1] Le discussioni sulle interviste concesse recentemente da Papa Francesco al Direttore de La Civiltà Cattolica e al fondatore del quotidiano romano La Repubblica hanno subito, a metà novembre, una svolta sorprendente. Secondo il professore e giornalista italiano Antonio Socci: “attorno a quell’intervista è nato il primo, vero problema del pontificato di Francesco. Anzi, un dramma.” (1). Col cuore lacerato, il cattolico fedele constata che una serena osservazione dei fatti dimostra che parlare di “dramma”, in questo caso, non è sensazionalismo giornalistico.
Crisi drammatica
2] Le due menzionate interviste papali, ampiamente divulgate dalla stampa internazionale gli scorsi settembre e ottobre, hanno provocato vigorose reazioni di numerosi settori cattolici antimodernisti del mondo intero, perché in esse il Papa ha adottato delle posizioni aberranti rispetto alla dottrina tradizionale. Le reazioni in questo senso sono state espresse con un crescendo inaudito e in termini inusuali, soprattutto da parte di analisti e di autori più legati al Papato e alla Tradizione. Da costoro sono venute rispettose ma pubbliche è veementi osservazioni sull’ortodossia di tali posizioni.
3] In ambito civile è frequente e perfino normale che un’autorità pressata da settori importanti della società si senta costretta a dare spiegazioni. Così che il silenzio del Papa stava diventando strano. Il gusto amaro delle sue due interviste richiedeva un chiarimento, suo personale o della Curia, che fosse visto come una risposta rassicurante per i suoi figli più fedeli.
4] Ed ecco che venerdì 15 novembre, il portavoce del Vaticano, Padre Federico Lombardi, ha annunciato alla stampa che, per ordine della Segreteria di Stato di Sua Santità, l’intervista a La Repubblica era stata rimossa dal sito della Santa Sede. Il fatto è stato reso noto lo stesso venerdì 15, come riportato dal sito Vatican Insider, sotto il titolo «Il testo non era stato rivisto parola per parola» e in questi termini:
5] Ci esimiamo da un’analisi accurata di queste dichiarazioni, viste le incongruenze che contengono e l’insanabile debolezza su cui si fondano. Facciamo solo un’unica breve osservazione. Padre Lombardi, fra le ragioni del ritiro dell’intervista dal sito, indica le parole del Papa sul primato della coscienza, che hanno provocato polemiche e discussioni; e per giustificare il testo pontificio, aggiunge che esso è del tutto compatibile con il Catechismo della Chiesa Cattolica. Ora, questa precisazione, di per sé, non elimina la riserva, dal momento che, nel passo in questione, questo Catechismo è in conflitto con la dottrina tradizionale, esattamente come lo è la Dignitatis Humanae del Vaticano II, alla quale esso si ispira e che dev’essere classificata come eretizzante (si veda in questo sito l’articolo: “Della qualificazione teologica estrinseca del Vaticano II”).
6] Parimenti, le singolari dichiarazioni di Padre Lombardi sollevano dubbi e domande diverse, come per esempio le seguenti. ─ Perché rimuovere il testo dal sito senza spiegare in quali punti precisi esso non era fedele al pensiero del Papa? Perché rimuovere dal sito solo l’intervista a La Repubblica, e lasciarvi quella a La Civiltà Cattolica, che manifesta lo stesso orientamento teologico? Squalificare in questo modo, indirettamente, il testo de La Repubblica come documento magisteriale, non significa sfuggire alle gravi accuse formulate dagli antimodernisti del mondo intero, invece di affrontarle con calma e apertamente, come sarebbe d’obbligo per il maestro e interprete infallibile della verità rivelata? Valutata debitamente questa rimozione dell’intervista dal sito della Santa Sede, non si potrebbe concludere, secondo la normale e semplice logica, che effettivamente il suo contenuto fosse pieno di proposizioni distanti dalla sana dottrina? E infine: anche quando i veri fedeli siano devoti filialmente al Papa e al Papato, alla luce della fede; e anche quando essi considerino il Pontefice come “il dolce Cristo in terra”; e anche quando si dispiacciano con tutta l’anima della drammatica situazione presente, sarebbero così insani di mente al punto da pensare che la questione della ortodossia delle due dette interviste sarebbe chiusa con la rimozione di una delle due dal sito del Vaticano?
