70 anni fa veniva ordinata in Cina la prima donna prete della Chiesa anglicana
Diamo volentieri atto all’agenzia stampa della Cei, il Sir, di aver ricordato la storia della prima donna sacerdote ordinata nella Comunione anglicana. Come si vedrà, nel breve riassunto che ne fa l'agenzia ricalcando varie biografie sul web, la vicenda assume connotati ben diversi da quelli di una discussione accademica o formale. La storia concreta, la storia del cristianesimo, è più ricca e sorprendente di molti giudizi a priori.
Verranno ricordati a Londra sabato 25 gennaio con una cerimonia i 70 anni dall’ordinazione della prima donna sacerdote nella Comunione Anglicana. Si tratta della figura del reverendo Florence Li Tim-Oi: nominata diacono per servire nella colonia di Macao nella Cappella protestante, Li Tim - Oi è stata ordinata sacerdote il 25 gennaio 1944 dal vescovo di Victoria Ronald Hall. La decisione fu presa in risposta ad una crisi tra i cristiani anglicani in Cina causata dall’invasione giapponese.
Dovettero passare 30 anni prima che qualsiasi altra chiesa anglicana regolarizzasse l’ordinazione sacerdotale delle donne: pertanto all’epoca la sua ordinazione fu controversa e subito dopo la fine della guerra Li Tim-Oi riconsegnò la licenza. Andò a lavorare in una parrocchia vicino al confine vietnamita, dove fondò una casa per donne per assicurare che le bambine indesiderate venissero alla luce.
Per 30 anni nella Cina maoista, Li Tim - Oi non poté esercitare il suo sacerdozio apertamente né esprimere la propria fede cristiana. Si trasferì a Toronto ricongiungendosi ai membri della sua famiglia e lì visse fino alla sua morte nel 1992. Due anni più tardi fu fondata la Fondazione Li Tim-Oi per onorare la sua eredità lavorando per la promozione delle donne nel mondo con progetti in Paesi come Brasile, Fiji, Kenya, Pakistan, Ruanda, Sudan, Tanzania e Uganda.
Pubblicato da Francesco Peloso
http://vaticantabloid.blogspot.de/2014/01/70-anni-fa-veniva-ordinata-in-cina-la.html
Vaticano10 gennaio 1984: 30 anni fa gli Stati Uniti
Gio Gen 9, 2014 10:46 Condividi
(a cura Redazione "Il sismografo")
(Luis Badilla) Domani 10 gennaio si celebra il 30.mo dello stabilimento di rapporti diplomatici al massimo livello tra gli Stati Uniti d'America e la Santa Sede; rapporti che hanno in un certo modo "regolarizzato" e "normalizzato" relazioni esistenti da moltissimi anni, ma che hanno avuto un percorso e un andamento piuttosto singolare. La storia di questi rapporti, oltre ad essere molto interessante, insegna parecchio sul cattolicesimo statunitense dal 1776, sul suo evolversi, sempre in crescita, in una società a maggioranza anticattolica per diversi decenni.
Sono passati 230 anni dal primo passo nei difficili e tormentati rapporti tra gli Stati Uniti d'America e la Santa Sede. Questo primo passo porta il nome di un gesuita, John Carroll, amico dello scienziato Benjamin Franklin, nominato il 4 giugno 1784 da Papa Pio VI (Giovanni Angelo Braschi) una sorta di “Prefetto apostolico” degli Stati Uniti, ma con un titolo diverso: "Superiore della Missione in tredici Stati". La “Prefettura” apostolica fu eretta formalmente il 26 novembre 1784, ricavandone il suo territorio dalla diocesi di Québec. Fu la prima circoscrizione ecclesiastica degli Stati Uniti d’America e secondo una lettera di padre Carroll i cattolici erano, allora, l'1% su una popolazione di 2.500.000 abitanti.
Nel 1788 a Parigi s’incontrarono l’emissario del Papa, il Nunzio in Francia, cardinale Giuseppe Maria Doria Pamhilj e Benjamin Franklin, Plenipotenziario di George Washington (eletto primo Presidente degli Stati Uniti d’America nel 1789). Roma voleva sapere se il generale George Washington accettava che il Papa nominasse un vescovo nello Stato appena nato. La riposta, pervenuta tempo dopo, fu positiva e rispettosa e faceva un riferimento rilevante: il nuovo Stato, comunicava il Presidente G. Washington, è nato anche per difendere la libertà religiosa. Il Presidente si era prima consultato con il Congresso il quale rispose affermando di non trovare nessun ostacolo “trattandosi di una nomina puramente spirituale” e, dunque, di una questione “estranea alla propria giurisdizione”.
