PER IL VOLO ECUMENISTA GLOBAL
La Chiesa conciliare fu creata per aprirela Chiesa Cattolica all’animazione del MASDU – movimento di animazione spirituale della democrazia universale – e ora trova in Bergoglio il suo nuovo campione romano.
All’inizio Roncalli e Montini si erano prodigati per la partecipazione clericale nelle animazioni massoniche, dell’ONU, ecc. Ben presto, però, Paolo 6º si è accorto della loro sterile bruttezza, resa ancora più tenebrosa dal fumo di Satana.
Per tenere viva l’idea doveva animare promozioni liturgiche mondane, e perciò s’inventò il NOM del festivo culto dell’uomo, e accolse pure il carismatismo del vecchio cardinale Suenens saltellante nella Basilica vaticana. Da lì in avanti le animazioni conciliari avrebbero dovuto decollare con innumerevoli viaggi papali per il mondo, di modo a radicare l’«animazione religiosa» conciliare.
Ciò sarà brevemente rivisto qui per ricordare che il «magistero conciliare» non manca solo di «fare il bene della Chiesa», ma è diretto a edificare l’altra chiesa: ecumenista! Rivediamo tale apertura, per capire che s’intendeva fare del Vaticano 2º una nuova, continua, animata Pentecoste, sotto la copertura di tante false «ispirazioni divine», iniziate con la sua «ispirata» convocazione.
Le tappe del processo devono essere riepilogare a partire della sua «base dottrinale» specialmente delle iniziativa di Giovanni Paolo 2º – futuro santo conciliare – arrivato all’apertura di Assisi a tutte credenze, perfino al Vodù* del misterioso gran pitone…
Nel senso della Dottrina si trova un autorevole chiarimento nei libri del teologo tedesco P. Johannes Dörmann, tra cui ‘L’Étrange théologie (si legga gnostica) de Jean-Paul II et l’esprit d’Assise’, Ed, Fideliter, 1992, F-57230 Eguelshardt, sigla Teo) pubblicati negli anni novanta e tradotti anche in italiano. L’emerito professore prendeva per riferimento il libro “Alle fonti del rinnovamento – Studio sull’attuazione del Vaticano II”, Ed. Vaticana, 1981. Si tratta dell’interpretazione di quell’evento proposto da Wojtyla, che, come «autentico testimone del Vaticano 2º», lo definisce un «mistero» appellante un’«iniziazione»: “Lo Spirito Santo nel Vaticano II ha parlato direttamente ai padri conciliari, i quali hanno perciò espresso in parole umane la parola dello Spirito Santo e l’hanno comunicata al mondo (p. 12 ss.). In quanto «parola dello Spirito Santo» il messaggio del Concilio possiede di per sé il carattere della rivelazione. In questo senso il Vaticano II è una «seconda Pentecoste», nella quale lo Spirito Santo è sceso sui padri conciliari allo stesso modo che sugli Apostoli durante la prima Pentecoste, al fine di condurre il consesso dei vescovi alla «verità totale» promessa da Cristo.” (!)
Commenta P. Dörmann: “L’«iniziazione» alla «verità totale», nella terminologia del cardinale, è un «arricchimento della fede» nei confronti della dottrina tradizionalmente professata dalla Chiesa. La «seconda Pentecoste» significa quindi rinascita della Chiesa sulla base di un arricchimento della fede, che la dottrina tradizionale ha sperimentato nel Vaticano II grazie alla nuova parola dello Spirito Santo” (Sì sì no no, 15/2/1996).
A questo punto abbiamo una prima risposta: il Vaticano 2º sarebbe uno straordinario Concilio dogmatico (pastorale solo per umiltà), e il suo collegio episcopale, un nuovo Cenacolo presieduto da un nuovo san Pietro, tutti ispirati direttamente dallo Spirito Santo, affinché diffondano l’«arricchimento» della fede per i nostri tempi!
Quest’idea non sarebbe un abbaglio straordinario dei padri conciliari o sinodali, ma una vera rivelazione ordinaria di Giovanni Paolo 2º, descritta nella «Redemptor hominis» (6b): “A tutti coloro che, per qualsiasi motivo, vorrebbero dissuadere la Chiesa dalla ricerca (arricchimento) dell’unità universale dei cristiani, bisogna ripetere ancora: È lecito a noi non farlo? Possiamo […] non aver fiducia nella grazia di Nostro Signore, quale si è rivelata, nell’ultimo tempo, mediante la parola dello Spirito Santo, che abbiamo sentito durante il concilio? Facendo così, negheremmo la verità che concerne noi stessi e che l’Apostolo ha espresso in modo tanto eloquente (1 Cr 15, 10)”.