Espressioni inaccettabili nell’intervista a La Civiltà Cattolica
7] Nelle dichiarazioni del Papa a La Repubblica, vi sono alcune delle frasi
dette dal Papa che hanno fatto il giro del mondo e hanno stordito i fedeli cattolici, frasi come queste: “il proselitismo è una solenne sciocchezza”; “Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce”; “I Capi della Chiesa spesso sono stati narcisi, lusingati e malamente eccitati dai loro cortigiani”; “La corte è la lebbra del papato”; “molti di loro [esponenti della teologia della liberazione] erano credenti e con un alto concetto di umanità”; “non esiste un Dio cattolico, esiste Dio”. ─ Tutto questo, però, oggi è stato rimosso dal sito del Vaticano.
8] Tuttavia, sarebbe ingenuo il fedele cattolico per il quale la questione di fondo sarebbe risolta con la semplice rimozione del testo de La Repubblicadal sito del Vaticano. Infatti, nell’intervista a La Civiltà Cattolica, rimasta sul sito, il Papa ha detto:
9] Alla luce di questi passi de La Civiltà Cattolica, vediamo che, in quanto al merito, poco o nulla significa la rimozione dal sito del Vaticano dell’intervista de La Repubblica. E vediamo anche quanto sia precaria l’affermazione di Padre Lombardi che il testo rimosso contenesse “equivoci”, perché non esprimeva con esattezza il pensiero papale. Gli equivoci, quando realmente esistono, sono per natura occasionali, incidentali, casuali, così che se molti di essi, in un lungo testo, vanno tutti nella stessa direzione, come è il caso qui, non si potrà parlare di “equivoci”, ma di qualcosa di molto diverso.
Si sta perdendo l’“italianità” tradizionale della Santa Sede
10] Per secoli la Santa Sede ha mantenuto i suoi modi di fare profondamente segnati dallo spirito italiano. In un modo molto speciale, questo stile peninsulare si rivela nella diplomazia classica del Vaticano, saggia, silenziosa, sobria, altamente efficiente. Questo modo di essere e di agire porta in sé uno straordinario savoir faire, che sa armonizzare le virtù tra loro opposte, come la giustizia e la misericordia, la magnificenza e lo spirito di povertà. Sa distinguere, comprendere che la verità sta nelle sfumature. È una scuola di serietà, di umiltà, di organicità, di abilità, del senso dell’opportunità e della misura. Nel passato, grandi figure straniere, come il Cardinale Merry del Val, Segretario di Stato di San Pio X, seppero assimilare per loro stesse e nel loro modo di fare questo magnifico spirito italiano. In teologia è avvenuto lo stesso con il tedesco Cardinale Franzelin, col francese Cardinale Billot e con tante altre insigni personalità.
11] Sfortunatamente, l’internazionalizzazione del Collegio cardinalizio e della Curia romana non sempre sta mantenendo nella sua integrità e purezza i valori di questa “italianità” multisecolare. Così, emergono qua e là, negli spiriti delle più diverse nazionalità, manifestazioni di “esto pro lege volutas”, al pari di una certa spontaneità vistosa e poco riflessiva, eretta da alcuni a norma di base della vita sociale. Si veda, ad esempio, in questo episodio delle due interviste papali, come fin dall’inizio la questione sia stata impostata male, con violazioni delle verità della Fede e delle tradizioni curiali, potendosi temere che sarebbe stato inevitabile, nel futuro successivo, l’esplosione di una crisi più grave.
12] Giustamente, l’esimio professor Pietro De Marco, in merito alla crisi causata da queste due interviste di Papa Francesco, ha scritto che: “per chi non sia prono alla chiacchiera politicamente corretta e relativistica della tarda modernità” uno dei “segnali preoccupanti” della situazione odierna è “il mancato controllo da parte di persone di fiducia, ma sagge e colte, e italiane, dei testi destinati a circolare, forse nella convinzione papale che non ve ne sia bisogno” (3)
Breve spiegazione e conclusione
13] Al fine di evitare malintesi, sia chiaro che l’italianità di cui parlo – sobria, lucida, agile, organica, cattolica – forse oggi è rara, negli ambienti vaticani come nell’Italia in generale. E inoltre ci si dovrebbe chiedere se tale italianità autentica sia conciliabile col modernismo, il quale, negando la verità oggettiva (si veda: Garrigou-Lagrange, da me citato nell’articolo “Sentire con la Chiesa è sentire col Vaticano II?”) non può esprimersi propriamente secondo la logica aristotelica, tenuto conto dei primi principii della scolastica, in maniera razionale, seria, chiara e trasparente.