Il 6 novembre 1789 la Prefettura fu elevata a diocesi e assunse il nome di diocesi di Baltimora. Il Papa approvò l’elezione del gesuita John Carroll quale primo vescovo. In seguito Baltimora cedette porzioni del suo territorio (1808, 1820 e 1868) per dare vita ad altre nuove diocesi. Il vescovo John Carroll celebrò, il 25 maggio 1793, la prima ordinazione sacerdotale statunitense. Il sacerdote era Stephen Theodore Badin (1768 - 1853), nato in Francia.
Nel 1797 vengono stabilite, sotto la presidenza di John Adams, il successore di George Washington, le prime relazioni consolari tra lo Stato Pontificio e gli Stati Uniti; relazioni che si prolungheranno fino al 1870. All’interno di questo periodo però, tra il 1848 e il 1867, si stabiliscono anche relazioni diplomatiche con il Papa nella sua qualità di Capo dello “Stato Papale”. Per un periodo di tempo, 19 anni, ci fu dunque una doppia rappresentanza. Nel caso del primo tipo di relazioni s’intendeva rapportarsi con lo Stato Pontificio dal punto di vista economico e commerciale (con particolari riguardo al traffico nei porti italiani sul Mediterraneo). Nel secondo caso si definiva il rapporto con un Sovrano e Capo di Stato. I due tipi di rapporti terminarono con la fine dello Stato Pontificio anche se, in realtà, già prima erano entrati in crisi.
1870 - 1984
Il 30 giugno 1983, Clement Zablocki, democratico del Wisconsin (con l'appoggio del senatore Richard Lugar, repubblicano dell'Indiana), presentò una risoluzione alla Camera dei Rappresentanti che chiedeva al governo del Presidente Ronald Reagan "l'istituzione di relazioni diplomatiche degli Stati Uniti d'America con il Vaticano". La proposta di legge "Lugar" che con il sostegno della maggioranza del Senato USA aprì le porte allo stabilimento di relazioni diplomatiche al più alto livello tra gli Stati Uniti d'America e la Santa Sede porta la data del 22 settembre 1983.
L'annuncio dello stabilimento dei rapporti diplomatici, al più alto livello, con lo scambio di Ambasciatore Plenipotenziario e Nunzio Apostolico fu fatto il 10 gennaio 1984.
(Luis Badilla) Domani 10 gennaio si celebra il 30.mo dello stabilimento di rapporti diplomatici al massimo livello tra gli Stati Uniti d'America e la Santa Sede; rapporti che hanno in un certo modo "regolarizzato" e "normalizzato" relazioni esistenti da moltissimi anni, ma che hanno avuto un percorso e un andamento piuttosto singolare. La storia di questi rapporti, oltre ad essere molto interessante, insegna parecchio sul cattolicesimo statunitense dal 1776, sul suo evolversi, sempre in crescita, in una società a maggioranza anticattolica per diversi decenni.
Sono passati 230 anni dal primo passo nei difficili e tormentati rapporti tra gli Stati Uniti d'America e la Santa Sede. Questo primo passo porta il nome di un gesuita, John Carroll, amico dello scienziato Benjamin Franklin, nominato il 4 giugno 1784 da Papa Pio VI (Giovanni Angelo Braschi) una sorta di “Prefetto apostolico” degli Stati Uniti, ma con un titolo diverso: "Superiore della Missione in tredici Stati". La “Prefettura” apostolica fu eretta formalmente il 26 novembre 1784, ricavandone il suo territorio dalla diocesi di Québec. Fu la prima circoscrizione ecclesiastica degli Stati Uniti d’America e secondo una lettera di padre Carroll i cattolici erano, allora, l'1% su una popolazione di 2.500.000 abitanti.
Nel 1788 a Parigi s’incontrarono l’emissario del Papa, il Nunzio in Francia, cardinale Giuseppe Maria Doria Pamhilj e Benjamin Franklin, Plenipotenziario di George Washington (eletto primo Presidente degli Stati Uniti d’America nel 1789). Roma voleva sapere se il generale George Washington accettava che il Papa nominasse un vescovo nello Stato appena nato. La riposta, pervenuta tempo dopo, fu positiva e rispettosa e faceva un riferimento rilevante: il nuovo Stato, comunicava il Presidente G. Washington, è nato anche per difendere la libertà religiosa. Il Presidente si era prima consultato con il Congresso il quale rispose affermando di non trovare nessun ostacolo “trattandosi di una nomina puramente spirituale” e, dunque, di una questione “estranea alla propria giurisdizione”.