Cosa sottintendesse questa «unità universale» fondata su di una fede arricchita sarebbe ancora da svelare in tutti i suoi aspetti oscuri, che include il vodù! Certo è il fatto che lo stesso Apostolo aveva esortato i Cristiani: ‘Anche se noi stessi o un angelo del Cielo venisse ad annunziarvi un Vangelo diverso (ispirato da una nuova Pentecoste) da quello che vi abbiamo annunziato noi, sia egli anatema’ (Gal 1, 8).
Il lievito del rinnovamento incluse il vodù del gran pitone…
GP2º saluta il gran sacerdote vodù nel Cotonou, Benin, nel febbraio 1993.
Il pensiero cattolico ha sempre presente la tentazione comando all’inizio della storia, del dominio del mondo da parte dell’uomo che potrebbe attuarsi non seguendo la Parola divina, ma con l’ambizione di parlare e attuare come dèi. Tale tentazione è storicamente ricorrente e il suo culto, aggiornato ai tempi moderni dalla Massoneria, oggi contamina profondamente il Clero per convertirlo col suo verbo teista.
Tale infiltrazione satanica nella Chiesa di Dio rende evidente l’aspetto apocalittico dell’ora che stiamo vivendo e che attua le profezie di San Giovanni (Apl 13) e di San Paolo (II Ts)’: il sussurro ribelle amplificato e rinforzato nelle sette e rivoluzioni partite dalle sinagoghe e dalle logge fino ad arrivare nell’ambito della Chiesa. Il suo potere è nel “segretismo” iniziatico e nel “settarismo” dei pensieri «ispirati» da menti sedotte da virtuali evoluzioni umane. Per esempio la teosofia de «La Dottrina segreta» di Helen Blavatsky: gnosi che intende divinizzare l’umanità in una vera e propria religione di massa. – Il Male? Sarebbe una necessità per il Progresso e l’Evoluzione, come la morte per la vita; uno dei principi del Mondo manifestato. Così – Satana (o Lucifero) rappresenta l’Energia attiva del mondo… è Luce, Vita, Pensiero, Libertà, una sola cosa col Logos, che è Dio.
Vi sarebbe in natura la legge eterna che tende a conciliare gli opposti per l’armonia finale. Tale legge di sviluppo spirituale può liberare l’umanità dagli dèi falsi e bugiardi (si legga Cristianesimo) e otterrà, alla fine, la sua auto-redenzione. Si tratta della più spuria delle gnosi!
La Teosofia fu poi superata dall’Antroposofia di Rudolf Steiner, che con intelligenza combinò tali concetti per un nuovo cristianesimo; Cristo che armonizza gli opposti. Angelo Roncalli, come il giovane Karol Wojtyla, furono attratti da questi pensieri per la ricerca antropocentrica dell’armonia con delle nuove pentecosti e nuove redenzioni; idee venute alla ribalta del mondo ad Assisi nel 1986 e che continuano ad imperversare col patrocinio della Chiesa conciliare, della Massoneria e perfino dell’ONU con l’URI (United religions initiative).
Il Piano per varare la libertà religiosa di una nuova «Chiesa più universale»
Ciò che aprì la via al movimento carismatico detto “cattolico” fu la concezione distorta dello Spirito Santo generata da Karl Rahner con l’aiuto del fido collega Ratzinger al tempo del Vaticano 2º. Rahner sosteneva tra l’altro che “la guida dello Spirito Santo nella Chiesa Cattolica non è superiore alla sua guida spirituale del singolo laico”. Ecco che si apre la via ai cercatori di “esperienze” con le idee presenti nella Dei Verbum del Vaticano 2º (nov. 65), redatta come Costituzione Dogmatica in modo da consolidare definitivamente l’avvenuta radicale trasformazione teologico-ecclesiastica modernista che vuol conciliare i «crismi dogmatici» con quelli di una pseudo-autorità carismatica.
E la «Chiesa più universale» è varata con l’apporto animatore di stregoni. La sua nuova fede «più universale» è fondata sulla redenzione universale: l’uomo, tutti gli uomini, che lo vogliano o no, sono riscattati perché vittime di una disarmonia estranea alla loro dignità. Un male permesso da Dio? Ecco allora la domanda: «Un Dio che permette la guerra e l’olocausto è davvero Amore?» L’ammissione di tale domanda è già una risposta; già ammette, come fanno i miscredenti, la realtà del Dio repressivo! Va già nella linea delle idee teosofiche che contrappongono la libertà e la creatività alla rigidità del dogma; un giudizio dell’uomo vittima dei vincoli divini. È la nuova fede secondo Wojtyla: “La storia della salvezza è anche la storia dell’incessante giudizio dell’uomo su Dio… Poteva Dio, diciamo, giustificarsi davanti alla storia dell’uomo, così carica di sofferenza, diversamente che ponendo al centro di tale storia proprio la Croce di Cristo?” (Karol Wojtyla, Varcare la soglia della speranza, Mondadori, 1995).