14] Che la Madonna del Divino Amore, patrona della città di Roma, conceda le sue grazie migliori a Papa Francesco, preservi l’autentica italianità nella vita vaticana e faccia sì che senza indugio il modernismo venga estirpato dai media cattolici, come dev’essere necessariamente, dato il dogma dell’indefettibilità della santa Chiesa, nel quale tutti crediamo con Fede vera, che non ammette dubbii.
NOTE
1 - Articolo pubblicato sul blog dell’Autore, Lo straniero, il 16.11.2013.
2 – Notizia diffusa da Vatican Insider
3 – “Un messaggio liquido” [Un messaggio allo stato liquido] - Pietro De Marco, storico e sociologo, insegna nella Facoltà di Lettere di Firenze e nella Facoltà di Teologia dell’Italia Centrale.
Crisi drammatica
2] Le due menzionate interviste papali, ampiamente divulgate dalla stampa internazionale gli scorsi settembre e ottobre, hanno provocato vigorose reazioni di numerosi settori cattolici antimodernisti del mondo intero, perché in esse il Papa ha adottato delle posizioni aberranti rispetto alla dottrina tradizionale. Le reazioni in questo senso sono state espresse con un crescendo inaudito e in termini inusuali, soprattutto da parte di analisti e di autori più legati al Papato e alla Tradizione. Da costoro sono venute rispettose ma pubbliche è veementi osservazioni sull’ortodossia di tali posizioni.
3] In ambito civile è frequente e perfino normale che un’autorità pressata da settori importanti della società si senta costretta a dare spiegazioni. Così che il silenzio del Papa stava diventando strano. Il gusto amaro delle sue due interviste richiedeva un chiarimento, suo personale o della Curia, che fosse visto come una risposta rassicurante per i suoi figli più fedeli.
4] Ed ecco che venerdì 15 novembre, il portavoce del Vaticano, Padre Federico Lombardi, ha annunciato alla stampa che, per ordine della Segreteria di Stato di Sua Santità, l’intervista a La Repubblica era stata rimossa dal sito della Santa Sede. Il fatto è stato reso noto lo stesso venerdì 15, come riportato dal sito Vatican Insider, sotto il titolo «Il testo non era stato rivisto parola per parola» e in questi termini:
“La Santa Sede ha deciso di cancellare dal sito web vaticano(www.vatican.va) il testo del colloquio tra Papa Francesco e il fondatore di «Repubblica» Eugenio Scalfari. Francesco aveva ricevuto Scalfari venuto a ringraziarlo per la lettera aperta ricevuta e pubblicata sul quotidiano.
“Alle domande dei giornalisti sul perché di questa decisione, il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha risposto: «L’intervista è attendibile in senso generale, ma non nelle singole valutazioni: per questo si è ritenuto di non farne un testo consultabile sul sito della Santa Sede. In sostanza, togliendola si è fatta una messa a punto della natura di quel testo. C’era qualche equivoco e dibattito sul suo valore. Lo ha deciso la Segreteria di Stato».
“Padre Lombardi fin dai giorni successivi alla pubblicazione dell’intervista aveva dichiarato che il Papa non aveva rivisto personalmente il testo, che pure Scalfari aveva inviato in Vaticano. In effetti l’articolo conteneva espressioni difficilmente attribuibili a Papa Francesco. Nonché un errore riguardante quanto accaduto nella Sistina. In una delle risposte, si diceva che il Pontefice dopo aver raggiunto il quorum necessario per l’elezione, prima di accettare si sarebbe ritirato in preghiera. Circostanza non vera, e smentita da diversi cardinali, tra i quali l’arcivescovo di New York Timothy Dolan.
