Kasper imposta, Francesco dispone: giorni di fuoco aspettano la chiesa
E’ attorno alla riammissione dei divorziati risposati ai sacramenti che è ruotata gran parte della discussione a porte chiuse nella due giorni di concistoro straordinario sulla famiglia voluto da Francesco. Si è parlato anche di antropologia cristiana, del rapporto con il contesto della cultura secolarizzata che “porta avanti visioni della famiglia e della sessualità molto diverse” – così Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana – ma è sul valore della remissio peccatorum che le eminenze hanno dibattuto più a lungo “in un clima di realismo nel vedere la difficoltà della situazione, della visione cristiana in una cultura che va in altre direzioni”.
Un campo entro il quale rientrano anche la validità e la nullità del matrimonio, temi su cui qualche cardinale ha voluto soffermarsi “da un punto di vista giuridico e canonico”. Tra il pomeriggio di giovedì e la mattina di venerdì gli interventi sono stati quarantatré, ha aggiunto Lombardi. Altri se ne sono aggiunti nel pomeriggio, mentre qualche porporato ha preferito lasciare il suo pensiero per iscritto. La bussola orientativa è la lunga relazione teologica del cardinale tedesco Walter Kasper, non a caso lodato nuovamente dal Papa ieri mattina davanti ai centocinquanta porporati riuniti nell’Aula nuova del Sinodo: “Ieri, prima di dormire – ma non per addormentarmi – ho riletto il lavoro del cardinale Kasper, e vorrei ringraziarlo, perché ho trovato profonda teologia, anche un pensiero sereno nella teologia”. Una relazione in cui il Pontefice argentino ha riscontrato “quello che sant’Ignazio ci diceva, quel sensus Ecclesiae, l’amore alla madre chiesa”, l’esempio di ciò che si chiama “fare teologia in ginocchio”.
Nelle due ore impiegate per la lettura della relazione, Kasper si è limitato a porre domande, anche perché non era da queste riunioni che si doveva attendere la risposta a quelle “problematiche inedite” che hanno a che fare con la pastorale della famiglia e del matrimonio. Più che altro, in un “clima di discernimento e di saggezza”, il concistoro è stato una sorta di ouverture sui temi oggetto del Sinodo straordinario del prossimo ottobre e di quello ordinario del 2015. Se la relazione del cardinale Kasper è il punto di partenza, sul tavolo erano ben presenti anche i cardini della teologia del corpo di Giovanni Paolo II, dalla Familiaris Consortio – che qualche vescovo vorrebbe archiviare perché non più in sintonia con lo Zeitgeist, lo spirito del tempo – al catechismo della chiesa cattolica. Lo stesso Kasper, se da un lato aveva ribadito la necessità di riflettere sui casi concreti di sofferenza (come lo sono, ad esempio, quelli relativi ai divorziati risposati che chiedono il riaccostamento ai sacramenti), dall’altro aveva chiarito che la chiesa non può in alcun caso proporre una soluzione diversa o contraria all’insegnamento di Cristo sulla famiglia. Ragione per cui non è pensabile la messa in discussione dell’indissolubilità del matrimonio sacramentale o l’impossibilità di un secondo matrimonio se il precedente coniuge è ancora in vita. Neppure richiamandosi alla misericordia, dal momento che “misericordia e fedeltà vanno coniugate in modo credibile”. D’altronde, già giovedì l’ex presidente del Pontificio consiglio per l’Unità dei cristiani aveva detto di essere d’accordo con il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, monsignor Gerhard Ludwig Müller (che oggi riceverà la berretta cardinalizia assieme ad altri diciotto prelati), “sulle questioni fondamentali”.
Intanto, è stata completata la squadra chiamata a guidare il Sinodo del prossimo ottobre: se erano già noti i nomi del relatore generale (il cardinale Peter Erdo, arcivescovo di Budapest, cresciuto alla scuola di Hans Urs von Balthasar e della rivista Communio, che ebbe tra i suoi fondatori il professor Joseph Ratzinger) e del segretario speciale (l’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte), Francesco ha nominato presidenti dell’assise i cardinali André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila e il brasiliano Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida.
© - FOGLIO QUOTIDIANO
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