Accantonato il problema della salvezza dell’anima e della vita eterna, si direbbe che la maggior preoccupazione della Chiesa cattolica sia un’azione sociale che, lodevolissima, è però un po’ pochino per chi vorrebbe sentir ancora parlare di vita eterna, di dottrina e di fede. E poi ci sono tanti equivoci dietro l’angolo…
di Paolo Deotto
Bellissimo. Un bellissimo appello contro la mafia, un invito ai mafiosi a pentirsi e a cambiare vita. Tutto lodevole, tutto indiscutibile… però, c’è un però legittimo. Mi vorrete scusare, sarà per l’età ormai un po’ avanzata, ma continuo a ricordare, con nostalgia, una Chiesa che aveva anzitutto come preoccupazione il depositum Fidei, l’annuncio della Parola di Cristo, l’indicazione per i fedeli sulla via da seguire per salvare l’anima e andare in Paradiso. E poiché la via può essere solo una, perché la Verità, per sua natura, non può essere che una, continuo a ricordare con nostalgia una Chiesa custode della Tradizione. Già, perché “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto” (Mt, 5, 17-18).
Beh, che c’entra? Forse che allora la Chiesa dovrebbe tacere sul crimine, sulla mafia?
Assolutamente no, perbacco! Altri Pontefici hanno già fatto sentire la loro voce contro la criminalità organizzata. Lo stesso Giovanni Paolo II e poi Benedetto XVI, entrambi hanno parlato chiaro in materia.
Però avevano parlato chiaro, chiarissimo, anche su altre materie.
Facciamo un esempio pratico: in preda all’entusiasmo, don Luigi Ciotti ha dichiarato: “sarebbe bello che il 21 marzo diventasse istituzionalmente per tutti gli italiani” ciò che è per i familiari delle vittime, e cioè “il giorno in cui i loro cari, in tante città d’Italia, vengono chiamati per nome, uno a uno, in un appello rivolto alle coscienze di tutti”. E allora, mi chiedo, perché non istituire anche un giorno della memoria per le vittime innocenti, per le più innocenti che ci siano? La data potrebbe essere quella del 22 maggio perché, per chi lo avesse scordato, il 22 maggio del 1978 fu approvata in Italia la famigerata legge 194, che legalizzò l’aborto. Da allora, fino alla fine del 2012 (il ministero della Salute non ha ancora fornito i dati del 2013) sono stati uccisi oltre 5.414.000 bambini. Nel 2012 la produttività del sistema che assicura l’esercizio del “diritto” di aborto è stata di 290 assassinati al giorno. Sfuggono da questo conto gli assassinati con aborto chimico o farmaceutico. Le supreme gerarchie non parlano di questo, forse perché la Dottrina in materia è chiara, e allora non vale la pena parlarne…
C’erano una volta i valori non negoziabili, ma ci è stato detto che non bisogna essere “ossessionati” da queste bazzecole e di recente è stato detto anche che non era comprensibile che si parlasse di valori “non negoziabili”. Glissons.
Proviamo un attimo a fare il punto sul rassicurante panorama morale della nostra Patria e del mondo cosiddetto civile in genere:
- L’aborto è talmente entrato nelle menti e nelle coscienze (laddove ce ne siano ancora), che non se ne parla più, è un dato di fatto consolidato e incontrovertibile
- L’eutanasia è alle porte, tanto più dopo l’appoggio irresponsabile fornito da chi dovrebbe (divertente, vero?) essere “super partes”. Per la cronaca è lo stesso tizio che ha ricevuto un’onorificenza dalla Pontificia Università Lateranense
- La famiglia è allo sfascio, ma la cosa non sembra preoccupare troppo le menti più “aperte”, tant’è che abbiamo un’eminenza, teologo tenuto in gran conto, che non trova di meglio che ragionare sul perché e sul percome i divorziati risposati potrebbero di nuovo accostarsi ai Sacramenti
- L’omosessualismo, che diffonde le più infami e ripugnanti perversioni, che corrompe alla radice la società, avanza a grandi passi e a breve anche nel nostro Paese avremo una legge che tapperà la bocca a chiunque voglia dire la verità. Del resto, nelle scuole circolano già istruttivi testi in cui si spiegano tutte le peggiori schifezze, e le si fanno passare per cose belle e normali. La cosa sembra non preoccupare la Chiesa, visto che solo pochi Vescovi – che Dio li benedica! – hanno fatto sentire la loro voce in materia, difendendo l’ordine naturale voluto dal Creatore
Ora qualcuno scriverà che noi siamo “contro il Papa” e scriverà una fesseria ciclopica, perché proprio perché amiamo il Vicario di Cristo chiediamo a gran voce che la Chiesa faccia sentire la sua voce autorevole e freni la corsa verso l’abisso. La società è avviata alla morte, nel modo più turpe, e non abbiamo mai il conforto di sentire la voce della Chiesa, quell’unica voce che può dare chiare indicazioni al mondo, levarsi alta e forte. Non sentiamo mai ammonire i politici sulle tremende responsabilità che si stanno assumendo, condannando il Paese alla distruzione e loro stessi alla dannazione. Sembra che la schifosa legge Scalfarotto sia discussa su Marte, e invece è discussa a pochi chilometri da Santa Marta. Come può la voce della Chiesa tacere su questo? E come può la voce della Chiesa tacere sullo sterminio inarrestabile dei bambini? Re Erode ormai è dimenticato, era un dilettante al confronto di un qualsiasi medico “democratico” del giorno d’oggi.
