ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 4 dicembre 2013

Strage vaticansecondista

Che hanno fatto i Francescani dell’Immacolata?

Riceviamo una lettera di un laico vicino ai Francescani dell’Immacolata, il piccolo ordine “commissariato” – una vicenda altamente discutibile, secondo diverse fonti - che denuncia una situazione di notevole durezza da parte dei nuovi gestori della situazione. Per lunga esperienza sappiamo che la crudeltà nei confronti dei confratelli negli ambienti ecclesiali non ha niente da invidiare a qualsiasi altro ambiente. Ma papa Bergoglio, che ha firmato il commissariamento, nella sua intervista al direttore di Civiltà Cattolica esortava a un atteggiamento di “misericordia” e di “tenerezza”, parla della Chiesa come di “un ospedale da campo dopo la battaglia” e affermava: “Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite”, perché “alla fine la gente si stanca dell’autoritarismo”.
Leggete da quanto segue se autoritarismo e sorella prepotenza sono presenti nella situazione dei Francescani dell’Immacolta. Viene da chiedersi: ma che cosa avranno mai fatto, quei poveri religiosi? Speculato, abusato di minori, condotto una vita immorale?
Ecco la lettera: “Dopo la notizia del commissariamento dei Francescani dell’Immacolata, come siano proseguite le cose è poco noto. Sarà allora bene fare un riepilogo.
Dopo l’accusa mossa contro Padre Stefano Maria Manelli, fondatore dell’Istituto dei Francescani dell’Immacolata (F.I.), di aver fatto deviare i Frati dal loro carisma fondazionale, senza spiegare, fino ad oggi, da quale percorso il Padre abbia deviato; dopo aver proibito di celebrare nel Vetus Ordo, con un divieto ancora in corso, a cui è seguita totale obbedienza da parte dell’Istituto; dopo aver deposto dagli incarichi, trasferito e allontanato, in fretta e furia, i frati fedeli al carisma dei Padri Fondatori e dopo aver promosso tutti quei frati che appoggiano la “nuova” linea nei vari conventi dei F.I. sparsi per il mondo; dopo aver, senza motivo chiaro, allontanato dall’insegnamento Padre Apollonio, Procuratore Generale, Preside del Seminario Teologico e Guardiano del convento di Roma-Boccea e dopo averlo trasferito in Portogallo; dopo aver allontanato dall’insegnamento P. Lanzetta, già Vice-delegato F.I. per Italia, Superiore a Firenze e docente del Seminario e dopo averlo trasferito in Austria; dopo aver trasferito P. Settimio Manelli e P. Siano, rispettivamente rettore e vicerettore del Seminario, deposti dall’incarico di insegnamento e sostituiti con due frati della “nuova” linea, uno dei quali non ha nemmeno il baccellierato in teologia; dopo aver spedito in Africa, dall’oggi al domani, Padre Budani, licenziando in diritto canonico ed impedito di proseguire gli studi; dopo aver esiliato Padre Stefano, sempre obbediente, e averlo privato della possibilità di ricever visite finanche dagli stessi parenti di sangue, sotto pena di peccato grave e dopo avergli proibito di ricevere telefonate ed impedito ogni contatto diretto con il mondo… dopo tutto questo, con lettera del 27 novembre, padre Fidenzio Volpi, con l’appoggio di padre Alfonso Bruno, ha ritenuto opportuno dirigere la sua guerra senza limiti anche contro i laici. Ha infatti sospeso tutte le attività dei laici appartenenti alla MIM (Missione Immacolata Mediatrice) e al TOFI (Terz’Ordine Francescano del’Immacolata) e ha proibito ai terziari di vestire l’abito. E’ così, con questa inaudita durezza e con queste purghe stalianiane, che si sistemano eventuali difficoltà interne ad una congregazione religiosa? Oppure così si distrugge un carisma, non solo in grado di portare a numerose e crescenti vocazioni, ma anche lodato, sino a ieri, e sostenuto dalle più alte gerarchie vaticane (si pensi solo che pochi mesi fa padre Manelli e padre Lanzetta, oggi reprobi, frequentavano vescovi e cardinali e trovavano ospitalità sull’Osservatore Romano)”.
di Marco Tosatti (fonte: LaStampa.it)  Da Libertà e Persona
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2013/12/che-hanno-fatto-i-francescani-dellimmacolata/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=che-hanno-fatto-i-francescani-dellimmacolata
di Luisella Scrosati
Sul sito www.immacolata.com, si trova la lettera circolare del 27-11-13, attribuita al Commissario apostolico p. Fidenzio Volpi. È tutta un elogio al P. Alfonso Bruno, segretario generale dei Francescani dell’Immacolata e gestore di quel sito.