“Molte polemiche e discussioni aveva provocato anche un’affermazione - peraltro del tutto compatibile con il Catechismo della Chiesa Cattolica - riguardante il primato della coscienza. Lombardi ha comunque smentito che la decisione di togliere l’intervista dal sito sia stata presa su richiesta del Prefetto dell’ex Sant’Uffizio, Gerhard Ludwig Müller” (2).
“Alle domande dei giornalisti sul perché di questa decisione, il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha risposto: «L’intervista è attendibile in senso generale, ma non nelle singole valutazioni: per questo si è ritenuto di non farne un testo consultabile sul sito della Santa Sede. In sostanza, togliendola si è fatta una messa a punto della natura di quel testo. C’era qualche equivoco e dibattito sul suo valore. Lo ha deciso la Segreteria di Stato».
“Padre Lombardi fin dai giorni successivi alla pubblicazione dell’intervista aveva dichiarato che il Papa non aveva rivisto personalmente il testo, che pure Scalfari aveva inviato in Vaticano. In effetti l’articolo conteneva espressioni difficilmente attribuibili a Papa Francesco. Nonché un errore riguardante quanto accaduto nella Sistina. In una delle risposte, si diceva che il Pontefice dopo aver raggiunto il quorum necessario per l’elezione, prima di accettare si sarebbe ritirato in preghiera. Circostanza non vera, e smentita da diversi cardinali, tra i quali l’arcivescovo di New York Timothy Dolan.
“Molte polemiche e discussioni aveva provocato anche un’affermazione - peraltro del tutto compatibile con il Catechismo della Chiesa Cattolica - riguardante il primato della coscienza. Lombardi ha comunque smentito che la decisione di togliere l’intervista dal sito sia stata presa su richiesta del Prefetto dell’ex Sant’Uffizio, Gerhard Ludwig Müller” (2).
5] Ci esimiamo da un’analisi accurata di queste dichiarazioni, viste le incongruenze che contengono e l’insanabile debolezza su cui si fondano. Facciamo solo un’unica breve osservazione. Padre Lombardi, fra le ragioni del ritiro dell’intervista dal sito, indica le parole del Papa sul primato della coscienza, che hanno provocato polemiche e discussioni; e per giustificare il testo pontificio, aggiunge che esso è del tutto compatibile con il Catechismo della Chiesa Cattolica. Ora, questa precisazione, di per sé, non elimina la riserva, dal momento che, nel passo in questione, questo Catechismo è in conflitto con la dottrina tradizionale, esattamente come lo è la Dignitatis Humanae del Vaticano II, alla quale esso si ispira e che dev’essere classificata come eretizzante (si veda in questo sito l’articolo: “Della qualificazione teologica estrinseca del Vaticano II”).
6] Parimenti, le singolari dichiarazioni di Padre Lombardi sollevano dubbi e domande diverse, come per esempio le seguenti. ─ Perché rimuovere il testo dal sito senza spiegare in quali punti precisi esso non era fedele al pensiero del Papa? Perché rimuovere dal sito solo l’intervista a La Repubblica, e lasciarvi quella a La Civiltà Cattolica, che manifesta lo stesso orientamento teologico? Squalificare in questo modo, indirettamente, il testo de La Repubblica come documento magisteriale, non significa sfuggire alle gravi accuse formulate dagli antimodernisti del mondo intero, invece di affrontarle con calma e apertamente, come sarebbe d’obbligo per il maestro e interprete infallibile della verità rivelata? Valutata debitamente questa rimozione dell’intervista dal sito della Santa Sede, non si potrebbe concludere, secondo la normale e semplice logica, che effettivamente il suo contenuto fosse pieno di proposizioni distanti dalla sana dottrina? E infine: anche quando i veri fedeli siano devoti filialmente al Papa e al Papato, alla luce della fede; e anche quando essi considerino il Pontefice come “il dolce Cristo in terra”; e anche quando si dispiacciano con tutta l’anima della drammatica situazione presente, sarebbero così insani di mente al punto da pensare che la questione della ortodossia delle due dette interviste sarebbe chiusa con la rimozione di una delle due dal sito del Vaticano?