Il 6 novembre 1789 la Prefettura fu elevata a diocesi e assunse il nome di diocesi di Baltimora. Il Papa approvò l’elezione del gesuita John Carroll quale primo vescovo. In seguito Baltimora cedette porzioni del suo territorio (1808, 1820 e 1868) per dare vita ad altre nuove diocesi. Il vescovo John Carroll celebrò, il 25 maggio 1793, la prima ordinazione sacerdotale statunitense. Il sacerdote era Stephen Theodore Badin (1768 - 1853), nato in Francia.
Nel 1797 vengono stabilite, sotto la presidenza di John Adams, il successore di George Washington, le prime relazioni consolari tra lo Stato Pontificio e gli Stati Uniti; relazioni che si prolungheranno fino al 1870. All’interno di questo periodo però, tra il 1848 e il 1867, si stabiliscono anche relazioni diplomatiche con il Papa nella sua qualità di Capo dello “Stato Papale”. Per un periodo di tempo, 19 anni, ci fu dunque una doppia rappresentanza. Nel caso del primo tipo di relazioni s’intendeva rapportarsi con lo Stato Pontificio dal punto di vista economico e commerciale (con particolari riguardo al traffico nei porti italiani sul Mediterraneo). Nel secondo caso si definiva il rapporto con un Sovrano e Capo di Stato. I due tipi di rapporti terminarono con la fine dello Stato Pontificio anche se, in realtà, già prima erano entrati in crisi.
1870 - 1984
Nei 144 anni trascorsi fra la fine dello Stato Pontificio e l'allacciamento di rapporti diplomatici pieni (1870-1984), le relazioni tra la Santa Sede e gli Stati Uniti si sono snodate fra vicende politiche e diplomatiche di ogni tipo, a volte sorprendenti, anche perché negli USA una parte importante dell'opinione pubblica, in particolare protestante, non nutriva nessuna simpatia per "il Papa di Roma" e in molti, inoltre, paventavano "ingerenze vaticane". In realtà nel 1870 già non c'erano rapporti anche se dal 1863 formalmente c'era un Chargé d’affaires (Rufus King). Nel 1867 il Senato USA aveva, in pratica, chiuso la Rappresentanza presso il Vaticano con una misura ambigua che non cancellava i rapporti, ma non finanziava più la missione.
** Ecco alcuni momenti rilevanti di questo periodo durante il quale due Papi visitarono gli Stati Uniti: Paolo VI nel 1965 (anche se formalmente fu un viaggio alle Nazioni Unite) e Giovanni Paolo II che visitò il Paese, complessivamente 8 volte (di cui 2 volte prima dell'allacciamento di rapporti diplomatici pieni).
Il 15 marzo 1875 Papa Pio IX crea il primo cardinale statunitense nella persona di John McCloskey, arcivescovo di New York, città dove era nato.
La travagliata costruzione del famoso Obelisco di Washington c’entra anche con le lotte anti-cattoliche: infatti, ad un certo punto, nel 1885, i lavori furono sospesi perché era stato trafugato un importante blocco di marmo. Si venne poi a sapere che il blocco di marmo rubato era quello donato dall'allora Papa Pio IX e che il furto era stato opera del gruppo anticlericale “Know-Nothings”. Il “Nativist American Party”, un partito xenofobo e anticattolico, meglio noto come i “Know-Nothings”, rubò la pietra donata dal Papa per protesta, gettandola nel fiume Potomac.
Nel 1886 Papa Leone XIII crea cardinale il 7 giugno James Gibbons.
Mons. Francesco Satolli viene nominato Inviato dal Papa per presiedere il Primo centenario della gerarchia a Baltimora (1889). Prende parte anche all’inaugurazione della “Catholic University of America”.
Nel 1893 il Papa nomina nella persona dell’arcivescovo Francesco Satolli il primo Delegato apostolico (1893 – 1896). Seguiranno altri 9:
- Sebastiano Martinelli (1896 al 1902).
- Diomede Angelo Falconio (1902 - 1911).
- Giovanni Vincenzo Bonzano (1912 - 1922).
- Pietro Fumasoni Biondi (1922 - 1933).
- Amleto Giovanni Cicognani (1933 - 1959).