In verità questo pensiero segreto non è che la più subdola sintesi del piano massonico e modernista che vuole introdurre nella Chiesa la rivoluzione moderna nella forma di un programma di trasformazione psicopedagogica, che, sviluppato dal freudismo, ma applicato dalla nuova coscienza della Chiesa, approda a una nuova struttura invisibile per diffondere una nuova fede. Eppure, la Chiesa, per mandato divino, forma le coscienze nella conoscenza della decadenza umana che necessita assolutamente della Parola e della Grazia della Redenzione divina per assumersi con la propria libera volontà la responsabilità di fronte al Salvatore crocefisso.
Dato che la coscienza è la prima norma dell’agire, questo insegnamento forma l’azione personale e sociale; così come dovrebbe formare la base anche d’ogni buona politica cristiana. La nuova chiesa, però, ha un programma diverso: forma le coscienze in vista del nuovo ordine dell’ecumene mondiale con criteri aggiornati ai tempi moderni. Si passa così all’idea dell’avvento della nuova umanità, la new age del mondo unito nella coscienza della dignità degli uomini che potranno progredire per essere come dèi, liberi dai vecchi vincoli, e dalla legge morale considerata come un fondamentalismo che divide. L’uomo deve poter scegliere liberamente in cosa credere. E poter anche interpellare Dio sui mali terreni di cui non è più autore ma vittima. Si noti come da Paolo 6º a Giovanni Paolo 2º, da Madre Teresa a don Mazzi, si esprime pubblicamente il dubbio sulla capacità di Dio d’intendere e volere il bene. La stessa “assenza divina” che fa “arrabbiare” dei chierici nel loro “orgoglio di bontà”, fa che Benedetto 16, ad Auschwitz, domandi a Dio, dove si era nascosto di fronte a tanto orrore! Le nuove pentecosti hanno aperto un capitolo nuovo nella “esegesi religiosa” e la libertà d’interpellare Dio nella Sua bontà fa pendant con la cessata discriminazione riguardo alla “bontà” delle altre “inspirate” religiosità, sempre dallo Spirito Santo e all’insaputa della chiusa e retrograda Chiesa tradizionale!
Giovanni Paolo II voleva il dialogo anche col Vodù
Il giorno 4/2/1993 Giovanni Paolo 2º ha visitato il Benin e incontrato una delegazione di dignitari vodù del tempio feticista del pitone, che tre giorni dopo avevano in programma di celebrare il loro festival internazionale in Ouidah. L’evento vodù avrebbe riunito adepti venuti da Brasile, Cuba, Haiti, Stati Uniti, Francia e molti altri paesi africani, e doveva essere onorato dalla presenza di tanti nomi famosi, come il presidente haitiano in esilio, il padre salesiano Aristides, Jorge Amado, Gilberto Gil, Harry Belafonte, Bill Cosby, Magic Johnson, Michael Jordan, Spike Lee, Coretta Luther King, Jean Rouch, Rhoda Scott, Stevie Wonder, Jesse Jackson, Ronald Brown e Léon Sullivan. Per animare le manifestazioni sarebbero venuti sacerdoti vodù, del candomblé, orixás, e dei re delle principali dinastie del Benin (La Nation, Benin, 9/2/93).
Giovanni Paolo 2º volle onorare in anticipo tale manifestazione dicendo durante la visita: “Siete fortemente attaccati alle tradizioni che vi hanno tramandato i vostri antenati. È legittimo essere riconoscenti verso i più anziani che vi hanno trasmesso il senso del sacro, la fede in un Dio unico e buono, il gusto della celebrazione, la considerazione per la vita morale e l’armonia nella società.”
Con tale “gusto della celebrazione” un capo vodù, con una corona di latta in testa, ringrazia le parole di Giovanni Paolo 2º parlando degli sforzi fatti per realizzare la preghiera comune delle migliaia di animisti con la sua Chiesa, definendola una vera “via di Damasco” (OR, 6/2/93).
