delusione tra le migliaia di devoti che erano accorsi da tutto il mondo sicuri che il papa avrebbe consacrato il mondo al cuore immacolato di Maria, come chiesto dalle apparizioni. Egli si è invece limitato a una formula generica, letta sottovoce, senza parlare di consacrazione e senza citare Fatima, né il cuore di Maria, né le apparizioni, né i messaggi
L’unica volta finora in cui papa Francesco ha parlato di apparizioni mariane è stato pochi giorni fa, il 14 novembre, nell’omelia mattutina a Santa Marta. Ed è stata un’altra doccia gelata.
Nel commentare il vangelo di Luca, il papa ha contrapposto alla “sapienza” lo “spirito di curiosità” di “quando noi vogliamo impadronirci dei progetti di Dio, del futuro, delle cose, conoscere tutto, prendere in mano tutto”.
Ha proseguito: “Lo spirito di curiosità è mondano, ci porta alla confusione”. È ciò che accade quando “ci dicono: Io conosco un veggente, una veggente che riceve lettere della Madonna, messaggi della Madonna. Ma la Madonna è madre, non è un capo ufficio della posta, per inviare messaggi tutti i giorni”.
Difficile non collegare questa reprimenda di Francesco contro veggenti e messaggi alla “quesito disputata” delle apparizioni mariane di Medjugorje.
Nei giorni scorsi è circolato il testo di una direttiva inviata il 21 ottobre dal prefetto della congregazione per la dottrina della fede, Gerhard Ludwig Müller, ai vescovi degli Stati Uniti, tramite il nunzio apostolico in quel paese, Carlo Maria Viganò.
Reverendo Monsignor Jenkins,
Le scrivo su richiesta di Sua Eccellenza Reverendissima Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il quale richiede che i Vescovi degli Stati Uniti siano avvisati, un’altra volta, dei seguenti fatti (con riferimento alla mia lettera del 27 febbraio 2013, con lo stesso numero di protocollo). Sua Eccellenza desidera informare i Vescovi che uno dei cosiddetti veggenti di Medjugorje, il signor Ivan Dragicevic, sarà presente ad alcuni incontri in alcune parrocchie del Paese, durante i quali illustrerà fatti riguardanti il fenomeno di Medjugorje. È stato anche anticipato che il Signor Dragicevic avrà le “apparizioni” durante questi incontri.
Come lei sa bene, la Congregazione per la Dottrina della Fede sta indagando su alcuni aspetti dottrinali e disciplinari del fenomeno di Medjugorje. Per questa ragione, la Congregazione ha affermato che, riguardo la credibilità delle “apparizioni” in oggetto, tutti debbano accettare la dichiarazione, datata 10 aprile 1991, dai Vescovi della ex Repubblica Jugoslava, che dice: “Sulla base delle ricerche che sono state condotte, non è possibile affermare che ci siano state apparizioni o rivelazioni soprannaturali”. Ne deriva, perciò, che i chierici e i fedeli non possono partecipare ad incontri, conferenze, o celebrazioni pubbliche in cui la credibilità di queste “apparizioni” venga data per certa.
Con lo scopo, quindi, di evitare scandali e confusione, l’Arcivescovo Müller richiede che i Vescovi siano informati del caso appena possibile. Colgo questa opportunità per presentare i miei sentimenti di profonda stima, e rimango
Sinceramente Vostro in Cristo
Carlo Maria Viganò
Nunzio Apostolico
Le scrivo su richiesta di Sua Eccellenza Reverendissima Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il quale richiede che i Vescovi degli Stati Uniti siano avvisati, un’altra volta, dei seguenti fatti (con riferimento alla mia lettera del 27 febbraio 2013, con lo stesso numero di protocollo). Sua Eccellenza desidera informare i Vescovi che uno dei cosiddetti veggenti di Medjugorje, il signor Ivan Dragicevic, sarà presente ad alcuni incontri in alcune parrocchie del Paese, durante i quali illustrerà fatti riguardanti il fenomeno di Medjugorje. È stato anche anticipato che il Signor Dragicevic avrà le “apparizioni” durante questi incontri.
Come lei sa bene, la Congregazione per la Dottrina della Fede sta indagando su alcuni aspetti dottrinali e disciplinari del fenomeno di Medjugorje. Per questa ragione, la Congregazione ha affermato che, riguardo la credibilità delle “apparizioni” in oggetto, tutti debbano accettare la dichiarazione, datata 10 aprile 1991, dai Vescovi della ex Repubblica Jugoslava, che dice: “Sulla base delle ricerche che sono state condotte, non è possibile affermare che ci siano state apparizioni o rivelazioni soprannaturali”. Ne deriva, perciò, che i chierici e i fedeli non possono partecipare ad incontri, conferenze, o celebrazioni pubbliche in cui la credibilità di queste “apparizioni” venga data per certa.
Con lo scopo, quindi, di evitare scandali e confusione, l’Arcivescovo Müller richiede che i Vescovi siano informati del caso appena possibile. Colgo questa opportunità per presentare i miei sentimenti di profonda stima, e rimango
Sinceramente Vostro in Cristo
Carlo Maria Viganò
Nunzio Apostolico
Come si può notare, nella lettera la parola “apparizioni” è sempre riportata tra virgolette e se ne ribadisce l’assenza di certezza. Di Ivan Dragicevic si parla come di “uno dei cosiddetti veggenti”. E si manifesta evidente incredulità nelle “apparizioni” preannunciate durante la sua tournée americana.
Non è un mistero che Müller agisce in accordo con papa Francesco, coma ha fatto di recente a proposito della comunione ai divorziati risposati.
L’ultima parola della Chiesa su Medjugorje non è stata ancora detta. Ma con l’attuale papa il barometro volge al brutto.
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