Domenica scorsa, come spesse volte mi capita quando ho la giornata festiva libera, ho fatto un giro senza fretta alla scoperta del territorio che mi circonda. Giunto in un borgo non lungi da Mantova, perla dei Gonzaga e Roma del Settentrione, come prima cosa ho visto una scenetta di paese: due comari e due suore che, beate beate, ridevano e scherzavano rumorosamente, come se fossero al mercato o ad una festa. Che c' è di male, direte voi, giustamente? Il piccolo -e non indifferente- particolare è che tale scenetta della domenica si sia svolta non sulla pubblica via, non sulle panchine del parco , bensì nella piccola, deliziosa chiesetta tardobarocca del paese.
In chiesa, nel luogo che per i cristiani dovrebbe essere il più sacro e degno di rispetto.
Affronto doppiamente grave in quanto compiuto da due suore, cioè da due persone che in teoria hanno abbandonato il secolo per dedicarsi completamente alla Chiesa e alla Religione.
Non prendiamo scuse: l' epoca delle conversioni forzate, non sentite, di cui Manzoni con la figura della "monaca di Monza" e Verga nella "Storia di una Capinera" hanno scritto pagine immortali nella letteratura italiana, è ormai acqua passata.
E anche nei secoli in cui eran pane quotidiano, ben difficilmente avremmo potuto assistere ad una scena simile. Al massimo, il marciume lo nascondevano sotto il tappeto e il sordido si svolgeva nelle quattro mura del convento, non nel luogo simbolo della presenza della divinità.
Vorrei ora chiedere a papa Bergoglio, quello "moderno" che piace tanto ad Eugenio Scalfari, cosa ne pensa delle suore ridanciane sotto l' altare. Ma credo di sapere già la risposta: chi è lui, per giudicare?
Certo, perchè tale scena di domenica, un senso logico lo ha.
Quando il Papato diventa alla stregua di un consiglio di amministrazione con le dimissioni del "manager", quando il simbolo stesso della figura pontificale scade a dismisura, riducendosi come un calciatore che fa autoscatti coi fedeli, ride e firma autografi, state certi che anche il senso del sacro -il pilastro sui cui si basa lo spirito religioso- va letteralmente a farsi benedire.
Chi è Bergoglio, per giudicare? Caro Bergoglio, tu sei un simbolo, l' essenza stessa del cristianesimo, il successore di Pietro sulla cui pietra si è fondata la Chiesa e le forze dell' inferno mai prevarranno su di essa (Matteo,16,13-20)
Verrebbe voglia, da quel miscredente ateo che sono, di ridere a scrivere certe cose.
Invece, non rido. Piango. Perchè ancora un paio di papi Francesco e la Chiesa, che nel bene e nel male è una delle grandi forze antimoderne della società liquida (o lo era?) potrà benissimo chiudere i battenti.
Papa Francesco sta svilendo il senso del sacro, che per Mircea Eliade è "un elemento della struttura della coscienza, non una forma della Storia (..), uno sforzo compiuto dall' uomo per costruire un mondo che abbia senso, in cui (..) i simboli religiosi e le ierofanie costituiscono un linguaggio preriflessivo"(Discorso pronunciato al Congresso internazionale di Storia delle Religioni, giugno 1968).
Capito, caro papa "piacione"? E ti ricordo anche che una caratteristica delle religioni, come dice la grande antropologa Ida Magli, è quella di creare una barriera misteriosa e invalicabile tra i sacerdoti del Rito e la massa dei fedeli.
Su queste basi -e non sulle pietre di Pietro- è vissuta per due millenni la Chiesa, superando scismi, antipapi e travagli, giungendo sino ai giorni nostri.
Poi non stupiamoci se una domenica si entra per visitare una chiesa barocca e si assiste ad una scena da mercato rionale. Con suore coinvolte.
Ridateci Pio IX e Pio XII !
Simone Torresani
28 Febbraio 2014
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