Espressioni inaccettabili nell’intervista a La Civiltà Cattolica
7] Nelle dichiarazioni del Papa a La Repubblica, vi sono alcune delle frasi
dette dal Papa che hanno fatto il giro del mondo e hanno stordito i fedeli cattolici, frasi come queste: “il proselitismo è una solenne sciocchezza”; “Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce”; “I Capi della Chiesa spesso sono stati narcisi, lusingati e malamente eccitati dai loro cortigiani”; “La corte è la lebbra del papato”; “molti di loro [esponenti della teologia della liberazione] erano credenti e con un alto concetto di umanità”; “non esiste un Dio cattolico, esiste Dio”. ─ Tutto questo, però, oggi è stato rimosso dal sito del Vaticano.
8] Tuttavia, sarebbe ingenuo il fedele cattolico per il quale la questione di fondo sarebbe risolta con la semplice rimozione del testo de La Repubblicadal sito del Vaticano. Infatti, nell’intervista a La Civiltà Cattolica, rimasta sul sito, il Papa ha detto:
a. Che uno dei pensatori contemporanei da lui preferiti è Henri de Lubac. ─ Questa affermazione è una raccomandazione implicita ma incisiva perché il neomodernista Cardinale Henri de Lubac sia studiato e seguito dai fedeli cattolici, come abbiamo già osservato (si veda in questo sito l’articolo “Grave lapsus teologico di Padre Federico Lombardi”).
b. “Non sono mai stato di destra”. ─ Come osservammo nello stesso articolo, questa espressione invita chiaramente i fedeli ad adottare una posizione piuttosto di sinistra.
c. “Dio è più grande del peccato”. ─ Questa frase insinua che il peccato non sarebbe così grave se si crede in Dio e nella sua misericordia.
d. “Durante il volo di ritorno da Rio de Janeiro ho detto che, se una persona omosessuale è di buona volontà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla.” ─ È evidente che non spetta al Papa giudicare l’intimo della coscienza individuale ─ de internis nec Ecclesia─ ma è missione essenziale del rappresentante di Gesù Cristo in terra esporre la dottrina della Chiesa sulla fede e la morale. A questo proposito, è spaventosa la notizia che nello Stato americano dell’Illinois, il matrimonio omosessuale è stato approvato grazie alle istanze di un deputato cattolico, Michael J. Madigan, che è riuscito ad ottenere la dozzina di voti necessaria perché la nuova legge fosse approvata, con l’argomento che, se il Papa ha detto “io non sono nessuno per giudicarla”, ancor meno poteva farlo lui.
e. “La religione ha il diritto di esprimere la propria opinione a servizio della gente, ma Dio nella creazione ci ha resi liberi: l’ingerenza spirituale nella vita personale non è possibile.” ─ Sulle questioni fondamentali del dogma e della morale, la dottrina cattolica non ha “opinioni”, ma certezze. L’apostolato, la formazione dottrinale, i consigli nella direzione spirituale, non possono essere considerati come “ingerenza” nella “vita personale” di nessuno. Nei documenti pontifici anteriori al Vaticano II, come l’Enciclica Libertas Praestantissimum di Leone XIII e nei manuali della neo-scolastica, il vero concetto di libertà è esposto in modo chiaro, senza relativizzazioni.
f. “Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile”. ─ È evidente che questa frase scoraggia le magnifiche campagne che sono state promosse in tutto il globo contro quei flagelli. È grave che questo intervento papale sopraggiunga esattamente nel momento in cui sono in auge alcune di queste campagne.
g. “Il parere della Chiesa, [su aborto, omosessualità, contraccezione]del resto, lo si conosce, e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione”. ─ È ugualmente sconcertante che la posizione della Chiesa su questi punti fondamentali della morale sia qualificata come semplice “parere”. E non ci si accorge che il testo nega la dovuta attenzione al dovere enunciato da San Paolo di “insistere in tempo opportuno e inopportuno”.
h. “Una pastorale missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza”. ─ Questa affermazione costituisce una grave condanna della neo-scolastica, come abbiamo già fatto notare nel citato articolo “Grave lapsus teologico di Padre Federico Lombardi”.