Tale lettera termina poi con una replicaa BastaBugie, nella quale la sottoscritta viene nuovamente chiamata in causa. Secondo l’estensore di tale replica, sarei ritornata “a diffondere la pristina versione, scrivendo sul sito “BastaBugie” quanto segue: “Tutti i Religiosi sono tenuti ad osservare il Canone 665 (“religiosi in propria domo religiosa habitent”), eppure nessuno di loro è tenuto a chiedere il permesso al suo Superiore Generale per allontanarsi dalla Diocesi cui appartiene la propria casa religiosa”. Tale diversità di condizione, secondo la signora Scrosati, proverebbe la vigenza di un provvedimento disciplinare. Siamo costretti a smentirla nuovamente, ribadendo che si tratta di una misura amministrativa”.
Chiarisco a chi vuol capire ed anche a chi non vuole, che quanto ho scritto non significa ALTRO se non che nei confronti di P. Stefano sono state prese delle misure che non sono state adottate nei confronti di nessun altro. Fine. Non ho inteso provare altro se non l’evidenza. Che la misura attuata nei confronti di p. Stefano sia disciplinare o amministrativa non mi interessa: quel che è chiaro, è che di una misura si tratta.
Prosegue il Rev.do P. Volpi: “E’ stato anche segnalato un caso in cui Padre Manelli ha lasciato il territorio della Diocesi di residenza, recandosi a Teramo il 19 ottobre, senza richiedere la previa autorizzazione del Commissario, e senza subire per questo alcuna sanzione”. A noi risulta che P. Manelli si sia recato a Teramo con la dovuta autorizzazione del Commissario chiesta e ottenuta a voce, per telefono, dal superiore F.I. del convento di Teramo.
La conclusione del chiarimento poi è particolarmente significativa: “La signora Scrosati, cui rispondiamo per cortesia e per dimostrare la trasparenza della situazione del nostro Istituto, non ha comunque titolo per esigere da parte nostra alcuna giustificazione degli atti compiuti”. La signora – anzi signorina – Scrosati ringrazia per l’effusione di cortesia, ma non per quella di trasparenza, dal momento che ancora attendiamo i risultati precisi del questionario… Ma non avendo titolo di esigere, non insisterò troppo…
Mi preme far notare che la circolare di P. Volpi è così concentrata a difendere P. Bruno da dimenticarsi di scrivere qualche riga in difesa di P. Manelli, che dal P. Bruno è stato accusato di creare uno scisma interno e di tradire il Carisma (ci sono le registrazioni!). Anzi, P. Volpi finisce per sostenere proprio queste accuse, scrivendo che P. Bruno «è stato vittima di una lunga, persistente e maliziosa campagna di denigrazioni, riguardante soprattuttol’attività da lui svolta dopo il commissariamento dell’Istituto con il fine di condurlo, sotto la mia guida ed il mio consiglio, ad un’autentica aderenza con il carisma originario e fondativo» (grassetto nostro). Il Carisma originario e fondativo dunque è stato smarrito, viventi i due Fondatori…
Forse la colpa di questo smarrimento sarà quella di essersi avvalsi del Motu ProprioSummorum Pontificum, chiedendo persino direttive all’Ecclesia Dei? In effetti da più parti – alcuni frati F.I. compresi – abbiamo sentito affermare che la celebrazione della Messa secondo la Forma straordinaria non sarebbe compatibile con il carisma dei Francescani dell’Immacolata, perché non era presente agli esordi dell’Istituto. Ma siccome tale forma –iuxta Benedetto XVI – non è mai stata abolita ed inoltre, come è stato più volte ribadito, può essere legittimamente adottata anche da interi Istituto religiosi, previa approvazione dei Superiori maggiori, in forma saltuaria, frequente o persino stabile, si fa fatica a capire il fondamento di questi ragionamenti, che vorrebbero un ripristino della situazione ante 2007. Perché non obbligare allora i Cappuccini, i Minori, i Gesuiti, i Domenicani, etc. a tornare alla celebrazione liturgica secondo le forme vigenti al momento delle loro fondazioni?