Il Sillon noir – «Vodù, democrazia e pluralismo religioso», è la pubblicazione del movimento che, nel suo numero speciale per le cerimonie dell’Ouidah 92 (Cotonou, n°9, marzo 93), parla del ‘dialogo inaugurato recentemente da Giovanni Paolo II con i rappresentanti delle religioni tradizionali, specialmente il Vodù’, che ‘è nella linea retta dell’inculturazione e del rinnovamento cristiano del Mewihwendo/ Sillon noir, diretto dal prete B. Adoukonou, secondo il pensiero di Durkheim e del suo totemismo, che fa della società l’oggetto reale della religione. Essi hanno promosso l’incontro storico di GP 2º con gli adepti del vodù attraverso il ‘gesto altamente simbolico dello scambio di doni’. Dopo aver ricevuto dai capi la statua di una religiosa vodù che devotamente portava la «zucca chiusa di Hwegbaja», GP 2º ha ricambiato il dono con un quadro impressionante: una zucca chiusa al piede di un albero con tre rami, in mezzo ai quali c’era una zucca aperta in due parti che ‘versava sangue ed acqua’. Commento sotto le due figure si poteva leggere il passo dell’Epistola di San Paolo ai Colossesi (1, 26-27).
È chiaro che tutto ciò fu preparato prima e con cura, in linea col piano d’inculturazione che riflette lo spirito ecumenista conciliare. Così, i missionari che avevano speso una vita ad allontanare quei popoli dai culti idolatrici si sono trovati interamente esautorati da chi era venuto come loro capo romano, e li scusava di fronte ai capi vodù dicendo: “Se andiamo più indietro nella storia, constatiamo che gli antenati di questi missionari giunti dall’Europa avevano essi stessi ricevuto il Vangelo quando avevano già una religione e un culto. Accogliendo il messaggio di Dio, essi non hanno perduto niente. Al contrario, hanno avuto la possibilità di conoscere Gesù Cristo e di divenire in Lui, per mezzo del battesimo, figli e figlie del Dio d’Amore e di Misericordia. Tutto in libertà”.
Il passaggio da una religione a un’altra sarebbe quindi un progresso di conoscenze, per cui niente va perso e non deve essere purificato, ma aggregato secondo un arricchimento graduato della coscienza nella percezione della condizione di figli di Dio, ancora oscura ad alcuni. Si tratterebbe quindi di una percentuale di nuove verità acquisite, di ‘germi’ di verità, ma sempre dello stesso genere del vodù, che si rinforza con l’introduzione di un dialogo interreligioso fondato sulla comune visione di un Redentore dell’umanità.
Giovanni Paolo (OR 6.2.93) nel suo discorso a Cotonou interpreta il Vaticano 2º: “che ha tracciato il cammino della Chiesa per la fine di questo millennio, ha riconosciuto che nelle diverse tradizioni religiose c’è del vero e del buono, delle semenze del Verbo”.
Così, il povero padre Dona, missionario francese nel Benin, che nella sua Chiesa dell’Immacolata ha passato la vita a evitare che i fedeli cadessero nella tentazione di passare al tempio vodù del pitone, dall’altra parte della strada, si è trovato contraddetto e spiazzato per essere stato fedele alla Chiesa. Ecco la nuova Pentecoste del Vaticano 2º; della dottrina “arricchita” di una nuova coscienza di Chiesa derivata dalla redenzione universale, che sfocia inevitabilmente nello spirito di Assisi, nel nuovo ordine mondiale di stampo massonico e nel new age per il terzo millennio acquariano.
Divinità Olokun adorata nella Basilica di Assisi - 27
Ottobre, 2011, nella presenza di Benedetto 16 nella Basilica Santa
Maria degli Angeli, lo stregone vodù Wande Abimbola della Nigeria
loda la divinità Olokun. Abimbola commemora nel 4º incontro
inter-religioso di Assisi la prima aperture di Giovanni Paolo 2º
del 1986. |
E lo spirito di Assisi passò a «evangelizzare» l’Europa: Messe Vodù nella Basilica di Santa Maddalena a Parigi
Dal 2002 per cinque giorni a metà settembre sono celebrate feste del vodù a Parigi, che iniziano con una messa nella Basilica di S. Maddalena. Sopra si vede la Messa del 2011, in cui risalta il rito con simboli vodù, noto in Brasile come candomblé , umbanda o, nel linguaggio popolare, macumba. Parti della Messa sono in francese, altre in portoghese, altri ancora in Ioruba, la lingua vodù, i cui idoli sono presenti davanti all’altare, come ad esempio una statua della dea Yemanja, nella foto. Ecco l’animazione sincretista che vuol contaminare la liturgia Cattolica con ispirazioni nelle pratiche del vodù. Se non è questa abominazione di desolazione ecumenista, per cui il Vaticano 2º ha trasformato la Casa di Dio in un antro di idoli del gran pitone, cosa si deve ancora aspettare?
* Vodù è un termine africano che designa un Dio, uno spirito, un oggetto carico di potere numinoso. In alcuni paesi dell’America Latina esso indica una tipica commistione fra il patrimonio tradizionale dei Negri, che ha numerose figure divine (loa), e il Cattolicesimo, in analogia con i fenomeni di acculturazione e contaminazione presenti nei movimenti religiosi dei Negri brasiliani (Macumba).
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=5374
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