i. “L’annuncio dell’amore salvifico di Dio è previo all’obbligazione morale e religiosa”. ─ Ciò che si insinua con questa frase non è tanto la precedenza temporale dell’“annuncio dell’amore salvifico di Dio” rispetto agli obblighi morali e religiosi, quanto soprattutto l’idea modernista che ciò che è veramente importante è l’amore di Dio, mentre gli obblighi morali e religiosi sarebbero relativi, potendo variare a seconda della coscienza di ognuno.
c. “Dio è più grande del peccato”. ─ Questa frase insinua che il peccato non sarebbe così grave se si crede in Dio e nella sua misericordia.
d. “Durante il volo di ritorno da Rio de Janeiro ho detto che, se una persona omosessuale è di buona volontà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla.” ─ È evidente che non spetta al Papa giudicare l’intimo della coscienza individuale ─ de internis nec Ecclesia─ ma è missione essenziale del rappresentante di Gesù Cristo in terra esporre la dottrina della Chiesa sulla fede e la morale. A questo proposito, è spaventosa la notizia che nello Stato americano dell’Illinois, il matrimonio omosessuale è stato approvato grazie alle istanze di un deputato cattolico, Michael J. Madigan, che è riuscito ad ottenere la dozzina di voti necessaria perché la nuova legge fosse approvata, con l’argomento che, se il Papa ha detto “io non sono nessuno per giudicarla”, ancor meno poteva farlo lui.
e. “La religione ha il diritto di esprimere la propria opinione a servizio della gente, ma Dio nella creazione ci ha resi liberi: l’ingerenza spirituale nella vita personale non è possibile.” ─ Sulle questioni fondamentali del dogma e della morale, la dottrina cattolica non ha “opinioni”, ma certezze. L’apostolato, la formazione dottrinale, i consigli nella direzione spirituale, non possono essere considerati come “ingerenza” nella “vita personale” di nessuno. Nei documenti pontifici anteriori al Vaticano II, come l’Enciclica Libertas Praestantissimum di Leone XIII e nei manuali della neo-scolastica, il vero concetto di libertà è esposto in modo chiaro, senza relativizzazioni.
f. “Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile”. ─ È evidente che questa frase scoraggia le magnifiche campagne che sono state promosse in tutto il globo contro quei flagelli. È grave che questo intervento papale sopraggiunga esattamente nel momento in cui sono in auge alcune di queste campagne.
g. “Il parere della Chiesa, [su aborto, omosessualità, contraccezione]del resto, lo si conosce, e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione”. ─ È ugualmente sconcertante che la posizione della Chiesa su questi punti fondamentali della morale sia qualificata come semplice “parere”. E non ci si accorge che il testo nega la dovuta attenzione al dovere enunciato da San Paolo di “insistere in tempo opportuno e inopportuno”.
h. “Una pastorale missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza”. ─ Questa affermazione costituisce una grave condanna della neo-scolastica, come abbiamo già fatto notare nel citato articolo “Grave lapsus teologico di Padre Federico Lombardi”.
i. “L’annuncio dell’amore salvifico di Dio è previo all’obbligazione morale e religiosa”. ─ Ciò che si insinua con questa frase non è tanto la precedenza temporale dell’“annuncio dell’amore salvifico di Dio” rispetto agli obblighi morali e religiosi, quanto soprattutto l’idea modernista che ciò che è veramente importante è l’amore di Dio, mentre gli obblighi morali e religiosi sarebbero relativi, potendo variare a seconda della coscienza di ognuno.
j. “I dicasteri romani (…) quando non sono bene intesi, invece, corrono il rischio di diventare organismi di censura. È impressionante vedere le denunce di mancanza di ortodossia che arrivano a Roma”. ─ Questa dichiarazione rivela, da un lato, lo zelo dei fedeli cattolici che li porta a battersi per la purezza della Fede. E dall’altro lato che il suo autore sembra adottare l’odierna norma liberale del “politicamente corretto”, secondo la quale ogni censura sarebbe un male. La Santa Chiesa ha sempre insegnato che, in linea di principio, la censura è indispensabile per preservare la Fede.
k. “Non è stata fatta ancora una profonda teologia della donna (…) Quale dev’essere il ruolo della donna nella Chiesa?”. ─ Come ci chiedevamo già nello stesso articolo “Grave lapsus teologico di Padre Federico Lombardi”, non è forse vero che tale affermazione suggerisce una modernizzazione del ruolo della donna nella Chiesa, che favorisce in teoria la posizione di coloro che chiedono l’ordinazione sacerdotale delle donne?
