Catto-Obama
A pochi giorni dall'incontro in Vaticano con Papa Francesco, il New York Times riscopre le «radici cattoliche dell'attivismo di Obama», mettendo in luce un periodo «spesso trascurato» della vita del presidente. In un lungo articolo pubblicato online e nell'edizione cartacea, il quotidiano ricorda l'esperienza compiuta nella seconda metà degli anni '80 dall'allora ventenne Barack Obama nel ruolo di «organizzatore di comunità» per conto della chiesa cattolica di Chicago, che cercava di espandere i propri programmi di assistenza sociale anche alle comunità afroamericane del South Side della città.
L'ala della chiesa cattolica più impegnata nel sociale, scrive il Nyt, «ha giocato un ruolo potente nella formazione politica» del presidente, che pure non è cattolico e ha trovato la sua fede religiosa con la Trinity United Church of Christ del reverendo Jeremiah A. Wright. Giovedì, ricorda il Nyt, Obama incontrerà il Papa nel corso della sua visita a Roma, «dopo tre decenni di divergenze con la Chiesa», a seguito della svolta conservatrice impressa dalle gerarchie cattoliche alla fine degli anni '80. La Casa Bianca, che in questi ultimi anni si è spesso trovata in contrasto con i vertici cattolici negli Stati Uniti su temi quali l'aborto e la contraccezione, «spera che il presidente trovi un alleato strategico e uno spirito affine in un Papa che predica un Vangelo di giustizia sociale e inclusione». «Ma il Vaticano -scrive ancora il quotidiano Usa- consapevole che Obama ha molto di più da guadagnare dall'incontro di quanto ne abbia il Papa e stanco di essere usato per fini politici americani, avverte che difficilmente sarà come nell'incontro del 1982, nel quale il presidente Ronald Reagan e Papa Giovanni Paolo II decisero di combattere il comunismo nell'Europa orientale». «Non siamo più nei giorni della grande alleanza», spiega al Nyt un alto prelato vaticano che ha chiesto di mantenere l'anonimato. Se le passate esperienze di Obama con la Chiesa cattolica «non sono percepite», spiega il prelato, lo sono invece le sue recenti discussioni con i vescovi americani su temi riguardanti l'obbligo per i datori di lavoro (anche cattolici) di comprendere anche i costi dei contraccettivi nelle polizze sanitarie fornite ai dipendenti e la «moralità» dell'uso dei droni per combattere il terrorismo. «Come in molte rimpatriate -scrive il Nyt- sia le aspettative che le possibilità di rimanere delusi sono alte».
Cosa non si fa nel momento in cui i progetti d'imporsi sempre più nel mondo vanno in fumo, racimolando solo figuracce e sconfitte (Siria e Ucraina): anche allearsi con il diav...ooops, volevo dire, il Papa! E pensare che la Chiesa è misericordiosa ma anche picchiatrice, all'occorrenza. Se al posto di Papa Francesco, Obama si dovesse confrontare con, non so, Innocenzo III: sai che ridere! Mi viene in mente la domanda beffarda attribuita a Stalin: 'il Vaticano quante divisioni ha'? La citazione non è troppo fuori luogo: è consapevole il Papa che se solo lui lo volesse potrebbe 'legare e sciogliere' in quanto Pietro? E' consapevole che ai potenti della terra si parla con voce da leone in quanto le 'divisioni armate' non sono fatte di acciaio e di carne? Una sola parola del Papa è legge in Cielo! Ma non lo fanno da tempo immemorabile!
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