ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 30 dicembre 2013

Guai..!

Cei: Nunzio Galantino, la svolta di Francesco

Attento al sociale. Amico di don Ciotti. Con il vescovo calabrese, il papa comincia la sua rivoluzione.

Nunzio Galantino, 65 anni, attuale vescovo di Cassano allo Ionio in provincia di Cosenza, è dal 30 dicembre il nuovo segretario della Conferenza episcopale italiana. Prende il posto di Mariano Crociata, nominato da papa Francesco vescovo di Latina, e rappresenta un altro segnale con cui il pontefice traccia il 2014 della Cei. Che sarà un anno di cambiamento, a quanto si sussurra Oltretevere.
Galantino, infatti, viene da una piccola diocesi con appena 51 parrocchie. Classe 1948, pugliese di Cerignola (Foggia), è sacerdote dal 1972.
A Cassano è arrivato nel dicembre 2011, quando è stato nominato vescovo, per essere ordinato tale un anno dopo (a febbraio 2012) proprio dal suo attuale superiore, il presidente del vescovi italiani Angelo Bagnasco.
VERSO LA MODIFICA DELLO STATUTO CEI. E adesso in Vaticano c'è chi inizia a prevedere la sua sostituzione nel corso del 2014: bisognerà capire se gli succederà un altro cardinale scelto dal papa, o se lascerà in seguito alla modifica dello Statuto Cei che potrebbe introdurre (sono in molti a crederlo) l'elezione diretta del presidente dei vescovi italiani, così come si fa nelle altre Conferenze episcopali del mondo.
L'ATTENZIONE AL SOCIALE. Galantino, studioso di Dogmatica e docente alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale di Napoli, è attento al sociale ed è stimato da don Luigi Ciotti, il fondatore di Libera. Questo viene interpretato come un cambiamento non da poco: si scartano figure e logiche «ruiniane» o comunque della scuola Bagnasco, per passare a personalità di livello ma che sono più attive nel sociale.
Questo risponde alle idee del papa, il quale non ama commistioni tra religione e politica, come del resto ha dimostrato negli anni passati in Argentina quando era arcivescovo di Buenos Aires: sono rimasti famosi i suoi battibecchi con la famiglia Kirchner, i presidenti argentini (prima Nestor e poi Cristina, che gli ha reso un imbarazzato omaggio all'elezione nel marzo 2013), ma sempre su temi di carattere sociale o etico, mai politici tout court.
LA RISCOSSA DEL SUD. E Galantino indica anche la «riscossa» del Sud. In questo momento storico, del resto, molte figure di livello tra i vescovi italiani sono rintracciabili proprio nel Meridione: si pensi a Michele Pennisi a Monreale (dato in predicato per Palermo insieme col confratello Francesco Montenegro, alla guida della Chiesa agrigentina), Bruno Forte (Chieti) o lo stesso arcivescovo di Bari Francesco Cacucci. Tutte personalità che potrebbero piacere ai vescovi nel momento in cui si decidesse di scegliere un presidente non imposto da logiche esterne. E attente al sociale, meno legate alla politica e più vicine al popolo.
Anche se il futuro della Cei sembra essersi spostato a Mezzogiorno, candidati credibili potrebbero essere Giuseppe Zenti di Verona, classe 1947, o Andrea Bruno Mazzocato di Udine. Papa Francesco permettendo (e decidendo).

di Antonino D'Anna

Galantino, guai a chiamarlo “eccellenza”

Galantino con Bagnasco
GALANTINO CON BAGNASCO

Molti i tratti comuni del nuovo Segretario della Cei con il Papa: abita in seminario perché il palazzo vescovile è troppo grande e vuoto, non ha segretari, al telefono risponde di persona

MARCO SODANOTORINO

Vive in seminario, perché il palazzo vescovile è troppo grande, e vuoto, per una persona sola. Non ha segretari: al telefono risponde da sé. E quando qualcuno bussa alla porta, è lui ad aprire. 

È un prete così quello che papa Francesco ha chiamato a ricoprire uno dei ruoli più importanti dell’organo di governo dei vescovi italiani. Nunzio Galantino in Calabria c’era finito nel 2012, per il suo primo incarico episcopale dopo anni passati in prima linea a Cerignola, parroco in uno dei quartieri più degradati della città. In trincea, ogni giorno, senza clamore. 

Con un gruppo di volontari, nella città foggiana aveva dato vita a un’associazione che, preso in gestione un bene confiscato alle cosche, ne aveva fatto un centro per minori. Che il registro non sarebbe cambiato i cassanesi lo avevano intuito subito: niente autista niente auto blu per il Pastore che gira in lungo e in largo per la diocesi (106mila anime e 22 paesi spersi tra le coste dello Ionio e le cime del Pollino) con la sua Golf Polo. 

Appena arrivato, ha potenziato la Caritas. E quando, dopo pochi mesi, il terremoto ha fatto ballare le montagne, lui che era in Francia a un convegno (perché nonostante tutto non ha mai abbandonato gli studi e la teologia) è salito sul primo aereo per tornare nella sua nuova terra. Ha piantato le tende tra le macerie, celebrando messa a Natale, Capodanno e Pasqua, fino a quando le Chiese e i locali della Diocesi nei quali erano insediati diversi negozi non sono stati rimessi a nuovo. A tempo di record, ben prima che lo Stato riuscisse a fare altrettanto con i suoi beni, molti dei quali ancora oggi inagibili. 

«Che Dio ce lo conservi: dove lo troviamo un altro così?», ripetono oggi nei bar e nelle piazze di Cassano mentre lui, dal pulpito, non perde occasione per richiamare tutti, specie la politica, a riscoprire lo spirito di servizio e l’umiltà, per costruire qualcosa di diverso, scrive nel suo messaggio natalizio, «da quel presepe impazzito» che la politica è diventata, «con tanti pupi, vestiti con colori diversi ma quasi tutti impegnati a ritagliarsi piccoli o grandi spazi per sopravvivere a se stessi».  
  
Uno così. Segretario della Cei e vescovo di Cassano Ionio. E guai a chiamarlo “eccellenza”:  per tutti è, e vuole essere, don Nunzio. Roma è avvisata.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.