l. “Considero invece preoccupante il rischio di ideologizzazione del Vetus Ordo, la sua strumentalizzazione”. ─ Al buon intenditore, questa frase manifesta il fondamento del pensiero di Papa Francesco sulla Messa tradizionale. Non si comprende come possa essere possibile mettere in disparte, con una semplice lieve parola, i gravi problemi di Fede, e quindi di coscienza, suscitati dalla nuova Messa.
m. “Dio è reale se si manifesta nell’oggi. (…) Dio si manifesta in una rivelazione storica, nel tempo. Il tempo inizia i processi, lo spazio li cristallizza. Dio si trova nel tempo, nei processi in corso.” ─ Questa formulazione conduce alla tesi modernista che la Rivelazione non sarebbe finita con la morte dell’ultimo degli Apostoli, tesi questa che, a sua volta, comporta l’evoluzione intrinseca del dogma.
n. “in questo cercare e trovare Dio in tutte le cose resta sempre una zona di incertezza. Deve esserci. Se una persona dice che ha incontrato Dio con certezza totale e non è sfiorata da un margine di incertezza, allora non va bene. Per me questa è una chiave importante.” ─ Troviamo qui, quantomeno insinuata, la professione di una Fede che ammette incertezze.
o. “non dobbiamo confondere la genialità del tomismo con il tomismo decadente. Io, purtroppo, ho studiato la filosofia con manuali di tomismo decadente.” ─ Per chi abbia una nozione della storia del tomismo, ancorché sommaria, questa dichiarazione costituisce una condanna generale e totale della magnifica neo-scolastica dei secoli XIX e XX.
k. “Non è stata fatta ancora una profonda teologia della donna (…) Quale dev’essere il ruolo della donna nella Chiesa?”. ─ Come ci chiedevamo già nello stesso articolo “Grave lapsus teologico di Padre Federico Lombardi”, non è forse vero che tale affermazione suggerisce una modernizzazione del ruolo della donna nella Chiesa, che favorisce in teoria la posizione di coloro che chiedono l’ordinazione sacerdotale delle donne?
l. “Considero invece preoccupante il rischio di ideologizzazione del Vetus Ordo, la sua strumentalizzazione”. ─ Al buon intenditore, questa frase manifesta il fondamento del pensiero di Papa Francesco sulla Messa tradizionale. Non si comprende come possa essere possibile mettere in disparte, con una semplice lieve parola, i gravi problemi di Fede, e quindi di coscienza, suscitati dalla nuova Messa.
m. “Dio è reale se si manifesta nell’oggi. (…) Dio si manifesta in una rivelazione storica, nel tempo. Il tempo inizia i processi, lo spazio li cristallizza. Dio si trova nel tempo, nei processi in corso.” ─ Questa formulazione conduce alla tesi modernista che la Rivelazione non sarebbe finita con la morte dell’ultimo degli Apostoli, tesi questa che, a sua volta, comporta l’evoluzione intrinseca del dogma.
n. “in questo cercare e trovare Dio in tutte le cose resta sempre una zona di incertezza. Deve esserci. Se una persona dice che ha incontrato Dio con certezza totale e non è sfiorata da un margine di incertezza, allora non va bene. Per me questa è una chiave importante.” ─ Troviamo qui, quantomeno insinuata, la professione di una Fede che ammette incertezze.
o. “non dobbiamo confondere la genialità del tomismo con il tomismo decadente. Io, purtroppo, ho studiato la filosofia con manuali di tomismo decadente.” ─ Per chi abbia una nozione della storia del tomismo, ancorché sommaria, questa dichiarazione costituisce una condanna generale e totale della magnifica neo-scolastica dei secoli XIX e XX.
9] Alla luce di questi passi de La Civiltà Cattolica, vediamo che, in quanto al merito, poco o nulla significa la rimozione dal sito del Vaticano dell’intervista de La Repubblica. E vediamo anche quanto sia precaria l’affermazione di Padre Lombardi che il testo rimosso contenesse “equivoci”, perché non esprimeva con esattezza il pensiero papale. Gli equivoci, quando realmente esistono, sono per natura occasionali, incidentali, casuali, così che se molti di essi, in un lungo testo, vanno tutti nella stessa direzione, come è il caso qui, non si potrà parlare di “equivoci”, ma di qualcosa di molto diverso.