P. Bruno sarebbe inoltre “stato vittima di una lunga, persistente e maliziosa campagna di denigrazioni”. Già giudicare di malizia qualcuno è tutto dire… Accusateci di falsità, di verbosità, di insistenza, ma di malizia, significa che vi arrogate anche la facoltà di giudicare le intenzioni. Non è un po’ eccessivo paragonarsi al Padre eterno?
Ma non basta. C’è anche l’accusa di uno “smisurato orgoglio luciferino, che li spinge ad ergersi a giudici della Gerarchia, ad arbitri delle verità dogmatiche, a dispensatori di un Magistero da loro concepito su misura delle proprie convinzioni e delle proprie personali ambizioni”. Quanto all’orgoglio luciferino, devo ammettere, che, per quanto riguarda la mia persona, ha colpito nel segno. L’orgoglio è il mio difetto dominante, con il quale sono alle prese notte e giorno e per questo, rev.do Padre, le chiedo di ricordarmi nella preghiera. Ho però la sensazione che il tono della lettera non spicchi per bontà e mitezza cristiana e ancor più francescana; anzi, sembra proprio riprendere gli stessi toni di certi articoli pubblicati su Mediatrice.net, quelli firmati dal sig. Castellano, che le avevo gentilmente chiesto di rimuovere in quanto manifestamente offensivi… Strane coincidenze! Comunque, immagino che anche in questo caso, lei risponderà come fece nella sua replica del 9 ottobre: “Quanti scrivono sui nostri mezzi di comunicazione non si sono affatto comportati con la “maleducazione” e la “mancanza di rispetto”…, essendosi limitati a replicare con fermezza, ma sempre con assoluta civiltà, precisamente alla “maleducazione” ed alla “mancanza di rispetto” dimostrati da altri nei nostri confronti”. Credo che con la sua ultima lettera circolare abbia sufficientemente dato prova del contrario.
Rispedisco invece l’altra accusa al mittente, dal momento che non ho nessuna remora ad accogliere, nella misura dovuta ad ogni pronunciamento, non da me definita, e nemmeno da p. Volpi, ma dalla Santa Chiesa, ogni singolo insegnamento del Magistero. Il problema è che p. Volpi pretende che qualunque rimostranza nei confronti di suoi atti o parole siano da equiparare ad una disobbedienza al Magistero e al Papa…
Qualche esempio? P. Bruno e i suoi adepti, ben protetti da P. Volpi, hanno minacciato pesantemente e deposto quei frati superiori che hanno rivolto una petizione molto importante alla Santa Sede; hanno tentato di estorcere a vari frati la ritrattazione di quella petizione e vanno affermando che quella petizione andrebbe contro la Chiesa… P. Bruno e P. Volpi si comportano come se avessero potere assoluto, reagendo brutalmente contro i frati “petizionari”. Perché? Perché non rispettano la serenità e la libertà di coscienza dei frati e si pongono essi stessi contro la Santa Sede, impedendo il legittimo ricorso e la petizione di tanti loro confratelli, stanchi del regime tirannico instauratosi con il Commissariamento?
Di tutto ciò e di altro ancora possiamo fornire a tempo e luogo opportuno, testimoni e testimonianze.
Dunque, in sintesi, è importante ribadire quanto segue:
1.      Non risulta che p. Stefano abbia disobbedito in occasione della giornata mariana tenuta a Teramo.
2.      La Messa tridentina non è incompatibile con il carisma dei F. I, per il semplice fatto che non è incompatibile con alcun carisma, essendo una Forma legittima del Rito romano (a questo proposito ricordiamo – visto che girano strane opinioni a riguardo – che “forma straordinaria” non significa affatto che tale Messa possa essere celebrata solo in occasioni eccezionali, come de facto sta attualmente avvenendo nei F.I.).
3.      E’ davvero paradossale pensare che P. Volpi possa ricondurre all’aderenza al Carisma, mettendo fuori gioco entrambi i fondatori viventi, e più della metà dei Frati appartenenti all’Istituto e usando continuamente la propria autorità per minacciare, intimidire e bloccare ogni tentativo di ricorso ad una autorità a lui superiore…
Forse il Commissariamento – se proprio doveva essere – avrebbe dovuto seguire una direttiva più equa e serena, ponendo nei posti di responsabilità e collaborazione rappresentanti delle varie “anime” presenti nei Francescani dell’Immacolata. Invece, guarda a caso, sono stati spediti a varie latitudini e deposti da responsabilità solo quelli di una certa parte. Il pesce puzza dalla testa.

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