"Ciao, io sono Gesù". La sindrome di Gerusalemme colpisce durante le feste |
“Ciao, io sono Gesù”. La sindrome di Gerusalemme colpisce durante le feste
"Ciao, io sono Gesù". La sindrome di Gerusalemme colpisce durante le feste
GERUSALEMME – Circa 200 visitatori di Gerusalemme ogni anno credono di essere dei personaggi della Bibbia, dalla Maddalena a Pietro, da Gesù a Mosè. Una parte di questi sono ricoverati nell’ospedale psichiatrico di Kfar Shaul dove un dipartimento è consacrato a questi sedicenti santi dell’Antica e Nuova legge.
Se durante il Natale i cristiani pensano alla nascita, più di duemila anni fa, del bambin Gesù, alcuni cristiani afflitti da gravi disturbi psichici sono invece convinti di essere essi stessi il figlio di Dio. Così per esempio Hermann S., la cui storia è stata seguita di recente dal settimanale tedesco die Zeit. Il fisico tondeggiante e la barba bianca da Santa Klaus, la chiacchiera facile ed una passione per l’heavy metal, questo giardiniere pensionato della Sassonia non sembra avere il physique du rôle del Messia. Eppure, Hermann S. dice di essere il figlio di Dio. In persona. Vuole portare la pace nel mondo, e lo annuncia per strada e mandando sms che firma con il cristogramma IHS. Quest’anno è la decima volta che viene a Gerusalemme ma non sarà di certo l’ultima. «Siamo tutti seguaci di Gesù, ricorda Hermann, ma solo uno può occupare il posto. Io condurrò a termine la missione».
Mentre conduce a termine la sua missione nella città santa, Hermann rischia però di scontrarsi con sua madre Maria, sul suo lontano antenato il re Davide, su Mosè, Isacco, Giacobbe oppure, per un inquietante scherzo del destino, su un secondoGesù in missione negli stessi giorni. Eppure nessuna sfilata in maschera attraversa la città santa in questi giorni, che non è nemmeno il set di un film storico. Semplicemente, il numero di afflitti da Sindrome di Gerusalemme aumenta considerevolmente a prossimità delle grandi feste cristiane.
In Israele si assiste ogni anno per strada allo spettacolo vario di questa religiosa follia: un turista autoproclamatosi Mosè passeggia per le strade con le tavole della legge, un altro pellegrino annuncia la fine del mondo, un terzo ascende al Calvario portando sulle spalle una croce di legno oppure predica coperto da un lenzuolo d’hotel. Tra i più straordinari casi mai segnalati d’identificazioni c’è senz’altro quello di una donna che nella Chiesa del Sepolcro ha cercato invano di mettere al mondo Gesù e quello, passato alla storia, dell’australiano Michael Rohan che nel 1969 cercò di bruciare la spianata delle moschee per favorire, ben inteso, l’avvento del Messia.
La Sindrome di Gerusalemme, di cui si conoscono casi anche in epoca medievale, è una forma di disturbo psicotico a sfondo religioso che si manifesta, spesso in forme temporanee, nel visitatore della. Questa sindrome colpisce più spesso gli uomini che le donne, e specialmente gli uomini single educati in rigide famiglie protestanti, come Hermann S, il giardiniere sassone.
La città del Medio Oriente è dall’alba dei tempi sinonimo di presenza divina e qui, ogni anno, sono in milioni gli uomini e le donne che vengono a cercare una risposta al senso della loro fede o della loro vita. E così, alla vista della città da cui si attendono la redenzione, la divina ispirazione o chissà quale messaggio sovrannaturale, alcuni uomini, delusi, frustrati o semplicemente scossi, perdono il controllo con la realtà e sviluppano appassionati e improvvisi sentimenti religiosi, che sfociano a volte in allucinazioni o identificazioni deliranti. Nella maggior parte dei casi, per fortuna, basta aspettare qualche giorno, magari tra le mura dell’ospedale psichiatrico, perché si smetta di credere di essere il figlio di Dio.
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