** Ecco alcuni momenti rilevanti di questo periodo durante il quale due Papi visitarono gli Stati Uniti: Paolo VI nel 1965 (anche se formalmente fu un viaggio alle Nazioni Unite) e Giovanni Paolo II che visitò il Paese, complessivamente 8 volte (di cui 2 volte prima dell'allacciamento di rapporti diplomatici pieni).
Il 15 marzo 1875 Papa Pio IX crea il primo cardinale statunitense nella persona di John McCloskey, arcivescovo di New York, città dove era nato.
La travagliata costruzione del famoso Obelisco di Washington c’entra anche con le lotte anti-cattoliche: infatti, ad un certo punto, nel 1885, i lavori furono sospesi perché era stato trafugato un importante blocco di marmo. Si venne poi a sapere che il blocco di marmo rubato era quello donato dall'allora Papa Pio IX e che il furto era stato opera del gruppo anticlericale “Know-Nothings”. Il “Nativist American Party”, un partito xenofobo e anticattolico, meglio noto come i “Know-Nothings”, rubò la pietra donata dal Papa per protesta, gettandola nel fiume Potomac.
Nel 1886 Papa Leone XIII crea cardinale il 7 giugno James Gibbons.
Mons. Francesco Satolli viene nominato Inviato dal Papa per presiedere il Primo centenario della gerarchia a Baltimora (1889). Prende parte anche all’inaugurazione della “Catholic University of America”.
Nel 1893 il Papa nomina nella persona dell’arcivescovo Francesco Satolli il primo Delegato apostolico (1893 – 1896). Seguiranno altri 9:
- Sebastiano Martinelli (1896 al 1902).
- Diomede Angelo Falconio (1902 - 1911).
- Giovanni Vincenzo Bonzano (1912 - 1922).
- Pietro Fumasoni Biondi (1922 - 1933).
- Amleto Giovanni Cicognani (1933 - 1959).
(Cicognani poi fu Segretario di Stato di PapaGiovanni XXIII e Paolo VI)
- Egidio Vagnozzi (1958 - 1968).
- Luigi Raimondi (1967 - 1973).
- Jean Jadot (1973 - 1980).
- Pio Laghi (1980 - 1984).
Nel 1919 Woodrow Wilson, è stato il primo Presidente USA a recarsi in visita dal Papa in Vaticano, il 9 gennaio 1919. Il Presidente arrivò al Portone di Bronzo in una carrozza trainata da cavalli per essere ricevuto in udienza da Benedetto XV.
Nel 1939 il Presidente F. D. Roosevelt nomina Joseph Kennedy, padre dei Kennedy, suo Inviato speciale all’incoronazione di Pio XII il 12 marzo.
Nel 1959 il Presidente Dwight Eisenhower visita Giovanni XXIII (5 dicembre).
Nel 1963, il 1° luglio Paolo VI riceve in udienza John F. Kennedy, primo Presidente cattolico.
Nel 1967 il 23 dicembre Paolo VI riceve in udienza il Presidente Lyndon Johnson, successore di J. F. Kennedy, ucciso il 22 novembre 1963.
Nel 1969 Paolo VI riceve il 2 marzo il Presidente Richard Nixon (prima visita).
Nel 1970 il 28 settembre Paolo VI riceve il Presidente Richard Nixon (seconda volta).
Nel 1980 Giovanni Paolo II riceve in udienza il Presidente Jimmy Carter.
Dopo lo stabilimento di rapporti diplomatici pieni, il 6 giugno 1987, Giovanni Paolo II riceve in udienza il Presidente Ronald Reagan (seconda volta). Papa Wojtyla aveva ricevuto in udienza per la prima volta il Presidente Reagan il 7 giugno 1982.
Gli ultimi 30 anni.- Egidio Vagnozzi (1958 - 1968).
- Luigi Raimondi (1967 - 1973).
- Jean Jadot (1973 - 1980).
- Pio Laghi (1980 - 1984).
Nel 1919 Woodrow Wilson, è stato il primo Presidente USA a recarsi in visita dal Papa in Vaticano, il 9 gennaio 1919. Il Presidente arrivò al Portone di Bronzo in una carrozza trainata da cavalli per essere ricevuto in udienza da Benedetto XV.
Nel 1939 il Presidente F. D. Roosevelt nomina Joseph Kennedy, padre dei Kennedy, suo Inviato speciale all’incoronazione di Pio XII il 12 marzo.
Nel 1959 il Presidente Dwight Eisenhower visita Giovanni XXIII (5 dicembre).
Nel 1963, il 1° luglio Paolo VI riceve in udienza John F. Kennedy, primo Presidente cattolico.