La Chiesa tace. Ma si rifà il look con una bella predica antimafia. Rispettabilissima, beninteso. Ma allora sempre più la Chiesa si confonde con tante altre, lodevolissime, organizzazioni puramente umane, che si occupano di lotta al crimine, e con tante altre cosiddette “chiese” che altrettanto tuonano contro il crimine e la mafia. Forse che i protestanti, o i valdesi, o gli ebrei sono favorevoli al crimine? No di certo. E allora ecco che queste commoventi manifestazioni di “impegno civile” diventano anche un ottimo ausilio per il sincretismo, altro cancro che avanza sempre più.
Che bello. Una Chiesa che non dà seccature sul peccato, sulla famiglia di coppie di fatto, di divorziati risposati, e magari a breve anche sulle famiglie omosessuali. Una Chiesa misericordiosa con tutti (beh, i Francescani dell’Immacolata saranno un caso particolare…) , che fa la voce grossa contro la mafia e così di sicuro riceve l’applauso del mondo.
No, così non va. Qualcuno in un domani ormai alle porte dovrà ben spiegarci perché Nostro Signore è disceso in terra si è fatto crocifiggere ed è risorto. Ci sono cose belle e lodevoli che possono fare in tanti. C’è una cosa che può fare solo la Chiesa cattolica, custode della Vera Fede: indirizzarci sulla strada della salvezza, custodendo quella Parola eterna che le è stata affidata. Questo, francamente, viene ben prima della lotta anti-mafia. Ma se non c’è questo, e lo si vede e si sente sempre di meno, che ci interessa della lotta anti-mafia?
http://www.riscossacristiana.it/che-bella-la-chiesa-anti-mafia-di-paolo-deotto/
Bellissimo. Un bellissimo appello contro la mafia, un invito ai mafiosi a pentirsi e a cambiare vita. Tutto lodevole, tutto indiscutibile… però, c’è un però legittimo. Mi vorrete scusare, sarà per l’età ormai un po’ avanzata, ma continuo a ricordare, con nostalgia, una Chiesa che aveva anzitutto come preoccupazione il depositum Fidei, l’annuncio della Parola di Cristo, l’indicazione per i fedeli sulla via da seguire per salvare l’anima e andare in Paradiso. E poiché la via può essere solo una, perché la Verità, per sua natura, non può essere che una, continuo a ricordare con nostalgia una Chiesa custode della Tradizione. Già, perché “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto” (Mt, 5, 17-18).
Beh, che c’entra? Forse che allora la Chiesa dovrebbe tacere sul crimine, sulla mafia?
Assolutamente no, perbacco! Altri Pontefici hanno già fatto sentire la loro voce contro la criminalità organizzata. Lo stesso Giovanni Paolo II e poi Benedetto XVI, entrambi hanno parlato chiaro in materia.
Però avevano parlato chiaro, chiarissimo, anche su altre materie.
Facciamo un esempio pratico: in preda all’entusiasmo, don Luigi Ciotti ha dichiarato: “sarebbe bello che il 21 marzo diventasse istituzionalmente per tutti gli italiani” ciò che è per i familiari delle vittime, e cioè “il giorno in cui i loro cari, in tante città d’Italia, vengono chiamati per nome, uno a uno, in un appello rivolto alle coscienze di tutti”. E allora, mi chiedo, perché non istituire anche un giorno della memoria per le vittime innocenti, per le più innocenti che ci siano? La data potrebbe essere quella del 22 maggio perché, per chi lo avesse scordato, il 22 maggio del 1978 fu approvata in Italia la famigerata legge 194, che legalizzò l’aborto. Da allora, fino alla fine del 2012 (il ministero della Salute non ha ancora fornito i dati del 2013) sono stati uccisi oltre 5.414.000 bambini. Nel 2012 la produttività del sistema che assicura l’esercizio del “diritto” di aborto è stata di 290 assassinati al giorno. Sfuggono da questo conto gli assassinati con aborto chimico o farmaceutico. Le supreme gerarchie non parlano di questo, forse perché la Dottrina in materia è chiara, e allora non vale la pena parlarne…
C’erano una volta i valori non negoziabili, ma ci è stato detto che non bisogna essere “ossessionati” da queste bazzecole e di recente è stato detto anche che non era comprensibile che si parlasse di valori “non negoziabili”. Glissons.