Si sta perdendo l’“italianità” tradizionale della Santa Sede
10] Per secoli la Santa Sede ha mantenuto i suoi modi di fare profondamente segnati dallo spirito italiano. In un modo molto speciale, questo stile peninsulare si rivela nella diplomazia classica del Vaticano, saggia, silenziosa, sobria, altamente efficiente. Questo modo di essere e di agire porta in sé uno straordinario savoir faire, che sa armonizzare le virtù tra loro opposte, come la giustizia e la misericordia, la magnificenza e lo spirito di povertà. Sa distinguere, comprendere che la verità sta nelle sfumature. È una scuola di serietà, di umiltà, di organicità, di abilità, del senso dell’opportunità e della misura. Nel passato, grandi figure straniere, come il Cardinale Merry del Val, Segretario di Stato di San Pio X, seppero assimilare per loro stesse e nel loro modo di fare questo magnifico spirito italiano. In teologia è avvenuto lo stesso con il tedesco Cardinale Franzelin, col francese Cardinale Billot e con tante altre insigni personalità.
11] Sfortunatamente, l’internazionalizzazione del Collegio cardinalizio e della Curia romana non sempre sta mantenendo nella sua integrità e purezza i valori di questa “italianità” multisecolare. Così, emergono qua e là, negli spiriti delle più diverse nazionalità, manifestazioni di “esto pro lege volutas”, al pari di una certa spontaneità vistosa e poco riflessiva, eretta da alcuni a norma di base della vita sociale. Si veda, ad esempio, in questo episodio delle due interviste papali, come fin dall’inizio la questione sia stata impostata male, con violazioni delle verità della Fede e delle tradizioni curiali, potendosi temere che sarebbe stato inevitabile, nel futuro successivo, l’esplosione di una crisi più grave.
12] Giustamente, l’esimio professor Pietro De Marco, in merito alla crisi causata da queste due interviste di Papa Francesco, ha scritto che: “per chi non sia prono alla chiacchiera politicamente corretta e relativistica della tarda modernità” uno dei “segnali preoccupanti” della situazione odierna è “il mancato controllo da parte di persone di fiducia, ma sagge e colte, e italiane, dei testi destinati a circolare, forse nella convinzione papale che non ve ne sia bisogno” (3)
Breve spiegazione e conclusione
13] Al fine di evitare malintesi, sia chiaro che l’italianità di cui parlo – sobria, lucida, agile, organica, cattolica – forse oggi è rara, negli ambienti vaticani come nell’Italia in generale. E inoltre ci si dovrebbe chiedere se tale italianità autentica sia conciliabile col modernismo, il quale, negando la verità oggettiva (si veda: Garrigou-Lagrange, da me citato nell’articolo “Sentire con la Chiesa è sentire col Vaticano II?”) non può esprimersi propriamente secondo la logica aristotelica, tenuto conto dei primi principii della scolastica, in maniera razionale, seria, chiara e trasparente.
14] Che la Madonna del Divino Amore, patrona della città di Roma, conceda le sue grazie migliori a Papa Francesco, preservi l’autentica italianità nella vita vaticana e faccia sì che senza indugio il modernismo venga estirpato dai media cattolici, come dev’essere necessariamente, dato il dogma dell’indefettibilità della santa Chiesa, nel quale tutti crediamo con Fede vera, che non ammette dubbii.
NOTE
1 - Articolo pubblicato sul blog dell’Autore, Lo straniero, il 16.11.2013.
2 – Notizia diffusa da Vatican Insider
3 – “Un messaggio liquido” [Un messaggio allo stato liquido] - Pietro De Marco, storico e sociologo, insegna nella Facoltà di Lettere di Firenze e nella Facoltà di Teologia dell’Italia Centrale.
di Arnaldo Xavier da Silveira22.11.2013
La traduzione è nostra ed è stata approvata dell'Autore
Gli articoli dell'Autore sono disponibili nel sito Bonum Certamen
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