Nel 1967 il 23 dicembre Paolo VI riceve in udienza il Presidente Lyndon Johnson, successore di J. F. Kennedy, ucciso il 22 novembre 1963.
Nel 1969 Paolo VI riceve il 2 marzo il Presidente Richard Nixon (prima visita).
Nel 1970 il 28 settembre Paolo VI riceve il Presidente Richard Nixon (seconda volta).
Nel 1980 Giovanni Paolo II riceve in udienza il Presidente Jimmy Carter.
Dopo lo stabilimento di rapporti diplomatici pieni, il 6 giugno 1987, Giovanni Paolo II riceve in udienza il Presidente Ronald Reagan (seconda volta). Papa Wojtyla aveva ricevuto in udienza per la prima volta il Presidente Reagan il 7 giugno 1982.
Il 30 giugno 1983, Clement Zablocki, democratico del Wisconsin (con l'appoggio del senatore Richard Lugar, repubblicano dell'Indiana), presentò una risoluzione alla Camera dei Rappresentanti che chiedeva al governo del Presidente Ronald Reagan "l'istituzione di relazioni diplomatiche degli Stati Uniti d'America con il Vaticano". La proposta di legge "Lugar" che con il sostegno della maggioranza del Senato USA aprì le porte allo stabilimento di relazioni diplomatiche al più alto livello tra gli Stati Uniti d'America e la Santa Sede porta la data del 22 settembre 1983.
L'annuncio dello stabilimento dei rapporti diplomatici, al più alto livello, con lo scambio di Ambasciatore Plenipotenziario e Nunzio Apostolico fu fatto il 10 gennaio 1984.
Stati Uniti
Il Presidente R. Reagan, l'8 marzo 1984, nominò il primo "Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario presso la Santa Sede", William A. Wilson, che dal 1981 era Rappresentante personale presso la Sede Apostolica del Presidente degli Stati Uniti d'America. Wilson presentò le sue Lettere Credenziali il 9 aprile 1984.
Poi seguirono altri 9 ambasciatori, tra cui due donne:
Frank Shakespeare (1986 - 1989)
Thomas P. Melady (1989 - 1993)
Raymond Flynn (1993 - 1997)
Marie C. "Lindy" Boggs (1997 - 2001)
Robert Nicholson (2001 - 2005)
Francis Rooney (2005 - 2008)
Mary Ann Glendon (2008 - 2009)
Miguel Díaz (2009 - 2012)
Kenneth F. Hackett (2013 ...)
Santa Sede
La Nunziatura apostolica negli Stati Uniti d'America è stata istituita l'11 gennaio 1984 con il breve "Quandoquidem heri" di Papa Giovanni Paolo II.
Giovanni Paolo II nominò primo Nunzio Apostolico negli USA, l'arcivescovo Pio Laghi, che prestò servizio tra il 26 marzo 1984 e il 6 aprile 1990. Tra il 1980 e il 1984 mons. Laghi era stato Delegato Apostolico.
Poi seguirono:
- Agostino Cacciavillani (13 giugno 1990 - 5 novembre 1998)
- Gabriel Montalvo Higuera (7 dicembre 1998 - 27 dicembre 2005)
- Pietro Sambi (17 dicembre 2005 - 27 luglio 2011)
- Carlo Maria Viganò (19 ottobre 2011 ...)
Il Presidente R. Reagan, l'8 marzo 1984, nominò il primo "Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario presso la Santa Sede", William A. Wilson, che dal 1981 era Rappresentante personale presso la Sede Apostolica del Presidente degli Stati Uniti d'America. Wilson presentò le sue Lettere Credenziali il 9 aprile 1984.
Poi seguirono altri 9 ambasciatori, tra cui due donne:
Frank Shakespeare (1986 - 1989)
Thomas P. Melady (1989 - 1993)
Raymond Flynn (1993 - 1997)
Marie C. "Lindy" Boggs (1997 - 2001)
Robert Nicholson (2001 - 2005)
Francis Rooney (2005 - 2008)
Mary Ann Glendon (2008 - 2009)
Miguel Díaz (2009 - 2012)
Kenneth F. Hackett (2013 ...)
Santa Sede
La Nunziatura apostolica negli Stati Uniti d'America è stata istituita l'11 gennaio 1984 con il breve "Quandoquidem heri" di Papa Giovanni Paolo II.