Proviamo un attimo a fare il punto sul rassicurante panorama morale della nostra Patria e del mondo cosiddetto civile in genere:
- L’aborto è talmente entrato nelle menti e nelle coscienze (laddove ce ne siano ancora), che non se ne parla più, è un dato di fatto consolidato e incontrovertibile
- L’eutanasia è alle porte, tanto più dopo l’appoggio irresponsabile fornito da chi dovrebbe (divertente, vero?) essere “super partes”. Per la cronaca è lo stesso tizio che ha ricevuto un’onorificenza dalla Pontificia Università Lateranense
- La famiglia è allo sfascio, ma la cosa non sembra preoccupare troppo le menti più “aperte”, tant’è che abbiamo un’eminenza, teologo tenuto in gran conto, che non trova di meglio che ragionare sul perché e sul percome i divorziati risposati potrebbero di nuovo accostarsi ai Sacramenti
- L’omosessualismo, che diffonde le più infami e ripugnanti perversioni, che corrompe alla radice la società, avanza a grandi passi e a breve anche nel nostro Paese avremo una legge che tapperà la bocca a chiunque voglia dire la verità. Del resto, nelle scuole circolano già istruttivi testi in cui si spiegano tutte le peggiori schifezze, e le si fanno passare per cose belle e normali. La cosa sembra non preoccupare la Chiesa, visto che solo pochi Vescovi – che Dio li benedica! – hanno fatto sentire la loro voce in materia, difendendo l’ordine naturale voluto dal Creatore
Ora qualcuno scriverà che noi siamo “contro il Papa” e scriverà una fesseria ciclopica, perché proprio perché amiamo il Vicario di Cristo chiediamo a gran voce che la Chiesa faccia sentire la sua voce autorevole e freni la corsa verso l’abisso. La società è avviata alla morte, nel modo più turpe, e non abbiamo mai il conforto di sentire la voce della Chiesa, quell’unica voce che può dare chiare indicazioni al mondo, levarsi alta e forte. Non sentiamo mai ammonire i politici sulle tremende responsabilità che si stanno assumendo, condannando il Paese alla distruzione e loro stessi alla dannazione. Sembra che la schifosa legge Scalfarotto sia discussa su Marte, e invece è discussa a pochi chilometri da Santa Marta. Come può la voce della Chiesa tacere su questo? E come può la voce della Chiesa tacere sullo sterminio inarrestabile dei bambini? Re Erode ormai è dimenticato, era un dilettante al confronto di un qualsiasi medico “democratico” del giorno d’oggi.
La Chiesa tace. Ma si rifà il look con una bella predica antimafia. Rispettabilissima, beninteso. Ma allora sempre più la Chiesa si confonde con tante altre, lodevolissime, organizzazioni puramente umane, che si occupano di lotta al crimine, e con tante altre cosiddette “chiese” che altrettanto tuonano contro il crimine e la mafia. Forse che i protestanti, o i valdesi, o gli ebrei sono favorevoli al crimine? No di certo. E allora ecco che queste commoventi manifestazioni di “impegno civile” diventano anche un ottimo ausilio per il sincretismo, altro cancro che avanza sempre più.
Che bello. Una Chiesa che non dà seccature sul peccato, sulla famiglia di coppie di fatto, di divorziati risposati, e magari a breve anche sulle famiglie omosessuali. Una Chiesa misericordiosa con tutti (beh, i Francescani dell’Immacolata saranno un caso particolare…) , che fa la voce grossa contro la mafia e così di sicuro riceve l’applauso del mondo.
No, così non va. Qualcuno in un domani ormai alle porte dovrà ben spiegarci perché Nostro Signore è disceso in terra si è fatto crocifiggere ed è risorto. Ci sono cose belle e lodevoli che possono fare in tanti. C’è una cosa che può fare solo la Chiesa cattolica, custode della Vera Fede: indirizzarci sulla strada della salvezza, custodendo quella Parola eterna che le è stata affidata. Questo, francamente, viene ben prima della lotta anti-mafia. Ma se non c’è questo, e lo si vede e si sente sempre di meno, che ci interessa della lotta anti-mafia?
http://www.riscossacristiana.it/che-bella-la-chiesa-anti-mafia-di-paolo-deotto/
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.