Giovanni Paolo II nominò primo Nunzio Apostolico negli USA, l'arcivescovo Pio Laghi, che prestò servizio tra il 26 marzo 1984 e il 6 aprile 1990. Tra il 1980 e il 1984 mons. Laghi era stato Delegato Apostolico.
Poi seguirono:
- Agostino Cacciavillani (13 giugno 1990 - 5 novembre 1998)
- Gabriel Montalvo Higuera (7 dicembre 1998 - 27 dicembre 2005)
- Pietro Sambi (17 dicembre 2005 - 27 luglio 2011)
- Carlo Maria Viganò (19 ottobre 2011 ...)
In Italia ci sono sempre meno frati e suore
Uno studio sociologico: inevitabile il ridimensionamento delle opere. E nel Belpase già 36 religiose gestiscono parrocchie, negli Usa tocca anche ai laici
FABRIZIO MASTROFINIROMA
Frati e suore diminuiscono in Italia (anche altrove). Lo sanno i superiori, lo sa il Papa, che tra l’altro ha affrontato la tematica nell’oramai famoso incontro di novembre con i Superiori generali il cui contenuto è stato diffuso pochi giorni fa. Tuttavia il calo numerico porta con sé almeno altre questioni di grande rilievo. Aspetti che sono stati trattati da padre Giovanni Dalpiaz, benedettino camaldolese, sociologo, molto conosciuto non solo in Italia. Il suo intervento è stato pubblicato in rilievo sulla rivista Testimoni, dei Dehoniani di Bologna, il più qualificato periodico mensile che si rivolge a frati e suore.
In sostanza padre Dalpiaz spiega che i problemi da affrontare si chiamano: qualità della formazione vocazionale e ridimensionamento soprattutto per quelle opere educative e culturali che erano utili nell’Ottocento e nel Novecento ed oggi non lo sono più. Proprio i numeri non ammettono discussioni: abbiamo circa 20 mila religiosi; 89 mila le suore, il 46% ultrasettantenni. Erano 154 mila le religiose nel 1971, mentre i religiosi stavano sulle 30 mila unità. È «con fatica», nota Dalpiaz che gli Istituti religiosi diventano consapevoli della profondità del cambiamento.
E poi si produce un’anomala situazione, anche per il sociologo. Frati e suore con le loro opere godono del favore delle persone e le comunità vengono assai apprezzate e frequentate. Tuttavia quelle stesse persone vedono con «indifferenza» i problemi numerici e gestionali per cui «si auspica che le opere continuino a funzionare senza però minimamente preoccuparsi di chi dovrebbe animarle, ossia della questione vocazionale». Dunque il «ridimensionamento» si prefigura come indispensabile e non rinviabile, facendo risaltare sempre di più «la mancanza negli Istituti religiosi di una cultura della collaborazione: prevale una concezione gerarchica dei rapporti». Dove le opere (scuole, ospedali e via dicendo) vanno avanti grazie al lavoro dei laici, è molto forte una «asimmetria» nei rapporti. In pratica solo i religiosi hanno l’ultima parola. Un aspetto che non corrisponde più alla cultura contemporanea.
In più, nota Dalpiaz, il cambiamento che anche così è profondo e traumatico, a ben guardare mostra altri elementi. La vita consacrata si sta frammentando: nascono nuove comunità che attirano molti giovani e propongono esperienze eremitiche; altre proposte che attirano riguardano le piccole comunità di tre-cinque persone; in altri casi si diffondono comunità miste, aperte ai laici ed alle famiglie. Esperienze che non sono interessate a durare nel tempo e a darsi strutture giuridiche stabili ed approvate e puntano piuttosto «all’autenticità vissuta nell’oggi». Conclusione: «andare avanti è difficile e faticoso» però «tornare indietro» non si può».
E sul fronte delle esperienze, padre Dalpiaz segnala, di passaggio, un aspetto che rende bene la dimensione del cambiamento italiano facendo presente che esistono 36 parrocchie affidate ad una religiosa. Non fornisce altri particolari. Però in questo settore molto sta maturando guardando fuori dall’Italia. Il National Catholic Reporter, settimanale progressista di punta statunitense, nell’ultimo numero presenta la storia di Steve Mullin, laico sposato, padre di 4 ragazze, che «dirige» la parrocchia di Ognissanti ad Hayward in California. Perché negli Usa i sacerdoti scarseggiano più ancora che in Italia. Così si cercano risposte nuove. E del resto le statistiche indicano che ci sono 553 parrocchie in tutti gli Usa senza parroco residente e dunque gestite da un diacono, da una suora, da un laico.
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